Imparare è meravigliarsi

Insegnare le discipline suscitando stupore, una riflessione a tu per tu con Stefano Rossi

Se ciascun insegnante ripensasse alle situazioni didattiche che maggiormente hanno “lasciato il segno” nella propria storia professionale, siamo certi che saranno sempre contesti in cui il piano degli apprendimenti era profondamente interconnesso con il piano delle emozioni e delle competenze per la vita. In questo contributo scopriamo insieme a Stefano Rossi, autore e curatore scientifico di Amiche Discipline e ideatore del Metodo Rossi della Didattica cooperativa come le storie possano suscitare quel senso di stupore che coinvolge i bambini a livello emotivo e insieme all’esercizio dell’empatia da parte del docente e poi tra i bambini stessi, possano fare dei percorsi disciplinari un vero e proprio viaggio nella Meraviglia.

Stefano, per quale motivo parliamo di meraviglia a scuola?

In una società che ha perso i binari della certezza e della forza della comunità e si aggrappa sempre di più a scampoli di esperienze nutrienti e rassicuranti in un mare di solitudini e fragilità, in cui al mercato mondiale non corrisponde una responsabilità collettiva, in cui allo sfruttamento delle risorse sempre più ampio non corrispondono azioni di cura verso il pianeta che ci ospita, anche il mondo dell’istruzione appare spesso separato dal gesto educativo. Invece oggi è cruciale ricordare a chi lavora nella scuola che non c’è successo formativo senza educazione profonda. E si educano necessariamente mente e cuore.

Per equipaggiare i nostri bambini alle complesse sfide del mondo liquido dobbiamo superare l’antico e radicato dualismo cartesiano volto a mantenere separate razionalità ed emotività. I nostri bambini meritano un’educazione ricca e integrata. Meritano che ci prendiamo cura della loro razionalità, ma meritano anche che ci prendiamo cura della loro oggi fragile affettività.

Un gesto educativo pieno può germogliare solo quando nell’incontro si vive lo stupore, si afferra qualcosa che ci seduce a più livelli, che ci tocca il cuore, che ci invita ad aprirci, a interrogarci e dunque a crescere. Questa è meraviglia.

Che cosa sono le Storie della Meraviglia?

Le Storie della Meraviglia, uno dei “pilastri” del nuovo sussidiario delle discipline, Amiche Discipline, sono una scintilla in grado di innescare un importante coinvolgimento sia cognitivo che emotivo da parte dei bambini.
Più in generale, possiamo accorgerci tutti di quale importante ruolo giochino le storie di grandi testimoni: a partire dalla forza e dal carisma di personaggi speciali, siano essi personaggi storici, geografi, scienziati, personaggi di spicco nella storia della matematica e dell’arte, si genera un senso di stupore, di meraviglia. La meraviglia è innanzitutto una forza naturale: la natura ci ha donato un corredo di emozioni di base, tra cui c’è appunto la capacità di stupirsi di fronte al bello, al nuovo e al misterioso.
È a partire dall’emozione dello stupore che è nata la forza culturale della filosofia: quel cammino inizia nella meraviglia stimolando l’essere umano a interrogarsi su se stesso e sul mondo che lo circonda.

Storie di grandi personaggi ci insegnano dunque le discipline attraverso lo stupore. È così?

Esatto. Il personaggio speciale, in grado di suscitare meraviglia, veicola l’emozione che suscita nei bambini verso nuovi apprendimenti disciplinari grazie alla forza narrativa del suo percorso di vita. La potenza della meraviglia non finisce qui, però. Grazie a storie di grandi personaggi si può lavorare infatti all’educazione civica, facendo emergere temi relativi a virtù e alle fondamentali competenze per la vita (life skills) a partire da narrazioni che accarezzano il cuore.

Amiche Discipline vuole essere un progetto non solo efficace dal punto di vista degli apprendimenti disciplinari, ma che recupera il valore dell’etica. Ogni storia è infatti seguita da lavoro cooperativo e acquisizione di competenze per la vita. Questo però può avvenire solo se le storie sono narrate a scopo maieutico, e non solo dimostrativo: non ci insegnano cioè “come ci si comporta”, ma ci interrogano su grandi temi che riguardano la nostra persona nel profondo, chi siamo e chi vogliamo essere.

Le Storie della Meraviglia che abbiamo selezionato creano un triplice ponte tra:

  • il grande personaggio raccontato;
  • il percorso disciplinare che si sta per iniziare;
  • una virtù su cui si vuole che i bambini riflettano.

Ogni storia si conclude con una specifica domanda della meraviglia che verrà lanciata ai bambini per iniziare il cammino nella nuova unità con lo spirito curioso e critico di un vero filosofo.

Per esempio, nell’ambito dell’insegnamento dei popoli mesopotamici, in classe 4°, ho trovato particolarmente significativo proporre la storia della meraviglia di Gilgamesh.

Il mito di Gilgamesh appartiene alla tradizione dei Sumeri, uno dei popoli della Mesopotamia e come ogni mito anche quello di Gilgamesh custodisce un fascino incredibile.
Infatti, nonostante questo mito sia di migliaia di anni fa, racconta delle tematiche profonde, valide ancora oggi. Gilgamesh è stato un re della città di Uruk, antica città sumera.
Si narra che fosse per due terzi divinità e per un terzo uomo. Le sue gesta eroiche hanno ispirato numerosi poemi. Ma che cosa racconta di importante per i bambini ancora oggi il mito di Gilgamesh? Oltre a fornirci informazioni sulla cultura della civiltà sumera, il mito di Gilgamesh racchiude il valore senza tempo di attraversare narrativamente temi universali quali, per esempio, quello dell’amicizia e della possibilità di fare qualcosa di importante per un amico.

In modo delicato e tragico la storia di Gilgamesh ci mostra l’importanza di prenderci cura dei nostri amici, soprattutto quando sono più fragili e in difficoltà.
Ecco allora che si può connettere la storia con questioni che riguardano ciascuno di noi, a livello personale, lanciando una domanda che io chiamo domanda della meraviglia:
Voi, bambini, in quali situazioni potreste prendervi cura dei vostri amici?
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La domanda chiede tempo, per produrre risposte, perché prima di tutto interroga, smuove, apre considerazioni nuove. Lasciamo il tempo necessario perché sia davvero generativa. Possiamo infine accompagnarla: Anche se Gilgamesh ha attraversato gli estremi confini del mondo, per aiutare i nostri amici a volte bastano piccoli gesti come un sorriso, una parola gentile o l’invito a non rimanere da soli mentre tutti gli altri stanno giocando.

Analoghi esempi si trovano in tutte le discipline. Una narrazione così contestualizzata porta il lavoro didattico, sia esso storico o scientifico, ad essere davvero ricco e integrato, in un clima di condivisione amicale (da cui il nome Amiche Discipline) in cui a partire dalla meraviglia fa breccia la filosofia del prendersi cura gli uni degli altri.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

  • La scuola della meraviglia (Learning Academy, collana Insegnare nel XXI secolo, 2023).
  • Mio figlio è un casino (Feltrinelli, 2022).
  • Carezze d’empatia in classe (Learning Academy, 2021).
  • Menti critiche, cuori intelligenti (Learning Academy, 2020).
  • Didattica cooperativa e classi difficili (Learning Academy, 2020).

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Referenze iconografiche: © Pressmaster/Shutterstock

Stefano Rossi

Psicopedagogista, autore e formatore. È direttore del Centro Didattica Cooperativa e autore Lang, per il quale ha scritto i volumi La rotta della Cittadinanza per le classi 1/2/3 e 4/5. Per il Sussidiario Amiche Discipline è curatore didattico-scientifico e autore delle storie della meraviglia, delle pagine Imparare cooperando e Competenze per la vita in tutti i volumi. Inoltre, per la collana Insegnare nel XXI secolo di Learning Academy è autore dei titoli: Carezze d’empatia in classe, Menti critiche, cuori intelligenti, Didattica cooperativa e classi difficili, Educare esploratori coraggiosi; e per i Quaderni Academy è autore dei titoli: Genio capovolto e compiti di realtà, Condurre la classe capovolta.