Fare scienze alla Scuola primaria... e non solo

Hanno ragione i proverbi?

Simona Cerrato, già autrice dei volumi di Scienze e Tecnologia del Sussidiario delle discipline Tante scoperte, racconta con un esempio pratico alla portata di tutti come si possa “fare scienza” a scuola, anticipando ciò che sarà oggetto del volume Fare Scienze.

“Arcobaleno, domani è sereno”… “Cielo a pecorelle, acqua a catinelle”… “Tutti i fiumi vanno al mare”… “A goccia a goccia si scava la roccia”…

Che cosa c’entrano i proverbi e i modi di dire con il fare scienze? In particolare con il fare scienze a scuola? Spesso, nelle conversazioni quotidiane, saltano fuori proverbi o credenze popolari con un contenuto scientifico. Allora perché non partire proprio da questi proverbi, forse ancora sulla bocca di nonni e nonne, per fare esperienza scientifica e per l’allestimento di un piccolo o grande esperimento? Chiediamoci per esempio: come possiamo verificare se questo e quel proverbio siano veri?

Per fare scienza si parte proprio da domande, da buone domande che innescano il processo scientifico, cioè da domande aperte, interessanti, che aiutano a ragionare e a imparare.
I proverbi sono ottimi generatori di conoscenza, perché possono contenere tante buone domande.

Vogliamo fare una prova? Le sere d’estate che finalmente ci apprestiamo a godere possono essere la buona occasione per guardare il cielo con occhi non solo pieni di meraviglia e stupore ma anche indagatori.

Chiediamoci allora se il proverbio Gobba a levante: luna calante. Gobba a ponente: luna crescente” sia vero. Proviamo ad applicare un protocollo scientifico. Innanzitutto dobbiamo raccogliere un po’ di informazioni sulle fasi lunari:

  • le fasi lunari descrivono il diverso aspetto che la Luna mostra verso la Terra durante la sua orbita intorno alla Terra stessa e intorno al Sole;
  • le fasi dipendono anche dal diverso orientamento della Luna rispetto al Sole;
  • le fasi lunari si ripetono in un intervallo di tempo detto mese sinodico, pari a circa 29 giorni. Giusto il tempo della nostra vacanza.

Per rispondere alla domanda di ricerca se il proverbio “Gobba a levante: luna calante. Gobba a ponente: luna crescente” sia vero, dobbiamo osservare la Luna tutte le sere, o perlomeno ogni volta che riusciamo a vederla, per un mese intero. Ci serve un calendario e può essere utile una bussola, entrambi sono in genere in dotazione in tutti gli smartphone. Se vi piace disegnare, utilizzate un piccolo bloc-notes per disegnare come appare la Luna giorno per giorno. Vi consigliamo di dotarvi di un binocolo (anche non molto potente): osservare la Luna con un binocolo è fonte di grande sorpresa e gratificazione. Diventano ben visibili i crateri, la superficie scabrosa e bucherellata che appare evidente sul profilo della Luna quando non è piena e che già Galileo Galilei aveva osservato.

Per ogni osservazione, indicate la data e se la gobba della Luna è volta verso ponente o verso levante. Alla fine della vacanza avrete il vostro calendario lunare e magari tanti bei disegni. Che cosa potete concludere? La gobba della Luna crescente (cioè nella fase successiva alla Luna nuova) è effettivamente rivolta verso oriente e la gobba della Luna calante (cioè nella fase successiva alla Luna piena) è effettivamente rivolta verso occidente.

Vi è venuta voglia di verificare qualche altro proverbio? Come procedereste?

Ecco, questo è un modo di fare scienza. La scienza è ricerca e per fare ricerca, e quindi scienza, bisogna fare. Fare scienza non è studiare sui libri, anche se questa è una fase propedeutica necessaria, ma provare a rispondere a domande, nuove e interessanti, per le quali non conosciamo la risposta, indipendentemente dal fatto che, poi, a quella risposta ci si arrivi o meno.

L’osservazione, l’esplorazione e soprattutto la sperimentazione sono gli ingredienti fondamentali del processo di ricerca scientifica.

La maggior parte di noi, alla parola “esperimento” associa un laboratorio di chimica: una stanza bianca, pulita, con tavoli pieni di strumenti, microscopi, bilance di precisione e soprattutto provette piene di liquidi misteriosi e persone con camici bianchi. Certo, questa è una possibilità. Ma è solo una di tante. Un esperimento è una procedura controllata, un’esplorazione più sistematica, che usiamo per cercare di rispondere ad alcune domande. Le domande possono derivare dall’osservazione, ma non solo.

E a scuola? Che cosa significa fare un esperimento a scuola?

Nel volume Fare scienze, ci sono tutti gli ingredienti per poter fare scienze a scuola, per creare percorsi di ricerca che coinvolgono l’intera classe, scaturiti da interessi e domande autentiche e non da esigenze imposte dall’alto.

La scienza è ovunque intorno a noi, e ogni giorno ci offre innumerevoli opportunità per indagare fenomeni nuovi e affascinanti, che ci spronano a osservare, esplorare, sperimentare affinando le nostre capacità di ricerca e sviluppando la nostra immaginazione e la nostra creatività per affrontare problemi sempre nuovi e difficili.

Fare scienze ci introduce nel mondo della scienza e al suo valore nella società di oggi, ci fa conoscere scienziate e scienziati e il loro metodo scientifico, anzi i metodi scientifici, ci presenta esperimenti, semplici, efficaci basati su un protocollo sperimentale passo passo che può essere applicato a tante situazioni diverse. Ci insegna cosa significa osservare e misurare, che cosa è l’errore e il suo valore, e a essere consapevoli delle trasformazioni che avvengono sotto i nostri occhi, troppo spesso inconsapevoli. Ci conduce attraverso l’esplorazione di un ambiente naturale, ci insegna a disegnare una foglia o un sasso e ad allestire un acquario, piccolo biotopo casalingo, a osservare attraverso l’oculare di un microscopio o con una lente d’ingrandimento le meraviglie che si nascondono nelle ali di una farfalla o nelle cellule di una pianta acquatica. Ci sfida a risolvere situazioni quotidiane dove la scienza ha un ruolo importante, ci dice che la scienza è sì difficile ma che ce la possiamo fare e che è importante acquisire e trasmettere la capacità critica di comprenderla e di apprezzare il suo valore e quello delle sue applicazioni. Ci insegna a rispondere a domande con metodo e raziocinio, cosa che ha un valore che va ben oltre quello della scienza stessa.

FARE SCIENZE

Cover_FareScienze_sfondo_coloratoIn questo volume, in dotazione per chi adotta il Sussidiario delle Discipline Tante scoperte, si raccontano tanti modi di Fare Scienze e tanti metodi scientifici.
Che cosa li accomuna? La vocazione a farsi domande sul mondo che ci circonda e a cercare le risposte osservando, misurando, sperimentando, facendo errori. Attività che si possono facilmente replicare in una classe, anche con strumenti molto semplici.
Simona Cerrato e Marco Testa, fisici, e Alfred Beran, biologo, propongono attività semplici attraverso le quali alunne e alunni potranno fare scoperte interessanti, ma anche vivere esperienze molto simili a quelle di chi fa scienza.
Il volume è parte della collana “Fare” dedicata agli insegnanti della Scuola Primaria, pensata per poter essere un supporto nell’attività didattica che viene svolta giorno per giorno in classe.

 

Referenze iconografiche: AstroStar/Shutterstock

Simona Cerrato

È laureata in Fisica con specializzazione in Fisica Cosmica e ha un Master in Comunicazione della Scienza. Si occupa di comunicazione scientifica dal 1989, con particolare attenzione all'inclusione sociale e all'equità di genere. Da sempre lavora a livello internazionale con una fitta rete di scienziati, istituti di ricerca, università e professioniste/i della comunicazione. Negli ultimi anni ha condotto programmi di comunicazione pubblica e progetti europei, progettato musei e mostre scientifiche e scritto libri, vincendo numerosi premi. Svolge attività di volontariato legate all’empowerment delle donne in Nepal. È autrice dei volumi di Scienze e Tecnologia del Sussidiario delle discipline LANG Tante scoperte per le classi quarta e quinta di Scuola primaria.