Dal nostro corpo al pianeta Terra: l'ambiente è vita
Approfondimento di Educazione Ambientale
In che modo possiamo proporre ai nostri bambini e ragazzi una riflessione che non si fermi alla pura informazione e che consenta a noi con loro di vivere con gioia la possibilità di intraprendere nuove strade rispetto a un futuro che, altrimenti, appare preoccupante e minaccioso?
Non si tratta, a nostro avviso, di rifugiarsi in un rimpianto del passato più semplice e “pulito”, e nemmeno di delineare un domani a tinte fosche: occorre piuttosto pensare a un collettivo “ritorno al futuro”. Agricoltura biologica, energie rinnovabili, gestione intelligente dei rifiuti, architettura e mobilità sostenibili sono prospettive davvero percorribili e stanno a cavallo tra soluzioni innovative e un sapere che ci richiama a quello dei nonni o dei popoli cosiddetti “primitivi”.
Saper guardare oltre e lontano, saper intraprendere piste di ricerca, ecco cosa ci viene richiesto oggi. Non è infatti la trasmissione di saperi già dati, di conoscenze acquisite, di punti fermi quello che può davvero giovare ai bambini. Le informazioni, le sapranno trovare facilmente, con quella loro abilità innata a usare gli strumenti digitali, ad accedere alla rete, a navigare disinvoltamente. Forse in questo possono essere persino loro a insegnare a noi. Quello che noi possiamo dare loro è lo spirito critico, la capacità di cogliere nessi, l’interrogarsi sulla dimensione etica: è vero, oggi possiamo fare molto di più e più rapidamente, possiamo accedere a tante fonti di informazione, ma che cosa ci può guidare nella selezione e nella scelta? Come possiamo orientarci? Quali sono le relazioni profonde e non subito comprensibili fra i fatti e le opinioni di cui veniamo a conoscenza? In che senso siamo responsabili delle azioni che compiamo? In che modo tali azioni influiscono direttamente su chi ci sta intorno ma anche sul Pianeta in senso più ampio?
Il passo successivo è domandarsi quale possa essere concretamente il nostro contributo, in quanto insegnanti e educatori, alla soluzione delle questioni ambientali. Anche noi, infatti, ci lamentiamo per situazioni che ci preoccupano o ci indignano, ma molto più raramente riusciamo a passare da riflessioni a percorsi concreti di cambiamento.
Indubbiamente, prendere coscienza dei problemi ambientali e iniziare una piccola “rivoluzione individuale” rispetto alla percezione dei nostri comportamenti quotidiani e alla qualità delle nostre vite è un primo e importantissimo passo: usciamo da decenni di vita disinvolta, di usa-e-getta, di illusione di un possibile progresso indefinito, che – sebbene solo in apparenza – ci hanno dato l’impressione di una felicità acquistabile a poco prezzo: armadi pieni di vestiti fabbricati in luoghi lontani e che finiscono a velocità vertiginosa tra i rifiuti, fragole a Natale e cibi esotici sulle nostre tavole, viaggi aerei low cost, videogiochi e schermi presenti ovunque. Ma siamo davvero più felici da quando li possediamo?
Risulta ben presto chiaro, quando cominciamo ad occuparcene, che il tema ambientale è pervasivo, strettamente connesso con altri ambiti della vita e quindi dell'apprendimento, pertanto può essere proposto in raccordo a vari ambiti disciplinari. Possiamo iniziare a lavorarci su molti fronti. Per lingua italiana e lingue comunitarie è un’ottima occasione per approfondire alcuni temi legati alla vita quotidiana, alle abitudini comportamentali di ciascuno. Occuparci di descrivere persone e sviluppare riflessioni soprattutto in chiave di realtà complessa e problem solving. In storia e geografia si possono condurre affascinanti confronti fra passato e presente, raccogliere interviste e testimonianze di persone che hanno vissuto diversi periodi storici o che vivono altre realtà geografiche di oggi. Per musica, arte e immagine: è bello immaginare quali forme di comunicazione e di arte possano trasmettere in modo efficace temi come l’amore per la natura, l’aspettativa che i bambini hanno di un cambiamento che li veda protagonisti e la creazione di strumenti musicali o pittorici e plastici ottenuti mediante il recupero di materiali di scarto o l’utilizzo di materie prime che la natura ci offre. Trash art, arte del riciclo, colori naturali, ascolto dei suoni della natura ecc. sono tutte esperienze estremamente formative, che, nella loro semplicità, conquistano i bambini che spesso sono tenuti lontani dalla realtà concreta alla quale si avvicinano sovente attraverso la mediazione di un display. Per corpo, movimento e sport: l’approccio può essere relativo al benessere psico-fisico legato alla cura del proprio corpo e a un corretto regime alimentare, oppure ai temi del rispetto delle regole (in fondo, una vita eco-compatibile è un grande gioco in cui ognuno di noi ricopre un ruolo interdipendente dagli altri e nel quale si può collaborare con rispetto e spirito di squadra). Per matematica: è interessante immaginare la creazione di modelli, il ragionamento per ipotesi, l’approccio alla statistica e all’indagine condotta con metodi scientifici e verificabili. Per scienze - il nesso più immediato - si apre tutto il capitolo legato alla biodiversità di fauna e flora e l’affascinante tema dell’ecologia come scienza che valorizza il rispetto verso l’ambiente (sociale e naturale), di cui attraverso la conoscenza il bambino impara ad apprezzare il valore.
Ma forse un’altra domanda deve stare alla base del nostro agire: che cos’è l’ambiente? Siamo abituati a insegnare ai nostri bambini e ragazzi definizioni come quella proposta dal Vocabolario della Lingua Italiana dell’Enciclopedia Treccani, dove ambiente è “la natura, come luogo più o meno circoscritto in cui si svolge la vita dell’uomo, degli animali, delle piante, con i suoi aspetti di paesaggio, le sue risorse, i suoi equilibri, considerata sia in sé stessa sia nelle trasformazioni operate dall’uomo e nei nuovi equilibri che ne sono risultati, e come patrimonio da conservare proteggendolo dalla distruzione, dalla degradazione, dall’inquinamento”. Forse però i nostri alunni hanno bisogno di sentire maggiormente il legame profondo che li unisce strettamente e li include in questa “natura”. Alcuni anni fa abbiamo visitato una bella mostra del CAT il Center for Alternative Technology, in Galles, UK, luogo di ricerca e sperimentazione di stili di vita “amici dell’ambiente”, dove il concetto veniva proposto in modo estremamente vivace e innovativo. Il primo ambiente di ognuno di noi, si diceva, è il nostro corpo. Poi, come in un gioco di scatole cinesi, si proseguiva analizzando il secondo ambiente, la nostra casa, poi il nostro villaggio/quartiere e così via fino al pianeta che tutti condividiamo, la Terra. Questo approccio, che vede, a diversi livelli, come tutto sia strettamente collegato e parte esattamente dalla dimensione più semplice e intima, quella del nostro corpo, ci piace molto e crediamo possa essere sentita come rilevante anche dai bambini.
Se riusciremo a condividere allora con i nostri alunni una visione di questo tipo, potremo condurre innumerevoli attività che potranno, giorno dopo giorno, avvicinarci alla percezione di fare parte di un immenso e meraviglioso intreccio di esseri viventi e non, in interdipendenza vitale tra loro. Sempre più avremo l’opportunità di vedere la bellezza del nostro “prendercene cura” in quanto destinatari, insieme agli altri, della tutela e salvaguardia di questo patrimonio che a tutti appartiene.
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