Gestire il disagio in classe

Strategie e strumenti per affrontare le crisi emotive

Quando studenti e studentesse sono in crisi, l’insegnante come può reagire e comportarsi? La psicoterapeuta Flavia Cristofolini pone l’accento sull’importanza delle competenze socio-emotive dei docenti e degli studenti per affrontare e gestire i momenti di crisi, fornendo strategie e azioni concrete.

I disturbi mentali tra i giovani: uno sguardo ai dati

Una rapida panoramica a partire dal primo lockdown evidenzia un drammatico aumento dei disturbi mentali tra i giovani. La “psicopandemia” ha segnato profondamente il benessere psicologico dei ragazzi: già nel 2020 erano aumentati i disturbi del sonno, gli attacchi d'ansia e l'irritabilità; vi è inoltre stato un aumento di accessi al P.S. per disturbi mentali e un aumento del 30% dei tentativi di suicidio e autolesionismo[1].

Nel 2021 più di un adolescente su sette, tra i 10 e i 19 anni, conviveva con un disturbo mentale diagnosticato che, nel 40% dei casi, corrispondeva ad ansia e depressione[2]. Nel 2022 il CNOP segnalava che tra i giovani sino a 18 anni, uno su due viveva un disagio psicologico e uno su dieci manifestava un disturbo[3].

Nel 2024, in Unione Europea, 5,9 milioni di maschi e 5,3 milioni di femmine fino a 19 anni soffrivano di disturbi mentali[4]. Nello stesso anno, in Italia, è stato rilevato un peggioramento del benessere psicologico soprattutto tra i più giovani, in particolare tra le ragazze[5].

 

Ma cosa si intende per disturbo mentale?

Un disturbo mentale è una sindrome caratterizzata da significativi problemi nel pensiero, nella regolazione delle emozioni, nel comportamento. I disturbi mentali sono generalmente accompagnati da sofferenza o difficoltà nelle abilità sociali, occupazionali e altre attività significative[6].

 

Quali tipologie di disagio psichico possono essere presenti in classe?

Esistono disagi di vario tipo, alcuni più conosciuti quali i cosiddetti Disturbi Emotivi Comuni (DEC), tra cui stati di ansia o depressivi, attacchi di panico, disturbi del sonno... Tra le problematiche più attuali troviamo i disturbi legati a traumi o stress, come quelli associati all’adattamento a cambiamenti scolastici o familiari, o a eventi traumatici o lutti recenti. Si registra inoltre un crescente abuso di sostanze[7]. A questi si aggiungono i disturbi correlati alla tecnologia, quali dipendenza da smartphone, social media o videogiochi, spesso accompagnati da fenomeni di cyberbullismo, sia come vittima che come autore. I disturbi psicosomatici rappresentano un’ulteriore categoria da considerare: mal di testa, disturbi gastrointestinali ricorrenti, dolori muscolari o stanchezza cronica possono essere manifestazioni fisiche di ansia o stress. Infine, sono sempre più evidenti i disagi legati all’identità personale o al contesto sociale, come la discriminazione o il bullismo per motivi di genere, orientamento sessuale o appartenenza culturale, le difficoltà legate all’identità di genere e le problematiche di integrazione culturale o linguistica.

Questa varietà di manifestazioni richiede attenzione, sensibilità e competenza da parte degli insegnanti, per rilevare tempestivamente i segnali di disagio e avviare le adeguate misure di supporto.

 

Quale è il ruolo dell’insegnante?

Anzitutto è necessario riconoscere l’intensità del disagio per decidere quali strategie adottare: può essere sufficiente un intervento psicopedagogico di relazione d’aiuto in un colloquio individuale[8]; oppure, qualora il disagio fosse più marcato, attivare una rete di intervento con un invio allo psicologo della scuola, oppure richiedere un colloquio con i genitori per approfondire il caso. Ovviamente tenendo sempre presente che il docente non è mai solo, è inserito in un consiglio di classe con cui deve confrontarsi per condividere elementi derivati dalla sua osservazione e per concordare linee di intervento e strategie comuni.

 

Da dove partire?

Fondamentale è un aggiornamento costante sulle conoscenze relative ai segnali precoci di psicopatologia in adolescenza, alla presenza di fattori di rischio, alle strategie comunicativo-relazionali e di regolazione emotiva da utilizzare nei momenti critici.

 

Azioni concrete

Di seguito alcune indicazioni tratte dal manuale La felicità si impara (anche) a scuola di cui sono co-autrice insieme al prof. Andrea Gaggioli. Nel manuale viene presentato il modello dell’Educazione Positiva Integrata per il benessere scolastico, che si fonda su tre pilastri:

  1. la Psicologia Positiva: concentrarsi sulle forze del carattere, promuovendo ottimismo, resilienza e gratitudine;
  2. l’Acceptance and Commitment Training (ACT): accogliere le emozioni difficili e agire in linea con i propri valori, sviluppando flessibilità psicologica;
  3. la Compassion Focused Therapy (CFT): coltivare l’auto-compassione e ridurre l’impatto dell’autocritica, promuovendo un approccio benevolo verso sé stessi e gli altri.

Questo modello aiuta a gestire non solo i disagi degli studenti, ma anche il proprio stress e le sfide professionali. Nel concreto gli insegnanti possono portare avanti quattro azioni strategiche: sviluppare la consapevolezza, favorire il benessere psicologico, educare al benessere psicologico e imparare a gestire le crisi emotive degli studenti.

  1. Per sviluppare la consapevolezza vi sono alcune domande guida da cui partire per l’autoriflessione, per esempio: Sei – in parte e involontariamente – la causa del disagio degli studenti? Come consideri un alunno con disagio psicologico? Che opinione ne hai?
  2. Per favorire il benessere psicologico, l’insegnante può mettere in campo diverse modalità, tra cui utilizzare una comunicazione non-violenta, oppure chiamare gli studenti per nome durante le interazioni positive poiché aumenta il senso di vicinanza e fiducia.
  3. Per educare al benessere psicologico l’insegnante può agire in modo preventivo e di supporto a possibili disturbi adottando diverse strategie. Una proposta è quella di introdurre momenti di educazione socio-emotiva attraverso attività che insegnano a riconoscere e gestire le emozioni, aiutando gli studenti a sviluppare  competenze utili per affrontare le difficoltà. Le attività possono essere inserite nel programma della disciplina, ma mirate a riconoscere e comprendere le emozioni proprie e altrui; per esempio tramite lo studio del testo poetico nelle lezioni di Italiano, delle opere pittoriche nelle lezioni di Arte, o dei fenomeni neurobiologici connessi alle emozioni durante le lezioni di Scienze.

Nel volume La felicità si impara (anche) a scuola sono presentati molti altri esempi di attività, strategie e strumenti utili per questi tre obiettivi. Analizziamo ora, in maniera più dettagliata, come gestire le crisi emotive.

 

  1. Gestire le crisi emotive degli studenti riconoscendo i confini del proprio ruolo

Alcune strategie pratiche per gestire situazioni di crisi emotiva[9] possono essere:

  • Creare un ambiente di ascolto attivo: lo studente deve sentirsi accolto e ascoltato senza giudizio, in una relazione d’aiuto.
  • Mantenere la calma e la neutralità: durante una crisi, l’insegnante deve essere un punto di riferimento stabile e rassicurante, evitando di amplificare le emozioni dello studente.
  • Permettere allo studente di svolgere compiti alternativi o di uscire con un compagno se piange.
  • Individuare amici di studio che possano dare un supporto generale e per fare i compiti. Sostenere i compagni nel supporto allo studente in difficoltà.
  • Offrire supporto pratico: proporre azioni concrete, come una breve pausa, un bicchiere d’acqua o esercizi di respirazione, aiuta a riportare la calma e favorisce la regolazione emotiva.
  • Coinvolgere risorse specializzate: quando il disagio persiste o sembra grave, è fondamentale segnalare la situazione allo psicologo scolastico per un supporto mirato.
  • Se vi è espressione di intenzione suicida: rafforzare i fattori protettivi, tra cui le buone relazioni con compagni di classe e insegnanti e l'accesso a servizi di sostegno; stabilire un dialogo con chi è angosciato e/o ha pensieri suicidari nell’ottica di un invio allo psicologo scolastico e di verifica se la famiglia è al corrente. È importante ricordare che in questo processo comunicativo l'insegnante non è solo/a.

Il benessere dell’insegnante

Un insegnante in equilibrio emotivo è più efficace nel supportare gli studenti. Come evidenziato nel mio approccio, pratiche come la mindfulness, la formazione continua e il confronto con i colleghi sono essenziali per preservare il proprio benessere. La flessibilità psicologica è particolarmente utile per affrontare le sfide quotidiane e mantenere un atteggiamento resiliente.

Conclusione

L’insegnante è una figura chiave nel supportare gli studenti durante momenti di difficoltà emotiva, ma deve sempre rispettare i confini del proprio ruolo professionale. Attraverso ascolto, calma e collaborazione con altri professionisti, è possibile offrire un aiuto prezioso che rispetti i bisogni degli studenti e promuova il loro benessere. L’Educazione Positiva Integrata rappresenta un quadro teorico e pratico innovativo, in grado di supportare gli insegnanti nel loro compito educativo e umano.

 

[1] Dati dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma.

[2] https://www.unicef.org/media/108161/file/SOWC-2021-full-report-English.pdf

[3] https://cnop.img.musvc5.net/static/151940/assets/1/1492021%20CNOP_survey_report.pdf

[4] Dati Unicef: “Child and adolescent mental health - The State of Children in the European Union 2024”, https://www.unicef.org/eu/stories/state-children-european-union-2024

[5] Dati ISTAT https://www.istat.it/it/files//2024/04/1.pdf; il rapporto indica inoltre che il 28% della popolazione italiana aveva una forma di disturbo mentale.

[6] Secondo il DSM- 5, 2013. Manuale internazionale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell'American Psychiatric Association, utilizzato per le categorie diagnostiche anche in Italia.

[7] Sostanze come alcool, nicotina o droghe.

[8] Secondo le tecniche del “messaggio-io” e dell’ascolto attivo ideate da Gordon.

[9] Per un’analisi più completa e approfondita si rimanda al capitolo dedicato all’Educazione Positiva Integrata del volume La felicità si impara (anche) a scuola.

Referenze iconografiche:  PeopleImages.com - Yuri A/Shutterstock

Flavia Cristofolini

È insegnante di Lingua e Letteratura inglese. Dopo la laurea in Psicologia si è specializzata come Formatrice in Educazione Socio-Affettiva e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale. Applica la Psicologia Positiva e l’ Acceptance and Commitment Therapy in ambito educativo e terapeutico. Ha svolto ricerca sulla resilienza e sull’apprendimento trasformativo e tiene le esercitazioni di Psicologia Generale ai futuri insegnanti (FIT) presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È autrice, assieme ad Andrea Gaggioli, del volume La felicità si impara (anche) a scuola (2021).