Planting seeds of peace

Allenarsi alla pace, a scuola

Educare alla pace è uno dei più importanti obiettivi che le istituzioni scolastiche si pongono. Il suo perseguimento sottende a tutte le attività e il suo raggiungimento è possibile attraverso tanti percorsi, per lo più trasversali alle discipline.

Partire dalla scuola per educare alla pace! Questo è uno dei più importanti obiettivi che le istituzioni scolastiche devono porsi. Il suo perseguimento deve sottendere a tutte le attività e il suo raggiungimento è possibile attraverso tanti percorsi, per lo più trasversali alle discipline, come il percorso CLIL che proponiamo qui.

Tutte le discipline, la lingua madre e la lingua straniera, l’arte, le discipline antropologiche e non solo possono concorrere a educare alla pace, favorendo opportunità per mirare, attraverso la formazione di cittadini “pacifici”, al raggiungimento del Global Goal n. 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide” promosso dall’Agenda 2030.
Gandhi diceva: If you want real peace in the world, start with children.
La scuola è un luogo privilegiato in cui i bambini, guidati dai loro insegnanti, si allenano alla pace, vivono la pace e si abituano a prendere iniziative per diffondere il seme della pace dovunque, sentendosi responsabili in prima persona della sua costruzione, collaborando e comunicando in modo positivo con tutti, curando le relazioni, esprimendo sentimenti positivi, accogliendo, ascoltando, dialogando, imparando la tolleranza ed educandosi alla comprensione dei punti di vista altrui.
La scuola è infatti un grande laboratorio fatto di relazioni, di cura, di comunicazione e collaborazione costanti.
Non si può però insegnare o apprendere la pace senza conoscere anche ciò che le si oppone, la guerra, i contrasti, le sfide per comprenderne la crudeltà e soprattutto la loro inutilità nella risoluzione dei contrasti. Allo stesso modo occorre rendere i bambini consapevoli dei diritti che la pace tutela affinché ognuno sappia usare modalità pacifiche per proteggere i propri e l’intelligenza e il cuore per non violare quelli altrui.
Secondo Maria Montessori, evitare i conflitti è preciso compito della politica, ma costruire la pace spetta alla scuola. L’educazione alla pace diventa così parte integrante del compito dell’insegnante.
Nel percorso didattico qui proposto partiremo da una storia, la storia di una bambina che chiameremo Polina, fuggita dalla guerra in Ucraina e accolta a braccia aperte in Italia. Lo storytelling è un potente mezzo che catalizza l’attenzione dei bambini e che, raccontando le vicissitudini di personaggi, reali o immaginari, permette di far conoscere eventi di cui a volte è difficile parlare, come la guerra e la difficile ricerca della pace. La storia di Polina si ispira a una storia vera.

A) Leggiamo alla classe la storia di Polina, una bambina proveniente dall’Ucraina, poi verifichiamo la comprensione chiedendo ai bambini di raccontarci, anche in lingua madre, ciò che hanno compreso.

Polina’s story – part 1
“Polina is a young girl. She is ten years old and now she lives in Italy. She arrived here three weeks ago. She’s not Italian, she comes from Ukraine. She escaped from her country together with her mum and her little brothers because of the war.
Polina says that the distance between Italy and Ukraine is huge and the trip is very long and difficult. She had to walk for hours, take two buses, two trains and another bus. She’s happy now because she knows she’s lucky to be here.
In fact Polina lives in a comfortable house and has a lot of people who help her family but she’s also sad because her best friends Danylo and Yulia are still in Ukraine and live in the underground of their town, the safest place during the bombing attacks. The trains and the pavements in the underground are their new bedrooms. Sometimes they don’t have enough food to eat and they haven’t got their toys or their personal objects with them but… they are still alive.
Polina has just joined a new class in a new school in Italy. Her friends in Ukraine can’t go to school. Their school has been destroyed by a bomb. They have lost their children’s rights”.

B) Poniamo quindi alcune domande in lingua inglese, volte a verificare ancora una volta la comprensione del testo, a implementare l’abilità dello speaking e a far riflettere la classe sulle sensazioni e i sentimenti provati da Polina e dai suoi amici rimasti in Ucraina e costretti a vivere rintanati nei sotterranei della città. Forniamo la parte iniziale delle risposte come forma di supporto linguistico.

  • Who is Polina? She is…, she comes from…
  • Where does she live now? Now she…
  • Why is she in Italy now? Because…
  • Can you imagine Polina’s feelings now that she’s in Italy? I think she is…
  • And her feeling during the trip to Italy? She was…
  • Can you imagine what are the feelings of her Ukrainian friends Danylo and Yulia? They are…

C) Invitiamo la classe a leggere alcuni dei diritti dei bambini sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia che abbiamo semplificato per renderne il significato più facilmente comprensibile.

The Convention on the Rights of the Child

  • Read the following rights, then underline the ones lost by Polina’s friends.
  1. All children have the same rights (no matter who they are, where they live, what language they speak, what their religion is, if they are boys or girls, if they have a disability, if they are rich or poor).
  2. Every child has the right to be alive.
  3. Children have the right to a name and a nationality.
  4. Children should not be separated from their parents.
  5. Children have the right to share what they learn, think and feel, by talking, drawing, writing.
  6. Every child has the right to privacy.
  7. Children have the right to get information from the Internet, radio, television, newspapers, books.
  8. Children must be protected from violence.
  9. Refugees children must be helped and protected.
  10. Children have the right to food, clothing and a safe place to live.
  11. Every child has the right to an education.
  12. Every child has the right to rest, relax, play.
  13. Children have the right to be protected from doing dangerous work.
  14. Children have the right to be protected during war.

Adapted from the Convention on the Rights of the Child

Primaria_aprile2022_03-Screpanti_cardD) Chiediamo quindi di rispondere alla nostra domanda:

  • Do you know that all the children have rights? Have Ukrainian children lost their rights now that they live in a country at war? Which ones? Underline them then tell the class.

Suggeriamo l’uso della speaking card come forma di supporto linguistico per relazionare al resto della classe le scelte operate con la sottolineatura dei diritti violati.


E) Chiediamo ora alla classe di dividere la storia di Polina in sequenze e poi di disegnare le diverse scene, come negli esempi.

  • Primaria_aprile2022_03-Screpanti_DisegnoDivide Polina’s story into five sequences then draw the different scenes. Here is a suggestion of sequences.
  1. Polina’s life before the war.
  2. Polina escaping from the war under the bombing.
  3. Polina arriving in Italy.
  4. Polina thinking about her friends who are still in Ukraine.
  5. Polina in her new school.

F) Raccontiamo un’ulteriore parte della storia nella quale Polina, in Italia, si attiva per aiutare i suoi amici e promuovere la pace. Incoraggiamo tutti a riflettere sulle necessità dei bambini che vivono in guerra, chiedendo di annotare su un foglietto quali possono essere gli oggetti utili a chi vive ancora in Ucraina sotto i bombardamenti.

(possibili suggerimenti: food, clothes, hygiene products, blankets, toys, crayons, copybooks, books, diapers, baby bottles,…).

Infine, facciamo un brainstorming di parole che abbiano a che fare con la pace e aiutiamo i bambini a realizzare una word cloud su carta o con l’uso di un web tool, come ad esempio wordart. Stampiamo tutte le nuvole di parole e tappezziamo le pareti dell’aula o della scuola per promuovere la pace.

Polina’s story – part 2
Polina wants to help her friends so, together with her new teachers and her new classmates in Italy, she is collecting things they want to send to Danylo and Yulia. Polina says, like Gandhi, that PEACE IS THE MOST POWERFUL WEAPON and she wants to promote it so together with her new class is writing word clouds of peace. She will cover with them all her new school walls.

  • Do you want to do the same? Write a list of things that Ukrainian children need then create word clouds to spread the voice because, as Gandhi and Polina say: PEACE IS THE MOST POWERFUL WEAPON!

Referenze iconografiche:  wavebreakmedia/Shutterstock 

Marina Screpanti

è docente e formatrice Pearson. Ha curato la piattaforma Pearson Academy “Il CLIL e lo sviluppo delle competenze” per la quale svolge anche il ruolo di tutor. Si occupa di apprendimento delle lingue straniere ed è esperta specializzata in CLIL. Ha pubblicato da poco “Little citizens - CLIL e Agenda 2030 nella Scuola primaria” insieme a L.Cinganotto (2020).