Cittadinanza attiva e sostenibilità, scienze della terra
Costruire un sapere interconnesso che conduca a una cittadinanza attiva nella prospettiva della sostenibilità
Insegnare Scienze della Terra per formare cittadini attivi
L’apprendimento delle Scienze della Terra da tempo non può più essere considerato un mero esercizio intellettuale, ma deve svolgersi in uno scenario di cittadinanza attiva che, pur muovendosi dalle necessarie conoscenze, spende le stesse in un esercizio di realtà. Se all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso la necessità che le risorse naturali fossero protette, preservate, opportunamente razionalizzate per il beneficio delle generazioni future diventava tema di attualità – e la conservazione della natura si affiancava al diritto a libertà, uguaglianza e ad adeguate condizioni di vita – a quasi cinquant’anni di distanza gli obiettivi insiti in queste visioni non possono dirsi raggiunti.
Infatti, mentre si è progressivamente evoluta una prospettiva intellettuale sempre più complessa – che connette ambiente, società, economia e istituzioni – le azioni reali faticano a realizzarsi e sono ancora spesso sbilanciate verso uno di questi ambiti, frequentemente quello economico. Ciò come se fosse ignoto il fatto che, in assenza di risorse naturali disponibili, nessuna società, e tantomeno l’economia che questa stessa svilupperebbe, potrebbero esistere.
Oggi, l’urgenza di proteggere l’ambiente naturale si è trasformata nell’esigenza pressante di apprendere e realizzare una gestione integrata degli ecosistemi che possa garantirne rigenerazione, ripristino, resilienza, mentre nei documenti delle Organizzazioni internazionali lo sviluppo viene ormai inteso come promozione di modelli sostenibili di produzione e consumo che garantiscano il benessere umano fino all’eradicazione della povertà. Tuttavia, anche se i termini “sostenibile” ed “equo” sono diventati comuni nel vocabolario politico globale, essi stentano a divenire norma e poi condotta quotidiana del singolo, di tutti.
Che cosa può fare la scuola per lo sviluppo sostenibile
Fra gli anni 2005 e 2014 si è già svolto il Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile, il quale ha lasciato la propria importante eredità nelle scuole e nei diversi territori, ma anche la consapevolezza che informare non basta: conoscenze e abilità devono diventare competenze, cioè riflessioni su casi reali ma, soprattutto, azioni.
Come docenti abbiamo dunque il dovere di concentrare il nostro impegno nella costruzione di un sapere interconnesso, che sostenga la capacità di riconoscere elementi e relazioni tra essi, e come tale conduca a una cittadinanza attiva nella prospettiva della sostenibilità. E se la scuola è arma fondamentale per potenziare la capacità di capire come funziona il mondo e come va gestito, ancora di più oggi lo è per accrescere un approccio partecipativo, che aiuti a superare l’indifferenza del singolo, diventi dapprima protesta, poi progetto e realizzazione di iniziative concrete. Il noto movimento Fridays for Future è non a caso un movimento che nasce da una studentessa e viene portato avanti da altri studenti: la scuola può nutrirlo, come occasione di sapere e di azioni specifiche.
La didattica delle Scienze della Terra
La didattica delle scienze della Terra ha prodotto nel tempo documenti che supportano professori di ogni ordine di scuola a superare l’insegnamento puramente trasmissivo e a proiettarlo in una dimensione che renda attivi gli studenti, e costruisca in loro e con loro i concetti fondamentali per comprendere la realtà di cui fanno parte. Vi sono diverse prospettive didattiche che possono rendere più coinvolgente ed efficace l’insegnamento di questa disciplina e trasformarla in una materia che si è motivati a studiare. Dall’approccio Inquiry-Based Science Education (IBSE) a quello per concetti strutturanti, per esempio, fino a quello che sceglie di privilegiare la prospettiva del futuro – della sostenibilità – presentata con una serie di casi reali in cui esercitare le proprie competenze.
Le video interviste Scienza in campo
Quest’anno Pearson è scesa in campo per realizzare una serie di interviste a ricercatori di eccellenza che si occupano di temi importanti per lo studio del cambiamento climatico e per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo è far conoscere alcune professioni collegate alle Scienze della Terra, evidenziando l’importanza del lavoro multidisciplinare e le ricadute concrete di questa disciplina sulla vita quotidiana.
Tra le collaborazioni:
- il grande laboratorio con temperature “polari” EuroCold dell’Università di Milano-Bicocca, uno tra i più grandi e moderni laboratori “freddi” ad atmosfera controllata, attrezzato per raggiungere temperature fino a –50 °C, per la conservazione e lo studio delle carote di ghiaccio che arrivano dai più importanti siti dei programmi internazionali di ricerca sul clima: Antartide, Groenlandia e Alpi;
- l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Sgonico (Trieste), dove sono sviluppati progetti di ricerca finalizzati a conoscere e a contribuire alla risoluzione di problematiche ambientali, economiche e sociali di rilevanza internazionale;
- l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), presso cui lavorano ricercatori impegnati nella missione ESA ExoMars.
Le video interviste Scienza in campo sono state realizzate nell’ambito del nuovo progetto di Scienze della Terra per i licei, Le sfere della Terra, novità 2020 pubblicata con il nuovo marchio >Pearson per le Scienze. All’interno del volume sono proposte una serie di schede dedicate alle professioni e alle interviste, accessibili attraverso i QRcode presenti nelle pagine. Scarica la pagina esemplificativa in PDF
Guarda la video intervista realizzata al Professor Michele Freppaz, che si occupa di studiare i suoli presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università di Torino.
Referenze iconografiche: oneinchpunch/Shutterstock, Motortion Films/Shutterstock