Il Family Act

Un provvedimento per sostenere le famiglie e ridurre gli squilibri di genere e sociali

Il 27 aprile 2022 è stata approvata la legge n. 32/2022 (Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia), il cosiddettop Family Act.
Si tratta di una legge delega, con cui il Parlamento impegna il Governo a emanare una serie di decreti legislativi volti a favorire le famiglie con figli e a rafforzarne la funzione educativa e sociale.

Leggi delega e decreti legislativi

Ricordiamo che con le leggi delega le Camere trasferiscono al Governo il compito di legiferare su determinati argomenti attraverso atti aventi forza di legge, i decreti legislativi. Le leggi delega devono indicare l’oggetto su cui deliberare, i principi e i criteri cui il Governo dovrà fare riferimento nella stesura della normativa e i termini temporali entro cui i decreti dovranno essere emanati.

I problemi dell’invecchiamento della popolazione e della denatalità

In base a recenti dati Eurostat in Italia si sta verificando un significativo invecchiamento della popolazione (addirittura, quella italiana è la popolazione più “vecchia” d’Europa). Ciò corrisponde da un lato a un aspetto positivo, quello dell’allungamento della vita media consentito dai progressi della scienza medica e dalle corrette abitudini di vita. Dall’altro lato, però, genera rilevanti problemi al funzionamento dello Stato sociale, perché aumentano le pensioni e i sussidi da versare mentre diminuiscono i contributi sociali corrisposti dalla popolazione attiva agli enti previdenziali. Proprio su questo aspetto incide l’ulteriore fenomeno della denatalità, ovvero la tendenza delle coppie ad avere meno figli o a non averne affatto. Negli ultimi anni l’Italia si è collocata all’ultimo posto in Europa in relazione alle nascite: il tasso di natalità si è fermato a 6,8 bambini ogni mille abitanti, mentre la media degli altri paesi europei è a 8,9 nascite ogni mille abitanti.

Quali sono le principali ragioni del calo demografico? Pensiamo alle difficoltà economiche: spesso le condizioni lavorative delle giovani coppie sono precarie e non garantiscono la stabilità necessaria per educare e mantenere al meglio i figli. Nel nostro Paese, inoltre, non sempre ci sono le condizioni che consentono ai genitori, soprattutto alle madri, di conciliare la genitorialità con il lavoro. In diverse zone del territorio italiano risultano insufficienti le strutture e i servizi necessari a supportare il binomio figli/lavoro (pensiamo alla carenza di asili nido). Questo è uno dei problemi che il Family Act si propone di affrontare e superare.

L’assegno unico universale

Di grande rilievo – e già in vigore – è l’assegno unico universale, un sussidio economico che può essere richiesto dalle famiglie che hanno a carico un figlio minore (a partire dal settimo mese di gravidanza) o fino ai 21 anni di età. Esso ha sostituito le detrazioni IRPEF sui figli a carico e altre sovvenzioni economiche, con la novità che prescinde dal livello del reddito familiare ed è dovuto indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori.

L’assegno va dai 50 ai 175 euro al mese per ogni figlio minorenne a carico; per i figli a carico di età compresa tra i 18 e i 21 anni gli importi variano dai 25 agli 85 euro mensili. Sono previste maggiorazioni in alcuni casi, come in presenza di nuclei numerosi o di figli con disabilità.

I congedi parentali

L’espressione congedo parentale (dal latino parentes – genitori) indica il diritto di usufruire di un periodo di astensione dal lavoro per dieci mesi complessivi, utilizzabile sia dalla madre sia dal padre lavoratori (da ripartire tra i due). Attualmente è previsto nei primi dodici anni di vita dei figli.
In base al Family Act il Governo dovrà:

  • estendere il periodo di fruibilità dei congedi fino ai quattordici anni del minore, consentendo una maggiore elasticità per le famiglie in cui è presente un solo genitore;
  • permettere ai genitori di ottenere permessi retribuiti, con un minimo di cinque ore all’anno, per partecipare ai colloqui con gli insegnanti;
  • aumentare il periodo di congedo obbligatorio per il padre lavoratore, che attualmente corrisponde a dieci giorni entro i primi cinque mesi dalla nascita del figlio;
  • aumentare l’indennità per il congedo obbligatorio di maternità (che dura cinque mesi e può essere fruito due mesi prima del parto e tre mesi dopo, oppure un mese prima del parto e quattro dopo la nascita del bambino). Attualmente l’indennità corrisponde all’80% della retribuzione in base all’ultimo periodo di paga.

L’educazione e la formazione dei figli

Il Family Act si propone di ridurre le disuguaglianze tra le famiglie per quanto riguarda l’accesso ai servizi di natura socioeducativa e di potenziare gli aiuti ai nuclei familiari con situazioni problematiche relative ai figli.

Il provvedimento dispone inoltre che il Governo preveda interventi di sostegno, in aggiunta a quelli attualmente erogati, per le famiglie con figli:

  • affetti da disabilità;
  • portatori di patologie fisiche o psichiche invalidanti;
  • con disturbi specifici di apprendimento (DSA) o bisogni educativi speciali (BES).

Dovranno essere predisposti a favore delle famiglie aiuti economici per le spese volte all’educazione dei figli, tra cui quelle per l’acquisto di libri e di materiale informatico, per l’ingresso a spettacoli teatrali, per le visite a musei e a mostre, per la partecipazione a visite di istruzione, per l’iscrizione ad associazioni sportive, piscine, palestre, corsi di lingua straniera, di teatro e di arte.

PNRR e potenziamento dei servizi educativi per i bambini

Il potenziamento dei servizi a favore dei nuclei familiari con figli minori è previsto anche dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che nella Missione 4 prevede l’aumento su tutto il territorio nazionale dell’offerta educativa nella fascia 0-6 anni, attraverso la riqualificazione e la costruzione di asili nido e scuole dell’infanzia. Attualmente la presenza di questi servizi in alcune regioni del nostro Paese è molto scarsa e insufficiente a coprire le richieste dei genitori, con la conseguenza di ridurre la possibilità di lavorare, soprattutto per le madri.

Il sostegno alla responsabilità familiare

Fare i genitori non è certamente facile e qualcuno si trova talora impreparato di fronte a questo importantissimo ruolo. Il Family Act ha pertanto affidato al Governo il compito di promuovere il senso di responsabilità all’interno delle famiglie. In che modo? Dovranno innanzi tutto essere previste specifiche iniziative volte a informare e formare i genitori sui loro doveri giuridici, etici e sociali. Si prevede inoltre la diffusione di servizi di supporto al loro ruolo tramite centri specializzati, che si dovranno anche attivare, insieme ai consultori familiari già esistenti sul territorio, come mediatori delle tensioni e dei conflitti familiari.

I principali doveri dei genitori dal punto di vista giuridico

Art. 30 Cost. È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.
Art. 316 c.c. Entrambi i genitori hanno la responsabilità genitoriale che è esercitata di comune accordo tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio. I genitori di comune accordo stabiliscono la residenza abituale del minore.
Art. 147 c.c. Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni, secondo quanto previsto dall'articolo 315 bis.

L’incentivazione al lavoro femminile

Purtroppo, trovare un lavoro e mantenerlo nel tempo risulta più difficile per le donne; infatti, gli impegni familiari spesso comportano la rinuncia o l’abbandono del lavoro per la difficoltà di conciliare la sfera lavorativa con quella domestica. Se consideriamo che il lavoro domestico in Italia grava per l’80% sulle donne e solo per il 20% sugli uomini, risulta comprensibile come questa condizione rappresenti un forte ostacolo all’occupazione femminile, il cui livello, pari al 49%, indica che meno di una donna su due, tra i 15 e i 64 anni, ha un lavoro retribuito.

Il Family Act prevede che il Governo rafforzi le misure dirette a incentivare il lavoro femminile; in particolare dispone che «dovrà prevedere forme di agevolazione, anche contributiva, a favore delle imprese per le sostituzioni di maternità, per il rientro delle donne al lavoro e per le attività di formazione ad esse destinate». Andranno inoltre applicate misure premiali per i datori di lavoro che adottino politiche aziendali dirette a favorire la conciliazione tra vita privata e lavoro, quali il lavoro flessibile.

Referenze iconografiche: fizkes/Shutterstock

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Maria Rita Cattani

Laureata in giurisprudenza, ha insegnato per molti anni diritto ed economia presso l’Istituto Fermi di Modena; attualmente è in pensione. È autrice di corsi di diritto ed economia per i marchi Paravia e Paramond.