La Società di Lettura
Un’esperienza per educare alle emozioni al Liceo “Volta” di Milano
Si parla di emozioni? Inizierò dalle mie
Sono in pensione da settembre e spesso sento la mancanza dei ragazzi, dei colleghi, del mio lavoro.
È stato, quindi, per me molto importante aver deciso, insieme ai colleghi che ne fanno parte, che avrei continuato a collaborare con la Società di Lettura: ha significato poter tornare a scuola senza sentirmi in visita, con un ruolo, un compito che mi permetteva di rimanere in rapporto con insegnanti e studenti.
La Società di Lettura del Liceo “Volta” di Milano è giunta quest’anno alla sua sedicesima edizione. Nata nell’anno scolastico 2004-2005 per iniziativa di Carlo Sala, docente di storia e filosofia, negli anni si è aperta alla collaborazione con istituzioni ed enti esterni alla scuola: la Casa della Carità, il carcere di Bollate, la casa circondariale di San Vittore. Come cercherò di spiegare, tra le attività che si svolgono a scuola è una delle più coinvolgenti ed emozionanti, perché rappresenta un’occasione per mettersi in gioco e creare un rapporto speciale tra gli studenti e gli insegnanti che partecipano, gli scrittori che aderiscono e il pubblico che assiste alla serata conclusiva.
Il senso del progetto e le sue fasi
L’idea è semplice:
- si scelgono ogni anno quattro o cinque libri di autori viventi, da leggere individualmente;
- ci si confronta su ciò che il libro suggerisce, discutendone in gruppi composti da studenti e insegnanti;
- si organizza un incontro finale aperto al pubblico in cui vengono letti i brani selezionati dal gruppo e se ne discute con l’autore e il pubblico.
Le fasi in cui il lavoro si articola sono complesse e stimolanti, a cominciare dalla scelta iniziale: i libri devono trattare temi vicini alla sensibilità dei ragazzi, e anche dei detenuti, visto che un libro all’anno viene letto insieme a un gruppo di “giovani adulti” reclusi a San Vittore. Devono essere “bei” libri, scritti bene, e il loro autore deve essere disponibile a partecipare all’incontro finale.
Prima dell’estate ci si scambia idee e proposte, e a settembre ci si trova per scegliere.
Già questo è un momento emozionante: ciascuno caldeggia la scelta del “proprio” testo, ma è anche aperto all’ascolto di ciò che suggeriscono gli altri colleghi. Non è una scelta facile, perché a malincuore talvolta bisogna rinunciare a libri che sarebbero del tutto adatti per il tema, ma di cui non è possibile incontrare l’autore.
La scelta del libro
La ricerca del contatto con l’autore è un momento interessante: alcuni si rivelano introvabili, altri declinano cortesemente l’invito, altri infine sono molto disponibili. Scrittori anche molto conosciuti dal pubblico confessano che il confronto con gli adolescenti li mette un po’ in ansia, ma sono attirati dall’idea che non saranno loro stessi a presentare il proprio libro e ascolteranno volentieri come l’opera è stata letta e interpretata.
I testi selezionati vengono a questo punto presentati agli studenti, ciascun libro è seguito da uno o due docenti che organizzano dei gruppi di lavoro: un grande cartellone presenta i libri dell’anno, specificandone il periodo di preparazione, e gli studenti sono invitati a scegliere quale testo leggere e di conseguenza a quale gruppo partecipare.
Si formano così gruppi con un numero vario di componenti (da sette/otto a quindici persone) e a volte anche eterogenei, che comprendono ragazzi di prima, un po’ intimiditi ma curiosi, e studenti ormai grandi del terzo o quarto anno.
I libri scelti per la Società di Lettura vengono anche proposti a tutta la comunità del Liceo: gli altri colleghi indicano alle proprie classi la lettura di alcuni dei testi selezionati, così da creare un pubblico più vasto di studenti/lettori interessati a confrontarsi sul testo o perlomeno a partecipare alla serata finale.
L’avvio del progetto
A questo punto il progetto prende veramente avvio. Ci si ritrova al pomeriggio a scuola, in un’aula dedicata, con un clima particolare: studenti e professori stanno insieme in un modo diverso da quello abituale. Girano caramelle e biscotti, commenti e pettegolezzi… Non ci sono i voti, i ragazzi si trovano con compagni di sezioni ed età diverse, con insegnanti che non sono i loro. Li unisce un progetto comune: la preparazione di un incontro in cui trasmettere all’autore, ad altri studenti, al pubblico esterno le emozioni e le riflessioni che la lettura ha fatto nascere.
Ma la partecipazione degli alunni va preparata e stimolata; per loro non è facile trovare il tempo per riunirsi al pomeriggio, perché sono spesso impegnati, oltre che nello studio, anche in attività pomeridiane, talvolta proposte dalla scuola stessa.
Negli ultimi anni si è deciso di considerare la partecipazione alle attività della Società di Lettura come PCTO, dal momento che si tratta di mettere in atto competenze del tutto trasversali, che riguardano soprattutto la comunicazione, ma anche la collaborazione in gruppo, la progettazione, la soluzione di problemi: basti pensare che alla fine gli studenti preparano una serata aperta al pubblico.
Una comunità che legge
I ragazzi leggono il libro individualmente a casa, sottolineando parole e frasi che li hanno colpiti e che condivideranno con compagni e insegnanti durante gli incontri. I lettori che hanno evidenziato gli stessi brani si sentono affratellati e si sorridono compiaciuti. Qualcuno è l’unico ad aver notato una specifica frase e a volte ne difende l’importanza a spada tratta, altre quasi se ne scusa, ma poi, incoraggiato dall’atteggiamento di ascolto del gruppo, si sforza di chiarire a sé stesso e agli altri il significato che vi ha trovato.
Per me è stato spesso sorprendente cogliere, confrontandomi con gli studenti, un aspetto nuovo in un libro letto e riletto. Questo è forse l’aspetto più affascinante della Società di Lettura: sentire che si crea una “comunità ermeneutica” in cui si fondono i contributi di ciascuno. Si parte dalla lettura comune di un testo per arrivare a un’interpretazione condivisa. In un primo momento si mettono in comune le emozioni e le riflessioni che la lettura ha suscitato, poi si confrontano le interpretazioni. In questo il ruolo dell'insegnante è molto importante: deve assicurare la comprensione letterale e il “rispetto” del testo, deve stimolare interpretazioni argomentate e il confronto tra opinioni diverse. Noi docenti di italiano insegniamo ai nostri studenti che l'opera acquista un senso e completa il suo percorso nel dialogo con il lettore, ma qui c'è qualcosa di più: c'è il dialogo dei lettori fra loro, ed è un dialogo più libero e ricco di quanto può avvenire durante una lezione in classe, quando l'interpretazione dello studente serve a dimostrare che ha letto il libro o a valutare la sua preparazione.
Il progetto arriva anche in carcere
In particolare, la parte del progetto che prevede la lettura di un libro con i detenuti di San Vittore è svolta in collaborazione con la Casa della Carità, una fondazione che persegue finalità sociali e culturali. Il nome di questa istituzione deriva dal fatto che la sede delle sue attività è vissuta come una vera e propria “Casa”, nella quale viene offerta ospitalità gratuita a persone in difficoltà, in modo che riconquistino una sufficiente autonomia, trovando un lavoro e una casa.
A questo gruppo lavorano, insieme ai docenti e agli studenti del liceo, anche volontari della associazione “Mario Cuminetti”, che svolge attività culturali nelle carceri, oltre che gli operatori della Casa della Carità e ragazzi stranieri arrivati in Italia come “minori non accompagnati” che vivono in una casa-famiglia gestita proprio dalla Casa della Carità.
La preparazione della serata finale
La discussione e il confronto nel gruppo sono mirati alla progettazione e all’organizzazione della serata con l’autore. Si decide insieme quali parti del libro saranno lette al pubblico, in base a quale criterio, come saranno collegate tra di loro e se verranno accompagnate da musica, immagini e filmati.
Si pensa a come introdurre la serata, come presentare l’autore, quali domande fargli.
Si scoprono i talenti dei ragazzi: chi è intervenuto poco si rivela abilissimo nel creare la locandina che sarà appesa nei corridoi della scuola e pubblicata nel sito per dare comunicazione della serata conclusiva.
Il lavoro comprende anche un aspetto “teatrale”: ciascuno studente leggerà ad alta voce al pubblico parti del testo e la lettura dovrà essere scorrevole, gradevole, espressiva. Questo aspetto nelle scuole superiori è forse sottovalutato, come se fosse importante solo nelle prime fasi dell'apprendimento.
Gli studenti devono esercitarsi a scandire in modo chiaro le parole, a modulare il tono e il ritmo, a non leggere in modo affrettato, come tendono a fare imbarazzati dalla presenza degli ascoltatori, a mantenere attraverso lo sguardo il contatto con il pubblico.
Anche l’assegnazione delle parti è un momento significativo: c’è chi vorrebbe leggere molto e chi poco, chi tiene particolarmente a un brano perché esprime un sentimento o un’esperienza che ha provato. Inoltre, bisogna anche tenere conto della durata della lettura, è necessario provare e riprovare con il cronometro alla mano e quando si scopre con dispiacere che qualcosa dovrà essere tagliato ci si appassiona nel discutere cosa e perché.
Aspettative e sorprese
Il giorno o meglio la sera dell’evento conclusivo, quella in cui si presenta il libro e si incontra l’autore, l’atmosfera è quasi quella di una prima teatrale. Ci si trova nell’auditorium della Casa della Carità o nell’aula magna del liceo – ciascuno studente ha in mano il copione con il testo delle letture – e si sceglie la disposizione dei lettori sul palco, si provano i microfoni, lo sfondo e qualche tocco scenografico.
Difficile prevedere quanto pubblico parteciperà: non dipende solo dal libro presentato e dall’autore, ma anche dal periodo dell’anno scolastico e dalla capacità del gruppo di coinvolgere compagni, colleghi, genitori e amici. Insomma, l’ansia per la riuscita della serata è un altro elemento che accomuna studenti e insegnanti.
Un altro elemento di incertezza e di preoccupazione è costituito dall’ospite stesso: come sarà l’autore?
È divertente scoprire come spesso non corrisponda all’idea che ce ne siamo fatti leggendo il suo libro.
A volte è un po’ rigido, molte altre appare coinvolto e comunicativo. Spesso gli scrittori si dicono sorpresi dalla scelta dei brani letti, come se loro stessi avessero visto la loro opera in una prospettiva nuova.
Il grande successo del progetto in carcere
Un discorso a parte lo merita la preparazione della serata dedicata alla lettura del libro con i giovani detenuti.
Essa presenta difficoltà organizzative e burocratiche: scuola, carcere e Casa della Carità devono accordarsi per stendere un progetto comune e per fissare il calendario degli incontri. Con molto anticipo bisogna inviare alla direzione del carcere i documenti di operatori e studenti che parteciperanno. Gli studenti devono essere almeno del quarto anno e i minorenni devono presentare i documenti dei genitori e una liberatoria da questi firmata.
Gli incontri del gruppo sono più numerosi che per la preparazione degli altri libri; tra lo spostamento, le lunghe procedure per entrare in carcere e il lavoro vero e proprio viene impiegato un intero pomeriggio.
La composizione del gruppo varia ogni volta per diversi motivi: a volte i detenuti non possono essere presenti perché hanno appuntamenti con avvocati e magistrati o perché si trovano in isolamento per punizione; in altri casi, dal momento che San Vittore è una casa circondariale, le persone possono essere trasferite in altre carceri senza preavviso.
Tuttavia, si tratta un'esperienza che colpisce moltissimo gli studenti. I testi che scrivono dopo il primo ingresso in carcere sono molto intensi. Incuriositi e un po' spaventati, si stupiscono di come, dopo un primo momento di imbarazzo, sia facile entrare in contatto con ragazzi che hanno più o meno la loro età ma esperienze così diverse, e di come, poi, guardino con occhi diversi il mondo “normale”, quello “di fuori”.
Gli alunni scoprono così i propri pregiudizi e quelli che i giovani detenuti hanno su di loro, scoprono che possono raccontarseli e riderne insieme. Si spera sempre che siano tanti i ragazzi del carcere che potranno avere il permesso di partecipare alla serata conclusiva, ma di solito, su una ventina che hanno partecipato al lavoro, solo uno o due ricevono l'autorizzazione del giudice, perché a San Vittore quasi tutti sono in attesa di giudizio. Proprio per questo motivo viene organizzato un evento finale anche in carcere, sempre con la presenza dell'autore.
Un evento di Bookcity
Un ultimo elemento, non meno importante: nel 2019 l’iniziativa della Società di Lettura del Liceo Volta è stata inserita all’interno degli eventi di Bookcity, manifestazione che dal 2012 mette il libro, la lettura e i lettori al centro di una serie di eventi diffusi sul territorio della città di Milano.
Il 14 novembre 2019 abbiamo presentato a scuola il libro di Camilla Ronzullo, La misura di tutto, preparato lo scorso anno in collaborazione con i giovani di San Vittore. È stata la conferma della validità del lavoro fatto dalla Società di Lettura in questi anni: quasi tutti gli studenti lettori erano già usciti dal liceo dopo l'Esame di Stato, ma sono tornati per questo evento e, oltre a presentare il libro, hanno raccontato al pubblico quanto sia stata significativa per loro l'esperienza.
Un’esperienza emozionante
Da tutto quello che ho raccontato è evidente che la Società di Lettura costituisce l’occasione per fare un’esperienza emozionante, in situazioni che si incontrano anche nella didattica curricolare, ma che in questa attività vengono valorizzate:
- la lettura e la riflessione sul testo non sono finalizzate solo all’analisi e all’interpretazione, ma anche all’esplorazione dei sentimenti e delle emozioni (quelle che il libro suscita in noi e negli altri; quelle che le parole degli altri suscitano in noi);
- le conversazioni, i dialoghi e le attività di gruppo richiedono che vengano messe in gioco le proprie emozioni nel confronto con quelle degli altri in un lavoro concreto;
- la lettura ad alta voce, prima davanti al gruppo ristretto poi davanti a un pubblico più vasto, mette alla prova le proprie reazioni e la propria sensibilità;
- i momenti di rapporto meno formale e le attività in collaborazione tra docenti e studenti di classi diverse spingono a misurarsi con sentimenti ed emozioni sempre nuove e diverse.
Referenze iconografiche: Jacob Lund/Shutterstock