Autore: Jerry Spinelli
Editore: Mondadori (Milano, 2001)
Temi: anticonformismo, dinamica di gruppo, educazione all’affettività
Destinazione: SSPG
Stargirl, la ragazza delle stelle. O di un altro pianeta. Deve per forza venire da un altro pianeta una ragazza che canta buon compleanno a tutti, ma proprio tutti i ragazzi della sua scuola, che balla nella pioggia, che si veste un giorno come una squaw e il giorno dopo indossa un kimono, che ha sempre un pensiero gentile per tutti. Una ragazza davvero speciale in un liceo della provincia americana in cui tutti, dalla schiappa al bulletto, fanno le stesse cose, si vestono (e la pensano) allo stesso modo in obbedienza alle regole non scritte del gruppo.
Un gruppo così, denso di un silenzio feroce, si trova in ogni classe, in ogni scuola: all'inizio sembra accettarti come alternativa alla noia, ma al primo guizzo di coraggiosa amabilità ti schiaccia con il vetro opaco dell’indifferenza. Le regole di questo gruppo non conoscono la voglia di passare al nuovo quando è buono, non perdonano chi come Stargirl è semplicemente, ostinatamente se stesso e non perdonano neanche chi come Leo, abbagliato dal sorriso luminoso di Stargirl, decide di fare un passo oltre. Un passo che, per un ragazzo assuefatto alla logica del gruppo, non è meno grande di quello dalla terra alla luna, verso il mondo di Stargirl, un mondo in cui si possono avere tanti nomi, non uno solo, in cui si distribuiscono gentilezze, in cui amare è più importante di essere amati e il bene a ogni costo è naturale come una splendida alba nel deserto. Alla fine riuscirà la luce spaziale di Stargirl a lasciare una traccia nel mondo vero e complicato della sua scuola?
La voglia e la fatica di crescere, il concetto di conformismo, il potere del gruppo fanno da sfondo a questa bellissima storia e aprono alla discussione, al confronto, alla riflessione anche su quali siano i valori davvero irrinunciabili.
Stargirl, un romanzo per ragazzi scritto da un autore che si ricorda per bene quanto sia meravigliosamente, dolorosamente difficile non essere ancora tanto grandi da potersi chiamare adulti e non essere più così piccoli da non capire quanto davvero sorprendente sia la vita.
Referenze iconografiche: samantha cheah/Shutterstock