Dalle immagini alle parole e viceversa

Un viaggio attraverso le graphic novel per la Scuola secondaria di secondo grado

Dino Buzzati non ha scritto graphic novel in senso moderno, ma certamente aveva con le immagini e le parole un rapporto particolare. Partendo da un percorso su questo autore, spieghiamo come lavorare sulle graphic novel in classe, promuovendo la lettura individuale e la condivisione.

Premessa: costruire lettori, indagare ed esplorare i testi

Gli studenti e le studentesse costituiscono un pubblico eterogeneo e ampio che, solitamente, a scuola non sceglie cosa leggere: anche per questo possiamo definirli una categoria diversa di lettore. Se ai due poli ci sono da una parte il lettore professionista, che è in grado di comprendere l’opera e connetterla con il suo immaginario, e dall’altra il lettore comune, che premia gli autori in grado di identificarsi a vari livelli coi propri interlocutori, il lettore scolastico è una sorta di unicum cui chiediamo di ripetere quello che si dice intorno all’opera senza che ne abbia fatto vera esperienza di lettura profonda, cui chiediamo di essere tecnico della letteratura senza preoccuparci se è diventato lettore.

Anche per questo, il lavoro dell’insegnante di italiano negli anni che ci troviamo a vivere (anche se io credo sia da sempre così) deve essere mettere al centro lo sviluppo delle competenze di lettura e, come diceva Spinazzola, la costruzione di una democrazia letteraria: promuovere, cioè, un accesso sempre più alto al mondo delle lettere in cui chiedere ai fruitori non un’accettazione passivamente subalterna ma un consenso partecipato.

Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo garantire l’esperienza del maggior numero di testi possibile e insegnare coordinate e strategie per leggerli, comprenderli e interpretarli. La collaborazione tra chi legge e ciò che viene letto è attiva: quando leggo un testo in classe, esso diventa un alleato, pur nella sua difficoltà e alterità, una risorsa cui fare spazio, con la quale innestare una relazione in cui il docente non è semplicemente colui che sa, il depositario unico della verità, ma diventa “la bussola” per l’interpretazione, colui che conosce, media, propone, attiva.

Le graphic novel: due proposte di percorso

Fatte queste debite premesse, che sono la cartina al tornasole delle mie scelte didattiche, vorrei illustrare qui un percorso di studio, analisi e interpretazione di un tipo di testo che trova sempre più spazio sugli scaffali delle librerie e tra le letture dei ragazzi: le graphic novel. In questo bell’articolo di Folio.net, Paolo Senna già nel 2015 tracciava le coordinate per definire le caratteristiche del genere e indicava alcune piste; quello che io tenterò di fare in questo articolo è, da una parte, raccontare un percorso su Dino Buzzati svolto in classe che si inserisce nel filone più ampio del “leggere e scrivere testi autobiografici”, dall’altra, spiegare cosa significhi lavorare con le graphic novel, fare esperienza cioè di un testo multimediale.

PERCORSO 1

Letteratura e immagini, un caso: Dino Buzzati

Buzzati non ha scritto graphic novel in senso moderno, ma certamente aveva con le immagini e le parole un rapporto particolare, si riteneva, infatti: “un pittore prestato alle lettere”. La scelta di Buzzati dimostra come la questione del dialogo tra parole e immagini non riguardi solo gli autori e le opere contemporanee e consente di sperimentare su un autore “classico” le strategie per la lettura di un testo multimediale. Ho dunque presentato alla classe due opere: I miracoli di Val Morel (Mondadori, 2022, rist. prima edizione del 2012) e Poema a Fumetti (Mondadori 2021, rist. prima edizione del 1969).

I miracoli di Val Morel

I miracoli di Val Morel sono la rivisitazione e l'ampliamento del catalogo della mostra Miracoli inediti di una santa, commissionata a Buzzati da Renato Cardazzo, per l'inaugurazione della galleria Naviglio-Venezia, il 3 settembre 1970. Nella prefazione Buzzati racconta un episodio vero o presunto della sua giovinezza (ma con Buzzati la verità è sempre una questione bizzarra): un giorno nella sua vecchia casa trova un quadernetto in cui sono descritti tutti i miracoli che Santa Rita di Val Morel aveva compiuto e così si mette sulle tracce della santa, incuriosito dalla specificità dei miracoli. La ricerca si mostra, però, infruttuosa: il santuario non esiste, nessun prelato ha mai sentito nominare Santa Rita, tranne il parroco di Limana che gli rivela di aver sentito della presenza di un’edicola devozionale proprio in Val Morel. Buzzati si mette alla ricerca dell’edicola e, dopo aver percorso una strada irta e sconnessa, scorge a pochi metri dal letto di un precipitoso ruscello, allora secco, […] uno di quei rozzi tabernacoli, allora irriconoscibile: vi entra e trova la parete ricoperta da ex voto; prende pagine di appunti e torna a casa. Scoppia la guerra e l’autore quasi si dimentica del tabernacolo di Santa Rita; nel 1946 è improvvisamente preso di nuovo dal desiderio di vedere quel luogo, ma scopre che sono state distrutte sia la strada di accesso sia l’edicola votiva. Nulla anzi ne fa più presagire l’esistenza, al punto che Buzzati si domanda se mai fosse stata eretta, o si trattasse solo di uno scherzo della sua immaginazione.

Lavoro in classe

Dopo aver letto la prefazione dell’autore, quasi una cornice del racconto, ho spiegato cosa sia un voto, cosa un ex voto e il valore popolare dei tabernacoli di montagna. Questi concetti hanno permesso di immergersi in un contesto di religiosità popolare per cercare di comprendere come questi elementi poi vengano declinati dall’autore, che crea una cornice di fantasia (ma presentata come reale) per tenere insieme storie fantastiche.

Ho quindi diviso la classe in gruppi e assegnato a ciascuno questi “miracoli”, cioè alcuni dei racconti, da leggere: Il Colombre, Il gatto Mammone, La torre dei Dottori, Caduta da casa Usher, I Vespilloni, L’orso inseguitore, La nube di bisce. I miracoli si alternano nel volume in questo modo:

  • a destra un’intera pagina è occupata dalla tavola dell’ex voto (che contiene immagini e parole);
  • nella pagina sinistra ci sono la numerazione progressiva, il titolo, la didascalia esplicativa e, in fondo, la trascrizione delle parole che si trovano nel dipinto.

Il compito per i gruppi era quello di analizzare le immagini, i testi e la relazione fra di essi: il testo multimediale si nutre di questa dialettica tra il canale grafico e quello della scrittura. Per fare ciò abbiamo utilizzato questo organizzatore grafico rielaborato da Cavadini, Pianigiani, De Martin, Vedere le storie, Sanoma 2022).

Questo organizzatore grafico, che rende concreta la strategia di analisi di un’immagine, sarà poi riproposto ogni volta che si approfondiranno testi con immagini, fino a quando la strategia non sarà consolidata e in autonomia studentesse e studenti saranno in grado di ragionare su cosa osservare e quali elementi considerare per l’analisi.

Poema a fumetti

Più vicino al genere graphic novel è Poema a fumetti del 1969, che dà voce in forma grafica ad alcune delle ossessioni dell’autore (la relazione negativa con il genere femminile, la solitudine come condizione esistenziale, l’impossibilità dell’amore e delle relazioni in generale) e che è indubbiamente più complesso dei miracoli di Val Morel, basti pensare alla tavola di pagina 34, in cui una terra ormai sgonfia e gocciolante viene prima isolata nella parte superiore del foglio e poi disegnata afflosciata su un pinnacolo di pietra, con un testo che dice «FORSE ANCHE LA TERRA È STANCA E SI STA AFFLOSCIANDO SULLE GINOCCHIA DI DIO».

Questo poema a fumetti è sicuramente adatto a un pubblico più adulto, avvezzo al simbolismo e alla poetica di Buzzati: per questo ho presentato ai ragazzi solo alcune tavole: la già citata pagina 34 e le pagine 109, 111 e 119, importanti per spiegare la disposizione delle immagini, il font usato per le parole e il legame grafico tra parole e immagini.

Un’immagine a tutta pagina, un’immagine che occupa due pagine e una sequenza di immagini riquadrate veicolano messaggi diversi:

  • nella pagina 109 la vicenda è al suo esordio, si dice infatti: «E MENTRE COMINCIAVA A CANTARE GUARDÒ FUORI NELLA STRADA E VIDE LA GENTE CHE MARCIAVA»;
  • nelle due pagine centrali successive le persone in strada occupano tutto lo spazio, per dare l’idea della loro numerosità e del movimento;
  • a pagina 119 invece si racconta «QUANDO IL BABAU NOTTEMPO SI AGGIRA PER LA CITTÀ ADDORMENTATA» e la pagina è divisa in sei riquadri, corrispondenti ciascuno a un’immagine e a un’azione del babau, una pausa narrativa all’interno della vicenda. Il testo si trova in cima o in fondo alla pagina ed è scritto in stampato maiuscolo: non ci sono balloon e quindi si configura come un narratore esterno, che commenta e conosce la vicenda, mentre i balloon, tradizionalmente, danno voce direttamente ai personaggi e hanno una propria sintassi. Questa spiegazione, che pare scontata, è invece necessaria dal momento sempre meno alunni sono abituati alla lettura dei fumetti e non ne conoscono la sintassi.

PERCORSO 2

Lavorare sulle graphic novel: lettura autonoma e condivisione in classe

La lettura di graphic novel si inserisce nel percorso di lettura e scrittura sul testo autobiografico sviluppato nel primo biennio.

1. Nella fase di immersione abbiamo letto e discusso in classe il racconto Il corpo di Stephen King, che è servito come modello per le tecniche di scrittura applicate in seguito nel testo autobiografico, che ciascuno ha progettato e scritto nel tempo diluito del laboratorio di scrittura. Quindi ciascuno studente ha letto una graphic novel narrata in prima persona, scegliendola tra le seguenti proposte:
  • Assia Pericelli, Sergio Riccardi, Per sempre, Tunuè 2020
  • Teresa Radice, Stefano Turconi, Non stancarti di andare, Bao Publishing 2017
  • Marjane Satrapi, Persepolis, Rizzoli Lizard 2012
  • Marjane Satrapi, Taglia e cuci, Rizzoli Lizard 2013
  • Mikael Ross, Imparare a cadere, Bao Publishing 2018
  • Zerocalcare, Macerie prime, Bao Publishing 2017
  • Zerocalcare, La profezia dell’armadillo, Bao Publishing 2012
  • Zerocalcare, Un polpo alla gola, Bao Publishing 2012
  • Zerocalcare, Kobane calling, Bao Publishing 2016
  • Craig Thompson, Blankets, Coconino press 2006
  • Mariko e Jillian Tamaki, E la chiamano estate, Bao Publishing 2014

2. Dopo la lettura, nelle due ore dedicate alla condivisione, ho suddiviso i ragazzi e le ragazze in gruppi con il compito di discutere sui testi letti, partendo dalla presentazione della graphic novel seguendo questo schema.

3. Le considerazioni emerse dalla discussione dei piccoli gruppi sono state poi condivise e hanno fornito materiale per la recensione breve che a questo punto ciascuno ha inserito in un padlet organizzato da inizio anno per raccogliere tutte le letture autonome della classe.

La recensione ha questa struttura:

  • autore/autrice, titolo, casa editrice, luogo, anno di pubblicazione
  • lettore/lettrice
  • genere
  • immagine della copertina
  • breve sinossi del libro, che prende a modello la quarta di copertina
  • le mie tre parole: individuare tre parole chiave del testo e spiegarle.

Conclusioni

Al termine di questo lavoro mi soffermo su un aspetto che mi ha colpito: tutti gli studenti e le studentesse sono stati concordi nell’affermare che una graphic novel è un libro che si legge “a velocità variabile”. Se infatti la sua apparente semplicità e il coinvolgimento spingono sull’acceleratore, è frequente la rilettura per osservare i dettagli, per interrogarsi sulla relazione tra immagini e parole, per ricostruire “storie nella storia” che sono magari solo definite dalle immagini.

Le graphic novel dunque, oltre a permetterci di esplorare un tipo di testo che ha storia, fortuna e caratteristiche ben precise, può costituire una palestra ermeneutica: insegnano cioè che interpretare è leggere, rileggere, osservare, sforzarsi di guardare dentro e fuori dal testo e, soprattutto, condividere le interpretazioni, discutere, confutare e proporre ipotesi. Se vogliamo crescere lettori e lettrici e insegnare a leggere, comprendere e condividere, abbiamo il dovere di offrire una pluralità di testi e di esplorare tutte le possibilità. Poi i lettori e le lettrici sceglieranno.

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Referenze iconografiche: ©Roman Samborskyi / Shutterstock

Linda Cavadini

È docente nel Liceo scientifico e linguistico "Paolo Giovio" (Como). Fa parte del Gruppo IWT ( Italian Writing Teachers) e assieme a Loretta De Martin e Agnese Pianigiani ha scritto il volume Leggere, comprendere, condividere (Sanoma Italia 2021). Per loro una sola è l’idea di didattica dell’italiano, ovvero insegnare a studentesse e studenti a leggere e a scrivere e trasformare la classe in una comunità di lettori e scrittori. La scoperta del Writing and Reading Workshop ha significato per loro la cornice in cui sviluppare le proprie convinzioni: da allora hanno iniziato a studiare, sperimentare e confrontarsi insieme, cercando di unire la metodologia americana alla tradizione della scuola italiana. Linda Cavadini è coautrice di Vedere le storie e una delle autrici della nuova antologia per la Scuola secondaria di I grado L'avventura più grande.