Autore: Carmela Scotti
Editore: Garzanti
Temi: rapporto con il padre, odio e vendetta, violenza, senso di colpa, fuga, maternità, cultura tradizionale
Destinazione: scuola secondaria di secondo grado
Odio e vendetta si trasformano in dono di sé, violenza e sopraffazione diventano estrema dolcezza, senso di colpa e pulsione di morte si sciolgono in un lungo grido di libertà nel romanzo L'imperfetta di Carmela Scotti.
La storia è ambientata negli ultimi anni dell'Ottocento, in una Sicilia primitiva e sotterranea. Catena è una ragazzina di quindici anni, suo padre per lei è la terra su cui poggiare i piedi, l'aria che riempie le stanze. Giovanni ogni notte insegna alle sue figlie i nomi delle stelle più lontane e delle erbe curative, leggendo storie fantastiche dai libri custoditi come tesori. Dalla madre, Catena e le sue sorelle si prendono soltanto rimproveri e bastonate: Teresa vuole le figlie silenziose e curve sul campo da arare. Quando Giovanni muore di malattia, per Catena incomincia una storia di paura e di violenza. Gli occhi inquieti dello zio Ignazio la cercano in ogni angolo della casa, Catena è vittima della sua bestialità furibonda e cieca. All'improvviso non c'è più nessuno che la protegga: le sue sorelle minori sembrano non vederla più, la madre ha accolto Ignazio nel suo letto.
Allora per Catena il cielo diventa nero come il fondo di un pozzo e tutto il mondo chiede vendetta. Ci prova prima con la magia, con un bambolotto di fango e sapone infilzato da un ago da maglia. Ma non è abbastanza. L'ultima notte nella sua vecchia casa si colora di sangue. Da qui in poi Catena deve scappare nei boschi, nascondersi come un animale braccato, nutrirsi di frutti selvatici e carne cruda. Quando un carabiniere scopre il suo riparo, le tocca sopportare altra violenza, subirla e ancora infliggerla. Di nuovo in fuga, presto si accorge che la sua pancia sta diventando tonda e gonfia, e lei non sa che cosa sia; dorme in buche scavate nel terreno, mangia legno marcio. Vicino a un villaggio, incontra un bambino colpito dal colera e scacciato dalla sua famiglia. Lo cura con le erbe. Le portano una donna malata, Catena la guarisce. Diventa così la mavara del paese, la strega-guaritrice che conosce i segreti di tutte le piante e sa come lenire ogni male degli uomini; dopo che l'epidemia si è placata, per non farsi cacciare dalla sua baracca impara a fare i salassi, cava i denti, vende filtri d'amore. In una notte feroce, "di poca luna e troppo passato", nasce finalmente il figlio che per mesi ha cercato invano di strapparsi dal ventre. Catena vorrebbe seppellirlo nel bosco, e dimenticarsene per sempre. Ma il neonato apre la bocca sul suo petto, le mostra subito come sfamarlo. È l'ultima parte ancora viva del cuore di Catena: questo bambino non voluto le insegna da capo che cosa significa amare, e che nessuno può rubare la libertà a chi la custodisce dentro di sé. Così, quando si tratta di scegliere se salvarsi la vita, o sottrarre una ragazzina inerme alle grinfie del male, Catena non esita: salvando una vittima in cui si riconosce, salva sé stessa.
Una nota sulla voce narrante e la tecnica compositiva del romanzo. La protagonista racconta di sé con la lingua "poetica" appresa dal padre e dai libri: una lingua estremamente viva e sensuale, che reinventa il mondo con precisione feroce. La narrazione si svolge per capitoli brevi sul doppio piano del presente e del passato: Catena costretta all'immobilità nelle orrende prigioni di Palermo, Catena in fuga nella foresta, wanderer suo malgrado, in una partitura semantica che alterna fissità a movimento, ritorno ossessivo del tema e slancio verso la sua definitiva soluzione.
Attività/approfondimenti sui principali temi
• L'odio e il desiderio di vendetta sono l'umanissima reazione di Catena agli abusi dello zio, all'aridità affettiva della madre, al silenzio con cui la donna che dovrebbe proteggerla si rende complice della violenza. L'odio è un sentimento che ci lega alle nostre ossessioni, ci rende prigionieri del nostro tormento, anche quando si tratta di "odio reattivo": Catena se ne riscatta e se ne libera, ma non sempre succede. È il buio dell'anima. L'indagine degli studenti sul sentimento "nero" dell'odio può essere orientata verso le sue rappresentazioni letterarie più antiche: dall'Odio divino nella cosmologia di Empedocle, al primo omicidio della Bibbia, dall'ira di Achille, alla maledizione di Didone, ai grandi peccatori della Commedia dantesca. Oppure può rivolgersi alle rappresentazioni contemporanee dei "cattivi" e delle emozioni violente che li animano, non solo nella letteratura, ma anche nella folta messe di esempi cinematografici e nei comics. Le narrazioni dell'odio possono infine suggerire di allargare la ricerca alle sue oscene manifestazioni storiche e politiche (razzismo, antisemitismo, odio del nemico…).
• Il rapporto con il padre è un tema centrale del romanzo L'imperfetta. Giovanni per Catena è il primo amore, la tenerezza, la protezione contro un mondo primitivo e crudele, governato soltanto dalle leggi economiche e schiacciato sui suoi pregiudizi. Con il suo patrimonio di libri gelosamente custoditi, il padre rappresenta anche la libertà del pensiero, il desiderio di conoscenza, l'immaginazione.
Non sarà difficile per gli studenti ricercare nella poesia e nella narrativa altri esempi di trasfigurazione letteraria di questa relazione fondante per l'identità personale, e la troveranno raccontata ora con la stessa amorosa nostalgia che sentiamo nella voce di Catena, più spesso nel segno ambiguo del conflitto: da Ulisse a Monaldo Leopardi, ai padri degli antieroi del Novecento letterario, fino alle ampie riflessioni del pensiero filosofico contemporaneo sulla "crisi della figura paterna".
• La cultura tradizionale in cui è immersa la vicenda di Catena ha nel pensiero magico uno dei suoi elementi caratterizzanti: la magia, al di là delle manifestazioni più esteriori e folcloristiche, è una visione del mondo, una chiave per interpretare il rapporto tra l'individuale e l'universale, una corrente che percorre tutta la storia del pensiero umano. Gli studi antropologici lo hanno ampiamente dimostrato: il pensiero magico precede nel tempo la nascita della religione, della filosofia e della scienza, ma è solo parzialmente superato da questi sistemi "logici" di comprensione del reale. Per approfondire l'argomento, tra i molti saggi a disposizione, segnaliamo i volumi di M. Donà, Magia e filosofia, Bompiani 2004 e G. Guidorizzi, La trama segreta del mondo, Il Mulino 2015.
• La maternità e la condizione femminile sono un altro nucleo tematico portante del romanzo. Catena non sa che cosa sia l'amore materno, non lo ha mai avuto, eppure da sempre intuisce che un amore di madre esiste, e ne ha sete, lo implora fino alla notte della tragedia che le cambia la vita: "Dimmi se eravamo sole - grida - se qualcuno ci guardava, se eravamo in campagna a raccogliere frutta, mi basta anche che tu l'abbia pensato, questo abbraccio, mentre riscaldavi il latte, mentre cucivi i bottoni. Dimmelo". Allo stesso modo Catena non sa niente del sesso, non sa come è fatto il suo corpo, se non attraverso il dolore della carne devastata dalle botte e dall'abuso. Diventare madre la svela a sé stessa e le restituisce il legame di cui ha sofferto l'atroce mancanza. Una storia antica e insieme attualissima, di cui gli studenti potranno ricercare gli echi nell'arte e nella letteratura, negli studi storici e antropologici.
Referenze iconografiche: Jozef Klopacka/Shutterstock