Booklist - Visioni d'Oriente: India, Cina e Giappone
Oriente è il luogo remoto dove sorge la luce del giorno. Per gli occidentali rappresenta la pura fonte delle energie spirituali del mondo, ma anche una terra enigmatica che nei secoli ha attratto mercanti, esploratori, studiosi ed eserciti coloniali.
Certo, ci sono tanti Oriente quanti sono i Paesi che formano il continente asiatico o quante sono le arti che là sono coltivate da millenni, come la cerimonia del tè o le discipline marziali, o ancora quanti sono i prodotti che da quelle terre per secoli sono stati importati in Europa. Eppure per noi occidentali Oriente è soprattutto un unico luogo, un topos, uno spazio immaginario in cui si può sperimentare la liberazione dalle rigide strutture e divisioni di mente e corpo che l'Occidente ha prima concepito, poi applicato scientificamente e, infine, propagato su tutta la Terra.
In realtà oggi, in un mondo sempre più tecnologico e globalizzato, il lontano Levante è sempre più vicino e occidentalizzato e quel luogo dell'immaginazione e dello spirito, esplorato da Marco Polo, Matteo Ricci o Giuseppe Tucci, potrebbe essere in pericolo d'estinzione. Infatti, l'importanza che in campo politico ed economico hanno assunto negli ultimi decenni Cina, Giappone, India e altri Paesi asiatici ha attratto l'interesse di masse di europei e nordamericani verso il loro millenario patrimonio culturale: così, le rive del Gange, l'avveniristica Tokyo e la muraglia cinese sono oggi alla portata di tutte le tasche; e il lettore occidentale può fruire di una sempre più abbondante messe di testi sapienziali e letterari, antichi e contemporanei, di queste grandi civiltà orientali.
In questa booklist intendiamo soprattutto stuzzicare la curiosità degli studenti e la voglia di assaggiare, anche in modo leggero e occasionale, storie esotiche che provengono dal mitico Lontano Oriente.
In particolare, proponiamo una serie di testi narrativi ambientati in India, Cina e Giappone che possono essere considerati classici sul tema e che sono stati perlopiù prodotti da scrittori occidentali a partire dalla fine del XIX secolo. Anche se questi tre Paesi non esauriscono la multiforme ricchezza culturale e produttiva dell'Asia, essi possono essere considerati rappresentativi per l'area sia per l'influenza della loro prestigiosa tradizione culturale (il Giappone aprì i suoi porti commerciali solo nella seconda metà dell'Ottocento) sia per l'importanza che essi hanno assunto negli ultimi decenni dal punto di vista economico, politico e demografico, e anche letterario e artistico.
Scuola secondaria di primo grado
Katherine Paterson, Il segno del crisantemo, Piemme 1996
Nel Giappone medievale Muna, un bambino di undici anni, dopo la morte della madre decide di lasciare il villaggio agricolo in cui è nato per andare nella città imperiale alla ricerca del padre: un samurai di cui non conosce il nome, ma che, come gli ha confidato la genitrice, porta tatuato un crisantemo sulla spalla. Il bambino è orgoglioso e ambizioso: disprezza l'umile condizione di servitore in cui versa e aspira, ritrovando il padre e recuperando l'antico lignaggio, a farsi un nome, giacché “Muna” in antico cinese significa proprio “Senza Nome”.
In una città sconquassata dalla lotta per il potere di due clan nobiliari, Muna farà degli incontri fondamentali per la sua crescita.
All'età di quindici anni (la maggior età nel Giappone di allora), il ragazzo comprenderà che non è il sangue a creare il legame tra padre e figlio e che non è fondamentale ambire a “diventare qualcuno” ma trovare sé stessi nel quotidiano e nella qualità dei rapporti umani: il fuoco non forgia la spada eccelsa se prima e insieme non forgia lo spirito.
Questo è l'ammirevole romanzo d'esordio della Paterson, scrittrice americana nata in Cina e vissuta per anni in Giappone, autrice insignita di numerosi premi di letteratura per ragazzi.
Emilio Salgari, I misteri della giungla nera, Piemme 2016
Salgari, come è noto, è uno dei più prolifici scrittori italiani di romanzi d'avventura, un narratore che ha raccontato i più lontani paesaggi del globo terrestre, i più vari caratteri e costumi della popolazione umana senza allontanarsi mai troppo dalla sua biblioteca e dalla sua scrivania.
I misteri della giungla nera è uno dei primi libri di Salgari, pubblicato per la prima volta su rivista nel 1887 con il titolo iniziale (e più esplicito) di Gli strangolatori del Gange. Appartiene al fortunato ciclo indo-malese il cui personaggio principale è Sandokan, il tremendo pirata soprannominato “la Tigre della Malesia”. In questo romanzo, come del resto in altri del ciclo, l'autore narra una storia legata a uno dei personaggi che fanno parte dell'entourage di Sandokan, Tremal Naik, un giovane e intrepido cacciatore di serpenti bengalese.
L'India della storia, frutto dello studio libresco dell'autore e della sua fantasia, è una terra selvaggia e sinistra, ricoperta di una fitta giungla e di insidiose paludi, in cui il fanatismo religioso attenta ai valori della vita e del sentimento: a differenza di altri libri salgariani, dove il nemico è identificato con il colonialista europeo che soffoca la libertà del popolo sottomesso, qui la dominazione britannica svolge il compito positivo di contrastare la violenza di una setta sanguinaria.
Samhita Arni, Il Mahabharata raccontato da una bambina, Adelphi 2002, 2 voll.
Il Mahabharata è il più importante poema epico indiano, nonché la più estesa epopea della letteratura mondiale. In questi due volumi una bambina di sette anni racconta attraverso parole e disegni la lotta all'ultimo sangue di due famiglie di eroi imparentate tra loro, i Pandava e i Kurava.
Tenendo ben saldo il filo tematico principale, Samhita narra moltissimi episodi della saga con parole che colpiscono nel segno senza perdersi in inutili dettagli, dimostrando una grande capacità di sintesi e al tempo stesso un'invidiabile capacità di abbandonarsi alla meraviglia. Meraviglia che viene trasmessa al lettore anche grazie agli originali disegni dei personaggi e delle situazioni.
Oltre a questi, nelle prime pagine del libro il lettore troverà un albero genealogico degli eroi, molto utile per orientarsi tra gli ostici nomi in sanscrito, una prefazione in cui si sottolinea l'importante lavoro di montaggio operato dalla madre della bambina, e, infine, una lettera di quest'ultima che riporta la sua personale visione del Mahabharata. Un bel libro, per tutte le età.
Marco Polo, Il Milione, GoodMood 2006, 107 min (Audiolibro)
A dispetto delle indicazioni su titolo e autore, l'audiolibro in realtà segue la riscrittura che del Milione fece Jules Vernes nel libro I viaggi di Marco Polo, combinando insieme lo studio di documenti storico-letterari e una buona dose di invenzione fantastica. Il progetto è interessante: un narratore esterno racconta i viaggi del mercante veneziano, soffermandosi su alcuni luoghi suggestivi della via della Seta (all'epoca per andare dall'Italia alla Cina ci si metteva anche tre anni). Qui il narratore cede la parola al protagonista dei viaggi, Marco Polo, il quale racconta una breve storia meravigliosa vissuta in prima persona oppure ascoltata da altra fonte. In sottofondo ci sono interventi musicali piacevoli e discreti che creano un'atmosfera esotica senza mai mettere a rischio la comprensione del testo.
Scuola secondaria di secondo grado
Frank Miller, Ronin, Rizzoli 1991
In una New York avveniristica (ma, in realtà, siamo nel XXI secolo), connotata da altissima tecnologia e aberrante miseria, Billy, un freak privo di arti ma dotato di straordinarie facoltà mentali che gli consentono di interagire con un complesso sistema cibernetico, fa un sogno che non dovrebbe fare. Nel sonno vive la vita di Ronin, un giovane samurai vissuto nel Giappone medievale che, restato senza signore da servire né onore, insegue un unico obiettivo nella vita: vendicare il proprio maestro uccidendo colui che l'ha assassinato, e cioè Agat, un demone malefico che cambia continuamente forma. Purtroppo nel momento in cui il guerriero giapponese sacrifica la propria vita per dare la morte al mostro, il sogno di Billy diventa realtà e così la lotta tra bene e male, lo scontro epico tra la limpida virtù del samurai e le subdole metamorfosi del demone, dovranno essere combattuti qualche secolo dopo, tra le rovine della metropoli americana...
Anche in questa graphic novel, uno dei suoi primi lavori indipendenti, Frank Miller ha contaminato in modo originale generi e ambientazioni dando vita a un romanzo di avventura, storico e fantascientifico in cui il fumetto americano incontra la tradizione culturale nipponica.
Natsume Soseki, Il signorino, Neri Pozza
Tokyo, inizi del Novecento. Il protagonista di questo romanzo è un bambino che non ha peli sulla lingua e ne combina di tutti i colori. Disprezzato dal padre e dal fratello maggiore, è però vezzeggiato dall'anziana domestica che stravede per lui, lodando sempre il suo carattere ingenuo, franco e diretto. Lei, che ha una mentalità ancora medievale, sogna un futuro radioso per il suo padroncino (“signorino” è la traduzione italiana del termine giapponese Bocchan, una forma di cortesia con la quale i servitori si rivolgono ai figli maschi dei padroni).
Ma il padre del ragazzo muore e la casa di famiglia viene venduta, così il “signorino” è costretto a lasciare la sua cara tata e con la somma di denaro ricevuta dal fratello decide di proseguire gli studi. Non essendo portato né avendo preferenze per alcuna materia scolastica, alla fine si iscrive, per caso, all'Istituto di Fisica, presso il quale, non senza enormi difficoltà, si diploma. A questo punto gli propongono un posto di lavoro da insegnante di matematica, così viene spedito in un villaggio di provincia in capo al mondo. A scuola, finito come un pesciolino nella rete di inimicizie dei colleghi, inizia suo malgrado un processo di formazione che lo porta a diffidare delle apparenze e a riflettere sulle ingiustizie della vita: non è (quasi) mai ciò che sembra e i furbi l'hanno (quasi) sempre vinta sugli onesti. La questione morale - e l'intreccio narrativo - troverà soluzione alla maniera antica: non mediante un dibattito dialettico ma una sana scazzottata tra insegnanti (dipartimento scientifico vs dipartimento umanistico).
Secondo quanto attesta l'editore italiano, Il signorino, pubblicato per la prima volta nel 1906, è il romanzo più letto dagli studenti giapponesi, un libro cult al pari de Il giovane Holden in Occidente. Elementi come la narrazione in prima persona, il tono ironico e il monologo interiore fanno pensare anche a romanzi europei di Primo Novecento come La coscienza di Zeno.
Rudyard Kipling, Kim, 1990, Mondadori
Questo meraviglioso romanzo di Kipling, scritto all'inizio del Novecento, racconta il viaggio picaresco di un bambino, Kim, attraverso le strade polverose e le verdi montagne dell'immenso subcontinente indiano, pullulante di uomini che hanno costumi, fedi e modi di pensare diversi. Il fanciullo, il cui nome completo è Kimball O'Hara, è un orfano mezzosangue, figlio di un ufficiale irlandese e di una donna indigena. La gente lo chiama “il piccolo amico di tutto il mondo”, per la facilità con cui entra in relazione con persone di ogni estrazione e provenienza. Sul suo cammino, infatti, incontra un'infinità di uomini straordinari tra i quali spiccano un vecchio monaco tibetano in cerca della sorgente nascosta di un fiume sacro e un astuto mercante di cavalli che agisce da spia del governo inglese. Questi due personaggi hanno, tra l'altro, il compito di introdurre i due principali filoni narrativi e tematici del romanzo: la ricerca spirituale e l'intrigo spionistico. La storia, infatti, è ambientata alla fine dell'Ottocento, quando anche in India si combatteva il “Grande Gioco”, il conflitto politico e diplomatico tra l'Impero britannico e l'Impero russo per il controllo dell'Asia centrale. Kim è un libro di avventura, ma anche una storia di formazione e di spionaggio, nonché un romanzo dal notevole impianto etnografico.
Pearl Buck, La buona terra, Mondadori
La buona terra racconta la storia del povero contadino Wang Lung che, acquisendo poco a poco i terreni della nobiltà decaduta, diventa un ricco latifondista e la personalità più rispettabile della sua regione. L'impresa riesce grazie al suo viscerale attaccamento alla terra e a una quasi sovrumana capacità di sopportazione della fatica e della fame. Quella che colpisce le campagne cinesi a causa della siccità o di alluvioni periodiche è una fame davvero nera, che può portare gli uomini a episodi di antropofagia o a vendere i nati di sesso femminile, destinandoli alla schiavitù presso qualche famiglia benestante. I problemi non finiscono qui perché Wang deve anche mantenere i parenti, che non hanno alcuna voglia di sudare nei campi ma solo di mangiare bene e dilapidare al gioco il frutto della fatica del capofamiglia. Una volta conquistato il benessere, anche Wang, il semplice uomo della terra, impara a conoscere il tedio della vita, diventa vanitoso e si concede quei lussi che prima giudicava inutili. Così comincia a disprezzare e a maltrattare la moglie, una ex-schiava di corporatura robusta e di animo buono, che gli ha dato tre maschi e due femmine e l'ha sempre aiutato lavorando a casa e nei campi. S’infiamma di passione per una intrattenitrice bella, elegante e smaliziata, che poi compra e porta a casa come sua concubina, con sommo dolore della moglie. Ma l'amore per la terra è più grande e il ritorno al lavoro dei campi riporterà di nuovo la misura nel modo di vivere dell'agricoltore, senza però evitargli i grandi dolori e le noiose seccature che fanno parte della vita di ogni uomo.
Se il contadino Wang Lung ricorda molto i self-made men verghiani come Mazzarò e Gesualdo, la rappresentazione della vita di campagna gareggia in crudezza con quella che ci hanno dato i romanzi di Caldwell o le interviste di Nuto Revelli. Pubblicato nel 1931, La buona terra è il libro più celebre di Pearl Buck, il primo di una trilogia dedicata a Wang e ai suoi discendenti. Grazie a questo romanzo la Buck, vissuta in Cina per più di trent'anni, vinse il Pulitzer e poi, meno di una decade dopo la sua pubblicazione, il premio Nobel per la letteratura.
Referenze iconografiche: Sean Pavone/Shutterstock