Insegnare la storia della letteratura nella scuola media
Come insegnare la storia della letteratura italiana nei tre anni della scuola secondaria di primo grado? Quale specificità riconoscere a questo insegnamento? Come collocarlo all’interno della più ampia educazione linguistica?
L’insegnamento della storia della letteratura nella tradizione scolastica
Nelle scuole superiori l’insegnamento della storia della letteratura italiana ha sempre avuto un forte impianto storicistico in quanto ha sempre proposto lo studio dei vari movimenti letterari, degli autori e delle loro opere in modo sistematico e cronologico. E ciò vale ancora oggi, anche se lo studio del profilo storico-letterario è affiancato dalla lettura e analisi dei testi, attraverso cui lo studente è chiamato a esercitare quelle abilità di interpretazione che potrà applicare, come suggerisce Calvino, non solo ai classici imposti dalla scuola ma ai «suoi classici», vale a dire a quei testi che, si spera, leggerà «per amore» una volta uscito dalla scuola.
Anche nella scuola secondaria di primo grado, a partire dal secondo anno, si studia letteratura e fondamentalmente l’impianto è lo stesso delle scuole superiori, ma in “formato bonsai” cioè con contenuti ridotti e semplificati: una carrellata di movimenti letterari, autori e opere in successione cronologica con la lettura di alcuni tra i testi letterari più significativi, spesso già in parafrasi.
L’insegnante di italiano, nel momento in cui inizia a proporre lo studio della letteratura, si trova a dover operare con due manuali diversi ai quali corrispondono due differenti metodologie: centralità del testo isolato dal suo contesto storico e percorsi tematici e di genere nel manuale di antologia, centralità della storia nel manuale di letteratura; insegnamento antologico e libero dei testi nell’ora di antologia, insegnamento per percorsi storici nell’ora di letteratura; testi di ogni genere letterario e tipologia testuale provenienti da tutte le letterature del mondo in antologia, testi italiani significativi dal punto di vista storico-letterario in letteratura. Da una parte quindi l’educazione linguistica, attraverso la comprensione e l’analisi di testi, dall’altra parte l’educazione letteraria attraverso l’interpretazione dei testi più significativi della nostra letteratura.
In realtà i due insegnamenti non sono affatto antitetici, ma al contrario si compenetrano l’uno con l’altro, in quanto condividono la medesima finalità: formare lettori consapevoli della propria identità culturale e capaci di leggere e interpretare qualsiasi tipo di testo.
La proposta di una soluzione
Allora, come traghettare i ragazzi dalla lettura alla letteratura? Come far comprendere lo stretto legame che esiste tra l’antologia e la letteratura? Sicuramente non si può pensare di proporre a ragazzi di 12 anni il solo studio sistematico di movimenti letterari, autori e opere, seguendo in maniera pedissequa quanto il manuale propone. Uno studio così fatto sarebbe inutile e fine a sé stesso.
Per fare letteratura nella scuola secondaria di primo grado non basta semplificare e sintetizzare contenuti ritenuti troppo alti e complessi per questa fascia d’età, ma si tratta di stimolare nei ragazzi un’altra sensibilità, di sviluppare nuove competenze. Se nell’ora di antologia insegniamo soprattutto a leggere e analizzare un testo, in letteratura insegneremo a storicizzare un testo, cioè a metterlo in relazione, sia pure sommariamente, con l’autore e con il contesto storico in cui è stato scritto. La nostra attenzione però non sarà puntata esclusivamente sui contenuti da trasmettere, bensì sui nuovi spazi da esplorare. Insieme ai ragazzi, attraverso il gioco e la narrazione.
L’approccio migliore per insegnare letteratura agli adolescenti, infatti, è proprio quello ludico-narrativo. I ragazzi vivono immersi nel gioco e nelle storie perché ambedue gli elementi rispondono ai loro bisogni, quindi se vogliamo catturare la loro attenzione dobbiamo necessariamente passare attraverso questi elementi, almeno nel primo approccio. La letteratura non è forse la storia di uomini e donne che con le loro opere hanno costruito, nel tempo, la nostra cultura e la nostra identità di oggi? Possiamo quindi raccontarla, magari secondo un ordine cronologico, ma consapevoli che l’impianto storicistico è solo uno strumento e non un obiettivo.
Partendo da queste riflessioni, ho elaborato e sperimentato con successo alcune strategie didattiche che propongo qui come spunti per impostare lezioni di letteratura efficaci.
Avvicinarsi alla letteratura attraverso un’esperienza vissuta
Per introdurre la classe alla letteratura possiamo cominciare proponendo la lettura a voce alta del brano Scoprire la letteratura di Elias Canetti, tratto dal romanzo autobiografico La lingua salvata. Qui l’autore ricorda con quanto entusiasmo egli, a sette anni, si avvicinò alla letteratura: il merito di questa scoperta, che avrebbe condizionato tutta la sua vita, fu di suo padre, che con amore e pazienza gli insegnò a leggere i classici.
Trattandosi di un’esperienza di vita vissuta, questa lettura coinvolge i ragazzi e li stimola alla riflessione. Perché essi sono curiosi nei confronti della letteratura: ne hanno sentito parlare, a volte da fratelli e sorelle più grandi, e magari pensano anche che sia una materia difficile e noiosa, però sono curiosi. La parola “letteratura” evoca in loro uno studio che li proietta già nella scuola superiore e questo, fortunatamente per noi insegnanti, ha ancora un certo fascino. Conviene, quindi, sfruttare al massimo questa curiosità iniziale per creare in loro delle aspettative. Più forti saranno le aspettative, più grandi saranno la loro motivazione e il loro interesse.
Il passo successivo è quello di spiegare ai ragazzi che cos’è la letteratura e in che cosa si differenzia dallo studio antologico dei testi che già conoscono. Si tratta cioè di spiegare loro il passaggio che devono compiere dalla lettura alla letteratura, e il modo migliore per farlo è quello di prendere in esame i due manuali, esplicitando il legame esistente tra il libro di antologia e quello di letteratura. Più renderemo i ragazzi partecipi delle metodologie e degli strumenti che usano, più avvieremo riflessioni metacognitive, più essi diventeranno artefici del loro apprendimento.
Spieghiamo allora che la parola “antologia” deriva dal greco anthologhìa e significa “raccolta di fiori” in quanto raccoglie le pagine più belle, “il fior fiore”, della letteratura. Le letture che sono contenute in essa, infatti, sono tratte da opere che appartengono alla letteratura, per lo più alla letteratura per ragazzi, spesso anche quelle di altri paesi del mondo. Le fiabe dei fratelli Grimm e di Andersen, i racconti di Dickens e i romanzi di Pennac, le poesie di Pascoli, Govoni e Neruda sono letteratura. Che cosa cambia dunque tra i due aspetti della medesima materia? Lasciamolo dire a loro e invitiamoli a ricercare nella loro antologia, nel modulo dedicato alla poesia, tutti i componimenti di poeti italiani. Non è forse questa la letteratura? Ecco perché alcuni di questi autori figurano anche nel libro di letteratura!
Leggere a voce alta le grandi pagine
Leggere un testo letterario è decisamente complesso e una buona lettura ad alta voce è indispensabile per comprenderne il significato. Non solo. È indispensabile anche per suscitare interesse. Non affidiamo quindi la prima lettura delle terzine di Dante o di un sonetto di Foscolo a dei ragazzi che ancora leggono in modo stentato e senza espressività: la nostra lettura ha sicuramente tutto un altro fascino e, se ben preparata, può davvero catturarli ed entusiasmarli. Nei limiti del possibile, cerchiamo di leggere “fuori dai banchi”, disponendo cioè le sedie in cerchio, al centro dell’aula. Questa disposizione ci permette di avere la situazione perfettamente sotto controllo e fa sentire i ragazzi meno costretti, quindi anche la loro attenzione sarà diversa. Il nostro tono di voce, le nostre pause, il nostro sguardo che ogni tanto si alza dal libro e si posa su di loro faranno il resto.
Valorizzare la dimensione narrativa della letteratura
Nell’attuale panorama editoriale per ragazzi numerosi autori si sono cimentati nella riscrittura di opere famose o nella rielaborazione della biografia di alcuni importanti scrittori si vedano alcuni riferimenti bibliografici. Possiamo prendere spunto da queste pagine per raccontare la letteratura.
Per esempio, se come primo approccio alle terzine dantesche ricorreremo alle quartine di ottonari a rime alternate (il verso del signor Bonaventura) di Enrico Cerni e Francesca Gambino, autori di una riscrittura del viaggio di Dante, sicuramente avremo più possibilità di catturare l’attenzione dei nostri alunni, che di fronte a un Dante speleologo all’Inferno, scalatore nel Purgatorio, e astronauta nel Paradiso non potranno rimanere indifferenti! Superato il primo impatto, sarà poi più facile parlare di allegorie e similitudini, di contrappasso e di dannati. Se poi, anziché sintetizzare sette anni della vita di Giacomo Leopardi nell’espressione «furono anni di studio matto e disperatissimo», li racconteremo partendo dalla riscrittura fatta da Nicola Cinquetti nel libro La piscia della befana, potremo star certi che la lettura di A Silvia avrà tutta un’altra accoglienza.
Valorizzare la dimensione ludica della letteratura
Con la letteratura si può anche giocare, per imparare divertendosi.
Per esempio, possiamo trasformare l’aula in un “ufficio anagrafe” facendo preparare ai ragazzi la carta d’identità letteraria di ciascun autore, completa di fotografia. Sulle pareti dell’aula allestiamo una linea del tempo di carta, con l’indicazione dei vari secoli e appendiamo le fotografie degli scrittori all’interno del secolo di appartenenza.
Dopo aver affrontato un certo numero di autori, un’occasione ludica e insieme di verifica di quanto gli studenti abbiano imparato sarà quella di mettere a soqquadro “l’ufficio anagrafe”: dopo aver mescolato le foto e le informazioni sulle carte d’identità (date e luoghi di nascita e di morte, nome delle opere, eventi particolari ecc.), chiederemo ai ragazzi di riposizionare le fotografie sulla linea del tempo e di riassemblare in modo corretto le carte d’identità.
Una seconda modalità è quella di proporre ai ragazzi di realizzare, in coppia, un’intervista immaginaria a un autore, sul modello di quella proposta da Claudio Nizzi in una versione a fumetti dei Promessi Sposi (intervista immaginaria a Manzoni).
Un discorso a sé meriterebbe il gioco per eccellenza, il teatro. Drammatizzare un’opera letteraria è un’ottima strategia per avvicinare i ragazzi alla letteratura e poi a teatro si può tutto o quasi, anche giocare con i grandi, come fa Roberta De Angelis nel libro La pipina commedia. O come avvicinare la Divina Commedia ai ragazzi, in cui presenta un Dante Alighieri in pigiama e berretto da notte…
Attività a carattere ludico possono essere svolte anche sui testi. Per esempio, possiamo fotocopiare tre sonetti mai letti dai ragazzi, di autori di diverse epoche purché già studiati, e dopo averli “tagliati” in terzine e quartine, chiedere loro di ricomporli. Sicuramente non sarà un compito facile, ma neanche impossibile, se in precedenza avremo abituato gli studenti a considerare i mutamenti della lingua nel tempo.
Quelle suggerite sono solo alcune delle strategie didattiche possibili per rendere più accessibile la letteratura ai ragazzi: volutamente non si sono presi in esame né lo strumento filmico né la LIM: il primo perché già ampiamente sperimentato, la seconda perché avrebbe richiesto una trattazione più ampia e specifica.
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