La nuova Ordinanza, una “nuova valutazione”?

Considerazioni sull’Ordinanza Ministeriale del 9 gennaio 2025

Nel mese di gennaio è stata pubblicata la nuova Ordinanza Ministeriale che ridefinisce le modalità di valutazione periodica e finale alla Scuola Primaria.
Abbiamo chiesto un parere alla professoressa Elisabetta Nigris, docente di Progettazione didattica e valutazione presso l’Università di Milano-Bicocca, per capire se siamo di fronte a una ulteriore “nuova valutazione”, che casca sui docenti improvvisa e distonica rispetto alla valutazione descrittiva su cui, dal 2020, è stata fatta  tanta formazione ministeriale. In alternativa, possiamo ampliare la riflessione e valorizzare la consapevolezza acquisita dai docenti in questi anni sul valore formativo della valutazione?

L’ordinanza pubblicata il 9 gennaio 2025, di cui si evidenzia soprattutto la sostituzione dei giudizi descrittivi con giudizi sintetici, correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti (Allegato A), sarà operativa a partire dal documento valutativo di fine anno scolastico 2024/25, dunque dal prossimo giugno.
L’elemento più evidente di questa Ordinanza, per quanto riguarda la Scuola Primaria, è l’espressione della valutazione di ciascuna disciplina, compresa l’Educazione Civica, in giudizi sintetici, nello specifico:

  • ottimo – distinto – buono – discreto – sufficiente – non sufficiente (Art. 3).

La reintroduzione dei sopra citati giudizi, per loro natura ordinali, è stata interpretata da docenti e dirigenti come un passo in direzione contraria rispetto alla valutazione formativa proposta dal Ministero nel 2020, e ha fatto temere che, ancora una volta, la scuola primaria possa essere il bersaglio di cambi di rotta istituzionali e di un “accanimento legislativo” che poco ha a che vedere con l’evoluzione e l’innovazione del sistema educativo.

Su questo tema, Sanoma Italia ha intervistato la Professoressa Elisabetta Nigris, docente, esperta di valutazione e coordinatrice del gruppo di lavoro ministeriale istituito nel 2020 per la valutazione descrittiva nella Scuola Primaria.

La professoressa Nigris esordisce affermando che la valutazione formativa si concentra sui progressi individuali, ci dice che cosa abbiamo appreso, ci spiega come procedere, quali nuovi passi affrontare, mentre un numero o un giudizio sintetico non esprimono nulla di simile. In generale, i giudizi ordinali spesso sono dati scambiando la chiarezza e la trasparenza con il bisogno di genitori, scuola e società di etichettare e mettere a confronto i bambini. Questo bisogno non ha un impatto educativo, formativo, e promuove un modello di scuola competitivo che la ricerca ci dice non aiutare gli apprendimenti. Inoltre, passare da quattro livelli (che erano già un giudizio ordinale) a sei peggiora questa tendenza al confronto e dietro alla sensazione di maggiore distinzione ci porta a essere in realtà ancora più arbitrari.

Commentando l’introduzione dei giudizi sintetici di disciplina Nigris prosegue:

“La ricerca di quarta generazione, quella maggiormente accreditata a livello internazionale, ci dice che lo strumento che aiuta maggiormente gli studenti a progredire è la descrizione dei loro processi di apprendimento. Il mettere sotto i riflettori in modo così evidente la maggiore chiarezza e il maggior rigore dei giudizi sintetici è sicuramente contrastante con quanto ci dice la ricerca.”

In particolare, la professoressa sottolinea come sia incongruente e rischioso dare un giudizio di non sufficienza in un ciclo scolastico in cui la bocciatura è presa in considerazione solo per casi eccezionali e situazioni attentamente esaminate in accordo tra scuola, famiglia ed eventuali specialisti. Un bambino, una bambina, non posso essere “non sufficienti”. Questo giudizio in qualche modo li pone al di fuori di un percorso di progressivi apprendimenti e deresponsabilizza la scuola, che ha il dovere di far acquisire livelli minimi di conoscenze e abilità a ogni bambino e bambina.

Se pensiamo che la valutazione, come ci dicono le Indicazioni Nazionali, è prendersi cura degli apprendimenti e dei processi per gli apprendimenti di ogni bambino e bambina, nei giudizi vi è una contraddizione.

Al di là del clamore sull’Articolo 3 dell’Ordinanza, che normalizza i giudizi, Nigris ci invita però a leggere il documento per intero, per accorgerci che in esso si ribadisce in modo chiaro che siamo in presenza di un contesto di valutazione formativa, in linea con quanto previsto dalle Indicazioni Nazionali. Queste le parole dell’ordinanza:

  1. La valutazione ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento degli alunni, ha finalità formativa ed educativa, documenta lo sviluppo dell’identità personale e promuove la autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e competenze, concorrendo al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo.
  2. La valutazione degli apprendimenti nella scuola primaria concorre, insieme alla valutazione del processo formativo, alla maturazione progressiva dei traguardi di competenza definiti dalle Indicazioni Nazionali ed è coerente con gli obiettivi di apprendimento declinati nel curricolo di istituto

 

Si valuta prima il contesto, si valutano in itinere i processi di apprendimento, e si valuta a fine percorso per dare riscontro delle acquisizioni. In quest’ottica la valutazione continua a essere legata prima di tutto alla progettazione per competenze, che necessita per sua natura tempi lunghi, di una valutazione progressiva, non puntiforme, e che necessariamente deve ricorrere a compiti complessi (non solo compiti riproduttivi e situazioni note, ma anche situazioni non note).

Nell’Ordinanza si chiarisce che le modalità di raccolta degli elementi maggiormente significativi utili alla valutazione finale sono lasciate ai docenti in coerenza con i curricoli di istituto e del PTOF della scuola. Dunque la valutazione in itinere non può essere condotta in modo puntiforme e deve continuare ad avvalersi delle osservazioni ripetute e progressive, di strumenti differenziati per documentare in modo ricco e multidimensionale l’interazione dei bambini e delle bambine con gli oggetti di apprendimento.

Un’altra questione riguarda il fatto che la valutazione sommativa, da Ordinanza, assegna un giudizio univoco alla disciplina, mentre quella formativa correla la valutazione ai singoli obiettivi. Si tratta di un aspetto delicato, perché secondo la ricerca è di fatto impossibile dare un’unica valutazione alla disciplina: è possibile valutare gli obiettivi di apprendimento, all’interno della disciplina. In questo ci supporta l’ordinanza stessa, che lascia facoltà di inserire la documentazione dei principali obiettivi valutati all’interno di ogni disciplina (Art. 3, comma 6).

Nella nota ministeriale si possono vedere alcuni esempi di inserimento degli obiettivi di apprendimento.

Dunque l’indicazione contraddittoria è di dare, a livello sommativo, un giudizio di disciplina, che però può essere documentato attraverso l’attento lavoro svolto durante la valutazione in itinere, per livelli di apprendimento, in modo coerente con la valutazione formativa, che abbiamo indicato come davvero educativa perché rispettosa dei processi e soprattutto trasparente.

Il criterio che Nigris suggerisce per continuare a valutare in modo formativo è di mantenere una ricchezza di richieste diversificate, sottoponendo a bambini a bambine compiti ripetitivi e compiti complessi, conoscenze nozionistiche, informative e conoscenze concettuali messe in atto e in connessione tra loro. Solo così possiamo esprimere un giudizio sintetico finale, pur complesso che sia.

Guarda la videointervista alla Professoressa Nigris

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Elisabetta Nigris

È stata per dieci anni Presidente del Corso di Laurea in Scienze della Formazione primaria (SFP) dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e Coordinatrice Nazionale dei Presidenti di SFP. Oggi è Docente di Progettazione didattica e valutazione e Delegata di ateneo per la Formazione degli insegnanti e Faculty Development. Ha coordinato il Gruppo di lavoro ministeriale per la valutazione descrittiva nella Scuola Primaria. I suoi interessi di ricerche le sue numerose pubblicazioni vertono sui temi della Formazione degli insegnanti, delle strategie e metodologie didattiche, della didattica interculturale e del rapporto fra didattica e didattiche disciplinari.

Referenze iconografiche:  Drazen Zigic/Shutterstock

Laura Papetti

ha lavorato per anni come progettista editoriale nel settore scolastico. Da alcuni anni è docente di scuola primaria nella provincia di Monza e della Brianza e collabora con Sanoma Italia in qualità di autrice e consulente editoriale.