Il nuovo progetto per l’inclusione dell’Istituto E. da Piandimeleto

In volo con le fiabe

Un progetto rivolto a tutti gli studenti, un aiuto per il superamento delle difficoltà linguistiche e un’occasione per stimolare l’immaginazione e l’arricchimento lessicale: questo è In volo con le fiabe. Un progetto in cui la fiaba diventa la protagonista di un coinvolgente percorso d’apprendimento. Ce ne parla il dirigente scolastico Antonella Accili.

Innanzitutto, come nasce e quante scuole coinvolge il progetto Dyslexia Screening a cui avete aderito?

Il progetto nasce da un forte bisogno della nostra scuola e della scuola in generale: ogni giorno i docenti si trovano di fronte alla difficilissima sfida di essere soli ad affrontare tanti diversi bisogni speciali dei loro alunni, tutti con i propri stili e tempi di apprendimento, tutti con diversi e complessi bagagli di esperienze e diversità culturali (si pensi in particolare agli alunni stranieri), qualcuno che si contraddistingue per le numerose difficoltà e qualcuno che emerge come eccellenza. In classe l’insegnante, nel concreto, è solo di fronte a tanti diversi bisogni educativi, fa del proprio meglio, ma non sempre ciò è sufficiente, almeno non per tutti gli alunni.
Questo problema mi è stato manifestato più volte e di conseguenza mi sono subito attivata organizzando un gruppo di lavoro specifico guidato dalle mie insegnanti Laura Chiarabini e Maria Cristina Pierucci, gruppo che si è inserito all’interno del Centro Studi Ricerca Sperimentazione per BES e DSA (Centro Ri.sper), di ci sono ormai vicepresidente, potendo così contare sulla preziosa collaborazione del dott. Franco Marini, ex Provveditore agli Studi di Pesaro e presidente del Centro, e del dott. Benito Michelizza, medico foniatra e logopedista: quest’ultimo, a sua volta, ci ha collegati alla Fondazione Padre Alberto Mileno di Vasto Marina, che ha al suo interno un Centro di Studi per la dislessia. L’obiettivo principale del progetto, chiamato In volo con le fiabe, è comunque l’inclusione. Il progetto non è osservativo per i disturbi DSA, ma dovrebbe essere di aiuto per il superamento di eventuali difficoltà linguistiche (in tutti i bambini, anche stranieri), per favorire condizioni strategiche per arginare/tamponare le difficoltà scolastiche nei bambini con DSA (lettura di immagini, sequenzialità, ordine, ...), per sollecitare la partecipazione di tutti i bambini alle conversazioni di gruppo, per stimolare l’immaginazione e l’arricchimento lessicale.
I risultati dello screening Dyslexia con il materiale fornito dalla Fondazione Padre Alberto Mileno saranno incrociati con quelli del progetto In volo con le fiabe, ma sono due percorsi fondamentalmente separati: diverse le finalità, le procedure e il numero delle scuole coinvolte. Inoltre lo screening Dyslexia vuole individuare i DSA, noi invece col nostro progetto vorremmo cercare di limitare l’insorgenza della dislessia, partendo dalla convinzione che molti alunni riconosciuti DSA siano invece solo interessati da povertà lessicale, scarse capacità di comprensione e di comunicazione, difficoltà relazionali, spesso favorite da un uso precoce, esagerato e non controllato di computer, cellulari e tablet.
È bene ricordare che tutto il materiale delle prove di ingresso e di verifica finale del progetto In volo con le fiabe è originale perché totalmente creato dal nostro gruppo di lavoro che ha realizzato tra l’altro dei bellissimi disegni, molto colorati ed accattivanti.

In sintesi ci può dire in che cosa consiste il progetto?

In volo con le fiabe è un progetto triennale, coinvolge l’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia e le classi prime e seconde della Scuola Primaria, proprio perché questa è la fascia d’età in cui si acquisiscono le strutture linguistiche (prima orali, poi scritte) e si può eventualmente attuare un riconoscimento precoce del DSA. La lingua, come ben si sa, è lo strumento fondamentale del pensiero, dell’apprendimento, del rapporto con se stessi, con gli altri, con il mondo: se non si padroneggia la lingua nel parlato, nello scritto, nella lettura, si hanno difficoltà crescenti e non si verifica piena inclusione.
È inoltre questa la fascia d’età in cui emergono le difficoltà sul piano dell’apprendimento e si accrescono fino a diventare veri problemi, coinvolgendo anche e soprattutto la sfera emotiva.

Il progetto si sviluppa per tutta la durata dell’anno scolastico, coinvolge tutti i quattro plessi dell’istituto (oltre a un gruppo di controllo per i due ordini di scuola istituito presso il viciniore Istituto Comprensivo di Sant’Angelo in Vado di cui sono reggente), si articola in modo simile per la scuola dell’Infanzia e per la scuola Primaria:

  • Somministrazione delle Prove verbali individuali (periodo ottobre/novembre)
  • Svolgimento del percorso fiaba della durata di circa 10 incontri con cadenza indicativamente settimanale (periodo novembre/aprile) a cui si aggiunge la realizzazione del libro illustrato della fiaba inventata. 
    Indicativamente le tappe fondamentali sono queste:
    - Racconto della fiaba originale, comprensione e rielaborazione
    - Individuazione delle sequenze e degli elementi principali (Ambiente, Protagonista, Antagonista, Aiutante, Mezzo magico, Finale)
    - Realizzazione di cartelloni e carte da gioco per ricostruire il racconto
    - Conversazione e rielaborazione dei singoli elementi individuati e quindi realizzazione di carte da gioco per inventare nuove storie
    - Invenzione di nuove storie
    - Scelta di una delle storie e realizzazione del libro illustrato con varie tecniche
  • Somministrazione delle Prove verbali individuali (periodo aprile/maggio).

Come sono state coinvolte le famiglie? E qual è stata la loro risposta?

I genitori sono stati informati del progetto e delle sue finalità, hanno dimostrato di apprezzare il lavoro svolto a scuola e hanno collaborato con le insegnanti. Agli alunni è piaciuto moltissimo.

Com’è nata la scelta della fiaba?

La fiaba è da sempre un canale privilegiato per arrivare al cuore e alla mente dei bambini di ogni tempo e di ogni luogo.
Oggi i bambini vogliono tutto e subito, non hanno pazienza: la fiaba, invece, nutre il perduto senso di attesa e meraviglia. Oggi i bambini smettono troppo presto di chiedersi il perché delle cose: la fiaba pone invece di fronte a scelte e a problemi. La fiaba aiuta ad arricchire il lessico spesso povero, a stimolare la fantasia spesso stereotipata, a promuovere la capacità di argomentazione, a parlare con gli altri, ad ascoltare, a capire e a farsi capire. Insomma si è deciso di lavorare con la fiaba perché è vicina alla realtà di ogni bambino, è stimolante e coinvolgente, offre la possibilità al bambino di identificarsi quindi di esternare i propri vissuti, le proprie emozioni, anche quelle negative, e di rielaborarle positivamente. La fiaba inoltre consente di sperimentare il mondo magico della fantasia senza limiti e giudizi o pregiudizi, ha una struttura lineare e stabile, presenta una netta classificazione dei personaggi (bene/male) e un lieto fine, la sua sequenzialità è semplice e “smontabile”, offre la possibilità di lavorare sui suoi singoli elementi e si presta a una trasversalità didattica.
È vero che la fiaba ha sempre fatto parte della didattica ordinaria, ma con questo progetto essa diventa la protagonista di un coinvolgente percorso d’apprendimento, sicuramente più consapevole, monitorato grazie alle prove create e somministrate periodicamente, più sentito e condiviso grazie alla programmazione per competenze che chiama in causa tutti i linguaggi dei vari ambiti disciplinari.

Avete predisposto dei momenti formativi per gli insegnanti?

Assolutamente sì: a livello metodologico sono stati utilissimi i corsi organizzati dall’Istituto medesimo su mia proposta e condivisione coi docenti: con il dott. Stefano Rossi per l’apprendimento cooperativo e la gestione delle classi difficili, con la dott.ssa Barbara Urdanch per la sfida ai pregiudizi nella valutazione e con la dott.ssa Margherita Bellandi per la programmazione per competenze. Io stessa ho formato le docenti dell’Infanzia e della Primaria sulle sequenze di Propp nella fiaba. A livello operativo sono state le stesse referenti del progetto, le insegnanti Chiarabini e Pierucci, a formare le insegnanti delle classi e delle sezioni coinvolte.

In conclusione, ci può anticipare qualcosa sull’andamento della sperimentazione? Il primo ciclo di osservazione triennale non è ancora concluso, ma avete già elaborato dei primi risultati intermedi?

Al termine dell’esperienza svolta in questo primo anno scolastico, il gruppo di lavoro ha raccolto i dati delle prove iniziali e finali, li ha messi a confronto tra loro e li ha analizzati rispetto ai risultati dei gruppi di controllo dell’ICS di Sant’Angelo in Vado.
Il pieno successo del progetto si è avuto principalmente per quanto riguarda l’interesse e la partecipazione attiva dei bambini alle attività proposte.
I miglioramenti delle prestazioni nelle prove verbali si sono ottenuti sia nei gruppi sperimentali che in quelli di controllo, quindi andranno rivisti e rivalutati in un percorso più a lungo termine per osservare se il divario nel progresso tende ad allargarsi a favore del gruppo sperimentale.
Nel secondo anno ormai prossimo si potenzieranno i punti forti, lavorando fin da settembre su una programmazione per competenze che farà della fiaba lo sfondo integratore dei compiti di realtà proposti, della continuità orizzontale e verticale, dei vari linguaggi disciplinari (con il coinvolgimento di tutte le docenti delle varie classi ).
Alla fine del percorso sperimentale triennale valuteremo l’incidenza sulla percentuale dei DSA presenti nell’Istituto rispetto agli anni in cui non esisteva il progetto.

Referenze iconografiche: TierneyMJ/Shutterstock

Antonella Accili

È dirigente scolastico titolare a Piandimeleto e reggente a S. Angelo in Vado. È articolista e saggista, membro del Comitato Scientifico dell'Università Poliarte di Ancona e, inoltre, vicepresidente del Centro Studi Ricerca Sperimentazione per BES e DSA di cui è fondatrice insieme a Franco Marini e a Benito Michelizza.