Un film al mese: Selma. La strada per la libertà

Titolo: Selma. La strada per la libertà
Regia: Ava DuVernay
Origine: USA 2014
Casa di Produzione: PathéHarpo FilmsPlan B EntertainmentCloud Eight FilmsIngenious Media Redgill Selma Productions
Cast: David Oyelowo, Carmen Ejogo, Oprah Winfrey
Distribuzione: Notorius Pictures
Durata: 127’
Temi: il razzismo, la segregazione razziale negli Stati Uniti, i diritti civili, la protesta non violenta
Destinazione: scuola secondaria di primo grado, ultimo anno; scuola secondaria di secondo grado

80 chilometri separano Selma, cittadina dell’Alabama dalla capitale dello stato, Montgomery. Una distanza relativamente breve, ma che divenne enorme e quasi incolmabile nella primavera del 1965 per le migliaia di manifestanti neri che intendevano compiere quel percorso con una marcia di protesta per rivendicare il diritto di voto. L’anno precedente il leader del movimento, Martin Luther King, aveva ricevuto il Nobel per la pace; il presidente Johnson aveva emanato il Civil Rights Act che riconosceva l’uguaglianza di bianchi e neri rispetto al sistema elettorale. Ma il diritto di voto per i neri in molti stati del Sud restava solo un’affermazione sulla carta, reso in realtà impossibile da una serie di atti violenti di segregazionisti e razzisti locali, che nei fatti impedivano che fosse esercitato. Ci vollero ben tre marce, per rivendicarlo. La prima, domenica 7 marzo 1965 (poi nota come Bloody Sunday), fu bloccata dall’intervento violento della polizia locale e di stato, che caricò spietatamente i manifestanti – vecchi, donne, bambini – con manganelli e gas lacrimogeno, lasciando sul suolo un morto e oltre 50 feriti. Le immagini di questa feroce aggressione entrarono in tutte le case americane grazie alla TV, e l’indignazione che si diffuse nel paese ebbe come conseguenza che, alla marcia successiva, parteciparono persone di ogni fede e colore. Ma anche questa volta, era il 9 marzo, la marcia si fermò sull’Edmund Pettus Bridge, il ponte sul fiume Alabama, per timore di altre rappresaglie da parte dei segregazionisti, schierati in forza ai bordi della strada. Dovette trascorrere un’altra settimana di discussioni, trattative, incontri fra King e il presidente Johnson, e finalmente il 16 marzo la colonna di migliaia di dimostranti si mise in marcia senza più opposizione e raggiunse dopo una settimana la sua meta, Montgomery, per festeggiare la vittoria e rendere omaggio ai caduti. Selma racconta fedelmente e con ricchezza di particolari tutto questo.

Il nome di Martin Luther King, il pastore nero leader del movimento non violento per i diritti del suo popolo, è noto a tutti; generalmente sconosciuto è invece il nome della piccola cittadina di Selma. Non è certo un caso che il film si intitoli in questo modo: il suo intento non è quello di proporci una biografia di Martin Luther King – pur offrendoci ampi stralci della sua vita privata e dei suoi tormenti personali di leader – né tantomeno di fornircene un ritratto agiografico; scopo del film è invece quello di mettere in evidenza il carattere collettivo e corale di un movimento che si batteva per dei diritti che a noi oggi appaiono ovvi, scontati, ma che solo mezzo secolo fa, in quella che si considerava come la più avanzata delle democrazie occidentali, tali non erano. La scelta della regista è proprio quella di non raccontare tutta la vita di King, né tutta la storia del movimento per i diritti dei neri, ma di concentrarsi su un periodo limitato, quello appunto delle tre marce di Selma, perché quell’episodio storico funziona come cartina di tornasole della vicenda della battaglia per i diritti civili in America. Un episodio che ne contiene tutti gli elementi fondamentali: la prudenza opportunista della presidenza, l’opposizione violenta e cieca degli integralisti del Sud, ancorati a pregiudizi razzisti, la determinazione dei neri nel rivendicare i propri diritti e la loro scelta, difficile, costosa, in certi momenti quasi incomprensibile, di non abdicare al metodo della non violenza.

Tutto ciò fa di Selma un film importante, potremmo dire “necessario” per gettare luce su questo tormentato periodo della storia americana contemporanea e per le giovani generazioni, perché siano consapevoli che la conquista dei diritti civili per le minoranze, oggi come ieri, non è un dato acquisito, ma il frutto di una partecipazione diffusa e consapevole.

Spunti didattici

Sul tema della segregazione razziale negli Usa e la conseguente lotta per i diritti civili sono numerosissimi i percorsi di approfondimento possibili. Ci limitiamo qui ad alcuni suggerimenti riferiti a materiali audiovisivi reperibili in rete, a libri e ad altri film.

In rete

  • Sul celebre discorso di Martin Luther King (testo originale sottotitolato in italiano) e sulla storia del discorso
  • Sulla vicenda di Rosa Parks (in inglese)
    video

  • Un lavoro interessante da proporre ai ragazzi potrebbe essere quello di cercare in rete foto storiche della marcia del 1965, per comporre dei collage, e per confrontarle con le immagini del film.

Libri

  • Richard Wright, Ragazzo negro, Einaudi
  • Harper Lee, Il buio oltre la siepe, Feltrinelli
  • Kathryn Stockett, L’aiuto, Mondadori

Film

  • Amistad, di Steven Spielberg, USA 1997
  • La lunga strada verso casa, di Richard Pearce, USA 1990
  • The Help, di Tate Taylor, USA 2011

Referenze iconografiche:   Photo 12 / Alamy Stock Photo

Fabio Mantegazza