La nuvola di smog di Italo Calvino
Un percorso per leggere, discutere e indagare il mondo circostante
Il percorso illustra quel movimento a fisarmonica che dalla lettura di un libro, La nuvola di smog di Calvino, conduce al confronto con l’attualità, il caso Seveso, e alla creazione di un nuovo testo: la letteratura è sempre un’occasione non tanto per avere risposte, ma per generare domande e piste di ricerca.
Un romanzo breve o un racconto lungo
Calvino pubblica La nuvola di smog nel 1958, solo un anno prima si era occupato della cementificazione selvaggia della Liguria con La speculazione edilizia: sono gli anni del dopoguerra che segnano l’inizio del boom economico, ma anche dei problemi ambientali legati alla società industriale. Temi che interessano molto l’autore che nel numero 4 del “Menabò” di Vittorini (1962) avrebbe affermato la necessità per la letteratura di porsi l’obiettivo di stare nel labirinto della modernità, descrivendolo e sfidandolo, e di non limitarsi semplicemente alla denuncia e alla rappresentazione di un mondo moderno caotico e senza via d’uscita.
Trama
Il protagonista del romanzo, di cui non sappiamo il nome, è un giornalista di provincia che ha accettato un incarico in una città del Nord: dovrà scrivere per il periodico “La purificazione”, organo dell’EPAUCI, “Ente per la purificazione dell’Atmosfera urbana dei centri industriali”. Non gli importa nulla di nulla, è cinico e disilluso: ha accettato il primo lavoro che potesse garantirgli uno stipendio e vuole svolgerlo senza spendersi troppo. All’arrivo in questa grande città è colpito dalla polvere che sembra ricoprire tutto, l’esterno delle case, le strade e le ringhiere, ma che si intrufola anche all’interno, sui mobili, sui libri, sulle persone, sulle mani persino, formando una patina appiccicaticcia. In città vive la sua avventura con Claudia, una milanese benestante che non sembra toccata dalla polvere: si muove tra feste e viaggi, senza interessarsi della città, che vive come un diversivo e un’evasione dalla sua esistenza scintillante e mondana. I due amanti provengono da mondi diversi, il protagonista vive della luce riflessa della donna, la quale non riesce a comprendere il malessere di lui, e Claudia, d’altra parte, è attratta proprio dal fatto che l’uomo appartenga a un altro ambiente sociale.
Un giorno, mentre passeggiano, accade un episodio che cambierà il modo di vedere e di vivere del protagonista:
«Fu allora che vidi quella cosa. Afferrai Claudia e il polso, stringendoglielo.
– Guarda! Guarda laggiù!
– Cosa?
– Laggiù! Guarda! Si muove! […]
– Lo smog! Gridai a Claudia. – Vedi quella? È una nuvola di smog!
Ma lei, senza ascoltarmi, era presa da qualcosa che aveva visto volare, uno stormo di uccelli, e io restavo lì affacciato a guardare per la prima volta dal di fuori la nuvola che mi circondava in ogni ora, la nuvola che io abitavo e mi abitava, e sapevo che di tutto il mondo variegato che m’era intorno solo quella mi importava».
(Italo Calvino, La nuvola di smog . La formica argentina, Mondadori 2023, pp. 40-41)
Questo è il momento chiave del romanzo, in cui il protagonista ha una rivelazione: la nuvola di smog esiste, è reale e lui ne fa parte. Così, dal disinteresse iniziale, passa all’impegno attivo contro lo smog, che, scoprirà, è soffiato sulla città proprio dal presidente dell’ente per cui lavora, il signor Cordà, amministratore delegato di una fabbrica metalmeccanica. Il giornalista nel suo tentativo di denunciare la situazione si trova isolato e la sua lotta appare un’impresa titanica: Claudia non lo capisce, i suoi colleghi si accontentano di evadere dalla città andando a sciare, gli operai stessi ai quali si avvicina hanno un atteggiamento rinunciatario e vivono nell’attesa di una rivoluzione che stenta a venire. Però, rispetto alla battaglia giornalistica contro l’inquinamento in cui si impegna, i lettori sembrano preferire riviste patinate e notizie mondane. Il finale è aperto e onirico: un lunedì il protagonista, seguendo i carri dei lavandai, arriva al paese di Barca Bertulla, una borgata di campagna, appena fuori dalla città e dalla nuvola di smog. Giunto fuori dall’abitato, oltre i pioppi vede un prato veleggiante di bianco, segue il sentiero tra i campi
«dove le donne come vendemmiassero passavano coi cesti a staccare la biancheria asciutta dai fili, e la campagna nel sole dava fuori il suo verde tra quel bianco, e l’acqua correva via gonfia di bolle azzurrine. Non era molto, ma a me che non cercavo altro che immagini da tenere negli occhi, forse bastava».
(Italo Calvino, La nuvola di smog. La formica argentina, Mondadori 2023, p. 71)
Perché leggerlo e come leggerlo
Si propone un percorso effettivamente realizzato in una classe terza del liceo scientifico, indirizzo di scienze applicate - opzione biomedico, all’interno di un progetto condiviso con una classe quarta di un altro liceo classico cittadino.
Nel corso del primo biennio alla classe era già stata proposta la lettura di alcuni testi di Calvino tratti da Collezione di sabbia (Oscar Mondadori 2023), in cui l’autore savonese sperimenta il giornalismo culturale, con gli obiettivi riassunti in questa tabella.
La classe aveva già sviluppato dunque una certa familiarità con l’apparente semplicità dello stile di Calvino, con lo svolgimento lineare e progressivo, senza flashback e analessi, e con l’irrequieta mobilità della sua prosa. Anche se nei testi non fiction di Calvino il livello di narratività è sempre molto alto, tanto da annullare la distanza tra fiction e non fiction, tuttavia la misura del romanzo è certamente diversa. La nuvola di smog, per usare le parole che lo stesso Calvino scrisse per la sovracopertina dell’edizione del 1964, «è un racconto continuamente tentato di diventare qualcos’altro: saggio sociologico o diario intimo; ma a questa tentazione Calvino riesce sempre a opporre la sua tattica difensiva, a base di gags comiche e scrollate di spalle, che gli permette di restare sospeso in quel clima che gli è proprio, tra trasfigurazione simbolica, attualità colta dal vero, sfogo d’amore e poema in prosa».
Anche per questo ho scelto di leggere passo passo il romanzo insieme alla classe e di negoziarne insieme via via i significati. Mi sembrava il romanzo adatto per poi innestare un percorso di ricerca e analisi del mondo contemporaneo, che sfociasse in un compito autentico.
Leggere, dialogare in classe e dialogare da remoto
Ho scelto la lettura condivisa in classe: ogni settimana ho proposto la lettura di alcuni capitoli che poi venivano discussi in classe, tramite domande stimolo o organizzatori grafici del WRW. Questo tipo di lettura permette di accompagnare e costruire l’interpretazione e concorre alla creazione della comunità ermeneutica. Dopo un primo momento di condivisione in gruppi, il confronto in plenaria consente di mettere in evidenza i risultati raggiunti da ciascuno e di giungere a un’interpretazione condivisa.
Si osservi, a titolo di esempio, il lavoro proposto a gruppi dopo la lettura individuale del primo capitolo.
Parallelamente alla lettura e discussione in classe, abbiamo sperimentato il dialogo da remoto su file condiviso: di settimana in settimana ho pubblicato domande sul brano letto, a cui i ragazzi e le ragazze hanno risposto utilizzando il loro nome de plume. Questo strumento ha permesso di condividere analisi e riflessioni con la classe dell’altro liceo cittadino con cui stiamo lavorando dall’inizio dell’anno (il primo esperimento era stato con la lettura de Le piccole virtù di Natalia Ginzburg): la scrittura dietro anonimato ha garantito una maggior libertà di espressione, soprattutto in risposta alle domande che richiedevano connessioni personali. Ecco un esempio di discussione, sempre sul primo capitolo.
Attraversare il testo e cercare connessioni: dal caso Seveso al mondo che ci circonda
La nuvola di smog è un testo piuttosto breve e permette di essere concluso, anche con un lavoro così analitico in classe, in circa un mese. Al termine della lettura ho proposto alla classe, nell’ambito di educazione civica, di studiare il “caso Seveso”: il 10 luglio 1976, una nube tossica contenente TCDD, diossina fuoriuscì da uno dei reattori di una fabbrica di Meda, l’ICMESA (Industrie Chimiche Meda Società Azionaria). Il disastro di Seveso obbligò Italia ed Europa a stabilire regole e protocolli per le aziende che lavorano con sostanze pericolose; dalla situazione creatasi e dagli errori commessi (a un’intera comunità per giorni venne nascosto che cosa era accaduto, e solo in seguito vennero evacuate per un anno intere famiglie) nacquero importanti discussioni etiche che spaccarono il Paese in due.
Per l’analisi e il confronto in classe abbiamo ascoltato insieme il podcast Seveso 1976, l’estate della diossina di Stefano Nazzi, e realizzato un’intervista a una testimone del disastro che al tempo era bambina. Ho poi fornito questo elenco di indicazioni bibliografiche per l’approfondimento singolo e a gruppi.
Il lavoro finale
L’analisi del caso Seveso e i diversi testi che abbiamo analizzato (podcast, articolo di giornale, saggio, blog) hanno fornito il modello per il lavoro finale al quale lavoreranno le due classi insieme, suddivise in gruppi misti. Questa la traccia:
Dovrete presentare un lavoro che abbia come titolo una frase o una parola tratta dal racconto lungo che abbiamo letto (La nuvola di smog) e che racconti e sviluppi un problema ambientale o sociale del nostro territorio.
Potrete usare qualsiasi tipo di testo (audio/video/grafico/articolo di denuncia/testo narrativo/graphic novel).
Dovete avere chiaro che:
- non vi rivolgete a un pubblico di specialisti, ma a un pubblico di vostri coetanei e di adulti;
- il vostro compito è sensibilizzare e informare, l’intenzione deve essere la consapevolezza e la denuncia del problema (ma non denuncia fine a sé stessa; provate a ipotizzare anche soluzioni);
- a corollario del vostro lavoro, dovrete consegnarci un testo di metacognizione e riflessione sul lavoro;
- ciascun gruppo avrà a disposizione massimo 20 minuti per presentare il progetto.
I progetti realizzati verranno presentati dalle due classi a fine maggio e l’incontro pomeridiano sarà aperto anche a studenti e studentesse di altre classi. Il percorso che si è cercato di illustrare è un esempio di quel movimento a fisarmonica che dal testo porta al mondo e alla creazione di un nuovo testo: la letteratura è sempre un’occasione non tanto per avere risposte, ma per generare domande e piste di ricerca.
Referenze iconografiche: ArtMari/Shutterstock