Ernest Hemingway, Festa mobile

Titolo: Festa mobile
Autore: Ernest Hemingway
Editore: Mondadori
Temi: il mestiere di scrittore, la vita da artista, l'amicizia tra artisti, la giovinezza, l'amore
Destinazione: SSSG (IV e V anno)

L'età d'oro della giovinezza trascorsa nella ville lumière. Un baule di scritti smarrito alla stazione dei treni. Una memoria intaccata dalla depressione, dall'alcool e dagli elettroshock. Le dita che sulla tastiera non battono più il tempo di quella musica che sembrava infinita. Una vita senza scrittura non più degna di essere vissuta.
Ecco il paesaggio interiore che ha fatto da sfondo alla stesura di Festa mobile, l'ultima e incompiuta impresa letteraria di Ernest Hemingway. Scritto a circa sessant'anni e interrotto dal suicidio dell'autore, si tratta di un romanzo autobiografico di formazione che narra in una serie di sketch (bozzetti, schizzi) l'apprendistato di vita e d'arte del poco più che ventenne scrittore nella Parigi degli anni venti.

Edizioni

Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1964 a cura dell'ultima moglie, Mary Hemingway, che d'accordo con l'editore intervenne piuttosto pesantemente sui testi del marito.
La nuova versione che possiamo leggere oggi, invece, è del 2009 ed è curata, con criteri più rigorosi e rispettosi del testo, dal nipote dello scrittore, Sean Hemingway. Questa edizione ripristina l'ultima stesura dattiloscritta dell'autore, a cui mancava però titolo, capitolo introduttivo e finale. Consta di quindici brevi capitoli, seguiti da altri dieci (di cui otto inediti) di scene parigine che lo scrittore aveva deciso di non includere nel libro.

Il titolo

Lo scrittore tra amici e familiari chiamava il libro su cui stava lavorando come The Paris sketches. Ma gli aveva dato anche un titolo provvisorio, "L'occhio precoce e l'orecchio (Com'era Parigi ai primi tempi)", in cui è possibile leggere l'importanza che hanno avuto altre arti della Parigi di allora, in particolare la pittura e il jazz, sull'apprendistato letterario del giovane scrittore.
Il titolo che noi conosciamo, invece, fu scelto da Mary Hemingway ed è una citazione da una lettera del marito: «Se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, dopo, ovunque tu passi il resto della tua vita, essa ti accompagna perché Parigi è una festa mobile». Ma cos'è una "festa mobile"? È la celebrazione - a data variabile - di un evento che nell'immaginario personale o collettivo riveste un significato mitico: la manifestazione della pienezza della vita. E per Hemingway la vita – nelle sue dimensioni fondamentali - arte, amore, natura, amicizia, gioco - si manifestò in tutto il suo fulgore, toccando il culmine mai più eguagliato, negli anni giovanili vissuti nella ville lumière. Un'età dell'oro, una condizione originaria di felicità di scrittura e d'amore, un paradiso terrestre perduto, eppure attraverso la trama del racconto ancora aperto e vicino. Ma, come dice Montale, il filo della memoria è sottile e facile a rompersi, soprattutto se si è vecchi, malati e orfani di quel divino talento che si è avuto in sorte.

Vivere a Parigi negli anni venti

La Festa mobile è la Parigi degli anni venti, unica e irripetibile, come la vita fatta opera d'arte. In quella città, crogiolo di artisti provenienti da tutto il mondo, il giovane Ernest faceva visita a Ezra Pound e incontrava al ristorante Joyce; per trarre ispirazione dai maestri della pittura antica e contemporanea passava ore davanti ai capolavori del Louvre o ai quadri della collezione di Gertrude Stein; di giorno se ne stava in ritiro solitario a scrivere in una mansarda sgangherata e di notte era un festaiolo e avventore di jazz club; comprava libri usati sulla riva sinistra della Senna oppure li prendeva in prestito (a pagamento) in una biblioteca circolante; vero flaneur, vagava per le stradine in cerca di nuda vita (ma sempre casta) e a sera ritornava al nido domestico dove l'aspettava la paziente, giovane moglie; faceva la fame e la faceva fare a lei ma, in fin dei conti, come dice lui stesso, erano "molto poveri e molto felici".

Amici scrittori

Hemingway nella sua vita ha stretto i legami d'amicizia più forti con soldati, sportivi e appassionati di caccia e pesca. Ma di queste unioni il libro non parla, perché si concentra su quella particolare amicizia che si viene a creare talvolta tra gli scrittori e che è spesso attraente e formativa ma sempre difficile.
Gli amici artisti a cui il giovane Hemingway dedica più pagine sono altri scrittori per lo più americani: Francis Scott Fitzgerald, Gertrude Stein e Ezra Pound.
Fitzgerald è il personaggio più a tutto tondo di questi bozzetti parigini e vi appare come scrittore di talento, uomo tarlato da mille insicurezze, marito logorato dall'amore funesto per la moglie Zelda, mentalmente instabile e gelosa della sua scrittura. Hemingway prova per lui un misto di tenerezza e insofferenza.
Gertrude Stein, più anziana di Ernest, ambiziosa e sicura di sé, è invece una sorta di guida letteraria del giovane scrittore. Questi però dovrà infine ammettere che "non c'è un grande futuro nell'amicizia tra uomini e grandi donne".
Infine Ezra Pound, "l'uomo che credeva nel mot juste" e diffidava degli aggettivi, oltreché poeta e studioso d'Oriente, mecenate di tanti pittori e letterati, tra cui T. S. Eliot, per il quale mette in piedi una colletta allo scopo di salvarlo dal lavoro in banca.

Vita e letteratura

Se per alcuni scrittori la letteratura rappresenta una via alternativa o un antidoto alla vita, per Hemingway la letteratura è vita potenziata e volontà di vivere, si inscrive nella vita e della vita è imbevuta: ne è emblema l'immagine del giovane scrittore intento a scrivere i suoi racconti, spesso a digiuno, al tavolino di un caffè o di una taverna in mezzo al chiacchiericcio e al viavai. Hemingway vive sostanzialmente per due cose: per esplorare il mondo e per scrivere, tant'è che quando capisce di non poter fare più né l'uno né l'altro si toglie la vita.

L'apprendistato di un mestiere

Hemingway è un giovane poco più che ventenne che sta cercando la sua strada, che fa sacrifici e compie scelte drastiche, come quella di licenziarsi dal lavoro di giornalista (e far patire la fame alla giovane sposa), pur di inseguire la propria passione, pur di riuscire bene in ciò per cui sente di essere portato. Ma per combinare qualcosa di ben fatto o per avere successo nella vita ci vuole sì talento, ma anche sudore, disciplina e forza di volontà. In effetti, non ci sono orari di lavoro quando ami il tuo lavoro. E lo fai anche se ti fa guadagnare quasi niente o meno di un altro lavoro più pagato.

Due cuori in una capanna

I soldi non sono tutto, anzi portano guai, dice il vecchio Hemingway guardando indietro alla "Parigi dei bei tempi andati, quando eravamo molto poveri e molto felici". E racconta che il successo e la frequentazione del jet set dei ricconi, seguito alla pubblicazione del suo primo romanzo, Fiesta, spazzò via la felicità, se non della scrittura, certamente del primo grande amore della sua vita. A risplendere nella memoria non è il mondo dorato della plutocrazia, ma sono due cuori in una capanna, ovvero due giovanissimi sposini in una soffitta di Parigi con un pasto al giorno e la preoccupazione di rimediare della legna per scaldarsi.

Attività

  • Discussione su temi di attualità: Oltre alla classica analisi di un personaggio del libro (per esempio Fitzgerald, Stein o Pound) si potrebbe discutere in classe un tema di attualità partendo proprio dal punto di vista del narratore o di un personaggio. Questo dibattito diventerebbe un buon punto di partenza per una ricerca di tipo storico-letterario volta a stabilire il comune sentire di un'epoca su quel determinato argomento, attraverso il confronto con altre opere letterarie e/o scientifiche dello stesso periodo storico. Alcuni temi sono: l'autorappresentazione o lo stereotipo dell'artista, i capelli lunghi come atteggiamento anticonformistico, il vino come valore o disvalore, l'omosessualità ecc.
  • Analisi di tipo "filologico": il testo che noi oggi leggiamo è il libro originale scritto dall'autore? Ma esiste il libro originale? Si proponga un confronto tra la prima e la nuova edizione, dapprima esaminando l'indice per accertare differenze macroscopiche (numero, scelta, ordine e titoli dei capitoli) e poi comparando alcuni passi delle due edizioni per farsi un'idea di quanto e come può influire sul testo l'intervento dell'editore (per questa comparazione ci si aiuti con i brani segnalati nell'introduzione all'ultima edizione Mondadori).

Referenze iconografiche:  Stefano Bianchetti / Bridgeman Images

Stefano Pattini

È laureato in Storia del teatro greco e latino, ha lavorato per alcuni anni in campo teatrale. Attualmente è insegnante di Italiano e Storia presso l'IIS Giorgi di Milano.