L’Educazione civica come laboratorio di valutazione integrata
Repertorio di evidenze per primo e secondo ciclo
La finalità formativa
Gli esiti dell’Educazione civica di una persona si rilevano attraverso i suoi comportamenti: chi potrebbe non concordare con questa affermazione?
La legge 20 agosto 2019, n. 92, fin dalle prime righe chiarisce la finalità formativa della nuova disciplina: «L'Educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri» (art. 1, c. 1). Tale finalità formativa viene ribadita qualche riga dopo quando la legge sottolinea che la conoscenza dei contenuti della Carta costituzionale è finalizzata a «sviluppare negli alunni competenze ispirate ai valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà» (art. 4, c. 1).
Vi è dunque un riferimento esplicito alle competenze della persona, che determinano il suo ruolo più o meno attivo nella vita sociale.
In questo contributo illustreremo l’importanza di una valutazione per apprezzare tali competenze e per stimolarne la crescita, a supporto di una didattica per promuoverle.
Quale valutazione?
Nel nostro precedente articolo Per una valutazione integrata si parlava di una valutazione capace di superare il “doppio binario” valutativo (valutazione delle conoscenze versus valutazione delle competenze) per poter restituire, attraverso strumenti diversi dal voto e a esso complementari, la ricchezza del profilo degli apprendimenti di una persona e di un cittadino, piuttosto che il solo esito dell’accertamento delle conoscenze possedute da un bravo studente.
Questo approccio valutativo, basato sui principi della valutazione formativa e della valutazione autentica, veniva associato a un ambiente di apprendimento learner centered, capace di attivare e mobilitare una varietà di risorse della persona (conoscenze, abilità, competenze metodologiche trasversali e competenze culturali).
Riteniamo che l’Educazione civica possa rappresentare il laboratorio privilegiato di questo cambio di prospettiva, in quanto si pongono come prescrittive almeno due condizioni:
- la considerazione prioritaria nei confronti dei "comportamenti" degli studenti che abbiamo evidenziato nelle righe precedenti;
- l’integrazione degli sguardi di più docenti: l’Educazione civica è infatti una disciplina collegiale che richiede un unico voto in decimi, formulato dal docente coordinatore dell’insegnamento dopo aver acquisito elementi conoscitivi dai docenti del team o del Consiglio di Classe cui è affidato l'insegnamento stesso.
Per riuscire a rilevare comportamenti e non solo conoscenze, così come per evitare il rischio della media aritmetica tra i voti dei diversi docenti secondo la logica della valutazione di profitto, potrà essere utile ricorrere all’approccio della valutazione integrata, basato non soltanto sull’accertamento di conoscenze attraverso verifiche, ma anche e soprattutto sull’osservazione attraverso evidenze di competenza di processo condivise dai docenti chiamati a decidere insieme l’unico voto di Educazione civica. A tale proposito le Linee Guida propongono «rubriche e griglie di osservazione che possono essere applicate ai percorsi interdisciplinari, finalizzate a rendere conto del conseguimento da parte degli alunni delle conoscenze e abilità e del progressivo sviluppo delle competenze previste nella sezione del curricolo dedicata all’Educazione civica.» (All. A - Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica, pp. 4 e 5).
I traguardi e i nuclei dell’Educazione civica
Le Linee Guida prevedono dodici traguardi per il primo ciclo (All. B) e quattordici traguardi per il secondo ciclo (All. C), organizzati intorno a tre nuclei che definiscono con chiarezza un territorio dell’Educazione civica ampio e variegato, aperto a problematiche emergenti della nostra contemporaneità: la Costituzione Italiana, la Cittadinanza digitale e la Sostenibilità ambientale e sociale (per il secondo ciclo un traguardo è dedicato all’Agenda 2030 non come oggetto di conoscenza ma come bussola per compiere “scelte di partecipazione alla vita pubblica”).
La natura dei traguardi e dei tre nuclei sollecita un collegamento reticolare con tutte le competenze chiave europee, non soltanto con quelle direttamente richiamate dai tre nuclei (competenza in materia di cittadinanza; competenza digitale; competenza matematica, in scienze, tecnologia e ingegneria), ma anche con tutte le altre. Infatti, per esercitare gli atteggiamenti di partecipazione richiesti dalla legge 92 sono fortemente in gioco la competenza comunicativa anche multilinguistica, quella personale e sociale, la competenza imprenditoriale, la capacità di imparare a imparare e, infine, la competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali, importante sia per la tutela e salvaguardia del patrimonio culturale sia per i processi – apparentemente opposti ma in realtà tra loro correlati – di costruzione dell’identità dei popoli e di apertura all’alterità, in chiave interculturale.
La nostra proposta: il Repertorio di evidenze per l’Educazione civica
Per i traguardi dell’Educazione civica, così come accade per le altre competenze del profilo al termine del primo ciclo e al termine del secondo ciclo, occorre porsi un’importante domanda: in che modo ne rileviamo il raggiungimento?
Come dice Wiggins (2004a, p. 32), nel modello del curricolo a ritroso (nel quale si iscrive anche il curricolo di Educazione civica, per la sua natura orientata alle competenze), dopo aver stabilito i risultati attesi – i traguardi appunto – occorre determinare le evidenze di accettabilità del loro raggiungimento e organizzare le esperienze di apprendimento che rendano possibile osservarle.
Nel nostro precedente articolo, già citato, avevamo definito le evidenze come comportamenti osservabili che testimoniano uno specifico agire competente, rispondendo alla domanda dei docenti: “Da che cosa ci accorgiamo che l’alunno/a sta agendo in modo competente?”. Una raccolta, piuttosto vasta, di queste evidenze è contenuta nei repertori sinottici (vedi allegato 1), che le presentano ordinandole in base alle competenze chiave europee. I repertori possono costituire una valida base di partenza per individuare evidenze dei traguardi dell'Educazione civica, operando un’analisi della natura del traguardo stesso (attraverso le sue parole chiave e il suo rapporto con il nucleo di riferimento) ed esaminandone parallelamente le implicazioni con le competenze chiave europee.
Questo lavoro di analisi e, dove necessario, di rimodulazione o costruzione, ha prodotto un Repertorio di evidenze per l’Educazione civica, utile per valutare il raggiungimento dei traguardi del primo ciclo di istruzione (vedi allegato 2) e del secondo ciclo di istruzione (vedi allegato 3).
L’aspetto che ci sembra più interessante di questo repertorio è il suo collegamento diretto con le competenze chiave europee: mette in luce come l’Educazione civica sia fatta di alcuni comportamenti (evidenze) che vengono riaggregati sulla base degli specifici traguardi suggeriti dalle Linee guida e in funzione di una prospettiva civica e multidisciplinare “di cittadinanza attiva”.
Questa visuale ci sembra restituire bene il carattere “trasversale” della disciplina Educazione civica così come è stato delineato nella legge 92.
Esempio di evidenze valutative e compiti autentici
Consideriamo ora, ad esempio, il traguardo 5 per il primo ciclo: “Promuovere il rispetto verso gli altri, l’ambiente e la natura e riconoscere gli effetti del degrado e dell’incuria” (che possiamo ascrivere al nucleo Sviluppo sostenibile).
Attraverso quale evidenza si può rendere praticabile e osservabile tale traguardo? Dai repertori attingiamo a questa evidenza: Effettuare osservazioni e semplici monitoraggi in contesti di esperienza inerenti al benessere personale, sociale, ambientale e diffonderne gli esiti, adatta sia per la secondaria di primo grado sia per la primaria (in questo secondo caso senza la specifica “sociale”). Compiti autentici cui è possibile applicare nell’osservazione questa evidenza sono quelli in cui, individuato un problema, si ipotizzano e si applicano possibili soluzioni condivise, monitorandone gli esiti. Proponiamo ora due esempi di compito autentico:
- l’Amministrazione comunale chiede agli studenti di ridurre i consumi di risorse per evitare lo sfruttamento della natura oltre che per diminuire i costi gestionali dell’Ente stesso e delle famiglie; si decide conseguentemente di progettare la riduzione a casa/scuola dei consumi elettrici attraverso l’analisi, la pratica e il monitoraggio periodico da parte degli studenti dei comportamenti necessari e dei risultati;
- si rileva che il giardino della scuola richiede maggiore rispetto e cura da parte degli studenti, si individuano alcune soluzioni: realizzare cartelloni informativi, aumentare il numero dei cestini e creare ruoli di controllo che gli studenti a turno assumeranno. Gli studenti nelle settimane successive osservano e registrano i cambiamenti in corso.
Interdisciplinarità e valutazione integrata
Pensiamo che, ai fini di rendere la valutazione meglio integrata, un compito autentico come quelli presentati possa essere sviluppato in forma di UdA interdisciplinare con la partecipazione di tre/quattro discipline pertinenti e occupare magari la metà delle 33 ore annuali da dedicare all’Educazione civica. L’altra metà delle ore potrebbe essere gestita singolarmente dalle discipline oppure con un altro compito sviluppato in forma di UdA interdisciplinare.
Ciascun compito autentico sarà progettato in modo da permettere di valutare più di un traguardo, avvalendosi di evidenze pertinenti. Per esempio, il primo compito sopra proposto consentirà di valutare anche il traguardo 4 del primo ciclo “Comprende la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile, rispettoso dell’ecosistema, nonché di un utilizzo consapevole delle risorse ambientali”, utilizzando una evidenza come Mettere in atto comportamenti corretti e responsabili e farsi promotori di abitudini a minore impronta ecologica rispetto al consumo di acqua, energia, risorse varie e al trattamento dei rifiuti.
Gli istituti scolastici concordi con l’idea che le 33 ore di Educazione civica possano essere realizzate attraverso UdA interdisciplinari trarranno utilità dalla stesura di un canovaccio di UdA che vada a focalizzare via via negli anni scolastici traguardi diversi, coprendoli tutti ed esaurendo così l’area di tutti e tre i nuclei.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
- Da Re F., Costituzione e Cittadinanza per educare cittadini globali, Pearson Academy Torino-Milano 2019.
- Ferrari A., Zanchin M.R., La valutazione integrata. Tra discipline e competenze: una guida metodologica operativa.
- Ferrari A., Zanchin M.R., Per una valutazione integrata. Una prospettiva per coniugare valutazione delle conoscenze e delle competenze, Folio.net (Anno 9 - N.5), Pearson.
- Legge n. 92, 20 agosto 2019, Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica.
- Decreto 22 giugno 2020, Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, ai sensi dell’articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, All. A, All. B, All.C.
- Wiggins, G., & McTighe, J., Fare progettazione: la “teoria” di un percorso didattico per la comprensione significativa. LAS, Roma 2004.
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