Chi è l’altro? Il diverso da sé? In una società come la nostra fatta di stereotipi patinati, di omologazione culturale, l’altro, il diverso da sé spaventa, è visto come una minaccia, un pericolo perché non troviamo un confronto soddisfacente e rassicurante, non troviamo il consenso. Secondo il filosofo Emmanuel Lévinas, l’altro, colui che è diverso, rappresenta per noi un’esperienza irripetibile, di cui dobbiamo assumerci la responsabilità, perché nell’incontro con l’altro c’è il riconoscimento dell’umano che è in noi e negli altri. La negazione dell’altro è la distruzione della nostra umanità. Il modello proposto dalla società moderna invece è caratterizzato dall’egocentrismo morale dell’io incentrato su sé stesso. Assorbiti in toto dai nostri interessi, neghiamo il dialogo e l’ascolto e cadiamo nel pregiudizio, nel rifiuto dell’altro e del confronto con esso.
Come insegnare che la diversità va vissuta come ricchezza, e non come ostacolo, minaccia, pericolo e fonte di disagio? Come educare i nostri studenti a non avere il timore di mettere in discussione sé stessi nel confronto con l’altro e con il diverso da sé? La lettura può essere un potente mezzo per innescare una riflessione su di sé e sul proprio modo di vedere gli altri. I libri suggeriti in questa lista sono centrati sulla presenza dell’altro, che per svariate ragioni appare diverso: per una disabilità, per un trauma infantile, per uno scherzo crudele della natura, per un modo alternativo di vivere, per un’adolescenza imperfetta o una maturità negata.
Scuola secondaria di primo grado
Susin Nielsen, Gli ottimisti muoiono prima, Il Castoro 2017
Scontrosa, pessimista e paranoica al limite dell’assurdo, la cinica Petula vivrebbe dentro una bolla protettiva, lontana da imprevisti e problemi. La rabbia e il dolore provocati da un incidente familiare, del quale si sente responsabile, la convincono che a esser pessimisti ci si azzecca sempre perché il lato negativo dell’ottimismo è che ti rende cieco ai segnali di pericoli in avvicinamento. La vita di Petula prosegue così fino a quando la scuola la obbliga a seguire degli incontri di arte-terapia per ragazzi alquanto singolari o come direbbe lei – fuori di testa – durante i quali conosce Jacob, un ragazzo bellissimo, pieno di umorismo ed energia e con un doloroso segreto. L’amore e le nuove amicizie sono dietro l’angolo per dare finalmente una svolta alla sua vita, ma quanto è disposta a rischiare Petula per dimenticare il passato e guardare al futuro con più ottimismo? Questo ultimo libro della Nielsen è un racconto divertente, folle ma al contempo profondo, che regala una visione vera su come molte volte un’esperienza traumatica possa condizionare profondamente la vita di ragazzi insicuri. La scrittura dell’autrice è scorrevole, fluida e va dritta al punto.
L’incontro con un’altra persona, che ci aiuta a superare paura e solitudine, che ci invita a guardare con occhi fiduciosi la vita e le opportunità che essa offre, sono il tema proposto dal libro. Grazie a Jacob che nasconde una profonda sofferenza dentro di sé, Petula riuscirà a superare le sue insicurezze e affacciarsi al mondo con un nuovo entusiasmo.
R. J. Palacio, Il libro di Christopher, Giunti editore 2016
Il libro rientra nella trilogia dei racconti legati a “Wonder”, opera di grande successo nell’editoria per ragazzi. In questo caso la vicenda ci viene descritta secondo il punto di vista di Chris, migliore amico da sempre di Auggie, anche se, come tutti i lettori di Wonder sanno, a volte non è per niente semplice essere suo amico. I rapporti tra i due amici si sono allentati a causa del trasferimento di Christopher e della sua famiglia in un’altra città. Non è un buon periodo per Chris: i genitori si stanno separando, a scuola è vittima di bullismo e i suoi voti non sono soddisfacenti. Sarà proprio Auggie a tirarlo fuori da un sicuro fallimento scolastico, spiegandogli in un pomeriggio un intero argomento per il compito di matematica. Auggie è il diverso che supera le barriere della diversità, dimostrando come l’amicizia sia sempre e comunque un dono tra persone che si affidano le une alle altre, oltre i timori, le debolezze e i pregiudizi. Si riconferma anche in questo libro lo stile leggero e scorrevole dell’autrice, che affronta temi importanti con una misura e un tono adatti anche a un bambino.
Giacomo Mazzariol, Mio fratello rincorre i dinosauri, Einaudi 2016
Per scrivere questo libro, Giacomo Mazzariol non ha dovuto inventare nulla, gli ci sono voluti dodici anni per imparare a vedere suo fratello Giovanni, per capire che era un supereroe “speciale”, con capacità diverse da quelle di tutti. I “superpoteri” del fratellino sono l’entusiasmo travolgente con cui affronta giorno dopo giorno la vita, il modo in cui osserva il mondo e il potere di rendere Giacomo felice, come se portasse il sole in tasca ogni giorno. Giovanni è affetto dalla sindrome di Down.
Giacomo, detto anche Jack, racconta con delicatezza e tenerezza la quotidianità di Giovanni in un racconto familiare che assume la forma di un romanzo di formazione. Tutto inizia in un parcheggio, quando il papà comunica a Giacomo e alle due sorelle che presto avranno un fratellino e che sarà un fratellino “speciale”. Quando nascerà Giovanni sarà davvero speciale, nel modo di essere, nell’aspetto. Per alcuni anni Giacomo non rivelerà a nessuno di avere un fratello, perché si vergognerà che quello che lui immaginava come il suo piccolo supereroe abbia perduto tutti i poteri. Ma una serie di coincidenze insegneranno a Giacomo che nella vita ci sono cose che non si possono governare e che vanno prese come vengono, ma che si può sempre scegliere di amare, amare senza condizioni. Bisogna farlo e basta, per poter affrontare la vita a testa alta, come il dinosauro dal lungo collo tanto amato da Giovanni.
Bianca Pitzorno, Re Mida ha le orecchie d’asino, Mondadori 2010
Il libro è una storia di fanciullezza e adolescenza ambientata negli anni cinquanta su un’isoletta del Mediterraneo. La protagonista, Làlange, nata e cresciuta su quest’isola, vi torna alla fine del primo anno delle medie per trascorrere con la famiglia le vacanze estive. Notizia inaspettata, quanto elettrizzante, anche la bella e irraggiungibile cugina più grande, Tilda, trascorrerà le sue vacanze sull’isola. Làlange da sempre aveva desiderato potersi avvicinare a lei, ma fino ad allora non le era mai riuscito. L’incontro con Tilda cambierà la vita di Làlange, che infatti si ritroverà a vivere un’estate piena di intrighi e segreti, impelagata in un turbinio di inganni e malintesi. Làlange sarà trascinata in un vortice di emozioni contrastanti, più grandi di lei, non sospettando ancora quanto possono essere pericolosi i segreti di una quattordicenne. I segreti hanno un ruolo centrale in questa storia, rendendola ricca e coinvolgente. In questo romanzo di formazione la protagonista si pone diversi interrogativi e riflette sui cambiamenti che la riguardano. Il tema dell’incontro con l’altro qui è declinato nei termini della differenza di età e di livello sociale.
Scuola secondaria di secondo grado
Mark Addon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Einaudi 2005
Il romanzo si presenta come un giallo e prende avvio da una macabra scoperta. L’investigatore, il giovane Christopher, è un quindicenne di Swindon, Inghilterra, affetto dalla sindrome di Asperger. Come per tutti i ragazzi affetti da autismo, il rapporto con il mondo esterno è problematico: Christopher si agita se ci sono suoni improvvisi, ha poche amicizie, ripete sempre gli stessi comportamenti ossessivi, odia il giallo e il marrone. In compenso adora la matematica, l’astronomia e i libri gialli ed è intenzionato a scriverne uno. Vive con il padre, mentre la mamma non c’è, e secondo il racconto di suo padre è morta. Una sera il ragazzo trova nel giardino il grosso cane della vicina, la signora Shears, morto, trafitto da un forcone. Contrariamente alle direttive del padre, il ragazzo inizia a indagare con passione e a scrivere il suo libro. Cerca di raccogliere indizi, ma con scarso successo, perché nessuno dei vicini gli fornisce informazioni utili. Un pomeriggio il padre trova e legge il libro di Christopher, lo rimprovera perché gli ha disubbidito e per punizione gli sequestra e nasconde il manoscritto. Il giorno seguente Christopher approfitta dell’assenza del padre per cercare il libro; lo trova sopra l’armadio e insieme al libro, vede anche delle lettere, indirizzate a lui, scritte recentemente dalla madre: apprende così che la madre non è morta ma vive a Londra. Quella sera Christopher scopre qualcosa di importante e decide di cambiare la sua vita e di addentrarsi nel mondo caotico degli altri.
L’autore ha saputo perfettamente calarsi nei panni di questo ragazzino, in un racconto che non risulta mai artificioso o poco credibile. La struttura narrativa, caratterizzata da continue interruzioni della vicenda da parte dell’io narrante Christopher, permette di entrare nella testa del protagonista e di seguirne pensieri, deduzioni e problemi.
Nick Hornby, Un ragazzo (About a boy), Guanda 1998
Si tratta di un romanzo di formazione a doppio corsia: quella di Will e quella di Marcus. Will Freeman, trentasei anni, londinese, immaturo e superficiale, trascorre la sua vuota e ricca esistenza tra un sollazzo e l’altro. Marcus è un adolescente bizzarro e disadattato, più maturo della sua età, figlio di una hippy depressa e divorziata, con manie suicide. Per uno strano caso del destino i due si incontrano. Entrambi sono “isole” fuori dal mondo: Will fuori dal mondo degli adulti e fin troppo dentro quello degli eterni ragazzini, calato nella cultura modaiola e musicale degli anni novanta. Marcus è fuori dal mondo degli adolescenti, goffo, impacciato e ha bisogno di un mentore che lo riporti alla realtà a lui contemporanea. Chi sia davvero il ragazzo tra i due è tutto da scoprire. In qualche modo tra i due avverrà un processo di osmosi, per cui Will salverà Marcus dall’infelicità di non sapere cosa significa essere un ragazzino come tutti gli altri, portandolo a sviluppare fiducia in sé stesso e a sapersi relazionare con i coetanei, e di contro Marcus insegnerà a Will a prendere coscienza che lui non è un’isola dei divertimenti, è un adulto e come tale per sapersi relazionare con gli altri deve imparare a dire la verità, a non mentire, a non mistificare e mettersi in gioco, mettendo da parte il suo egoismo e donandosi gratuitamente agli altri.
In questo romanzo Hornby è brillante e coinvolgente nel descrivere i problemi e i sentimenti dei personaggi, calati nella dimensione alienante di una metropoli come Londra, incapaci di comunicare e rapportarsi con gli altri, che inevitabilmente finiscono per isolarsi, quasi annientarsi.
Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi, Mondadori 2008
Nella serie dei numeri naturali esistono dei numeri divisibili solo per sé stessi o per uno, in mezzo ai quali ne esistono degli altri che vengono definiti in matematica numeri primi gemelli, separati da un unico numero e incasellati nella loro solitudine. Mattia e Alice, i protagonisti del romanzo, sono esattamente questo, persone speciali, che percorrono uno stesso binario, destinati a non incontrarsi mai, destinati alla loro solitudine di numeri primi.
Alice e Mattia sono mondi inespressi, incapaci di comunicare, di esprimere pensieri e sentimenti, accomunati da un’infanzia traumatica e difficile che segnerà la loro vita fino all’età adulta. Alice è una bambina obbligata dal padre a frequentare la scuola di sci e un giorno rimane gravemente ferita per una rovinosa caduta che la condizionerà per tutta la vita con una evidente zoppia. Mattia è un bambino molto intelligente, ha una sorella gemella un po’ ritardata, Michela, che è fonte di continuo imbarazzo per lui davanti ai coetanei; la prima volta che partecipano a una festa di compleanno di un compagno, Mattia lascia Michela da sola nel parco, con la promessa di andarla a riprendere poco dopo. Michela non verrà mai più ritrovata. Questi due episodi stanno all’inizio delle storie di solitudine di questi due numeri primi gemelli, molto vicini, ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Paolo Giordano alterna momenti di umana durezza e spietata tensione ad altri di intima commozione, tenerezza e disperata speranza.
In questo libro si parla dell’incontro con un altro che appare diverso in un primo momento, ma che nella realtà è ugualmente incapace di comunicare e di relazionarsi. Mattia e Alice sono diversi rispetto al mondo circostante, mentre sono tristemente simili nella loro diversità tanto che, pur cercandosi e vedendo l’uno nell’altra l’unica persona con cui sia possibile salvarsi dalla solitudine, sono vittime disperate della loro inettitudine.
Mariapia Veladiano, La vita accanto, Einaudi 2011
Di fronte alla crudeltà della natura solo la passione e il talento salvano dall’ineluttabilità di un destino crudele. Rebecca è nata brutta, anzi bruttissima da genitori bellissimi. La madre dopo il parto si è rifiutata di tenerla in braccio ed è precipitata nell’abisso della depressione; il padre, un medico illustre, ha lasciato che ciò accadesse. Solo due donne della famiglia, la zia Erminia e la tata Maddalena, ricopriranno di attenzioni la piccola Rebecca, abituata a esistere in punta di piedi, grata a tutti per il bene che le vogliono, sempre felice di una proposta che le viene fatta, senza chiedere coccole o attenzioni e, dal momento che non può dare soddisfazioni, cercando in ogni modo di non destare preoccupazioni. Ma Rebecca ha un dono, un talento indiscusso al pianoforte, ha mani perfette che scivolano leggere sui tasti dello strumento. Grazie alla musica Rebecca riuscirà a superare la tristezza drammatica della sua vita determinata dalla freddezza dei genitori e dalla crudeltà del mondo circostante, corrotto da pregiudizi e modelli stereotipati. La leggerezza e la piacevolezza della lettura del romanzo si scontra con la durezza e la realtà contorta delle famiglie di cui si parla, nelle quali volersi bene non significa sapersi aiutare e sostenere, ma affogare e soccombere alla malevolenza del pettegolezzo di provincia che ingigantisce e rende mostruose situazioni complesse.
Nel libro l’incontro della protagonista, Rebecca, con la zia Erminia e la tata Maddalena sarà l’opportunità per la bambina di uscire da una segregazione familiare non meritata, ma altrettanto importante è l’incontro della protagonista con la maestra di musica, una vecchia signora che tutti credono ormai un po’ svampita, e che invece svelerà segreti e misteri che avvolgono la vita di quella famiglia, regalando a Rebecca una possibilità di riscatto morale e sociale.
Referenze iconografiche: NikolayN/Shutterstock