Il documento “Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari” (febbraio 2018), cinque anni dopo le Indicazioni nazionali per il curricolo della Scuola dell’infanzia e del primo ciclo (D.M. n. 254 del 13/11/2012), definisce la cittadinanza “sfondo integratore” e “punto di riferimento di tutto il curricolo”. La cittadinanza è il cuore del curricolo e il suo obiettivo, punto di partenza e punto di approdo, filo conduttore delle scelte che si fanno e progetto da costruire nel tempo.
Nella costruzione di un progetto curricolare per lo sviluppo di competenze chiave di cittadinanza figurano anche “le lingue per la comunicazione e la costruzione delle conoscenze”. La formazione alla cittadinanza democratica si fonda, nelle società plurali, sul bisogno di dare ai giovani in formazione gli strumenti linguistici che permettono loro di appartenere e di partecipare a differenti comunità discorsive.
Nella costruzione del curricolo gli insegnanti e le scuole hanno a disposizione un nuovo strumento, elaborato dal Consiglio d’Europa: il Quadro di Riferimento delle competenze per la cultura democratica (2018).
Il Quadro di Riferimento delle Competenze per la cultura democratica
Pubblicato nel corso del 2018, il Quadro di Riferimento delle Competenze per la Cultura Democratica del Consiglio d’Europa intende dare “a systematic approach to designing the teaching, learning and assessment of competences for democratic culture (CDC), and introducing them into education systems in ways which are coherent, comprehensive and transparent for all concerned” (2018:11).
Abbiamo tra le mani uno strumento che vuole essere operativo con la sua proposta di un modello di competenze. Per ciascuna delle 20 competenze di cui si compone il modello il QRCCD fornisce dei descrittori che possono essere usati per compiere scelte curricolari adatte ai diversi livelli di scolarità.
Il QRCCD: l’educazione alla cittadinanza democratica è plurilingue
Nel QRCCD c’è un rapporto ben definito tra scuola e sviluppo di competenze chiave di cittadinanza con il riferimento a tre importanti documenti:
- la Carta sull’Educazione alla cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani, adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa l’11 maggio 2010, in cui educazione alla cittadinanza democratica significa “educazione, formazione, accrescimento di consapevolezza, informazione, pratiche e attività che mirano, dotando i discenti di conoscenze, abilità e competenze e sviluppando le loro attitudini e i loro comportamenti, a renderli capaci di esercitare e difendere i loro diritti e le loro responsabilità democratiche nella società, di apprezzare la diversità e di giocare un ruolo attivo nella vita democratica, in vista della promozione e della protezione della democrazia e dello stato di diritto”. Non si può tralasciare il legame forte che la Carta ha inteso stabilire tra educazione alla cittadinanza e educazione ai diritti umani, ovvero una “educazione, formazione, accrescimento di consapevolezza, informazione, pratiche e attività per contribuire alla costruzione e alla difesa di una cultura universale dei diritti umani nella società, in vista della promozione e della protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. Si agisce, quindi, per dare valore alla diversità e, al tempo stesso, per promuovere e proteggere la democrazia e la legalità. L’educazione alla cittadinanza si costruisce attorno a conoscenze ed abilità che si coniugano con atteggiamenti e comportamenti, plasmandoli e indirizzandoli. C’è un sapere, un saper fare e un sapere agito che, per essere competente, deve anche essere consapevole. Lavorare in un’ottica di competenze di cittadinanza per il Consiglio d’Europa significa orientare le proprie scelte in almeno tre direzioni che richiamano gli aggettivi che accompagnano il concetto di cittadinanza democratica: (I) azione; (II) partecipazione; (III) responsabilità.
- la Raccomandazione del Consiglio d’Europa CM/Rec(2012)13 sulla qualità dei sistemi educativi: essa sottolinea che un’educazione di qualità “enables pupils and students to develop appropriate competences, self-confidence and critical thinking to help them become responsible citizens”. Si noti, in questo caso, il richiamo alla responsabilità.
- la Raccomandazione CM/Rec(2014)5 del Comitato dei Ministri degli Stati membri del Consiglio d’Europa che pone l’accento sull’importanza delle competenze linguistiche e, in particolare, nella(e) lingua(e) di scolarizzazione per l’equità e la qualità nell’educazione e per il successo scolastico. A proposito delle competenze linguistiche il QRCCD afferma che “language competence is crucial and needs to be the focus of teachers’ attention. Learners also become increasingly aware of language and the significance of their language competences in exercising their democratic and intercultural competences” (2018:17). La Raccomandazione del 2014 sulle competenze linguistiche afferma, in particolare, che:
“il diritto all’istruzione non può essere pienamente esercitato se gli apprendenti non padroneggiano le norme linguistiche proprie della scuola e necessarie per avere accesso alla conoscenza; [...] tali competenze linguistiche condizionano in parte il successo scolastico e sono un prerequisito indispensabile alla prosecuzione degli studi universitari o alla formazione professionale – e dunque importanti per la partecipazione alla vita della società e per un’inclusione sostenibile; [...] alcuni apprendenti possono essere svantaggiati per quanto riguarda la padronanza di queste competenze linguistiche a causa di diseguaglianze sociali e linguistiche”.
Il QRCCD stabilisce, quindi, una forte correlazione tra cittadinanza, qualità dei sistemi educativi e sviluppo di competenze plurilingui.
I contenuti del QRCCD: un modello di competenze
Il QRCCD si compone di tre volumi: nel primo viene dato un “modello” formato da 20 competenze suddivise in quattro ambiti - valori, atteggiamenti, capacità e conoscenze. Il secondo volume contiene, per ciascuna competenza, un elenco di descrittori suddivisi su tre livelli: essi permettono agli insegnanti di progettare delle situazioni di apprendimento per osservare il comportamento degli alunni in rapporto ad una determinata competenza. Il terzo volume dà una serie di indicazioni per poter usare questo modello di competenze in sei diversi contesti educativi.
Lo sviluppo di competenze plurilingui e interculturali attraversa tutto il modello ed è presente in modo particolare in alcune componenti:
Valori - “Valorizzazione della diversità culturale: Tale valore è basato sulla convinzione generale che altri riferimenti culturali, la variabilità e la diversità culturale e il pluralismo delle prospettive, dei punti di vista e delle pratiche dovrebbero essere considerati in modo positivo, apprezzati e tenuti in gran conto”.
Atteggiamenti - “Apertura all’alterità culturale e ad altre credenze, visioni del mondo e pratiche diverse: l’apertura è un atteggiamento adottato nei confronti di persone i cui riferimenti culturali sono percepiti come diversi o nei confronti di credenze, visioni del mondo e pratiche diverse dalle proprie. Implica una sensibilità nei confronti degli altri, una curiosità e una volontà di scoprire altre persone e altre prospettive sul mondo”.
Atteggiamenti - "Attitudini linguistiche, comunicative e plurilingui. Le attitudini linguistiche, comunicative e plurilingui sono necessarie per comunicare in modo efficace e appropriato con le persone che parlano la stessa lingua o un’altra lingua, e per fungere da mediatore tra persone che parlano lingue diverse”.
Conoscenza e comprensione critica - “Conoscenza e comprensione critica della lingua e della comunicazione. Comprende la conoscenza e la comprensione critica delle regole e convenzioni di comunicazione verbale e non verbale socialmente appropriate che si applicano nella lingua/nelle lingue parlata/e, degli effetti che i vari stili di comunicazione possono avere sugli altri e della maniera unica in cui ogni lingua esprime significati culturalmente condivisi”.
Per ogni voce del modello sono stati elaborati descrittori di competenze che si trovano nel volume II su tre livelli . Si propone qui la tabella riferita alle competenze linguistiche, comunicative e plurilingui. I descrittori danno un volto concreto agli atteggiamenti come si vede dall’esempio riportato.
Lo sviluppo di competenze plurilingui ed interculturali è oggi, grazie a questo strumento, una scelta a favore della democrazia e della coesione sociale: permette di ragionare, a partire dai diritti degli apprendenti, in termini di qualità dell’educazione. Significa mettere al centro, non le discipline, ma le bambine e i bambini di oggi: sono soggetti plurilingui che per poter partecipare in modo attivo alla vita delle diverse comunità, anche discorsive di appartenenza, devono poter sviluppare competenze plurilingui e interculturali.
Uno strumento a disposizione per costruire competenze di cittadinanza attiva è il curricolo affidato ai docenti che conoscono le esigenze linguistiche dei saperi e delle discipline e che, utilizzando anche il QRCCD, sapranno attivare tutte le strategie utili allo sviluppo di competenze plurilingui e interculturali. Nell’ottica dei valori che sono alla base delle scelte del Consiglio d’Europa: democrazia, coesione e giustizia sociale.
Figura 2: dal QRCCD, esempio di descrittori per le competenze plurilingui.
Uno degli aspetti di maggiore interesse è la suddivisione dei descrittori su due capitoli nel volume 2: ai 135 descrittori suddivisi su tre livelli di competenza del capitolo 1 si aggiungono 447 descrittori contenuti nel capitolo 2, “some of them connected with a specific level of proficiency and others located in between basic and intermediate, or intermediate and advanced (identified in the descriptor tables as BI and IA respectively)”. Per il modo in cui sono stati costruiti si tratta di strumenti che possono diventare oggetto di programmazione di percorsi di cittadinanza attiva anche in un’ottica di curricolo verticale.
Referenze iconografiche: Juan Ci/Shutterstock