Parlare di violenza di genere a scuola
Cosa rivela l’indagine di Sanoma Italia e la Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate (CADMI) che indaga la percezione, il ruolo e i bisogni del mondo della scuola nel contrasto alla violenza maschile contro le donne
In questa pagina:
Qualche dato sull'indagine
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L'indagine è stata condotta online a novembre 2025 ed è stata inviata a tutti i docenti del database contatti di Sanoma Italia.
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Rispondenti: 2.200 docenti su tutto il territorio nazionale, di cui il 92% sono donne.
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Gradi di istruzione coinvolti: prevalenza di docenti della Scuola secondaria di II grado (54%); segue la Scuola secondaria di I grado (32%); chiude la Scuola primaria (11%).
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Ambito di insegnamento del campione: prevalenza di docenti di ambito umanistico (55%); segue l'ambito scientifico (14%); chiudono l'ambito linguistico (23%) e altri ambiti disciplinari (8%).
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Età e titoli di studio: solo il 7% ha meno di 40 anni; il resto del campione si distribuisce uniformemente nelle fasce di età superiori ai 40 anni. La laurea è il titolo di studio per eccellenza (84%).
La scuola come presidio educativo contro la violenza
- Oltre il 60% dei docenti attribuisce alla scuola un ruolo preventivo e formativo nel contrasto alla violenza di genere. Educare al rispetto, alle relazioni sane e al riconoscimento dei segnali di violenza è considerato essenziale.
- Molti insegnanti sottolineano l’importanza di un’alleanza educativa con le famiglie per rendere la prevenzione più efficace.
Formazione: una necessità condivisa
- Il 70% degli insegnanti dichiara di aver bisogno di formazione specifica sul tema. Quasi l’80% non ha mai ricevuto strumenti adeguati per riconoscere i segnali di violenza o per intervenire correttamente.
- La richiesta è chiara: servono percorsi formativi continuativi e concreti e strumenti per imparare a progettare percorsi educativi che affrontino la questione in modo consapevole e non episodico.
Conoscenza del tema
- La conoscenza delle diverse forme di violenza è diffusa tra i docenti: la violenza psicologica è nota al 96% dei rispondenti, quella fisica all’88% e quella economica al 75%.
- Meno nota è la violenza assistita (solo il 35%), che coinvolge bambine e bambini testimoni di maltrattamenti su figure di riferimento.
- È emersa anche l’attenzione verso la violenza online e il cyberbullismo.
- Inoltre, più della metà dei rispondenti (65%) afferma di essere entrata in contatto con situazioni di violenza sia nel proprio percorso personale sia in quello professionale di insegnante.
Parlare di violenza in classe: quando e come
- Il 70% dei docenti affronta il tema in occasione di giornate simboliche come il 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne) e l’8 marzo (Giornata internazionale della donna), oppure in seguito a fatti di cronaca (più del 60%).
- Solo una minoranza riesce a integrarlo in modo trasversale nella didattica.
La percezione degli studenti
- Secondo il 60% degli insegnanti, studentesse e studenti considerano il tema serio e rilevante, ma il 40% fatica a distinguere tra comportamenti accettabili e violenti.
- Quasi il 50% dei docenti evidenzia che le ragazze appaiono più sensibilizzate rispetto ai coetanei maschi, segno di una percezione ancora diseguale del problema.
Sanoma e CADMI
Supportiamo la Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano (CADMI), il primo Centro Antiviolenza nato in Italia, nel 1986 e che da allora rappresenta il punto di riferimento per le donne che subiscono violenza, di qualsiasi natura essa sia. Insieme alle operatrici professioniste che lavorano in CADMI abbiamo sviluppato una serie di iniziative per sensibilizzare al tema della violenza di genere dentro e fuori la classe, per dire no alla violenza.
Per richiedere informazioni o per ricevere maggiori dettagli sulla ricerca, è possibile contattare il nostro Ufficio Ricerche al seguente indirizzo: ufficio.ricerche@sanoma.com