Dentro e fuori il libro di testo

Il libro di testo come mappa del viaggio

Lo strumento libro di testo può essere un luogo dalle enormi potenzialità, una mappa per affrontare in modo sicuro e ricco il viaggio didattico, a patto di considerarlo per ciò che è, uno strumento, e di avere lo sguardo rivolto verso l’orizzonte e la disponibilità a vivere le libertà che l’esploratore si prende, anche chiudendo la mappa.
Ne parliamo con Antonella Capetti, autrice Sanoma ma anche di albi illustrati e del saggio A scuola con gli albi. Insegnare con la bellezza delle parole e delle immagini, edito da Topipittori nel 2018. 

È una grande responsabilità quella che ci si assume contribuendo a scrivere un libro di testo. Ed è una responsabilità che ha a che fare con quello che succederà nelle classi in cui si lavorerà con quel libro.
Un docente, una docente che si affacci per la prima volta alla scelta degli strumenti didattici potrebbe immaginare che le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi delle proprie classi possano lavorare seguendo schemi e attività che sono state progettate senza minimamente conoscere la loro realtà, come se ogni libro di testo in qualche modo stesse dando un’impronta dentro cui camminare – peraltro una sola tra le molte possibili.
Le autrici e gli autori invece sanno bene che stanno semplicemente dando una sorta di mappa, di territorio, che gli insegnanti, e con loro i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, possono esplorare, scegliendo di volta in volta quale bivio affrontare, in che direzione andare, dove fermarsi per una pausa e dove accelerare il passo.
Un territorio dalla geografia mutevole e dal clima variabile, dove occorre tenere sempre a portata di mano gli strumenti necessari per osservare con attenzione ed essere pronti a riprogrammare il cammino e talvolta la meta.
Forse è proprio questo ciò che più ci piace dei nostri libri: che non suggeriscano percorsi univoci, preconfezionati o obbligati, ma che in qualche modo permettano una buona libertà d’azione, affinché le insegnanti e gli insegnanti possano costruire in maniera autonoma il proprio percorso, sulla scia delle suggestioni che i brani e le attività proposte in pagina suggeriscono e, soprattutto, osservando e ascoltando la classe o le classi con cui ogni giorno condividono il cammino.
Questa è una grande libertà, che forse è necessario in qualche modo spiegare. Penso, ad esempio, al capitolo Bello o brutto? del volume 4 del libro dei temi del nostro progetto A più voci, su cui ho lavorato in classe un paio d’anni dopo averlo scritto con Marta Vitali.

Un esempio di lavoro con gli albi

Uno tra gli albi scelti per accompagnare il lavoro in classe è stato I terribili cinque, di Wolf Erlbruch pubblicato da Edizioni e/o. Ho chiesto alle ragazze e ai ragazzi di scrivere, ognuno sul proprio foglio, «Le cose belle che so di me…». Ho subito notato qualche resistenza, una sorta di imbarazzo.
A quel punto, dopo aver tagliato delle strisce di carta, ho chiesto di scrivere sul retro del foglio “Le cose belle che gli altri pensano di me…” I foglietti sarebbero serviti per condividere i pensieri su compagni e compagne, donandoli a ciascuno. Un’attività, questa, non suggerita nel capitolo, ma progettata pensando alle classi vive e vere in cui, da anni, lavoravo ogni giorno. Conosco diversi colleghi e colleghe che hanno fatto esperienze simili.
Ecco allora che il libro di testo non solo rispetta, ma fa leva – per essere pienamente efficace – sulla nostra e la vostra libertà, e ci permette di immaginare le tante strade diverse che ognuno potrà perseguire, nel rispetto delle diversità delle classi in cui il testo entrerà, soprattutto perché ogni insegnante, che insieme alle sue alunne e ai suoi alunni è sempre protagonista del percorso di apprendimento, potrà modulare, modificare, scegliere se e come svolgere, o stravolgere, il lavoro che – come una mappa – il libro propone. 

Referenze iconografiche: DGLImages/shutterstock

Antonella Capetti

È nata a Grosio, in provincia di Sondrio. A 20 anni è entrata in ruolo nella scuola dell’infanzia, dov’è rimasta per 17 anni, per poi passare alla scuola primaria, dove dal 2004 insegna italiano e arte. La passione per la lettura, e soprattutto per gli albi illustrati e la letteratura per l’infanzia, caratterizza da sempre il suo lavoro: dal 2013 le attività in classe sono state per anni quotidianamente documentate sul blog Apedario , in cui ha raccontato la scelta di insegnare a leggere e scrivere con gli albi. Ha pubblicato gli albi illustrati Il salone di bellezza (La Margherita edizioni, 2016), Che bello! e Un silenzio perfetto (Topipittori, 2017 e 2018), La cura del ghiro (Edizioni Corsare, 2019) e il saggio A scuola con gli albi. Insegnare con la bellezza delle parole e delle immagini (Topipittori, 2018). Nel 2016 ha raccolto una selezione di poesie scritte da alunne e alunni di terza primaria dal titolo Io potrei essere tutto , a cui è seguito, nel 2022, Ho trovato il mio posto / ed è anche la poesia, delle ragazze e dei ragazzi delle classi quarte di Carimate (Co). Nel 2020 è uscito per la nostra casa editrice A più voci, sussidiario dei linguaggi per 4^/5^ primaria scritto con Marta Vitali.