Un’intimità coreana
Han Kang, Premio Nobel per la Letteratura 2024
Il Premio Nobel per la Letteratura 2024 è stato assegnato alla scrittrice coreana Han Kang, nata nel 1970 e già vincitrice nel 2016 del premio letterario Man Booker International Prize, che viene assegnato ogni anno nel Regno Unito. Figlia d’arte (suo padre è lo scrittore Han Seung-won), ha iniziato l’attività letteraria negli anni Novanta scrivendo e pubblicando poesie e novelle; ha raggiunto la notorietà, in Corea e nel mondo anglosassone, dopo la pubblicazione del romanzo La vegetariana, che in realtà è l’unione di tre lavori già pubblicati dall’autrice negli anni precedenti.
Erede della tradizione letteraria coreana novecentesca, che ha come caratteristica principale l’evanescenza delle trame e l’accostamento di episodi isolati associati a riflessioni e ricordi, Han Kang utilizza una prosa semplice e scorrevole per presentare al lettore considerazioni sull’essenza della natura umana, soprattutto sulla violenza fisica e psicologica all’interno dell’ambito famigliare e sociale.
Il mondo che l’autrice descrive è soltanto in apparenza ordinario e conosciuto, ma si rivela, con il trascorrere della narrazione, popolato di fantasmi, visioni oniriche, inquietudini profonde che hanno origine innanzitutto dai complessi rapporti tra mondo femminile e maschile, tra la luce e l’ombra, tra yin e yang, elementi opposti ma interdipendenti.
Il passaggio dall’ordinaria amministrazione del quotidiano allo smarrimento di fronte all’incapacità di comprenderlo e risolverlo, conduce di frequente i protagonisti dei romanzi di Han Kang alla resa.
Caso emblematico è quello di Yeong-hye, la protagonista del romanzo La vegetariana, che in un primo momento rifiuta di cibarsi della carne, e in seguito, con radicalità, rinuncia del tutto all’alimentazione, affrontando e mettendo in crisi, con questo atto di ribellione, il rigido e patriarcale sistema famigliare coreano. Con uno stile scorrevole e dimesso, l’autrice descrive la trasfigurazione vegetale della protagonista che rifugge dalla propria essenza opponendosi come può alla violenza di una società che non la comprende.
Anche nel successivo romanzo L’ora di greco, la protagonista tenta di scoprire e comprendere il mondo circostante attraverso il dolore, quello provato a causa della scomparsa di una persona cara. La solitudine e il silenzio in cui si è reclusa la avvicinano allo studio di una lingua inconsueta ma perfetta, il greco antico, condividendo questa passione con un professore, anch’egli in cerca di un ideale di bellezza priva di difetti che gli permetta di superare una condizione fisica invalidante. Questa aspirazione li porterà lontani da una contemporaneità in cui non riescono a vivere.
Tra le note distintive dell’opera letteraria di Han Kang c’è innanzitutto la capacità di saper unire le tradizioni orientali con il mondo culturale occidentale, che risulta essere un potente richiamo per la società coreana contemporanea e che l’autrice fa proprio, forse con qualche conformismo di troppo; in secondo luogo, l’abilità nel saper descrivere il legame tra l’anima e il corpo - con tutte le sfumature che da esso derivano, come ad esempio il rapporto tra il dolore fisico e quello psicologico - privilegiando la sfera personale rispetto a quella pubblica.
Valgono come conferma le parole dell’autrice stessa in merito alla sua attività letteraria, quando dichiara di voler indagare gli aspetti più profondi e occulti della natura umana, senza alcun senso di colpa e senza voler esprimere idee politiche attraverso le proprie opere.
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