Il Green Deal europeo
Trasformare una sfida in un’opportunità unica: decisioni per una transizione verde
Dall’Accordo di Parigi al Green Deal
Ormai da anni si discute degli effetti dell’inquinamento sul clima e sull’ambiente e delle importanti ripercussioni sulla salute e sul benessere umano, sulle specie animali a rischio estinzione e su forme di desertificazione con conseguente distruzione di specie vegetali.
Con l’Accordo sul clima di Parigi del 12 dicembre 2015, sottoscritto da 195 Stati e da tutti i Paesi dell’Unione europea, è stato stabilito come obiettivo comune di contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto della soglia di 2°C oltre i livelli preindustriali (1850-1900) e di limitarne l’incremento a 1,5°C, riconoscendo che ciò potrebbe ridurre in modo significativo i rischi e gli effetti dei cambiamenti climatici.
L’11 dicembre 2019 la Commissione europea ha presentato il Green Deal, con il quale l’Unione europea dà attuazione all’Accordo di Parigi ed amplia la strategia per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Con il Green Deal l’UE mira a conseguire la neutralità climatica entro il 2050, con zero emissioni di gas a effetto serra, l’uso energetico di fonti rinnovabili e la decarbonizzazione; un obiettivo definito per legge e che coinvolge tutti i settori dell’economia: industria, produzione e consumo, infrastrutture, trasporti, prodotti alimentari e agricoltura, edilizia.
Per conseguire tale obiettivo sarà necessario, però, un dialogo tra l’UE e i Paesi partner, in particolare con le economie del G20, responsabili dell’80% delle emissioni di gas a effetto serra, ma anche con i Paesi limitrofi, con cui sono in programma un’agenda verde e altre forme di partenariati ambientali.
La normativa europea sul clima
A seguito degli impegni internazionali assunti dall’Unione nell’ambito dell’Accordo di Parigi e in applicazione del Green Deal per la neutralità climatica UE, il Regolamento (UE) 2021/1119 “Normativa europea sul clima” del 30 giugno 2021 (G.U. dell’Unione europea del 9.7.2021) rappresenta una tappa importante nel quadro di riforme legislative, obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Il suddetto Regolamento istituisce un quadro per la riduzione irreversibile e graduale delle emissioni di gas a effetto serra e stabilisce l’obiettivo vincolante della neutralità climatica nell’Unione entro il 2050 come previsto nell’Accordo di Parigi; stabilisce inoltre l’obiettivo vincolante per l’Unione di una riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra da conseguire entro il 2030.
Si diventa “climate–neutral” producendo emissioni pari a zero ma anche tramite l’assorbimento delle emissioni già presenti, cioè neutralizzando le quantità rilasciate nell’atmosfera; a tal fine un ruolo essenziale è determinato dalle foreste, ancor più che dagli oceani e dal suolo, ecosistemi naturali che per questo motivo sono chiamati “pozzi di carbonio”.
Le istituzioni competenti dell’Unione e gli Stati membri dovranno adottare le misure necessarie, a livello unionale e nazionale, per consentire il conseguimento collettivo dell’obiettivo della neutralità climatica, tenendo conto dell’importanza di promuovere sia l’equità che la solidarietà tra gli Stati membri, nonché l’efficienza in termini di costi nel conseguimento di tale obiettivo.
Il Regolamento obbliga gli Stati membri ad adottare e attuare strategie e piani nazionali tenendo conto della vulnerabilità di particolari settori come l’agricoltura, i sistemi idrici e alimentari e la loro sicurezza. Gli Stati dovranno proporre soluzioni basate sulla natura e sull’adattamento agli ecosistemi; dovranno inoltre aggiornare periodicamente le strategie e le informazioni pertinenti nelle relazioni che sono tenuti a presentare.
La Commissione valuta i progressi collettivi fatti da tutti i Paesi dell'UE, così come la coerenza delle misure nazionali in vista dell'obiettivo UE sulla neutralità climatica; se constata che le misure di uno Stato membro non sono coerenti con il conseguimento dell’obiettivo di neutralità climatica o nell’assicurare adeguati progressi, può formulare raccomandazioni rivolte a tale Stato.
“Pronti per il 55%”: il pacchetto per favorire la transizione verde
Con il pacchetto “Fit for 55” i 27 Paesi UE hanno concordato regole comuni al fine di conseguire la riduzione di carbonio e di gas serra del 55% entro il 2030; i settori maggiormente interessati sono edilizia, industria e trasporti.
Case ed edifici: per le abitazioni è previsto che almeno il 42,5 % dell’energia utilizzata derivi da fonti rinnovabili quali energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica, considerate risorse naturali gratuite e infinite. Saranno incentivate le ristrutturazioni degli edifici per ridurre le bollette energetiche e l’uso dell’energia. I nuovi edifici residenziali dovranno avere installazioni di energia solare.
Autoveicoli: anche se i veicoli alimentati da combustibili fossili (benzina, gasolio, gas) continueranno a circolare, entro il 2035 le nuove autovetture e i nuovi veicoli commerciali leggeri dovranno essere a emissione zero, con alimentazione da carburanti alternativi (idrogeno, elettrico). I costruttori avranno la possibilità di adattarsi gradualmente alle nuove norme; sono previsti piani per la costruzione di un numero maggiore di punti di ricarica per e-bike e auto elettriche.
Trasporti aerei e marittimi: queste tipologie di trasporti, che generano rispettivamente il 13,4% e il 14% delle emissioni del settore, in base ai Regolamenti dell’UE “ReFuelEu Aviation” e “FuelEu Maritime” dovranno incrementare l’uso dei carburanti sostenibili. Sono previsti anche particolari obblighi, come quello di rifornire gli aeromobili solo con il carburante necessario al volo o, per le navi, quello di collegarsi all’alimentazione elettrica da terra per le esigenze di energia elettrica mentre sono ormeggiate.
Industria: le industrie saranno incentivate a investire in tecnologie a basse emissioni di CO2; soprattutto per le imprese che richiedono grandi quantità di energia (ferro e acciaio, cemento, fertilizzanti, elettricità, alluminio) con conseguenti elevati costi ambientali, è previsto un sistema che stabilisce un prezzo per le emissioni di CO2: si tratta dei cosiddetti permessi per il carbonio, che verranno annualmente ridotti per favorire la riduzione delle emissioni. Sono previste misure efficaci per proteggere le imprese da svantaggi competitivi rispetto a imprese situate in Paesi che non hanno politiche ambientali analoghe, attraverso un “meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera” per le imprese che accedono al mercato UE.
Le ultime tappe normative di attuazione del Green Deal
Citiamo di seguito alcune importanti normative adottate dall’UE per facilitare la transizione verde.
Giugno 2024: il Consiglio dell’Unione europea emana il “Regolamento sul ripristino della natura” che obbliga gli Stati membri a mettere in atto misure per il ripristino di almeno il 30% entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050 delle zone terrestri e marine, di acqua dolce e urbane degradate. Tra le azioni è previsto, a livello UE, che vengano piantati almeno tre miliardi di alberi e che sia favorito lo scorrimento libero di almeno 25.000 chilometri di fiumi rimuovendo le barriere artificiali.
Maggio 2024: viene approvata la “Direttiva sul diritto alla riparazione” con la quale si incentiva la riparazione dei beni rotti, rendendola più conveniente, semplice e rapida per i consumatori, per esempio attraverso la proroga della garanzia, il facile reperimento online dei servizi di riparazione, l’introduzione di obblighi per i produttori alla riparazione e alla chiarezza del processo di riparazione; i fabbricanti verrebbero indotti a produrre beni che durino più a lungo. La direttiva dovrà essere recepita entro 24 mesi da ogni Stato membro.
Maggio 2024: il Consiglio dell’Unione europea approva il “Regolamento sulla progettazione ecocompatibile”, che impone per quasi tutti i tipi di prodotti requisiti di ecocompatibilità (riutilizzabilità, circolarità, riciclaggio, efficacia energetica, “passaporto digitale” del prodotto con obbligo di informazione ecc.). Inoltre, prevede il divieto di distruzione dei prodotti tessili e delle calzature invenduti.
Aprile 2024: viene adottato il “Regolamento Euro 7” che prevede obblighi sulle emissioni di scarico per i veicoli stradali; è fissato un obiettivo di riduzione del 100% di emissione di CO2 delle autovetture e dei furgoni nuovi a partire dal 2035.
Gli effetti sulla salute e la voce dei cittadini
Le sempre più frequenti ondate di calore, siccità e inondazioni devastanti in tutto il mondo hanno un impatto sulla vita di milioni di persone; tra il 1980 e il 2020, oltre 138.000 persone nell'UE hanno perso la vita a causa di eventi legati al cambiamento climatico. Anche l'esposizione a sostanze chimiche pericolose (o a una combinazione di sostanze chimiche) continua a essere uno dei fattori chiave alla base di problemi di salute come cancro, malattie riproduttive o sensibilizzazione respiratoria, nonché causa di degrado ambientale e minacce alla sicurezza alimentare e idrica che impongono notevoli costi per l'assistenza sanitaria, danni alle abitazioni, perdite di raccolto per gli agricoltori.
Tutti dovremmo porci una domanda: siamo consapevoli del fatto che stiamo vivendo un’emergenza climatica e ambientale, e che sono in aumento eventi metereologici estremi che comportano danni ambientali ed economici notevoli?
La realizzazione degli obiettivi del Green Deal richiede azioni e scelte impegnative, costi e finanziamenti elevati, ma soprattutto collaborazione tra istituzioni, imprese, cittadini.
Occorre creare un clima di fiducia per tutti gli operatori economici: le imprese, i lavoratori, gli investitori e i consumatori; incoraggiare e guidare i cittadini, anche attraverso una comunicazione istituzionale più consapevole, verso la condivisione delle azioni comunitarie, promuovendone gli obiettivi e le norme, frutto di valutazioni tecniche e scientifiche in materia ambientale che non dovrebbero essere messe in discussione da nessun orientamento politico.
I dati diffusi dalla Commissione sulla base di un sondaggio Eurobarometro confermano che per il 95% degli europei la tutela ambientale è importante; otto europei su 10 (77%) ritiene che la crescita economica debba essere legata alla protezione dell’ambiente, mostrandosi favorevole a normative ambientali europee e all’incentivazione di attività ecocompatibili. Siamo consapevoli che i cambiamenti climatici stanno rendendo gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e gravi.
Per dare voce ai cittadini la Commissione europea ha lanciato un “Patto per il clima” (European Climate Pact), uno spazio in cui tutti possono condividere informazioni, discutere e agire sulla crisi climatica, suggerire nuove proposte e azioni e fornire consigli pratici per le scelte di vita quotidiana..
Referenze iconografiche: Black Salmon/Shutterstock