Tra lettura e strategie
Proposte per un laboratorio sul racconto di paura in classe seconda
I miei pilastri
Da qualche anno porto con me in classe l’approccio del WRW per lavorare sulla lettura e sulla scrittura con i miei studenti e le mie studentesse.
Quando programmo un’attività di lettura parto dai miei “fondamentali”:
- il compito della scuola è educare alla lettura e crescere lettori competenti per la vita;
- non siamo nati per leggere, ma insegnare a leggere si può;
- leggere per comprendere significa costruire il significato, e non cercare il significato;
- leggere per comprendere è un’azione che ne porta con sé altre tre: ricostruire, interpretare e reagire al testo.
La progettazione dell’attività
L’immersione nei testi ha l’obiettivo di ricostruire con i ragazzi e le ragazze le caratteristiche del genere in questione, in questo caso il racconto di paura, per poi arrivare alla scrittura di un racconto.
Si parte: prima della lettura
Sono partita dallo “Scritto per te” Lo spaventapasseri di Elisa Capanni, illustrato da Alida Pintus. Ho iniziato proiettando alla LIM le immagini che corredano il testo, per poi invitare i ragazzi a concentrarsi su di esse e sul titolo del brano. Ho posto loro tre domande: che cosa vedi? Che cosa noti? Quale storia può raccontare questo brano?
Ho fissato un tempo per le risposte e ho poi salvato le riflessioni di ognuno per poterci ritornare alla fine della lettura. Prima della condivisione ho ricordato agli alunni e alunne che non c’erano risposte giuste o sbagliate, che stavamo facendo delle ipotesi che avremmo potuto verificare solo alla fine della lettura e della discussione.
Leggere a partire dal titolo concentrandosi anche sulle immagini è una delle routine, cioè una procedura o un modello di azione che diventa un momento fisso, che accompagna i ragazzi nel laboratorio di lettura e anche in quello di scrittura e permette loro di entrare nella storia e di creare aspettative su quanto ascolteranno.
La fase di lettura
Concluso il momento della condivisione, ho letto il testo ad alta voce. Quello della lettura ad alta voce è un momento imprescindibile e irrinunciabile del laboratorio perché permette di creare un ambiente favorevole all’apprendimento, di avvicinare gli alunni a testi più complessi e riduce il divario tra le diverse esperienze di lettura. La lettura ad alta voce, inoltre, consente di condividere la scoperta di un testo e commentarlo insieme negoziando il significato, creando così una comunità di lettori. Infine, consente di fare modeling attraverso il Thinking talking. In questo modo ho mostrato ai miei studenti che cosa accade quando un lettore esperto e competente incontra una storia.
Tale attività richiede, però, la conoscenza del testo, che va letto e riletto per segnare i passaggi sui quali ci si intende soffermare. Nel mio caso, ho indugiato sull’incipit per sottolineare come l’autrice faccia fin da subito immergere il lettore nella vicenda.
Poi mi sono soffermata su queste frasi del testo e insieme abbiamo cercato di capire quali emozioni volesse comunicarci l’autrice del brano:
- Sono solo nel casolare con una crepa nel petto (dolore)
- Mando giù il nome del nonno come un boccone acido (angoscia)
- I fili nella mia pancia diventano un gomitolo (paura – confusione)
- Il mio respiro si tende come un gomitolo (ansia)
- I cavi nella mia pancia si annodano più stretti (panico)
- Il sollievo scioglie i nodi nella pancia (sollievo)
Ho chiesto anche ai ragazzi e alle ragazze di ascoltare, chiudendo gli occhi, il momento in cui si racconta l’apparizione dello spaventapasseri, che a poco a poco fa la sua comparsa.
Le prime reazioni a lettura conclusa
Conclusa la lettura i ragazzi hanno reagito con un “Ma finisce così?”, “C’è una continuazione?”, “E adesso? Che cosa succederà?”. Il racconto, infatti, ha un finale aperto, e con l’aiuto di domande guida sono arrivati a comprendere quanto aiuti ad accrescere la suspense.
Abbiamo poi ripreso la tabella Che cosa vedo? Che cosa noto? Quale storia può raccontare il brano? per vedere se le nostre ipotesi trovavano corrispondenza con quanto pensato prima della lettura e abbiamo notato che in effetti nel racconto c’è una casa isolata, uno spaventapasseri che prende vita e un ragazzo che si trova in un luogo inquietante.
Per non perdere le suggestioni e le emozioni provate durante la lettura i ragazzi hanno poi fatto la visualizzazione di una scena che più li aveva colpiti usando come guida l’organizzatore Visualizza!.
Spesso nel WRW le strategie prevedono anche l’uso del disegno perché le immagini sono un supporto al ragionamento e sono un valido aiuto per sostenere il processo di comprensione.
Dopo aver condiviso le visualizzazioni, i ragazzi si sono concentrati sul protagonista, utilizzando l’organizzatoreViviseziona il personaggio. Anche in questo caso sono poi state condivise le riflessioni in modo di avere un ritratto a tutto tondo del protagonista.
Leggere anche da scrittori e scrittrici
Per il racconto di paura ho programmato di lavorare sul genere sia attraverso un percorso di lettura sia di scrittura. Pertanto è stato necessario ragionare insieme su alcune caratteristiche del testo per poterle poi utilizzare nel laboratorio di scrittura.
Ho invitato uno dei ragazzi a raccontare la vicenda, poi abbiamo riletto insieme l’incipit e l’explicit e, alla fine, siamo giunti alla conclusione che questa storia ha un andamento circolare e lo hanno dedotto immaginando come avrebbe potuto continuare.
Ho chiesto poi di scorrere il testo, individuando alcune voci verbali e hanno notato che:
- prevale il tempo presente;
- il racconto è narrato in prima persona.
Ci siamo interrogati sul perché di queste scelte e alla fine erano concordi sul fatto che queste due caratteristiche permettono a chi legge di immedesimarsi nel racconto.
Ho poi introdotto la strategia del Mostra non dire!, rileggendo con loro le frasi sulle quali ci eravamo interrogati durante la lettura ad alta voce. Ho chiesto poi di appuntarsi sotto la voce Ho imparato che ciò che avevano appreso; questa pagina sarà aggiornata alla fine della lettura, nella quale impareranno a riconoscere alcune caratteristiche del genere che potranno consultare quando saranno loro gli scrittori e le scrittrici del racconto.
Reagire al testo: mano al taccuino
Alla fine ho proposto un momento che mira a coinvolgere gli alunni in prima persona individuando le connessioni con la propria vita. Per farlo ho chiesto loro di prendere il taccuino e di scrivere un quick write, scrivendo per dieci minuti senza preoccuparsi degli errori, partendo da una frase del racconto: Quella volta in cui ho sentito che i fili nella mia pancia diventavano un gomitolo.
E dopo aver iniziato a esplorare il genere siamo pronti a continuare il nostro cammino, incontrando nuovi personaggi e nuove storie.
Referenze iconografiche: Itana/Shutterstock