Il testo argomentativo: dalla scoperta all’azione

Insegnare la scrittura con il metodo WRW

La lettura del saggio Il pericolo di un’unica storia di Chimamanda Ngozi Adichie diventa lo spunto per accompagnare studentesse e studenti nella comprensione di un testo argomentativo e poi nella sua scrittura, secondo la metodologia del WRW.

«Io racconto storie. E vorrei narrarvi qualche storia personale su quello che mi piace chiamare il pericolo di un’unica storia». Inizia così il discorso di Chimamanda Ngozi Adichie, tenuto nel 2009, a cui si rifà il volume Il pericolo di un’unica storia (Einaudi, 2020). In questo intervento, attraverso aneddoti ed episodi autobiografici, la scrittrice mostra come raccontare una storia utilizzando un solo punto di vista possa generare stereotipi.

A partire da questo spunto di lettura, proverò a delineare un possibile percorso, secondo la metodologia del Writing and Reading Workshop, per accompagnare studentesse e studenti dapprima nella lettura e comprensione di un testo argomentativo e poi nella sua scrittura.

 

Il pericolo di un’unica storia: un buon esempio di testo argomentativo

Questo breve saggio di Chimamanda Ngozi Adichie è un’ottima lettura, adatta sia per una classe terza della Scuola secondaria di primo grado sia per le classi del primo biennio della secondaria di secondo grado. Rappresenta un buon esempio di testo argomentativo e suggerisco di proporlo nella fase dell’immersione nella tipologia testuale.

Fin dalle prime pagine, le sue parole ci portano in Nigeria, alla sua infanzia, quando i genitori assunsero come domestico un ragazzino di nome Fide. Di lui si ripeteva soltanto che apparteneva a una famiglia molto povera. Poi, un sabato, la scrittrice visitò il villaggio e la casa di Fide e scoprì che un suo fratello era in grado di realizzare cestini con decorazioni in rafia colorata. Ne rimase stupefatta, in quanto «mai avrebbe pensato che qualcuno di quella famiglia fosse in grado di produrre qualcosa». Li aveva sempre e solo sentiti descrivere come poveri ed era impossibile per lei vederli diversamente. «La loro povertà – scrive – era la mia unica storia su di loro».

Trasferitasi poi negli Stati Uniti, scoprì sulla sua pelle cosa significasse essere “africani”, visto che l’unica storia che si faceva dell’Africa era quella delle sue immense catastrofi. Tuttavia nessuno è immune agli stereotipi. Visitando il Messico, lei stessa si rese conto di quanto fosse stata influenzata dalla narrazione mediatica corrente negli Usa, poiché nella sua mente i messicani «erano diventati soltanto una cosa: l’abietto immigrato».

«È così, dunque, che si crea un’unica storia: mostrare un popolo come una cosa, svariate volte, ed ecco che quel popolo diventa quella cosa. […] La conseguenza di un’unica storia è questa: sottrae alle persone la propria dignità. Rende difficile il riconoscimento della nostra pari umanità. Mette l’accento sulle nostre diversità piuttosto che sulle nostre somiglianze».

 

Come scegliere un buon testo argomentativo

In fase di progettazione del percorso è importante individuare dei testi di qualità da proporre alla classe come testi modello (mentor texts).

Poiché i testi argomentativi hanno lo scopo di portare all’attenzione di chi legge l’esistenza di un problema o di una questione, diventano per i ragazzi e le ragazze un’occasione di scoperta sociale e culturale del mondo e di confronto con le idee altrui, cioè con altri punti di vista.

Nel selezionare quali testi proporre, domandiamoci: qual è il problema che voglio che i miei alunni scoprano? Qual è il problema sul quale desidero che riflettano e di cui diventino consapevoli?

A me, per esempio, sta particolarmente a cuore che comprendano cosa siano gli stereotipi e quanto plasmino e impoveriscano la nostra visione del mondo; per questo ho scelto di analizzare il saggio di Chimamanda Ngozi Adichie.

Nella scelta del mentor text si deve considerare, inoltre, il grado di complessità del testo. La lettura dev’essere almeno in parte “sfidante”, deve cioè condurre il lettore a una crescita. In sintesi, il testo non dovrà essere eccessivamente complesso ma nemmeno troppo semplice. Questo significa che il docente guiderà passo passo la classe, così da rendere chiara a tutti gli studenti la comprensione delle argomentazioni portate a sostegno della tesi.

Nel saggio Il pericolo di un’unica storia si incontrano un paio di citazioni tratte da fonti autorevoli, tuttavia il testo si sviluppa quasi esclusivamente attraverso il racconto di aneddoti della vita dell’autrice. Queste storie diventano le prove che l’autrice porta per sostenere le varie argomentazioni ed è proprio questo vissuto esperienziale a esemplificare il suo punto di vista e a chiarirne il pensiero.

 

Anche la tipologia B della prima prova scritta dell’esame di Stato sia della scuola secondaria di primo sia di quella di secondo grado è focalizzata sull’argomentazione. È interessante notare che sia il “documento Serianni” del 2018 sia le tracce dell’esame di maturità chiedano al candidato di ricorrere, nella produzione del testo, al patrimonio di conoscenze e competenze acquisite nel percorso scolastico, ma anche al proprio vissuto esistenziale ed esperienziale.

Pertanto può essere utile inserire tra i mentor texts almeno un testo non fiction in cui l’autore o l’autrice porti a sostegno della tesi aneddoti tratti dal proprio vissuto. In particolare poi, se il testo fosse in prima persona, come nel caso del discorso Il pericolo di un’unica storia, risulterà ancora più interessante, in quanto mostrerà, per esempio, come sia sempre possibile formulare una tesi senza usare le espressioni “secondo me”, “credo che”, “ritengo che”.

 

Tuttavia, comprendere il punto di vista altrui suscita domande e obiezioni e, quindi, permette a ragazzi e ragazze di scoprire gradualmente che anche loro hanno un’opinione e possono sostenerla in modo efficace con argomentazioni. Formare lettori che sappiano comprendere testi non fiction significa in altre parole crescere pensatori e ancora di più cittadini attivi e consapevoli. Molti saggi, articoli di opinione, ma anche discorsi politici si concludono, infatti, offrendo possibili soluzioni al problema. L’autore in pratica invita il lettore alla riflessione e all’azione. Tra i testi selezionati per la fase di immersione sarebbe quindi importante presentarne almeno uno che si concluda in modo propositivo. Questo perché deve gradualmente passare l’idea che informarsi, pensare e sostenere la propria opinione orienti le scelte individuali nel presente e proietti in modo propositivo nel futuro.

 


 

Fase 1. L’immersione nel testo argomentativo

In genere, tra i testi selezionati, ne individuo tre o quattro che leggerò in classe: questi avranno la funzione di testi modello. Nella Scuola secondaria di primo grado la fase di immersione dura due o tre settimane e mira a:

  • favorire la comprensione;
  • far riflettere la classe;
  • estrapolare le caratteristiche del genere;
  • individuare la struttura del testo argomentativo.

La lettura di un breve saggio o di articoli di opinione ad alta voce da parte dell’insegnante ha lo scopo di favorirne la comprensione. L’insegnante, infatti, si interrompe più volte ed esprime i propri pensieri, cioè mostra a studentesse e studenti il suo processo di ragionamento mentre sta leggendo (thinking talking). Racconta per esempio come ricavare dal contesto il significato di una parola che non si conosce; parafrasa un periodo complesso; fa notare come individua il problema o la tesi…

 

Al termine della lettura pone alla classe le seguenti domande:

  • Qual è il problema?
  • Quale questione importante viene messa in evidenza?
  • Che cosa pensa l’autore o l’autrice riguardo al problema? Di che cosa sta cercando di convincerti?

Gradualmente, l’insegnante fornirà alla classe il “glossario” di questa tipologia testuale: problema, tesi, argomenti a sostegno della tesi, prove, dati, fatti, citazioni, fonti ecc. La classe va guidata a riconoscere la struttura base del testo argomentativo, rispondendo a domande come queste:

  • Qual è il problema?
  • Qual è la tesi dell’autore?
  • Quali sono gli argomenti a sostegno della sua tesi?
  • Quali sono le prove a supporto degli argomenti?
  • Quali soluzione propone?

Per ogni testo analizzato, l’insegnante può far completare alla classe una tabella come questa, andando poi, in un secondo momento, a spiegare anche il concetto di antitesi, aggiungendolo alla tabella. Sul quaderno in pratica gli studenti e le studentesse avranno due tabelle: una che presenta la struttura base e l’altra, con l’antitesi, che si offre come “struttura avanzata”. Ovviamente andrà fatto notare che l’ordine di presentazione degli elementi del testo può variare: per esempio, la tesi può non essere enunciata all’inizio, ma essere introdotta a metà del testo; l’antitesi può non esserci...

 

La lettura deve inoltre suscitare nei ragazzi e nelle ragazze il desiderio di approfondire e di agire. Pertanto possiamo porre domande come: quali riflessioni mi ha suscitato questo testo? E ora che cosa posso fare per dare una risposta a questo problema?

Può nascere un bel dialogo in classe e possiamo appuntare su un cartellone le risposte emerse.

 

Facciamo poi notare alla classe che chi scrive utilizza delle tecniche stilistiche precise per rendere il testo coinvolgente. Vi si trovano infatti aneddoti, domande, metafore e similitudini, ma anche una scelta lessicale particolare e ripetizioni. Individuiamo questi elementi nel testo, sottolineandoli con colori differenti e osserviamo come l’autore o l’autrice li inserisce.

 

Per rendere ulteriormente consapevoli gli studenti e le studentesse, è necessario porre l’attenzione alle fonti utilizzate da chi scrive e, quando compaiono, ai dati e sulla loro attendibilità. I dati infatti vanno letti, interpretati e le conclusioni che l’autore ne trae vanno valutate criticamente. Per condurre in classe questo lavoro di analisi, consiglio di utilizzare due utilissimi strumenti tratti dal terzo volume dell’antologia L’avventura più grande di Linda Cavadini, Loretta De Martin e Agnese Pianigiani (Sanoma 2023):


 

Fase 2. Dalla prescrittura alla pubblicazione di un testo argomentativo

Individuazione dell’argomento

La non fiction a scuola deve smuovere l’interesse negli studenti e nelle studentesse, quindi nella fase della prescrittura chiederemo loro di individuare i “problemi” che desiderano approfondire e su cui vogliono riflettere ed esprimere un’opinione.

Possono essere questioni che li interessano da vicino (“è meglio praticare nuoto o calcio?”; “è meglio iscriversi a un istituto tecnico o professionale?”), relativi alla propria generazione o che riguardano la vita dei propri familiari o del Paese in cui vivono.

 

Ricerca di dati e argomentazioni

A questo punto inizia la fase di ricerca. Poiché l’obiettivo di un testo argomentativo è quello di esprimere una tesi e costruire un’argomentazione a sostegno, è necessario impadronirsi di quante più informazioni e dati possibili intorno a un argomento. Per dimostrare che le proprie opinioni sono valide, gli studenti possono ricorrere anche a dati, grafici, pareri e citazioni di esperti. Ciò su cui è necessario insistere è la verifica delle fonti: come abbiamo fatto nella fase di immersione, dobbiamo chiedere ai nostri studenti di affidarsi solo a fonti attendibili, evitando di far circolare notizie parziali o false. In merito suggerisco di proporre l’organizzatore grafico Il sentiero digitale. Ora potremo riprendere la tabella che in fase di immersione avevamo utilizzato per riconoscere la struttura base di un testo argomentativo. Chiederemo a tutti di completarla partendo dal problema che a loro sta a cuore e dalla tesi che hanno deciso di sostenere. È inoltre importante che tutti individuino almeno due argomenti con prove solide a supporto della propria opinione.

 

Stesura della bozza ed esempi di minilesson

Definiti i contenuti del nostro testo, i ragazzi e le ragazze cominciano a scrivere la prima bozza. Durante le sessioni di scrittura, l’insegnante svolge brevi lezioni (minilesson) e consulenze individuali o a piccolo gruppo. Ecco alcuni esempi di minilesson che è possibile proporre in questa fase:

  1. Scrivi un incipit e un’introduzione coinvolgente

Insegneremo agli studenti che «l’incipit deve spiazzare in qualche modo l’orizzonte di attesa del lettore, catturandone l’attenzione, e non può in nessun modo esordire con considerazioni ovvie» (Luca Serianni in Leggere, scrivere, argomentare: prove ragionate di scrittura, Laterza, 2013, p. 9). Inoltre mostreremo come scrivere un’introduzione che inquadri il problema, nella quale cioè troveremo le informazioni che rispondono alle 5 W del giornalismo.

  1. Rivela la tua tesi

Una tesi, per essere efficace, deve essere formulata senza utilizzare espressioni come “secondo me”, “credo che”, “ritengo che”. Deve inoltre focalizzarsi su un singolo problema delimitato: per esempio, non “la siccità in Italia”, ma “il consumo di acqua nella mia provincia”.

  1. Organizza le prove per ogni argomento

Già in fase di prescrittura, lavorando alla struttura del proprio testo, ogni alunno aveva appuntato nella tabella le prove a sostegno di almeno due argomentazioni. Ora si mostrerà agli alunni come inserire correttamente percentuali e medie, citando la fonte; come trascrivere una citazione autorevole; come contestualizzare i fatti, utilizzando le 5 W del giornalismo.

  1. Suddividi il testo in paragrafi

Per facilitare la lettura del testo, lo si può dividere in paragrafi, andando a capo in corrispondenza dell’introduzione, tesi, argomento ecc.

  1. Scrivi una conclusione che faccia riflettere

La conclusione «deve lasciare in chi legge la sensazione di aver ricavato un’idea portante da quel che ha letto, o magari più di una» (Ibidem, p. 10). Pertanto è importante essere originali, riformulare brevemente la tesi e proporre una soluzione al problema.

  1. Trova il titolo

Un buon titolo anticipa l’argomento e stimola la curiosità del lettore.

  1. Rileggi il testo per correggere eventuali errori di ortografia e sintassi

In particolare, ci soffermeremo sui connettivi gerarchici (in primo luogo, innanzitutto, inoltre, secondariamente, per concludere…).

  1. Inserisci le note bibliografiche e sitografiche

 

Stesura del process paper

Alla fine del percorso, dopo che tutti avranno consegnato il proprio testo nella sua versione definitiva, chiederemo a ciascuno di scrivere un process paper, cioè “la biografia del pezzo”. Guidati da domande oppure

dall'organizzatore grafico Battaglia a raggi X, i ragazzi ripercorrono le fasi del processo di scrittura, spiegano le scelte e motivano a sé stessi e a noi quello che hanno fatto.


 

In conclusione

 

Dovremmo fare in modo che ragazze e ragazzi acquisiscano familiarità con il testo non fiction fin dalla classe prima della scuola secondaria di primo grado. In generale percorsi di lettura e scrittura di testi espositivi e argomentativi permettono agli alunni di informarsi, acquisire strategie di comprensione, arricchire il proprio bagaglio lessicale, confrontarsi con più punti di vista, imparare a fare una ricerca, verificare le fonti e porsi domande. Più nel dettaglio l’immersione nel testo argomentativo e il successivo processo di scrittura permettono a ognuno di scoprire che esistono questioni che gli stanno a cuore. Si dà ai ragazzi la possibilità di indagare un problema e far sentire la propria voce, esprimendo un’opinione e sostenendola con prove certe. Il percorso sulla non fiction si interseca di fatto con l’educazione civica, in quanto sviluppa un pensiero critico e pone la domanda fondamentale: ora che cosa posso fare per dare una risposta a questo problema?

Vorrei concludere con le parole pronunciate da Loretta De Martin durante un corso di formazione nel settembre 2020 sul testo non fiction: «Ha a che fare con l’etica insegnare ai ragazzi a comunicare e sostenere le proprie idee, in un modo rispettoso delle altrui, anche aperto alla possibilità di cambiare idea, in modo appassionato ed efficace».

Bibliografia

Referenze iconografiche:  Huza Studio/Shutterstock

 

Ivonne Sensi

È docente di Lettere nella Scuola secondaria di primo grado e fa parte del gruppo Italian Writing Teachers che promuove la metodologia didattica del Writing and Reading Workshop. Nel 2020 ha partecipato all'opera collettiva Un anno di lettura a scuola.