La classe plurilingue: un progetto innovativo nella didattica delle lingue
La situazione creatasi con la pandemia COVID-19 ha rappresentato una sfida senza precedenti per il mondo dell’educazione: in tempi ristrettissimi docenti di vari ordini e gradi si sono visti costretti a sviluppare ed offrire lezioni e corsi in modalità a distanza. Questo cambiamento improvviso ha creato non poche difficoltà a docenti e studenti in quanto hanno dovuto adattarsi rapidamente all’assenza della dimensione interattiva e sociale tipica, soprattutto in ambito di educazione linguistica, delle attività in presenza. Questa sfida, però, ha rappresentato un’opportunità unica di confronto e di stimolo all’innovazione didattica, che gli insegnanti, hanno saputo accettare rompendo alcuni schemi tradizionali.
Queste esigenze sono alla base di un accordo di partenariato tra l'Università di Toronto - Istituto di studi pedagogici dell’Ontario (Ontario Institute for Studies in Education - OISE) da un lato e l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia (USRLo) dall’altro, che hanno attivato dal 2020 al 2022 un progetto di ricerca applicata ricco e articolato, che ha portato ad un miglioramento della pratica didattica sia in presenza sia a distanza rendendola più collaborativa e orientata all’azione.
Come spesso accade, soprattutto nell’ambito della didattica delle lingue, risorse, approcci e concetti nati in un contesto geografico o linguistico migrano in altri contesti e germinano come su un terreno fertile. Nel caso di questo progetto, è stata utilizzata in Lombardia una piattaforma, LITE, sviluppata nell’ambito di un precedente progetto di ricerca internazionale guidato da Enrica Piccardo e la sua équipe canadese. La piattaforma, nata in un contesto caratterizzato da una forte tradizione di collaborazione in rete tra insegnanti di diverse lingue straniere, ha fornito ad una regione colpita duramente dalla pandemia risorse e stimoli atti a favorire un apprendimento plurilingue e orientato all’azione.
LITE (Language Integration Through Eportfolio) si presenta come un ambiente completo in grado di accompagnare docenti e studenti nel mettere in atto un approccio innovativo sia nella didattica in presenza sia nella DAD. I quattro pilastri di LITE sono l’approccio orientato all’azione, il plurilinguismo, la dimensione riflessiva e l’uso delle tecnologie. LITE si articola in diverse sezioni: “Il mio percorso plurilingue”, uno spazio virtuale interattivo modellato secondo le caratteristiche dei social media, che permette agli allievi di pubblicare testi e risorse multimediali atti a mostrare il proprio sviluppo linguistico culturale; “Le mie riflessioni”, un ambiente ispirato dalla “Medicine Wheel” delle culture autoctone del Canada (Canada First Nations), che aiuta l’apprendente a riflettere sulla natura olistica del proprio processo di apprendimento; “Gli scenari”, sezione che contiene una ricca gamma di scenari di apprendimento orientati all’azione organizzati secondo i livelli del QCER; e infine “Il controllo del livello” che permette agli apprendenti una autovalutazione delle proprie competenze nelle diverse lingue di studio.
Il cuore dell’innovazione ha focalizzato alcuni punti fondamentali:
- la presa di coscienza degli allievi, del proprio repertorio linguistico-culturale, del proprio profilo plurilingue e della ricchezza che ogni percorso personale sviluppa con lo studio delle lingue straniere.
- Gli studenti come protagonisti del proprio processo di apprendimento e delle scelte linguistico-culturali necessarie per lo svolgimento delle diverse fasi degli “scenari” didattici e dei compiti di realtà previsti. Sviluppo di “agency e empowerment” degli studenti grazie all’approccio usato.
- Il percorso di crescita professionale dei docenti compiuto sia in modalità collaborativa sia in autonomia che ha permesso loro di mettere in atto un approccio plurilingue orientato all’azione in classe, di valorizzare la diversità linguistico-culturale degli allievi, di incrementare le modalità di lavoro in gruppo, di adottare pratiche inclusive per le diverse abilità, e - ultimo ma non minore - di favorire la presa di coscienza e il senso di iniziativa degli allievi.
- Lo sviluppo di una programmazione che integra i descrittori del nuovo Quadro comune europeo di riferimento per le lingue - Volume complementare (QCERVC), pubblicato dal Consiglio d’Europa nel 2020, al fine di definire sia gli obiettivi di apprendimento sia i criteri di autovalutazione e valutazione finale.
Gli obiettivi specifici della ricerca sono stati declinati come segue:
- raccogliere dati da docenti della scuola pubblica dalla primaria alla secondaria di secondo grado per identificare le sfide relative all’insegnamento a distanza delle lingue;
- sostenere gli insegnanti nell’adozione di approcci didattici orientati all’azione anche nella DAD;
- identificare le strategie vincenti nella fase di messa in atto delle pratiche didattiche innovative in presenza e in DAD;
- raccogliere una serie di studi di caso significativi che possano guidare altri insegnanti in un percorso di innovazione didattica;
- creare una comunità di insegnanti capaci di collaborare e sostenersi reciprocamente nel miglioramento della qualità della propria azione didattica sviluppando resilienza per il futuro.
Dal punto di vista della ricerca, il progetto ha permesso di dare voce agli insegnanti, i veri attori dell’innovazione, grazie ad una serie di interviste che hanno fornito una quantità di dati interessanti. Tali dati sono stati oggetto di un’analisi qualitativa che ha permesso di fare luce su sfide e opportunità che ogni innovazione comporta nonché di aprire piste di riflessione per tutti i protagonisti della formazione. L’emergenza pandemica ha mostrato non solo la resilienza del mondo educativo, ma, nel caso di questo progetto, ha trasformato un momento difficile in un’occasione di crescita personale e professionale, gettando un seme che ha già dato frutti superando i confini geografici della regione Lombardia in quanto analoghi progetti sono stati attivati in Campania e Lazio.
Il successo del progetto ha portato alla pubblicazione di un volume, La classe plurilingue, che, oltre a raccogliere nella prima parte saggi che contestualizzano “teoricamente” il progetto e che sono stati scritti dagli esperti canadesi e dai team leader (i formatori che hanno guidato i docenti sperimentatori), offrono 18 studi di caso, di cui 10 riguardano lavori svolti nella scuola secondaria di secondo grado, 6 nella scuola secondaria di primo grado e 2 nella scuola primaria. Per ogni studio di caso è fornito un abstract in italiano e uno nella lingua di insegnamento (francese, inglese, spagnolo, tedesco).
In ogni studio di caso gli autori e le autrici introducono il contesto di insegnamento, presentano le strategie e le modalità di lavoro adottate nonché le risorse utilizzate. Si passa poi alla discussione sia dei successi ottenuti sia degli ostacoli incontrati e del modo in cui tali ostacoli sono stati superati. Come conclusione è proposta ai lettori una riflessione sull’esperienza e sulle prospettive future.
In estrema sintesi: il progetto è stato un vero lavoro corale che ha coinvolto in Lombardia 85 docenti e 12 formatori esperti, coordinati da Gisella Langé e guidati da Enrica Piccardo e il suo team canadese. La collaborazione internazionale ha dato vita ad una esperienza di successo innovativo che ha migliorato la pratica didattica sia in presenza sia a distanza rendendola più collaborativa e orientata all’azione.
Referenze iconografiche: Maxx-Studio/Shutterstcok