Diventare cittadini attraverso le storie

Come affrontare temi civici attraverso la letteratura

Educazione civica, una disciplina trasversale

L’insegnamento dell’educazione civica, reintrodotto in modo sistematico nel curricolo scolastico dalla Legge 92/2019, rappresenta un’opportunità per le scuole di ogni ordine e grado. Come evidenziato nelle Linee guida ministeriali, non si tratta semplicemente di aggiungere un’ulteriore disciplina al piano di studi, ma di promuovere una formazione integrale della persona, capace di sviluppare «la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società».

I tre nuclei concettuali fondamentali – Costituzione, Sviluppo economico e sostenibilità, Cittadinanza digitale – costituiscono il cuore di questa “materia trasversale”, che attraversa e connette i diversi saperi disciplinari. Tuttavia, non è sempre immediato comprendere come integrarla nelle attività didattiche quotidiane, specialmente in materie apparentemente distanti come la letteratura.

Al contrario, proprio i testi narrativi possono offrire preziosi spunti per affrontare temi civici, grazie al loro potenziale di stimolare discussioni autentiche tra gli studenti. Esiste infatti un aspetto dell’educazione civica che merita di essere ulteriormente valorizzato: la dimensione relazionale e dialogica, il saper discutere insieme, ascoltare le opinioni altrui e rispettare idee diverse dalle proprie.

La fiction come strumento per l’educazione civica

Uno degli approcci più efficaci per integrare l’educazione civica nella didattica quotidiana consiste nell’utilizzare testi narrativi già previsti nei percorsi disciplinari. La letteratura, infatti, offre un terreno fertile per affrontare tematiche civiche in modo non artificioso, permettendo agli studenti di confrontarsi con questioni etiche, morali e sociali attraverso l’immedesimazione nei personaggi e nelle storie.

Questa modalità presenta numerosi vantaggi. Innanzitutto evita la frammentazione del sapere, sfruttando al contempo il potenziale formativo della narrativa. I testi letterari stimolano naturalmente il pensiero critico degli studenti, consentendo di partire da situazioni concrete per giungere a riflessioni più ampie. Inoltre, la discussione su temi emersi dalla lettura favorisce naturalmente il dialogo e il confronto tra pari.

È importante sottolineare che l’educazione civica non si esaurisce nell’apprendimento di contenuti specifici, ma si realizza pienamente quando diventa “palestra di democrazia”: uno spazio in cui gli studenti imparano a discutere in modo costruttivo, ad ascoltarsi reciprocamente, a rispettare punti di vista diversi e a costruire insieme un pensiero condiviso.

Per illustrare concretamente questo approccio, prendiamo in esame un caso specifico: l’utilizzo dei racconti di paura come veicolo per sviluppare competenze di cittadinanza.
In tal senso, il modulo dedicato al racconto di paura offre una grande opportunità educativa, poiché permette agli studenti di riflettere e confrontarsi su tematiche rilevanti per la vita personale e sociale. Questo genere letterario, particolarmente apprezzato dagli adolescenti, si presta a interessanti connessioni con l’educazione civica grazie ai temi che affronta: il rapporto con l’ignoto, i limiti dell’agire umano, le conseguenze delle proprie azioni e il confine tra bene e male.

Prima di procedere all’analisi di specifici racconti, è opportuno identificare gli ambiti e gli obiettivi di educazione civica che meglio si prestano a essere sviluppati attraverso questi testi. Facendo riferimento alle Linee guida ministeriali, possiamo individuare:

Per il nucleo “Costituzione”:

  • rispettare ogni persona, secondo il principio di uguaglianza e non discriminazione;
  • riconoscere, evitare e contrastare forme di violenza;
  • curare gli ambienti, rispettare i beni pubblici e privati così come le forme di vita.

Per il nucleo “Sviluppo economico e sostenibilità”:

  • maturare scelte e condotte di tutela degli animali e dell’ambiente;
  • riconoscere situazioni di rischio e assumere comportamenti responsabili.

Per il nucleo “Cittadinanza digitale”:

  • sviluppare la capacità di accedere alle informazioni in modo critico;
  • evitare minacce per la salute e il benessere psicologico di sé e degli altri.

Esaminiamo ora due racconti specifici e le relative proposte didattiche, iniziando con un classico della letteratura fantastica, che offre spunti significativi sul tema del rispetto per gli esseri viventi.

I gatti di Ulthar di Howard Phillips Lovecraft: il rispetto degli animali e la giustizia

Nel racconto I gatti di Ulthar, Lovecraft narra di una antica legge che proibisce di uccidere i gatti nella città immaginaria di Ulthar. La storia ricostruisce gli eventi che portarono a questa disposizione: due anziani coniugi, crudeli e isolati, si dilettavano nell’uccidere i gatti dei vicini, finché un giorno un giovane nomade di nome Menes, il cui gattino nero viene catturato dalla coppia, recita una misteriosa preghiera. La notte seguente, tutti i gatti del villaggio scompaiono e al mattino ritornano sazi. Dei due anziani non si trova più traccia, solo i loro scheletri perfettamente ripuliti. Da allora, nessuno può uccidere un gatto a Ulthar.

Comprensione del testo: un passaggio imprescindibile

Il primo passo per un efficace utilizzo didattico del racconto consiste nella comprensione approfondita del testo. È fondamentale ribadire che non si può piegare l’opera letteraria a dire ciò che non dice o forzarne l’interpretazione per adattarla ai nostri scopi educativi. Il rispetto dell’integrità del testo costituisce, esso stesso, un principio etico da trasmettere ai nostri studenti. Solo dopo aver garantito una solida comprensione del testo, sarà possibile procedere con le attività di educazione civica.

Proposta di attività di educazione civica

A partire dal racconto di Lovecraft, si può proporre un’attività articolata sul tema Che cosa significa “essere umano”?. Si può prendere spunto dal box Connessioni con il mondo presente a pagina 42 del secondo volume.

Fase 1: riflessione individuale

Chiedere agli studenti di riflettere sulla contraddizione presente nell’espressione “essere umano”, che indica sia l’appartenenza alla specie umana sia un comportamento eticamente apprezzabile. Nel racconto, i due anziani sono biologicamente umani, ma il loro comportamento verso i gatti è disumano.

Fase 2: analisi di documenti

Presentare agli studenti due documenti fondamentali:

  • la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789)
  • la Dichiarazione universale dei diritti dell’animale (1978)

Fase 3: discussione guidata

Organizzare un dibattito strutturato in cui gli studenti possano confrontarsi su domande stimolo come:

  • quali sono le caratteristiche che una persona deve avere per essere definita “umana”?
  • perché è importante avere leggi che proteggano gli animali?
  • nel racconto, la vendetta sui due anziani è giusta o ingiusta?
  • nella nostra società, quali sono le leggi che proteggono gli animali? Sono sufficienti?

Fase 4: elaborazione di una “Carta dei diritti degli animali” della classe

Invitare gli studenti a redigere, in piccoli gruppi, una propria “Carta dei diritti degli animali”, che tenga conto sia dei principi etici discussi sia delle esigenze pratiche della convivenza tra uomini e animali.

Fase 5: presentazione e sintesi

Ogni gruppo presenta la propria “Carta” alla classe. Attraverso un processo partecipativo, la classe elabora una versione condivisa, che potrà essere esposta in aula. In questo percorso, gli studenti non solo approfondiscono tematiche civiche rilevanti (il rispetto degli esseri viventi, la necessità di regole condivise, i limiti della libertà individuale), ma sperimentano concretamente pratiche democratiche di dialogo, ascolto e costruzione del consenso. 

Dai canali di Richard Matheson: media e consapevolezza digitale

Il racconto Dai canali presenta una struttura particolarmente complessa, costruita interamente attraverso il dialogo tra un ragazzo traumatizzato e due poliziotti che lo interrogano. La storia, narrata attraverso questa tecnica innovativa, svela gradualmente come il giovane Leo, tornando a casa dopo essere stato al cinema, abbia trovato i suoi genitori e i loro ospiti divorati dalla televisione, che mostrava sullo schermo la parola “mangiare” e che, alla fine, si è trasformata in “mangiato”. La comprensione di questo testo richiede particolare attenzione e la capacità di ricostruire gli eventi attraverso gli indizi disseminati nella narrazione. Una volta garantita l’adeguata comprensione del testo, sarà possibile procedere con le attività di educazione civica.

Proposta di attività di educazione civica

Il racconto di Matheson, con il suo inquietante riferimento a una televisione “cannibale”, offre l’opportunità di riflettere sull’influenza dei media e, per estensione, sulla cittadinanza digitale contemporanea.

Fase 1: analisi simbolica

Guidare gli studenti nell’analisi dei simboli presenti nel racconto, in particolare:

  • la televisione come presenza minacciosa;
  • la parola “mangiare” che appare sullo schermo;
  • il buio come scelta di non vedere la verità;
  • la luce come rivelazione tragica.

Fase 2: attualizzazione

Invitare gli studenti a riflettere su come questi simboli possano essere interpretati nel contesto attuale dei media digitali:

  • in che modo oggi i media “ci mangiano” il tempo, l’attenzione, la capacità critica?
  • quali sono i pericoli della dipendenza da schermi?
  • quali contenuti possono essere dannosi per il benessere psicologico?

Fase 3: ricerca guidata

Organizzare una ricerca guidata, in piccoli gruppi, su tematiche quali:

  • gli effetti dell’esposizione prolungata agli schermi;
  • la violenza nei media e i suoi possibili effetti;
  • le fake news e i meccanismi di manipolazione;
  • la dipendenza da Internet e dai social media.

Fase 4: debate strutturato

Organizzare un debate sul tema “I media digitali: opportunità o minaccia?”, assegnando casualmente le posizioni pro e contro per stimolare la capacità di considerare diverse prospettive.

Fase 5: elaborazione di un “Manifesto per un uso consapevole dei media”

Sulla base delle riflessioni emerse, invitare la classe a elaborare un manifesto condiviso che contenga principi e regole pratiche per un utilizzo consapevole e responsabile dei media digitali. Questo percorso consente agli studenti non solo di approfondire tematiche cruciali relative alla cittadinanza digitale, ma anche di sviluppare competenze di analisi critica dei media, capacità argomentative e abilità di confronto costruttivo con opinioni diverse.

Educare alla cittadinanza attraverso il dialogo

Le proposte didattiche illustrate dimostrano come sia possibile integrare efficacemente l’educazione civica nella didattica ordinaria, valorizzando il potenziale formativo dei testi narrativi e promuovendo un apprendimento significativo, fondato sul dialogo e il confronto.

L’approccio presentato offre numerosi vantaggi. Innanzitutto evita la riduzione dell’educazione civica a mero contenuto nozionistico, sfruttando invece la naturale propensione degli adolescenti a discutere temi eticamente rilevanti. Questo metodo sviluppa competenze trasversali fondamentali come il pensiero critico, la capacità di argomentazione e l’ascolto attivo. Inoltre, crea un continuum significativo tra l’esperienza letteraria e la vita reale, trasformando l’aula in una autentica comunità di pensiero e in un vero laboratorio di democrazia.

In definitiva, integrare l’educazione civica attraverso la narrativa significa riconoscere che la formazione del cittadino non passa solo dall’acquisizione di conoscenze specifiche, ma soprattutto dall’esperienza concreta del dialogo e del rispetto reciproco. È nel confronto quotidiano, nell’ascolto delle idee altrui e nella costruzione condivisa di significati che i nostri studenti apprendono, nel modo più autentico possibile, cosa significhi essere cittadini consapevoli e responsabili.

L’utilizzo di racconti come I gatti di Ulthar e Dai canali permette inoltre di affrontare tematiche civiche complesse attraverso la mediazione dell’esperienza narrativa, che facilita l’immedesimazione e attiva processi di riflessione personale più profondi di quanto non possa fare una trattazione puramente teorica. Questa modalità didattica consente di realizzare pienamente la visione dell’educazione civica come disciplina trasversale, capace di connettere saperi diversi e di promuovere una formazione integrale della persona, preparando gli studenti non solo a conoscere le regole della convivenza civile, ma a praticarle consapevolmente nella vita quotidiana.

Referenze iconografiche:  PeopleImages.com - Yuri A/Shutterstock

Linda Cavadini, Loretta De Martin e Agnese Pianigiani

Sono tre insegnanti di materie letterarie della Scuola secondaria di primo e secondo grado e lavorano in tre scuole di tre regioni diverse: “Liceo scientifico e linguistico "Paolo Giovio” di Como, “Giacomo Zanella” di Padova e “Jacopo della Quercia” di Siena. Una sola è però l’idea di didattica dell’italiano che hanno da sempre in mente: insegnare ai loro studenti a leggere e a scrivere e trasformare la classe in una comunità di lettori e scrittori. La scoperta del Writing and Reading Workshop ha significato per loro trovare la cornice in cui sviluppare le loro convinzioni: da allora hanno iniziato a studiare, sperimentare e confrontarsi insieme, cercando di unire la metodologia americana alla tradizione della scuola italiana.