Le consulenze di lettura

Come accompagnare e sostenere l'esperienza di lettura

Educare alla lettura per creare lettori appassionati, lettori critici e per la vita: ecco uno dei pilastri del laboratorio WRW (Writing and Reading Workshop), che l’antologia L’avventura più grande traduce in pratica facendone, pagina dopo pagina, un obiettivo programmatico.
Chi conosce e utilizza l’antologia avrà notato quanto spazio e quanta cura vengano dedicati alla costruzione di competenze e abilità di comprensione, con un approccio orientato all’educazione alla lettura e non solo alla sua promozione.
Come docenti di lettere, spesso ci chiediamo: come possiamo suscitare ancora di più, nei nostri alunni, l’amore per i libri? Come possiamo renderli più consapevoli della loro identità di lettori? Per rispondere ad alcune di queste domande mi soffermerò sulle consulenze di lettura, che hanno un potere enorme nel rafforzare e sostenere l’apprendimento, ma anche nel dare un senso a tutto ciò che si fa ogni giorno in classe.

Consulenze di lettura: che cosa sono nel concreto?

Le consulenze di lettura sono delle brevi conversazioni informali fra il docente e gli alunni, che riguardano la loro vita, la loro esperienza, il loro livello di competenza come lettori e lettrici. L’obiettivo della consulenza non è né il libro né tantomeno il monitoraggio del progresso di lettura, ma il lettore: i colloqui sono infatti delle occasioni per motivare, consigliare, far emergere competenze già raggiunte e guidare verso traguardi più alti.

Esistono dei momenti precisi per fare le consulenze e ogni docente dovrebbe organizzarsi affinché siano sufficientemente frequenti e regolari: possono avvenire negli spazi di lettura autonoma, quando in classe ognuno legge un testo scelto individualmente, oppure quando, in piccoli gruppi, si svolgono le attività legate all’incontro con un autore.

Il primo passo sarà quello di “sintonizzarsi” con l’alunno o alunna e prendere posto al suo fianco (o all’interno del piccolo gruppo), abbandonando il proprio “ruolo” di docenti e segnalando, anche attraverso la vicinanza fisica, la volontà di ascoltare, accompagnare, consigliare in un clima rilassato e senza giudizio. Non ci sono, a mio parere, occasioni più efficaci di questa per creare con il proprio gruppo classe una relazione autentica basata sulla stima e fiducia reciproche!

Come si fanno le consulenze?

Suggerisco di affrontare questa attività “a cuor leggero” e cioè liberi dall’idea che le nostre conversazioni debbano essere sempre rigorosamente strutturate o che sia obbligatorio raggiungere un obiettivo al termine di ogni colloquio. Un docente dovrebbe sentirsi a proprio agio, visto che si tratta di momenti preziosi di scambio di opinioni, giudizi e consigli fra lettori appassionati. Prima e durante le conversazioni, mi pongo queste domande: quale finalità ha la mia consulenza? Quale tipo di consulenza è più adatta? Quali strumenti posso suggerire? Le consulenze si differenziano proprio in base agli obiettivi che si pone il docente e gli obiettivi, a loro volta, si definiscono in base ai bisogni e alle esigenze specifiche della classe.
Tecnicamente possiamo distinguere fra le conversazioni e le consulenze vere e proprie. Le conversazioni sono chiacchierate informali di pochi minuti che consentono un libero confronto fra docente e alunni su aspetti del testo che possono riguardare la trama, i temi, la costruzione dei personaggi, lo stile dell’autore, ma anche argomenti che spostano l’attenzione sull’identità del lettore ed esplorano più puntualmente le sue preferenze, le sue abitudini o anche le sue difficoltà.
Le conversazioni puntano soprattutto a sostenere la motivazione a leggere, a creare connessioni fra appassionati di lettura, a porsi domande, a essere curiosi, a cogliere relazioni, a esprimere giudizi su ciò che si legge.
Quando mi immergo in questo tipo di consulenze, mi piace partire da domande molto semplici: come sta andando la lettura di questo libro? Vedo che stai leggendo… che cosa ne pensi? Che impressione ti ha fatto questo romanzo/albo ecc.? C’è qualcosa che ti ha sorpreso, che ti è piaciuto, che non ti è piaciuto in questo romanzo?
È fondamentale che in questo tipo di colloqui, i lettori siano lasciati liberi di condurre il discorso e il docente, in atteggiamento di osservazione, eviti di esprimere giudizi o visioni personali che possano indurre a uniformarsi passivamente. In base alle loro risposte, il docente modella il proprio intervento: prova a riformulare in modo più preciso il tuo pensiero… Ti ricordi che termine abbiamo usato in classe per definire l’aspetto che mi hai appena descritto? Secondo te, perché è successo questo, perché il personaggio ha agito così? Che cosa intendeva dire il personaggio con questa affermazione? Perché sostieni questo? Come lo sai?
È attraverso una conversazione di questo genere che si cerca di sviluppare la propensione alla riflessione, al ragionamento, all’esplicitazione dei propri pensieri o anche al recupero e consolidamento di concetti espressi in classe durante i laboratori.
Con altre domande invece si possono esplorare le abitudini di lettura e verificare che ognuno sia a proprio agio nella propria zona di lettura e riesca quindi a sperimentare lo stato di benessere psicofisico che deriva dal piacere di leggere. Ecco alcuni esempi: c’è qualche autore che ti piace in particolare? Perché? C’è un genere che preferisci? Perché? Ricordi un libro che ti è particolarmente piaciuto? Quale? Verso quale titolo ti stai orientando per la prossima lettura? Vedo che leggi sia fiction sia non fiction: hai una preferenza? Che caratteristiche deve avere una storia perché ti appassioni? In quali momenti della giornata o della settimana ti dedichi alla lettura? Qual è il tuo spazio preferito per leggere? C’è un libro che rileggeresti? Perché?
Le conversazioni, insomma, dovrebbero contribuire a premere il pedale dell’entusiasmo, dell’interesse, della motivazione e concludersi con la sensazione di aver creato una migliore disposizione d’animo verso la lettura e una positiva percezione di se stessi come lettori e lettrici.
Se tuttavia durante le conversazioni dovessero emergere particolari difficoltà nel comprendere la storia, qualche falla nell’impiego di strategie, il desiderio di abbandonare il libro o la scarsa motivazione alla lettura, allora il docente potrà optare per le consulenze vere e proprie.

Rispetto alle conversazioni, le consulenze si propongono di rilevare e identificare punti di forza e debolezza nei nostri lettori e di definire un obiettivo di miglioramento suggerendo delle specifiche strategie per raggiungere competenze più elevate. La consulenza interviene nel processo di comprensione e mira a fornire un aiuto concreto (l’insegnamento di una strategia, di una procedura) capace di indurre il lettore e la lettrice a modificare il proprio comportamento. Ecco perché le consulenze hanno una durata maggiore e una strutturazione più rigida rispetto alle conversazioni e prevedono che il docente, in qualità di esperto e facilitatore, abbia un’idea dell’indirizzo da dare al colloquio.

Le tre fasi delle consulenze di lettura

Per le consulenze si parla di una modulazione in tre fasi: l’indagine, la scelta dell’intervento e l’insegnamento.
L’indagine consiste in un sondaggio in cui il docente cerca di scattare una fotografia dell’alunno o alunna come lettore o lettrice. Sa muoversi nei vari ambiti della comprensione del testo? Sa attivare connessioni? Sa giudicare, confrontare, criticare i diversi aspetti di una tipologia testuale? Sa scegliere fra quelle a disposizione la strategia più utile per superare un impasse? Ha consapevolezza delle sue competenze? Si conosce come lettore o lettrice?
Spesso occorrono svariate consulenze di indagine o conversazioni per arrivare a definire un quadro sufficientemente chiaro, pertanto suggerisco di non precipitarsi a fornire istruzioni, ma piuttosto di annotarsi in un registro impressioni e aspetti rilevanti e di pianificare con tranquillità il momento più opportuno per intervenire. Meglio iniziare con domande molto generiche per poi passare ad altre più specifiche. Pensi che questa lettura risponda alle tue aspettative? Perché sì o perché no? Di solito quali sono gli ingredienti che rendono una storia interessante ai tuo occhi? Sai dirmi che cosa ti rende difficile la lettura di questo libro? Di solito che cosa fai quando trovi un termine che non conosci? Pensi di essere cambiato come lettore o lettrice in questi anni?
La scelta dell’intervento sarà quindi successiva all’indagine ed è consigliabile coinvolgere lo studente o la studentessa nella definizione dell’obiettivo, così da concordare insieme i passi da compiere.
Terza ed ultima fase della consulenza è l’insegnamento che, avendo come focus il processo, consiste nell’esplicitazione delle azioni da intraprendere. Alcune volte si tratterà di suggerire all’alunno o alunna di rivedere una strategia di comprensione già presentata in un laboratorio di lettura, altre volte se ne fornirà una nuova non ancora sperimentata in classe. Spesso si chiederà di utilizzare il proprio taccuino o il quaderno per appuntare i consigli del docente ma soprattutto per tradurre subito in pratica l’uso delle strategie indicate.
A questo proposito, L’avventura più grande mette a disposizione numerosi organizzatori grafici: Vedo, penso, mi chiedo (voll. 1, 2, 3), La matita della trama (vol. 1 p. 182), Cuore, mano e cervello (vol. 1 p. 290), I conflitti del personaggio (vol. 2 p. 296), Lo schema a palloncini (vol. 1 p. 346), La carta d’identità del testo (vol. 2 p. 359), Dal cuore del problema (vol. 3 p. 612), Connessioni personali, scopo, connessioni con il mondo (Vol. 3 p. 614).
Se l’obiettivo di miglioramento è invece riferito alla sfera della consapevolezza di sé, si potrebbe lavorare sulla metacognizione, utilizzando la sezione Parlare e scrivere di libri. Il docente valuterà se proporre una determinata strategia durante una minilesson rivolta a tutta la classe o se suggerirla, in modo individualizzato.
Le consulenze sono uno strumento potente che, pur nella loro veste di chiacchierate, non perdono mai di vista l’obiettivo di sostenere il personale cammino di crescita degli alunni affinché possano sviluppare una gioia autentica nella lettura.

Referenze iconografiche:  PeopleImages.com - Yuri A/Shutterstock

Roberta Frasson

È docente di italiano e storia presso l’ I.I.S. “Giovanni Valle” di Padova. In precedenza, ha insegnato nella Scuola secondaria di I grado, dove ha avuto modo di conoscere il Writing and Reading Workshop. Grazie a questo approccio, ha trovato un senso profondo nel suo insegnamento e l’ispirazione per motivare i propri alunni e le proprie alunne a crescere come scrittori e lettori appassionati. Da due anni ha intrapreso l’attività di formatrice per i docenti che intendono conoscere il laboratorio WRW.