Anno nuovo, nuovi orizzonti

L'accoglienza nella classe seconda tra avventura e formazione

Noi che insegniamo nella “Terra di Mezzo” della secondaria di primo grado lo sappiamo bene: le ragazze e i ragazzi di seconda cercano di mettere quanta più distanza possibile tra loro stessi e le ultime tracce di infanzia: al suono della prima campanella incontreremo di certo voci più profonde, piedi più lunghi, spalle più larghe e sguardi apparentemente più sicuri e disincantati. 
Progettare l’accoglienza in classe seconda significa scegliere proposte che rispettino l’esigenza dei nostri lettori e delle nostre lettrici di sentirsi più grandi e autonomi e, allo stesso tempo, la necessità di lavorare in continuità con il percorso impostato l’anno precedente durante il laboratorio.
La proposta di accoglienza che state per leggere è all’insegna dell’avventura: l’avventura di riconoscersi parte di una comunità che legge, scrive e si confronta, ma anche l’avventura di ampliare gli orizzonti delle proprie relazioni e dei propri interessi.

Partire da un’illustrazione

In apertura della sezione Parlare e scrivere di libri del secondo volume de L’avventura più grande c’è un’illustrazione di Camilla Garofano perfetta per cominciare con uno sguardo rivolto a orizzonti più ampi.
Durante la prima ora di accoglienza, dopo aver osservato insieme il disegno, chiedete a ciascuno e ciascuna di annotare per cinque minuti le proprie riflessioni, seguendo la strategia “Vedo, penso, mi chiedo” e fatelo anche voi.
Successivamente mettetevi in cerchio e date avvio alla condivisione delle riflessioni, avendo cura di non cominciare con la lettura delle vostre idee per non indirizzare l’interpretazione degli alunni. Potete tenere traccia di questo primo confronto preparando un poster intitolato “Uno sguardo in avanti”, in cui attaccare al centro una fotocopia dell’illustrazione. Attorno all’immagine ciascuno potrà riportare il proprio pensiero o delle parole chiave.
Se lo ritenete necessario, prima che si concluda l’incontro, potete lanciare un’annotazione Mano al taccuino chiedendo di scrivere una “Lista delle cose che vedo all’orizzonte in quest’anno scolastico”. La pagina andrà divisa in due colonne: in una si annoteranno le “Cose che non vedo l’ora di incontrare” e nell’altra le “Cose che mi piacerebbe proprio evitare”.

Letture che aprono orizzonti

La seconda sessione di laboratorio potrebbe aprirsi con un invito a condividere ricordi da lettori e da lettrici seguendo gli altri due spunti di riflessione presenti sulla stessa pagina, che introducono l’argomento della lettura. In questo modo ricominceremo a nutrire il terreno della nostra comunità fondata sulle storie, di tutte e di tutti.
La poesia La lettura di Chandra Livia Candiani (L’avventura più grande 2, p. 544) sarà un’occasione per dipanare il filo magico che lega lettura e scrittura. Anche in questo caso, sarà necessario prevedere il giusto tempo per il lavoro individuale, a coppie e per la condivisione finale, riportando tutte le riflessioni emerse su un secondo cartellone in cui al centro avrete incollato una copia ingrandita della poesia. Tenere traccia dei pensieri appendendoli alle pareti dell’aula è un momento fondante della comunità: durante l’anno più volte farete riferimento tutti insieme ai vostri pensieri di inizio anno, agli orizzonti di ciascuno e al ruolo che leggere e scrivere riveste nella vostra classe.
Anche questa sessione potrebbe chiudersi con un’annotazione Mano al taccuino basata su due liste: “Leggo per…” e “Scrivo per…”. Scegliamo poi un punto di una delle due liste e approfondiamolo in un’annotazione.

Esplorare l’orizzonte delle proprie relazioni

L’accoglienza lenta potrebbe proseguire con la lettura di un racconto avventuroso come Gli intrusi di Saki (L’avventura più grande 2, p. 307), perfetto per solleticare la curiosità di chi, dopo il rientro dalle vacanze, ha nostalgia di spazi aperti e liberi, ma anche di chi desidera sentirsi grande, essendo la storia incentrata su una faida famigliare che coinvolge i due adulti protagonisti. Allo stesso tempo, questa storia potrà diventare un’occasione per esplorare aspetti dell’animo umano in cui chi si affaccia alla preadolescenza non potrà non riconoscersi: l’orgoglio, la difficoltà di scusarsi e di perdonare, il timore del giudizio altrui.
Dopo aver letto ad alta voce il racconto, potremo ricostruire velocemente la trama, tenendo come guida l’organizzatore Il grafico della trama: in questo modo ci accerteremo che ogni membro della comunità abbia compreso gli eventi principali. 
Una regola che vale sempre, non solo in fase di accoglienza, è che non è necessario chiedere alle alunne e agli alunni di scrivere sempre tutto, appesantendo il lavoro e ostacolando il piacere della lettura e del confronto: la maggior parte del lavoro di ricostruzione e interpretazione viene svolto all’interno della comunità, in un dialogo aperto alla partecipazione di tutti e tutte. Solo in un secondo momento, se lo riteniamo utile, possiamo chiedere di sintetizzare quanto emerso durante lo scambio.
Mentre Il grafico della trama è uno strumento già noto nella nostra classe e quindi il suo uso richiede solo di essere ripreso e consolidato, può essere interessante introdurre la strategia Uno contro… tutto, che indaga i conflitti interni ed esterni del personaggio e che può essere riproposta durante l’anno. Durante l’accoglienza il consiglio è di soffermarsi soprattutto sul conflitto interno e su quello con la società, per accompagnare la conversazione verso i temi a cui si è accennato sopra, in particolar modo il timore del giudizio dei pari e delle aspettative altrui e la difficoltà di chiedere scusa. Ovviamente è molto importante non forzare l’interpretazione e seguire i sentieri tracciati dai nostri lettori e dalle nostre lettrici; inoltre, sollecitare connessioni con esperienze personali può arricchire di nuove sfumature la comprensione profonda del racconto.
In questo caso, dopo aver spiegato la strategia e fatto esempi tratti da storie che tutti conoscono, possiamo chiedere agli alunni e alle alunne di completare l’organizzatore grafico individualmente, per poi condividere con la classe le riflessioni fatte.
Anche in questo caso, la sessione può chiudersi con un’annotazione Mano al taccuino (L’avventura più grande, p. 312): di certo molte e molti di loro hanno sperimentato lo stupore di veder nascere una possibile amicizia dove prima c’erano solo diffidenza e rifiuto, e chi ancora non l’avesse provato avrà occasione di intravedere nuove possibilità.

Esplorare l’orizzonte dei propri interessi

Chiudere l’accoglienza con un racconto di formazione può essere una buona idea per riprendere e rafforzare l’abitudine all’esplorazione di sé, del proprio mondo interiore in continuo cambiamento, di gusti, interessi e modi di relazionarsi con gli adulti e i compagni. 
Sappiamo bene che fare orientamento significa assumere uno sguardo orientativo, cioè che indirizza ogni nostra scelta. Ricominciare fin dai primi giorni a ragionare con i ragazzi e le ragazze in questo senso è molto importante, perché diventa un invito a osservarsi e a interrogarsi durante tutto l’anno scolastico, alla ricerca di indizi su chi sono, come si vedono e come desiderano diventare.
Leggere ad alta voce il racconto Sara di Luisa Mattia (L’avventura più grande 2, p. 368) può essere una preziosa occasione per richiamare strategie apprese durante l’anno precedente e per proporre una riflessione sui propri interessi, ma anche sulle dinamiche interne alla comunità e sulle relazioni con il mondo degli adulti.
La strategia Interpretare i personaggi con le 4C (L’avventura più grande 2, p. 374), già presente nel primo volume dell’antologia, è un buon punto di partenza per riprendere l’abitudine a indagare l’evoluzione di un personaggio e a generare connessioni con il proprio vissuto.
Anche Nella testa del personaggio (L’avventura più grande 2, p. 375) ricorderà alle lettrici e ai lettori la strategia Cuore, mano e cervello già incontrata, ma in questo caso è presente una richiesta aggiuntiva: riflettere sulle motivazioni profonde che stanno alle radici delle azioni della protagonista del brano. Non serve dire quanto questo tipo di proposta solleciti la capacità di immedesimazione. 
Siccome entrambe le strategie richiedono un lavoro di interpretazione molto personale, il suggerimento è riservare ampio spazio al lavoro individuale per poi condividere con tutta la comunità le riflessioni e le eventuali connessioni con la propria esperienza. 
Questa fase dell’accoglienza potrebbe chiudersi con la scrittura di un’annotazione dal titolo “Quello che mi salva”, per invitare a riconoscere i nostri interessi come una preziosa risorsa per superare momenti bui.

Esplorare orizzonti intergenerazionali

Terminata l’accoglienza, procedere con la lettura ad alta voce di Ganpa’ di Christophe Léon potrebbe essere un’idea interessante per continuare la riflessione sul rapporto tra mondo adulto e mondo adolescente. In questo caso la Connessione personale Com’è difficile essere genitori (L’avventura più grande 2, p. 375) potrebbe fare da ponte, anche se la vicenda è incentrata sul legame tra un nonno e un nipote.
Il romanzo si presta bene anche a essere letto a fine anno, come trampolino verso le grandi questioni civili che verranno affrontate in terza. Il percorso Un romanzo ad alta voce (L’avventura più grande 2, p.565) suggerisce alcune strategie che possono accompagnare la lettura di questo romanzo breve ma ricchissimo di suggestioni.

I nostri orizzonti appesi al muro

A conclusione di questo percorso di accoglienza lenta, proponiamo di realizzare un cartellone in cui riportare, dopo averne ampiamente discusso tutti insieme, gli orizzonti dell’intera classe per l’anno scolastico che si è appena aperto. Che cosa vorremmo vedere nel nostro orizzonte di comunità fondata sulle storie lette e scritte? Quali sono i traguardi da raggiungere nelle nostre dinamiche di lavoro? Ciascuno e ciascuna di noi che cosa vorrebbe scoprire esplorando la propria personalità? Potrebbero essere queste le domande guida che accompagneranno la riflessione e la discussione, domande che anche noi insegnanti potremmo a porci e, perché no, condividere con i membri del nostro dipartimento.
Non ci resta che augurarvi e augurarci un anno scolastico in cui, giorno dopo giorno, inventare e esplorare nuovi orizzonti.

Referenze iconografiche:  ©GoodStudio/Shutterstock

Linda Cavadini, Loretta De Martin e Agnese Pianigiani

Sono tre insegnanti di materie letterarie della Scuola secondaria di primo e secondo grado e lavorano in tre scuole di tre regioni diverse: “Liceo scientifico e linguistico "Paolo Giovio” di Como, “Giacomo Zanella” di Padova e “Jacopo della Quercia” di Siena. Una sola è però l’idea di didattica dell’italiano che hanno da sempre in mente: insegnare ai loro studenti a leggere e a scrivere e trasformare la classe in una comunità di lettori e scrittori. La scoperta del Writing and Reading Workshop ha significato per loro trovare la cornice in cui sviluppare le loro convinzioni: da allora hanno iniziato a studiare, sperimentare e confrontarsi insieme, cercando di unire la metodologia americana alla tradizione della scuola italiana.