Accoglienza, o del seminare

Suggerimenti per l'accoglienza della classe prima

Benvenuti, benvenute!

Cari colleghi e care colleghe, 

grazie di cuore per aver deciso di iniziare insieme a noi questo viaggio! Speriamo che possa essere emozionante per voi tanto quanto lo è stato per noi finora, sin dal giorno in cui abbiamo cominciato a sognare, a progettare e a scrivere l’Avventura più grande, partendo dalle nostre classi, dalle nostre piccole comunità di lettori e scrittori, che per primi hanno sperimentato tutto quello che troverete fra le pagine dei tre volumi.

Per noi è un piacere darvi il benvenuto nel club dell’Avventura più grande, un luogo virtuale che amiamo immaginare come un salotto, in cui ci accomoderemo ogni tanto per conoscerci meglio, per progettare e ripercorrere le tappe del viaggio che stiamo per intraprendere insieme.

In ogni salotto che si rispetti c’è un tavolino ingombro di libri e riviste: anche qui troverete proposte di lettura con consigli pratici e risposte ai vostri dubbi. 

Ma un salotto è anche un luogo dove mettersi comodi per approfondire i propri interessi godendosi i programmi preferiti alla tivù o alla radio… nel nostro club non mancheranno quindi video e podcast con ulteriori stimoli di riflessione. 

Ogni tanto, infine, ci daremo appuntamento per confrontarci vis-à-vis nel nostro salotto virtuale, che ospiterà una serie di webinar ricchi di spunti di lavoro molto pratici.

Ogni esplorazione porta con sé un grande entusiasmo, ma a volte anche qualche timore: il paesaggio sarà totalmente sconosciuto o ritroverò i miei punti di riferimento? Avrò con me tutto il necessario? Troverò gli strumenti giusti al momento giusto? 

Vorremmo che il nostro club fosse per voi una mappa, per ritrovare ciò che è noto e integrarlo con il nuovo, una bussola per esplorare nuove possibilità in tutta sicurezza, una “cassetta degli attrezzi” dove conservare gli strumenti a vostra disposizione, un posto in cui tornare per riflettere sulla strada percorsa insieme ai compagni e alle compagne di avventura. 

Un noto proverbio africano recita: «Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio»; noi insegnanti sappiamo bene quanto sia importante non sentirsi soli in questo compito complesso: per far nascere e crescere una classe, una comunità fatta di alunne e alunni tutti diversi uniti nel comune obiettivo di crescere e imparare, dobbiamo farci villaggio, farci noi stessi comunità di docenti, pronti ad accogliere e ad accompagnare sentendoci a nostra volta accolti e accompagnati, ciascuno e ciascuna con la propria storia, le proprie esperienze, le proprie ricchezze.

Benvenuti e benvenute, quindi, che l’avventura abbia inizio!

 

Settembre, il mese dell'accoglienza

Settembre è il nostro capodanno, segna un nuovo inizio e, soprattutto quando abbiamo una classe prima, porta con sé emozioni contrastanti: siamo curiosi di conoscere i ragazzi e le ragazze con cui passeremo tantissime ore nei prossimi tre anni, ma al contempo stiamo ancora elaborando “il lutto” per la terza che abbiamo lasciato a giugno; sappiamo di poter trovare le parole giuste per comunicare con alunni di poco più di dieci anni, spesso spaventati da questa nuova fase della loro vita, ma sappiamo anche che, se vogliamo sostenerli nella crescita, il dono più grande che possiamo fare loro è rendere accessibile la complessità in tutta la sua bellezza; siamo felici di avere l’occasione di contribuire a costruire una comunità là dove ora c’è solo un gruppo di individui, ma forse siamo anche un po’ timorosi di fronte a un compito non certo facile.

Proprio perché è il primo passo di un’avventura lunga tre anni, l’accoglienza è un momento delicato, che non può risolversi in un giorno o in una settimana, ma necessita dei tempi distesi del lavoro del contadino: dobbiamo preparare il terreno, renderlo fertile e arioso, pronto ad accogliere i semi che desideriamo far germogliare.

Il terreno migliore, quello in cui tutti e tutte si sentono a casa, è quello dedicato alle storie: le storie lette dall’insegnante, le poesie o gli albi illustrati diventano l’occasione per iniziare a guardarsi negli occhi e a mettere le idee in circolo, a condividere ricordi e pensieri, a conoscersi e riconoscersi.

Ne L’Avventura più grande abbiamo scelto di partire dall’esplorazione di sé stessi e dall’incontro con i compagni e le compagne, con cui pian piano si costruirà una nuova comunità, per poi proseguire con la presentazione del libro di testo, strumento del laboratorio ma anche collante del gruppo, attraverso le parole. 

Le pagine dell’accoglienza mostrano attività pensate per stimolare la conoscenza reciproca degli alunni e delle alunne: attraverso la lettura di poesie e racconti, mediante le strategie metacognitive proposte e gli organizzatori grafici, gli studenti e le studentesse potranno fin da subito mettersi all’opera, lavorare sulla condivisione di valori e obiettivi, costruendo la propria comunità come in un laboratorio artigiano.

Una comunità fondata sulle storie è una comunità che ha radici forti, in cui la classe diventa un luogo amico, uno spazio sicuro in cui dare e ricevere fiducia, in cui sperimentare senza paura di essere giudicati, in cui gli errori vengono salutati come ulteriori occasioni di esplorazione.

L’accoglienza diventerà occasione per cominciare a porre le basi di una comunità che si confronta anche attraverso la scrittura: l’insegnante proporrà spunti brevi e stimolanti, mai complessi, in modo che tutte e tutti possano sentirsi bravi, sperimentare da subito quel senso di autoefficacia così indispensabile per affrontare con fiducia il cambiamento.

In queste prime settimane, attraverso la lettura, la scrittura e le chiacchierate che da esse nasceranno, cominceremo anche a introdurre le routine del nostro stare in classe, a insegnare, attraverso la pratica quotidiana, i tempi e gli spazi del laboratorio, quali saranno gli strumenti indispensabili e come utilizzarli. 

Inizieremo inoltre a conoscere i lettori e le lettrici che accompagneremo nei prossimi tre anni: un grande dono e una grande responsabilità! In questo siamo certe che la sezione Parlare e scrivere di libri sarà un’utile alleata.

Sarà importante non farsi prendere dall’ansia del fare, ma continuare a pensare alla pazienza della terra che attende i suoi germogli: affrettare questo momento di reciproca conoscenza e costruzione della comunità potrebbe essere un errore, come pure proporre troppo presto prove d’ingresso o altre attività di verifica. 

Ascoltare con attenzione gli interventi di ciascuno durante le letture e leggere ciò che stanno cominciando a scrivere sarà un modo per iniziare una prima valutazione diagnostica, che può essere importante per strutturare la programmazione sulle esigenze della classe. 

Alla lettura e alla scrittura potremo certamente affiancare altre attività “rompighiaccio” e tutte le proposte che la nostra scuola prevede, comprese eventuali prove di ingresso che, inserite in una cornice così accogliente, non saranno di certo vissute dai nostri alunni e alunne come fonte d’ansia ma diventeranno un’occasione per mettersi alla prova, un altro modo per preparare il terreno e cominciare a seminare insieme il futuro della nostra classe-comunità.

Referenze iconografiche:  ©Jorm Sangsorn/Shutterstock

Linda Cavadini, Loretta De Martin e Agnese Pianigiani

Sono tre insegnanti di materie letterarie della Scuola secondaria di primo e secondo grado e lavorano in tre scuole di tre regioni diverse: “Liceo scientifico e linguistico "Paolo Giovio” di Como, “Giacomo Zanella” di Padova e “Jacopo della Quercia” di Siena. Una sola è però l’idea di didattica dell’italiano che hanno da sempre in mente: insegnare ai loro studenti a leggere e a scrivere e trasformare la classe in una comunità di lettori e scrittori. La scoperta del Writing and Reading Workshop ha significato per loro trovare la cornice in cui sviluppare le loro convinzioni: da allora hanno iniziato a studiare, sperimentare e confrontarsi insieme, cercando di unire la metodologia americana alla tradizione della scuola italiana.