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Fare scienze a scuola | Da Spazio primaria di Sanoma Italia

Scritto da Simona Cerrato | mag 22, 2024

“Arcobaleno, domani è sereno”… “Cielo a pecorelle, acqua a catinelle”… “Tutti i fiumi vanno al mare”… “A goccia a goccia si scava la roccia”…

Che cosa c’entrano i proverbi e i modi di dire con il fare scienze? In particolare con il fare scienze a scuola? Spesso, nelle conversazioni quotidiane, saltano fuori proverbi o credenze popolari con un contenuto scientifico. Allora perché non partire proprio da questi proverbi, forse ancora sulla bocca di nonni e nonne, per fare esperienza scientifica e per l’allestimento di un piccolo o grande esperimento? Chiediamoci per esempio: come possiamo verificare se questo e quel proverbio siano veri?

Per fare scienza si parte proprio da domande, da buone domande che innescano il processo scientifico, cioè da domande aperte, interessanti, che aiutano a ragionare e a imparare.
I proverbi sono ottimi generatori di conoscenza, perché possono contenere tante buone domande.

Vogliamo fare una prova? Le sere d’estate che finalmente ci apprestiamo a godere possono essere la buona occasione per guardare il cielo con occhi non solo pieni di meraviglia e stupore ma anche indagatori.

Chiediamoci allora se il proverbio Gobba a levante: luna calante. Gobba a ponente: luna crescente” sia vero. Proviamo ad applicare un protocollo scientifico. Innanzitutto dobbiamo raccogliere un po’ di informazioni sulle fasi lunari:

  • le fasi lunari descrivono il diverso aspetto che la Luna mostra verso la Terra durante la sua orbita intorno alla Terra stessa e intorno al Sole;
  • le fasi dipendono anche dal diverso orientamento della Luna rispetto al Sole;
  • le fasi lunari si ripetono in un intervallo di tempo detto mese sinodico, pari a circa 29 giorni. Giusto il tempo della nostra vacanza.

Per rispondere alla domanda di ricerca se il proverbio “Gobba a levante: luna calante. Gobba a ponente: luna crescente” sia vero, dobbiamo osservare la Luna tutte le sere, o perlomeno ogni volta che riusciamo a vederla, per un mese intero. Ci serve un calendario e può essere utile una bussola, entrambi sono in genere in dotazione in tutti gli smartphone. Se vi piace disegnare, utilizzate un piccolo bloc-notes per disegnare come appare la Luna giorno per giorno. Vi consigliamo di dotarvi di un binocolo (anche non molto potente): osservare la Luna con un binocolo è fonte di grande sorpresa e gratificazione. Diventano ben visibili i crateri, la superficie scabrosa e bucherellata che appare evidente sul profilo della Luna quando non è piena e che già Galileo Galilei aveva osservato.

Per ogni osservazione, indicate la data e se la gobba della Luna è volta verso ponente o verso levante. Alla fine della vacanza avrete il vostro calendario lunare e magari tanti bei disegni. Che cosa potete concludere? La gobba della Luna crescente (cioè nella fase successiva alla Luna nuova) è effettivamente rivolta verso oriente e la gobba della Luna calante (cioè nella fase successiva alla Luna piena) è effettivamente rivolta verso occidente.

Vi è venuta voglia di verificare qualche altro proverbio? Come procedereste?

Ecco, questo è un modo di fare scienza. La scienza è ricerca e per fare ricerca, e quindi scienza, bisogna fare. Fare scienza non è studiare sui libri, anche se questa è una fase propedeutica necessaria, ma provare a rispondere a domande, nuove e interessanti, per le quali non conosciamo la risposta, indipendentemente dal fatto che, poi, a quella risposta ci si arrivi o meno.

L’osservazione, l’esplorazione e soprattutto la sperimentazione sono gli ingredienti fondamentali del processo di ricerca scientifica.

La maggior parte di noi, alla parola “esperimento” associa un laboratorio di chimica: una stanza bianca, pulita, con tavoli pieni di strumenti, microscopi, bilance di precisione e soprattutto provette piene di liquidi misteriosi e persone con camici bianchi. Certo, questa è una possibilità. Ma è solo una di tante. Un esperimento è una procedura controllata, un’esplorazione più sistematica, che usiamo per cercare di rispondere ad alcune domande. Le domande possono derivare dall’osservazione, ma non solo.

E a scuola? Che cosa significa fare un esperimento a scuola?

Nel volume Fare scienze, ci sono tutti gli ingredienti per poter fare scienze a scuola, per creare percorsi di ricerca che coinvolgono l’intera classe, scaturiti da interessi e domande autentiche e non da esigenze imposte dall’alto.

La scienza è ovunque intorno a noi, e ogni giorno ci offre innumerevoli opportunità per indagare fenomeni nuovi e affascinanti, che ci spronano a osservare, esplorare, sperimentare affinando le nostre capacità di ricerca e sviluppando la nostra immaginazione e la nostra creatività per affrontare problemi sempre nuovi e difficili.

Fare scienze ci introduce nel mondo della scienza e al suo valore nella società di oggi, ci fa conoscere scienziate e scienziati e il loro metodo scientifico, anzi i metodi scientifici, ci presenta esperimenti, semplici, efficaci basati su un protocollo sperimentale passo passo che può essere applicato a tante situazioni diverse. Ci insegna cosa significa osservare e misurare, che cosa è l’errore e il suo valore, e a essere consapevoli delle trasformazioni che avvengono sotto i nostri occhi, troppo spesso inconsapevoli. Ci conduce attraverso l’esplorazione di un ambiente naturale, ci insegna a disegnare una foglia o un sasso e ad allestire un acquario, piccolo biotopo casalingo, a osservare attraverso l’oculare di un microscopio o con una lente d’ingrandimento le meraviglie che si nascondono nelle ali di una farfalla o nelle cellule di una pianta acquatica. Ci sfida a risolvere situazioni quotidiane dove la scienza ha un ruolo importante, ci dice che la scienza è sì difficile ma che ce la possiamo fare e che è importante acquisire e trasmettere la capacità critica di comprenderla e di apprezzare il suo valore e quello delle sue applicazioni. Ci insegna a rispondere a domande con metodo e raziocinio, cosa che ha un valore che va ben oltre quello della scienza stessa.

FARE SCIENZE

In questo volume, in dotazione per chi adotta il Sussidiario delle Discipline Tante scoperte, si raccontano tanti modi di Fare Scienze e tanti metodi scientifici.
Che cosa li accomuna? La vocazione a farsi domande sul mondo che ci circonda e a cercare le risposte osservando, misurando, sperimentando, facendo errori. Attività che si possono facilmente replicare in una classe, anche con strumenti molto semplici.
Simona Cerrato e Marco Testa, fisici, e Alfred Beran, biologo, propongono attività semplici attraverso le quali alunne e alunni potranno fare scoperte interessanti, ma anche vivere esperienze molto simili a quelle di chi fa scienza.
Il volume è parte della collana “Fare” dedicata agli insegnanti della Scuola Primaria, pensata per poter essere un supporto nell’attività didattica che viene svolta giorno per giorno in classe.

 

Referenze iconografiche: AstroStar/Shutterstock