Ogni libro è un sentiero: alcuni seguono strade familiari e rassicuranti, altri si inoltrano in territori sconosciuti, talvolta scomodi. La biblioteca di classe è una mappa che raccoglie infiniti possibili viaggi, e la responsabilità dei docenti sta nel garantirne la varietà perché ogni lettrice e lettore possa scegliere la propria direzione e incontrare modi diversi di viaggiare: «Molte storie sono importanti. Le storie sono state usate per espropriare e per diffamare. Ma le storie si possono usare anche per dare forza e umanizzare. Le storie possono spezzare la dignità di un popolo. Ma le storie possono anche riparare quella dignità spezzata» Chimamanda Ngozi Adichie.
Il concetto di bibliodiversità ci chiede di guardare oltre la familiarità del canone e degli scaffali consolidati, è un invito a mappare territori narrativi nuovi: voci plurali, ambientazioni inconsuete, culture altre, generi e tipologie testuali spesso poco frequentati tra i banchi di scuola, oppure affrontati in modo strumentale.
Si tratta di una questione di rappresentazione, certo, ma anche di immaginazione e di accesso al sapere. In gioco c’è un principio di giustizia epistemica: se riconosciamo che non tutte le esperienze e non tutte le prospettive hanno ancora pari dignità nel discorso pubblico e letterario, allora abbiamo il dovere di proporre libri che amplino il più possibile la visuale sul mondo. Solo così garantiremo a ogni studente e studentessa la possibilità di ritrovarsi in una storia e magari mettere in discussione le proprie convinzioni.
Portare bibliodiversità in classe vuol dire offrire strumenti per decifrare la complessità in cui viviamo, per riconoscersi e riconoscere l’altro. Significa, soprattutto, restituire alla lettura la sua funzione più politica: quella di allargare lo sguardo.
Di seguito esploreremo alcuni dei tanti volti della bibliodiversità (rappresentazioni, ambientazioni, generi, forme narrative e temi) proponendo di volta in volta libri da portare nelle nostre biblioteche di classe (vedi Allegato 1 per una sintesi e descrizione di tutti i titoli proposti) e strategie per leggere con lenti diverse (vedi Allegato 2 per un approfondimento delle strategie citate). Consigliamo inoltre la lettura di questa Bibliografia ragionata per docenti (vedi Allegato 3), pensata per coloro che desiderano approfondire.
Se ogni lettura è un incontro, con chi ci fanno incontrare i libri che proponiamo in classe? Così scrive Grace Fainelli in Decolonizzare lo sguardo. Riflessioni di una donna nera, spunti per sfidare gli stereotipi razzisti (Eris 2025): «Uno dei problemi principali è che nell’industria creativa, così come nel mondo dell’informazione, le persone razzializzate sono ancora troppo poche. Squilibrio che esacerba la questione di essere sempre l’oggetto della narrazione e mai il soggetto. Manca una varietà di sguardi su quello che è davvero il mondo. Senza una pluralità di voci, le narrazioni rimangono incomplete e superficiali, e chi non si vede rappresentato finisce per essere cancellato o distorto».
Proporre narrazioni che rappresentano unicamente un modello dominante rischia di escludere molte esperienze e di cristallizzare stereotipi. Al contrario, offrire ai nostri alunni e alle nostre alunne una pluralità di figure, corpi, voci, relazioni e vissuti significa restituire complessità alla letteratura e riconoscere la legittimità di ogni identità dentro il paesaggio narrativo.
Non si tratta solo di “convivenza delle differenze” (espressione proposta come alternativa alla parola “inclusione” da Fabrizio Acanfora nel suo saggio La diversità è negli occhi di chi guarda, disponibile gratuitamente in rete), ma anche di giustizia narrativa, che garantisca a ciascuno la possibilità di ritrovarsi, di vedere riconosciuto il proprio posto nel mondo e di incontrare vite diverse dalla propria.
Letture consigliate
Per la secondaria di primo grado:
Daniela Palumbo, Gli sbagliati del Dubai, Il Castoro, Milano 2022
Per la secondaria di secondo grado:
Espérance Hakuzwimana, Tutta intera, Einaudi, Torino 2022
Una strategia del Reading Workshop: La mappa delle relazioni
Proponiamo a studentesse e studenti di costruire una mappa delle relazioni tra i personaggi principali e invitiamo poi i lettori e le lettrici a interrogarsi sulle identità rappresentate, sulle loro relazioni, sulla loro voce, sulla gestione del potere. Attraverso questa strategia, la lettura diventa un’esplorazione consapevole delle presenze e delle assenze nei testi, e i lettori imparano a dare voce non solo a ciò che viene detto, ma anche a ciò che resta in ombra.
L’antropologo Matteo Meschiari, nel suo saggio Neogeografia. Per un nuovo immaginario terrestre (Milieu Edizioni 2019), scrive: «La specificità della geografia è che al di là delle apparenze e delle varie realizzazioni storiche è sempre stata la pratica per eccellenza dell’immaginario». Anche le geografie letterarie, le ambientazioni dei romanzi non sono mai neutre: influenzano le scelte narrative, i personaggi, i temi e quindi l’immaginario di chi legge.
Ogni ambientazione porta con sé una cultura, un tempo, un modo di sentire e di vivere. Presentare storie ambientate in luoghi vari e poco frequentati tra le pagine significa offrire l’occasione di esplorare mondi e tempi diversi, e di comprendere come il contesto plasmi le vite e le storie delle persone, oltre che dei personaggi.
Questo significa offrire alle nostre comunità di lettrici e lettori la possibilità di leggere, accanto alle voci dei classici della letteratura, storie ambientate in culture diverse dalla loro, lontane e ignote oppure vicine ma inattese, come per esempio i paesi delle aree interne, riserve «di beni culturali diffusi, di memorie e saper fare, di capacità di immaginare e sperimentare anche al di fuori del perimetro dell’economia di mercato, tutti elementi ai quali vale la pena porre attenzione in vista di una transizione ecologica ed economica non più rinviabile» (Tantillo 2023).
Letture consigliate
Per la secondaria di primo grado:
Matteo Righetto, La pelle dell’orso, Tea, Milano 2017
Per la secondaria di secondo grado:
Maya Angelou, Io so perché l’uccello canta in gabbia, Mondadori, Milano 2025
Una strategia del Reading Workshop: Tre mappe per un’ambientazione
Invitiamo studentesse e studenti a costruire tre diverse mappe dell’ambientazione della storia che stanno leggendo: mappe reali, simboliche, emotive. Questa strategia può aprire un confronto sulle diverse percezioni dei luoghi e aiutare a vedere l’ambientazione non come sfondo, ma come personaggio vivo della narrazione.
I generi letterari non sono semplicemente “categorie” in cui incasellare i libri, ma codici complessi che guidano la costruzione della narrazione e la ricezione del testo. Ognuno ha convenzioni formali, aspettative tematiche e specifiche modalità di coinvolgimento. E ognuno fornisce strumenti per leggere il mondo in modo più profondo e più libero. Conoscere le regole dei generi significa anche apprezzare maggiormente i libri che quelle regole le rompono, le stravolgono, le reinventano.
Nelle liste di testi proposte ai ragazzi e alle ragazze emerge ancora una certa difficoltà non solo a svincolare la letteratura realistica dal didascalismo del tema, ma anche a superare la dicotomia realistico/fantastico (per un interessante approfondimento, si veda sul sito Lipperatura di Loredana Lipperini la serie di articoli sugli Stati generali dell’immaginazione, Bologna, ottobre 2023).
In realtà questi due tipi di narrazione differiscono non solo per l’ambientazione o la presenza o meno di elementi soprannaturali, ma anche per il tipo di patto che stabiliscono con chi legge. Il realismo invita a riflettere sulla realtà in modo diretto, invece il fantastico mette in crisi le nostre certezze e attraverso lo straniamento ci offre il privilegio di indagare il nostro mondo attraverso una lente altra. In questo senso, il fantastico non è evasione, ma un modo radicale di entrare in dialogo con la realtà.
Per lo stesso motivo, accanto ai generi tradizionali e codificati, è fondamentale proporre anche testi che attraversano i confini e li mescolano. Molti romanzi contemporanei uniscono registri diversi: un realismo quotidiano che improvvisamente si apre al fantastico, un romanzo di paura e formazione insieme, una distopia che assomiglia a un giallo politico. Queste opere ibride, difficili da incasellare, insegnano ai lettori e alle lettrici che la letteratura è un terreno fluido, capace di riflettere la complessità del reale meglio di qualsiasi etichetta.
Letture consigliate
Per la secondaria di primo grado:
David Almond, Skellig, trad. di Giuseppe Iacobaci, Salani, Milano 2009
Per la secondaria di secondo grado:
Naomi Alderman, Ragazze elettriche, trad. di Silvia Bre, Feltrinelli, Milano 2025
Una strategia del Reading Workshop: Realistico e fantastico in dialogo
Imparare a distinguere e interpretare gli elementi realistici e fantastici in una storia, cogliendo i temi e i significati profondi che emergono dal loro dialogo, permette di arricchire l’esperienza della lettura. Questa strategia guida studentesse e studenti a riconoscere, confrontare e interpretare gli elementi realistici e quelli fantastici in modo consapevole.
Nelle biblioteche di classe è fondamentale offrire una varietà di forme testuali: oltre al romanzo e al racconto, i nostri alunni e le nostre alunne devono avere accesso ad albi illustrati, graphic novel, fumetti. Accanto a questi, non vanno dimenticati il graphic journalism, le raccolte di poesia, i saggi divulgativi e le riviste. Ogni forma si avvale di linguaggi e modi di raccontare specifici, che influenzano l’esperienza di lettura: diversificare i testi presenti nella biblioteca di classe non significa solo andare incontro a gusti differenti, ma anche riconoscere che la lettura è davvero democratica solo se diventa una pratica plurale e articolata, che porta “tutti gli usi della parola a tutti”, secondo il celebre motto rodariano.
Quando il testo scritto incontra le immagini, il racconto diventa un’esperienza sinestetica. Negli albi illustrati le figure ampliano, rafforzano o contraddicono la parola, costringendo a leggere “con due sguardi”, verbale e iconico. I graphic novel, con la loro serialità visiva e i ritmi scanditi dalle vignette, offrono storie complesse capaci di parlare con immediatezza a lettori e lettrici adolescenti. In entrambi i casi, la sfida è imparare a interpretare l’intreccio dei codici, non solo a “guardare le figure”.
La poesia è una forma che alunne e alunni percepiscono come distante, ma che in realtà restituisce con densità ciò che la prosa spesso diluisce. Portarla tra gli scaffali di classe, anche sotto forma di romanzi in versi, significa abituare a un altro ritmo della lingua, fatto di pause, immagini, profondità di scavo.
Anche i testi non-fiction trovano posto nella biblioteca scolastica: leggere saggi e riviste accessibili significa incontrare voci che aprono al pensiero critico e alla conoscenza del mondo.
Letture consigliate
Per la secondaria di primo grado:
Hanna Arnesen, Stardust. Polvere di stelle, Orecchio Acerbo, Roma 2024
Per la secondaria di secondo grado:
Zerocalcare, Quando muori resta a me, Bao Publishing, Milano 2024
Una strategia del Reading Workshop: Sguardi composti e ricomposti
Questa strategia aiuta a distinguere e interpretare testi multimodali, che combinano parole e immagini, valorizzando la sinergia tra i due linguaggi. In questo modo, ragazze e ragazzi sviluppano una lettura più consapevole e multilivello, un’abilità cruciale nel mondo contemporaneo dei media.
Abitua inoltre a non considerare il testo scritto come unico portatore di senso, valorizzando linguaggi visivi, elementi simbolici e sequenze narrative non lineari. Si tratta di uno strumento potente per aprire la lettura a diverse sensibilità e modi di apprendere, un invito a riconoscere che non esiste un solo codice, né un solo modo di dare senso a una storia.
Spesso in ambito scolastico si tende a scegliere libri "a tema", magari legati a ricorrenze o progetti specifici: temi come l’amicizia, il bullismo, la diversità, l’ambiente. L’opera letteraria viene così «piegata per scopi educativi, diventando un “pretesto” per evidenziare alcune idee e messaggi. Si tratta di una lettura che snatura e impoverisce pure i “classici” per ragazzi, impedendo ai giovani lettori di esplorare criticamente il testo per cercarne i molteplici significati, anche sottintesi» (Blezza Picherle 2016).
Inutile dire quanto questo approccio sia dannoso a tutte le età. La letteratura non deve ridursi a esperienza passiva e univoca, perché ogni lettore porta con sé un bagaglio unico di vissuti, domande e sensibilità. Questo patrimonio lo porta a incontrare una storia in modi spesso imprevedibili, e il nostro compito come insegnanti è duplice: da un lato, proporre una varietà di testi che aprano a temi diversi e a prospettive plurali; dall’altro, creare spazi in cui tutti possano esplorare liberamente i temi che emergono, confrontarsi con gli altri e mettere in discussione le proprie convinzioni.
Questa pluralità tematica è una componente fondamentale della bibliodiversità, perché aiuta a evitare letture svilenti, stereotipate o monodirezionali, e favorisce una lettura più critica e consapevole, rispettosa delle sfaccettature.
Letture consigliate
Per la secondaria di primo grado:
Robert Westall, Golfo, trad. di Sara Saorin, Camelozampa, Monselice (PD) 2020
Per la secondaria di secondo grado:
Jessica Schiefauer, Quando arrivano i cani, trad. di Samantha K. Milton Knowles, Camelozampa, Monselice (PD) 2022
Una strategia del Reading Workshop: L’eco dei temi
Questa strategia invita studentesse e studenti a generare delle “parole-eco” per riflettere in modo collaborativo e aperto sui temi emergenti dalla lettura, valorizzando la soggettività di chi legge e la pluralità di interpretazioni, dando concretezza all’idea che i temi nascono dall’interazione tra lettore e testo, e che leggere è un processo dinamico di scoperta che può essere vissuto in modo comunitario. Aiuta a riconoscere la complessità delle tematiche letterarie e legittima ogni studente e studentessa nelle proprie reazioni e riflessioni.
Tenere conto delle tante sfumature della bibliodiversità significa offrire ai nostri lettori e lettrici un paesaggio letterario capace di rispecchiare la complessità e la ricchezza della realtà. È un gesto quotidiano, pedagogico ma anche profondamente politico.
Ogni scelta di un libro per la biblioteca di classe o per un percorso di lettura implica una riflessione su quali storie, quali voci e quali esperienze vogliamo rendere visibili e riconosciute. In questo senso, la bibliodiversità è uno strumento di giustizia narrativa e culturale: permette di contrastare invisibilità, stereotipi e marginalizzazioni, educando a una cittadinanza più consapevole e aperta.
Non si tratta di rincorrere una completezza impossibile, ma di un impegno progressivo di apertura: testo dopo testo, scaffale dopo scaffale. Così si creano ambienti di lettura che diventano mappe per l’esplorazione di infiniti mondi.
Referenze iconografiche: DOERS/Shutterstock