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Il colloquio d’Esame | Approfondimento da Folio.net di Sanoma Italia

Scritto da Elisabetta Degl’Innocenti | mag 21, 2024

Nello scorso marzo è stata pubblicata l’Ordinanza ministeriale n. 55 che disciplina l’organizzazione e lo svolgimento degli esami di Stato 2024, secondo la legge in vigore, il Decreto legislativo n. 62 del 2017.

Non vi si riconoscono sostanziali differenze rispetto al 2023, che segnò il ritorno alla normalità degli esami dopo la parentesi dell’emergenza pandemica (su questo si veda il contributo di Giuseppe Bonelli: Esame di Stato 2024: la nuova Ordinanza)

Alcune novità tuttavia ci sono, e incidono soprattutto sul colloquio d’esame.

 

Finalità, contenuti e modalità di svolgimento del colloquio

Riassumiamo finalità, contenuti e modalità di svolgimento del colloquio d’esame.

  • Finalità
    Il colloquio ha la finalità di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale del candidato (PECUP).
  • Contenuti
    Le conoscenze e competenze del candidato, oggetto di verifica in sede di colloquio, sono di natura sia disciplinare sia pluri e interdisciplinare.
    Alla persona candidata è infatti richiesto di dimostrare «di aver acquisito i contenuti e i metodi propri delle singole discipline, di essere capace di utilizzare le conoscenze acquisite e di metterle in relazione tra loro per argomentare in maniera critica e personale, utilizzando anche la lingua straniera».
  • Modalità di svolgimento
    Il colloquio inizia con l’analisi, da parte della persona candidata, del materiale predisposto dalla commissione, che può essere un testo, un documento, un’esperienza, un progetto o un problema. La scelta deve tenere conto del percorso didattico effettivamente svolto dalla classe (certificato dal “documento del 15 maggio”) e rispondere al requisito di favorire la trattazione dei nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline e del loro rapporto interdisciplinare.
    Dopo questo avvio, il colloquio si sviluppa coinvolgendo le diverse discipline in modo equilibrato e senza rigide distinzioni.
    Oggetto di verifica sono anche le competenze trasversali di Educazione civica e quelle maturate attraverso le esperienze dei PCTO, illustrate dal candidato con una breve relazione o un lavoro multimediale.
    Un apposito spazio viene riservato alla discussione degli elaborati.
    L’accertamento delle conoscenze e competenze acquisite attraverso la metodologia CLIL è possibile qualora il o la docente della disciplina coinvolta faccia parte della commissione di esame.

[cfr. Allegati A, B]

 

Un colloquio “personalizzato”

Sulla base di questo impianto – che è quello definito dalla legge istitutiva del 2017 – emergono, nei documenti ministeriali più recenti, alcuni dettagli in aggiunta o delle sottolineature che rappresentano delle novità più o meno marcate e che distinguono il colloquio del prossimo Esame da quello dello scorso anno.

Una relativa novità è rappresentata dalle indicazioni a favore di una gestione del colloquio quanto più possibile personalizzata e rispettosa delle caratteristiche individuali del candidato.

Queste indicazioni fanno perlopiù riferimento a uno strumento che, pur presente da tempo nelle nostre scuole superiori, è stato rilanciato quest’anno in funzione del colloquio d’esame, cioè il curriculum dello studente.

 

Il curriculum

Il curriculum è un documento (disponibile su piattaforma digitale) rappresentativo dell’intero profilo dello studente o della studentessa. È articolato in tre sezioni:

  1. Istruzione e formazione”: è a cura della scuola e contiene le informazioni relative alle competenze, conoscenze e abilità acquisite nel percorso di studio;
  2. Certificazioni”: è sempre a cura della scuola e riporta le certificazioni (linguistiche, informatiche o d’altro genere) rilasciate allo studente da un Ente certificatore riconosciuto dal Ministero;
  3. Attività extrascolastiche”: è a cura esclusiva dello studente o della studentessa e contiene le informazioni relative alle attività svolte in ambito extra scolastico (professionali, culturali, artistiche, musicali, sportive, di volontariato ecc.).

Introdotto dalla Legge 107 del 2015, in seguito disciplinato dal citato Decreto Legislativo 62 del 2017, il curriculum è oggetto specifico della Nota 7557 dello scorso febbraio, che fornisce agli studenti, alle commissioni d’esame e alle segreterie delle scuole le indicazioni operative riguardo alla sua formulazione e al suo utilizzo.

Questo documento può essere consultato e aggiornato dai soggetti interessati fino alla vigilia dell’esame (“consolidamento pre-esame”). Completato dopo l’esame con i relativi risultati (“consolidamento post-esame”), è infine allegato al diploma.

 

Il curriculum nel colloquio

La citata Nota 7557 sottolinea l’importanza del curriculum raccomandando alle commissioni d’esame di tenerne conto nello svolgimento del colloquio e specificamente nella scelta dei materiali da sottoporre ai candidati.

La Nota si rivolge anche ai candidati invitandoli, da una parte, a prendere attenta visione delle sezioni compilate dalla scuola e, dall’altra, a curare scrupolosamente la parte di propria competenza e a mettere in evidenza, tra le attività svolte in ambito extrascolastico, le esperienze più significative che si prestano a essere valorizzate durante il colloquio. [cfr. Allegati A, B, C, D]

 

Un colloquio “orientativo”

Il curriculum rappresenta un documento di riferimento fondamentale non soltanto per lo svolgimento del colloquio e per l’Esame di Stato in generale, ma anche per l’orientamento post-diploma dello studente.

A sottolineare questa funzione contribuisce il fatto che da quest’anno le informazioni presenti nel curriculum provengono direttamente dall’E-Portfolio orientativo personale delle competenze, introdotto dalle Linee guida per l’orientamento con il Decreto Ministeriale n. 328 del 2022.

Nell’E-Portfolio sono documentati i moduli curriculari di orientamento formativo, di almeno 30 ore, attivati a partire dal corrente anno scolastico nelle scuole superiori, nei quali sono integrati anche i PCTO, la cui esperienza, come già detto, è illustrata in sede di colloquio dai candidati mediante una breve relazione o un elaborato multimediale.

Sul valore orientativo del colloquio insiste anche la Guida all’Esame di Stato, pubblicata come ogni anno sul portale del Ministero, che individua nella sua dimensione pluridisciplinare l’opportunità per il candidato di approfondire le discipline a lui più congeniali e, nella parte dedicata ai PCTO, di evidenziare il significato di tale esperienza collegandola alle proprie scelte future (sia di studio sia di lavoro).

 

Il “capolavoro” mancante

È da notare, tuttavia, come né in questo documento né negli altri emanati dal Ministero riguardo al colloquio d’esame si faccia riferimento al “capolavoro” previsto dalle Linee guida per l’orientamento, cioè a quel prodotto (elaborato, progetto extra-scolastico, attività sportiva o qualsiasi altra esperienza significativa) individuato autonomamente dallo studente come rappresentativo delle competenze acquisite e che avrebbe potuto rivestire, in sede di colloquio, un ruolo importante – per commissioni e candidati – ai fini di valutazione e autovalutazione e di orientamento.

 

Verso il colloquio: insegnanti e commissari

Manca poco di più di un mese all’avvio dell’esame di Stato del 2024. Quali impegni, focalizzati in particolare alla preparazione del colloquio, attendono gli insegnanti e gli studenti in questo lasso di tempo?

  • Il Documento del 15 maggio
    I docenti sono impegnati nella redazione del Documento di classe, cosiddetto “del 15 maggio”, previsto dalla legge istitutiva del 2017 e confermato dalle successive ordinanze ministeriali.
    Il documento descrive il percorso scolastico dello studente o della studentessa, specificando le discipline studiate, con particolare riguardo ai temi più significativi e ai nuclei fondanti che consentono l’individuazione dei rapporti interdisciplinari. Evidenzia altresì i risultati dell’insegnamento trasversale di Educazione civica, le modalità dell’eventuale insegnamento con metodologia CLIL e i percorsi orientativi personali. Dà anche informazioni su metodologie e strumenti didattici utilizzati e riassume i traguardi formativi conseguiti.
    Questo documento, rispecchiando in maniera esauriente e articolata la fisionomia della classe nel suo insieme e dei singoli studenti, rappresenta il punto di riferimento fondamentale per la commissione d’esame e soprattutto costituisce una precisa guida per quanto riguarda la prova orale. È su di esso, infatti, che la commissione si basa per scegliere il materiale da sottoporre al candidato e per condurre il colloquio in prospettiva disciplinare, pluri e interdisciplinare.
  • Il “consolidamento” del curriculum
    Tra le incombenze di chi insegna (solitamente i coordinatori e le coordinatrici di classe) rientrano inoltre la compilazione e l’aggiornamento del curriculum personale dello studente e della studentessa, fino al “consolidamento pre-esame”, fondamentale anch’esso (come sopra accennato) per la scelta del materiale e per la conduzione del colloquio.
  • Criteri e griglia di valutazione
    Nel Documento del 15 maggio sono illustrati anche i criteri di valutazione dell’apprendimento seguiti nell’attività didattica e sono segnalati gli strumenti di verifica utilizzati (es. interrogazioni, compiti scritti, progetti, simulazioni). Di questi elementi, riferiti alla specifica esperienza di una classe e di una persona candidata, la commissione tiene conto in fase di valutazione, combinandoli tuttavia con esigenze di uniformità a livello nazionale garantite dalla Griglia allegata alla citata O.M. 55  del marzo scorso.

[cfr. Allegati A, B, E]

 

Verso il colloquio: studenti e studentesse

Il colloquio d’esame è qualcosa di diverso dalle interrogazioni cui studentesse e studenti sono stati abituato nel loro percorso scolastico.

  • Prepararsi al colloquio
    All’esame ci si presenta con un programma ampio, e non focalizzato su argomenti parziali, che richiede capacità di memoria, assimilazione e sintesi complessiva di contenuti. Inoltre l’importanza attribuita dalle norme in vigore alla interdisciplinarità e alle capacità di rielaborazione e riflessione critica personale impone di indirizzare in queste direzioni anche il ripasso.
    La preparazione al colloquio deve riguardare non soltanto i contenuti di studio ma anche la gestione della comunicazione verbale e non verbale: dal tono della voce, alla postura, dall’atteggiamento nei confronti della commissione, all’utilizzo di eventuali mezzi multimediali ecc., al fine di ottenere il miglior risultato.
  • Colloquio, non interrogazione
    Infine, la collocazione di questa prova al termine di un esame che chiude il ciclo degli studi e immette il giovane nell’età adulta, unita alla valorizzazione della sua individualità (enfatizzata, come abbiamo visto, dalla recente normativa), favorisce uno svolgimento del colloquio come condivisione di informazioni e riflessioni, quasi tra “pari”, piuttosto che come scambio unidirezionale di domande e risposte.

Referenze iconografiche: Yuricazac/Shutterstock