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Spedire una cartolina… interattiva!

Scritto da Benedetta Frezzotti | apr 28, 2024

L’estate è il classico momento delle letture sotto l’ombrellone. Quasi un cliché: mare, occhiali da sole, libro… ma vi siete mai chiesti perché leggiamo? Partendo dalla spiaggia assolata, probabilmente la prima risposta sarà perché ci piace. Il libro di carta e la storia che contiene appagano, infatti, un nostro bisogno o una nostra voglia. La storia sazia la nostra fame di narrazioni. Nella specie umana, la capacità di costruire storie è innata. Essa si manifesta solitamente intorno ai due anni con il gioco simbolico e ci accompagna poi per tutta la vita. Il nostro cervello crea narrazioni di continuo, costruendo sogni, ricordando, ripercorrendo con la mente discussioni e immaginando come sarebbe potuta andare se avessimo detto una cosa piuttosto che un’altra. Le storie, come il cibo, ci nutrono. Nutrono la nostra capacità di comprendere e analizzare il mondo, di elaborare e sperimentare emozioni in un ambiente protetto, di immaginare soluzioni innovative, di condividere informazioni e conoscenza. Così come possiamo trarre piacere dal cibo (mangiandolo, cucinandolo o condividendolo con altre persone), allo stesso modo possiamo creare narrazioni, condividere racconti o fruire delle storie che altri hanno scritto per noi, per esempio quando leggiamo.

Il piacere della lettura si porta dietro un imprinting affettivo molto forte: le prime letture da piccoli con i familiari, l’amico che ci ha consigliato o regalato il primo libro. È questo il motivo principale per cui noi adulti prediligiamo spesso il libro di carta: se abbiamo sviluppato il piacere e l’abitudine alla lettura in questo modo, il legame tra l’oggetto libro e il piacere di leggere rimarrà con noi probabilmente per tutta la vita. I più giovani, al contrario, hanno iniziato a fruire storie su altri dispositivi e molto spesso sono attratti da contenuti maggiormente interattivi, la cui lettura passa, di preferenza, da tablet e smartphone.

Quante volte i ragazzi della generazione delle reti ci sono sembrati un po’ degli extraterrestri, mentre armeggiano con dispositivi elettronici che a noi ricordano più il lavoro e gli obblighi che la rilassante evasione di un buon romanzo?

Se separiamo la storia dal contenitore, possiamo vedere che quella interattiva è una narrazione a tutti gli effetti, con le sue potenzialità, limitazioni e regole. Essa può contenere gli stessi argomenti di un buon libro, anche se veicolati in modo diverso. A parità di qualità dei contenuti e del contenitore, teoricamente non c’è differenza tra nutrire il nostro bisogno di narrazioni con un libro cartaceo o con uno interattivo. Quello che cambia è solo il linguaggio.

La principale differenza tra le due modalità sta nel modo in cui noi scopriamo la storia o, più in generale, i contenuti. La lettura in senso classico è un processo lineare scandito dallo scorrere delle pagine una dopo l’altra. Al contrario, nelle storie interattive il racconto procede in modo non lineare: l’ordine con cui le informazioni vengono fruite varia a seconda delle scelte del lettore. Queste ultime, a loro volta, sono determinate dalle interazioni con i personaggi o con gli oggetti presenti nella storia. È un processo di lettura più simile a quello sperimentato sfogliando un libro pop-up (che può contenere anche suoni e video), che un romanzo tradizionale. Proprio la multimedialità, questo suo sorprendere e coinvolgere più sensi, rende la fruizione particolarmente affascinante per i più piccoli. Immaginatevi bambini mentre sfogliate un libro sugli uccelli del bosco. Non vi piacerebbe sentire il cinguettio dei pennuti?

Se vi abbiamo incuriositi, potete farvi un’idea più precisa dei meccanismi di funzionamento del linguaggio interattivo, soprattutto legato ai classici, leggendo e provando le attività che trovate nella guida Animare i classici con Scratch Junior (parte del progetto Tutti in vacanza con… , qui nella versione disponibile in Tutti in vacanza con… Pinocchio, compiti per le vacanze per la classe seconda), oppure potete sperimentarlo in prima persona, insieme ai vostri alunni, con questa attività estiva: costruire una cartolina interattiva da inviare a compagni e amici.

Vi consigliamo di costruire la cartolina con Scratch o Scratch Junior, ma andrà benissimo anche WhatsApp o una semplice email. In questi due ultimi due casi, più che una cartolina interattiva otterrete un diario di viaggio, ma sarà comunque un’esperienza molto interessante.

Come costruire la cartolina

Per prima cosa decidiamo quale sarà il tema.
Possiamo andare sul classico, con argomenti turistici come un viaggio a Londra o una mappa delle migliori focacce di Genova, oppure possiamo creare campionari tematici, come una mappa delle puzze estive (il mercato del pesce, l’odore delle vacche al pascolo…), un più poetico catalogo dei colori del mare, o delle piante del bosco, o – perché no – degli insetti del prato o di quelli molesti. Con un po’ di immaginazione si possono trovare spunti anche stando in casa, e creare una cartolina delle piastrelle sonore: basterà fotografare le piastrelle o le superfici domestiche molto da vicino e, a seconda della texture, abbinarle a un suono o a un verso. Se usate Scratch o Scratch Junior potete anche invitare chi la riceve a suonare un concerto per piastrelle e scolapiatti usando la cartolina.

Una volta deciso il tema, prepariamo una mappa da usare come sfondo (se usate una delle due versioni di Scratch) oppure un banner con un disegno e il titolo della cartolina (se utilizzate WhatsApp o l’email).

Ora non ci resta che preparare i contenuti della cartolina.

Scegliamo quattro o cinque tappe, prepariamo un’immagine principale e la descrizione di ogni tappa. Per fare ciò potete usare disegni, foto, testi, immagini, suoni, descrizioni audio, video… l’unica regola è essere chiari e non banali. Se per esempio avete scelto di mettere sulla cartolina le cinque cose che vi sono piaciute di più a Londra, ricordatevi di dire perché vi sono piaciute. Potete scrivere: Mi è piaciuto tanto il Big Ben, perché è molto grosso; o meglio: il Big Ben mi ha colpito per la sua maestosa grandezza; o ancora potete seguire il consiglio dei manuali di scrittura creativa “show don’t tell” (mostra invece di dire) e aggiungere alla descrizione un disegno di quanti tirannosauri servirebbero per fare una torre alta quanto il Big Ben. Non solo: potete arricchire la lettura della vostra cartolina con il suono dell’orologio della torre che batte le ore, raccontare una storia sui fantasmi che lo abitano, allegare un video. Tutto quello che secondo voi può rendere la narrazione più ricca e avvincente. Se vi diverte, potete giocare con chi riceverà la cartolina vincolando il passaggio alla tappa successiva alla soluzione di indovinelli. Si può anche lavorare in modo collaborativo invitando chi riceve la cartolina ad aggiungere nuovi contenuti: immaginiamo di aver scelto una cartolina dei portoni più strani trovati durante la vacanza… perché non invitare chi la riceve ad aggiungere le proprie foto?

Concludendo, il linguaggio interattivo è solo una delle diverse possibilità che l’uomo ha inventato per dare forma alle storie e, in senso lato, alle narrazioni. L’interattività ci accompagna per tutta la vita, come autori e come fruitori, attraverso la parola, la scrittura, la creazione di immagini, e oggigiorno anche di videogiochi, siti internet, applicazioni interattive o qualunque cosa ci rilassi, o rilasserà in futuro, sotto l’ombrellone.


Referenze iconografiche:  Andrey Suslov/Shutterstock