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Discuti con i compagni

Scritto da Enrica Ricciardi e Augusto Campagnolo | apr 14, 2024

Un bambino che legge, solo di fronte alla pagina, è il ritratto dell’umanità che progetta e scopre mondi nuovi, che sviluppa l’immaginazione e che si incammina verso la conoscenza. Un bambino che legge potrà diventare così un adulto capace di pensare e sarà, dunque, un individuo libero.
Ma che cosa succede nel bambino quando, muovendo i primi passi tra le righe, impara a leggere? Ecco che improvvisamente si realizza un piccolo miracolo: le parole prendono vita ed il libro comincia a svelare il suo mistero. Tuttavia, il momento magico che accompagna i suoi primi passi di lettore lentamente svanisce per la fatica, non sempre sostenuta dagli adulti, e il libro viene presto abbandonato.
Perché è così difficile mantenere viva la fiamma della lettura? E noi adulti, come possiamo prolungare questo momento magico, alimentando la voglia di leggere, la curiosità e il piacere di scoprire cose nuove? Sono queste le domande che assillano ogni insegnante della scuola primaria a cui il sussidiario dei linguaggi Storie, lampi e scintille cerca di dare qualche risposta.

Il bambino dovrebbe fare esperienza non solo della lettura individuale e silenziosa, spesso in solitudine, ma anche della dimensione sociale del leggere per condividere con gli altri le scoperte, le rappresentazioni del mondo e le emozioni. Il libro diventa così un’occasione di dialogo e di incontro, di scambio e di arricchimento reciproco. Perfino i social media hanno favorito la lettura come momento di condivisione. Non a caso Mark Zuckerberg, già nel 2015, ha lanciato su Facebook la sua proposta di un “super club per la lettura” perché condividere quello che amiamo è un modo sentimentale di decifrare il mondo.
Ciò vale in particolare per i testi letterari che i bambini leggono per il piacere di conoscere delle storie e sui quali la comprensione non segue percorsi lineari, ma passa anche attraverso intuizioni improvvise, ipotesi, guizzi del pensiero che difficilmente sono verificabili con prove oggettive. Questa spontaneità interpretativa aiuta nello scambio con i compagni e libera i bambini dal timore di essere giudicati; si può così arrivare ad una conoscenza condivisa con gli altri, più completa e profonda della comprensione individuale e sentirsi parte di una “comunità interpretante”, senza rinunciare ai propri punti di vista.

Il Sussidiario dei linguaggi ha dunque riservato uno spazio particolare alla dimensione sociale della lettura attraverso le pagine Discuti con i compagni che rispondono anche alle richieste dalle Indicazioni Nazionali 2012, là dove suggeriscono di promuovere il “momento di socializzazione” accanto “al momento di ricerca autonoma e individuale”. Il testo si muove perciò lungo due dimensioni della comprensione: quella individuale e quella condivisa. La prima dimensione porta a scoprire e valutare la competenza del singolo, il suo stile cognitivo, cioè come si approccia a un testo, e la capacità di utilizzarlo per scopi precisi. Infatti, ogni lettore è guidato da particolari finalità e scopi: ad esempio legge per cercare un’informazione, per controllare una notizia, per risolvere un problema pratico, per imparare una procedura, per studiare, per piacere e divertimento e, più ingenerale, per soddisfare bisogni e necessità personali e sociali.

La seconda dimensione valuta le competenze sociali, cioè la capacità di mettersi in relazione con gli altri, di discutere i propri e gli altrui punti di vista e di contribuire alla costruzione del sapere. In questo caso la valutazione avrà due polarità: quella del singolo in relazione al gruppo e quella del gruppo nel suo complesso.

L’attività Discuti con i compagni inoltre si pone l’obiettivo di rendere esplicito, attraverso il confronto con gli altri, il processo di comprensione, che altrimenti rimarrebbe nascosto non solo al docente ma al bambino stesso, ignaro dei propri processi mentali inconsci e automatici. Durante una discussione, se si vuole comunicare il proprio pensiero si deve renderlo esplicito e, in questo modo, ciascun bambino acquisisce consapevolezza dei propri stessi processi mentali. Inoltre, attraverso il dialogo, si confronta con gli altri alla ricerca di significati condivisi. Il confronto è quindi un’opportunità insostituibile affinché si maturino le competenze di lettura, diventando lettori esperti.

Queste pagine, che fanno parte di un più ampio percorso (Come sta andando?) a chiusura di ogni unità, che permette a bambine e bambini di monitorare il proprio apprendimento, sono arricchite da un articolato percorso nella guida per l’insegnante. Da un lato, si propongono spunti per allargare l’orizzonte dei significati del testo letto insieme e per progettare i percorsi di approfondimento che ciascuno ritiene più utili per la sua classe. Queste proposte, pensate in un’ottica di gruppo, spesso coinvolgono, oltre alla parola, anche altri linguaggi, e si prestano a raccordi interdisciplinari (le direzioni che si possono prendere, a partire da un brano antologico denso di significati, sono davvero moltissime).
Dall’altro lato, nella guida si offrono strumenti per una più efficace osservazione delle discussioni che si svolgono in classe, volta anche alla valutazione.

Per questo, ci sono due griglie: una griglia permette l’osservazione delle attività individuali e aiuta l’insegnante a fare il punto sulle competenze di lettura di ogni bambino, con indicatori che riprendono il Quadro di Riferimento INVALSI. Queste competenze di lettura sono richiamate lungo tutto il testo, nelle diverse attività di comprensione.
Un’altra griglia si concentra invece sull’osservazione delle attività di gruppo: uno strumento flessibile attraverso il quale l’insegnante può individuare diversi aspetti dell’interazione con gli altri e può cogliere gli stili comunicativi dei bambini e le modalità attraverso le quali contribuiscono alla discussione.

  
La guida per l’insegnante comprende anche due prove esperte, costruite secondo il modello Invalsi, per verificare il livello di acquisizione delle competenze di lettura. La prova non si limita solo al livello individuale, ma è accompagnata da una discussione con i compagni nella quale il bambino si confronta con gli altri e fa emergere il suo personale punto di vista.

Referenze iconografiche:  Nadya Lukic/Shutterstock