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Scienza: 10 buone notizie del 2024

Scritto da Simona Cerrato | feb 5, 2025

AMBIENTE

  1. Stop alla deforestazione dell’Amazzonia
    Nel 2024, l’area perduta della più grande foresta pluviale del mondo è stata solo di circa 6000 chilometri quadrati, secondo i dati comunicati dall’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile. Detta così non sembra una buona notizia: in effetti si tratta di una superficie grande quanto un quinto dell’Italia. È comunque il valore minimo dal 2015 e questo grazie alle politiche di protezione messe in atto dal governo brasiliano e malgrado gli incendi che hanno devastato ampie aree dell’Amazzonia.

  2. Un’ondata globale di energia verde
    Le fonti di energia rinnovabile stanno crescendo rapidamente in tutto il mondo. In Europa la produzione di energia solare è aumentata del 20% e quella eolica di quasi il 10%. Negli Stati Uniti la produzione di energia eolica ha superato quella generata dal carbone. In Cina c’è un vero e proprio boom dell’energia verde. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, si prevede che la Cina rappresenterà quasi il 60% di tutta la capacità di energia rinnovabile installata a livello mondiale da qui al 2030.

CERVELLO

  1. Il tuo cane (forse) ti sogna
    Che cosa pensano cani e gatti? Diversamente dai delfini, per esempio, che riescono a dormire con una metà del loro cervello mentre l’altra è vigile, cani e gatti sperimentano, come gli esseri umani, la fase REM (rapid eye movement) durante il sonno. È stato ipotizzato che i cani e i gatti sognino quello che hanno annusato durante il giorno, e anche noi potremmo essere parte della loro vita onirica.

  2. Come il cervello elabora lo zero
    Nonostante l’importanza dello zero, e non solo in matematica, finora non si sapeva come il cervello umano lo elaborasse. Sono state scoperte singole cellule nervose nel lobo temporale mediale che riconoscono lo zero come un valore numerico e non come una categoria separata con il significato di «nulla». Contrariamente ai numeri naturali positivi, il concetto del numero zero è emerso solo tardi nella storia umana, negli ultimi due millenni. Ciò si riflette anche nello sviluppo infantile, poiché i bambini sono in genere in grado di comprendere il concetto di zero e le regole aritmetiche associate solo intorno ai sei anni. Questa scoperta conferma l’importanza delle rappresentazioni simboliche, per esempio con i numeri arabi, per poter integrare il numero zero sulla retta numerica nel cervello umano.

 

NATURA

  1. Alcuni elefanti si chiamano per nome
    Gli elefanti africani si danno nomi a vicenda: è un tipo di comunicazione che non era mai stato osservato prima negli animali non umani. Sappiamo già che i delfini si chiamano usando speciali suoni. Ma gli elefanti non si limitano a questo: inventano un richiamo unico, spesso in un registro basso e rimbombante, per attirare l’attenzione di un elefante specifico, e possono essere uditi fino a 2 chilometri di distanza.
  1. Migliaia di nuove specie scoperte nel 2024
    Le attività umane hanno incrementato l’estinzione delle specie da 100 a 1.000 volte più velocemente di quanto gli scienziati si sarebbero aspettati. Ma la crescente frustrazione per la continua distruzione della biodiversità a cui assistiamo di anno in anno senza riuscire a compiere significativi progressi viene compensata — almeno un po’ — dalla scoperta di nuove specie. Dalle profondità dell’Oceano Pacifico alle montagne del Vietnam, quest’anno in tutto il mondo sono stati scoperti migliaia di nuovi esseri viventi, tra piante, animali e funghi strani e meravigliosi. Che si tratti di organismi dissotterrati in un angolo poco esplorato del globo o di esemplari nascosti in un cassetto di un museo, ci offrono uno sguardo emozionante sulla preziosa varietà di vita sul nostro pianeta.

 

ASTROFISICA

  1. Un intero album di fotografie di pianeti appena nati
    Sono veri e propri mondi alieni che lasciano a bocca aperta astronome e astronomi. Nel 2024 sono stati fotografati dal Very Large Telescope, uno strumento per lo studio degli astri potentissimo, situato in Cile, ben 86 pianeti neonati, che si aggiungono al già enorme numero di oggetti sorprendenti che riusciamo a scoprire con le straordinarie tecnologie oggi a disposizione. Sono alieni in tutti i sensi, perché non hanno niente in comune con quanto conosciamo dei pianeti del Sistema Solare. E siamo solo all’inizio dell’esplorazione, non passa settimana che non si scopra un altro soggetto strano: a un certo punto avremo un’idea più chiara di come sono nate stelle e pianeti.

  2. La galassia più antica e distante mai osservata
    Il telescopio spaziale James Webb ha infranto il suo stesso record per aver rilevato la galassia più distante finora conosciuta. Si chiama JADES-GS-z14-0 quell’ammasso di stelle di cui si è colta la luce appena 290 milioni di anni dopo il Big Bang. In altre parole, se l’Universo ha 13,8 miliardi di anni, significa che stiamo osservando la galassia quando il cosmo aveva solo il 2% della sua età attuale. Webb ha utilizzato il suo enorme specchio principale largo 6,5 metri e i sensibili strumenti a infrarossi per fare la scoperta.
    Il precedente record — sempre dello stesso telescopio — era una galassia vista 325 milioni di anni dopo il Big Bang.

 

MEDICINA

  1. Un esame del sangue per diagnosticare l’Alzheimer
    Si tratta di un test non invasivo, un semplice esame del sangue in grado di identificare l’Alzheimer negli anziani con una precisione di circa il 90%. Attualmente una diagnosi accurata della malattia richiede un campione di liquido cerebrospinale o un’immagine cerebrale con una scansione PET: sono esami complessi che possono essere eseguiti solo in centri specializzati. Un test precoce potrebbe invece accelerare la diagnosi, consentendo alle persone di iniziare prima i trattamenti.

 

COMPUTER SCIENCE

  1. Un colpo di scena quantistico
    È proprio della fine dell’anno l’annuncio di un nuovo computer quantistico che è stato capace di risolvere in cinque minuti un problema matematico che avrebbe richiesto a uno dei supercomputer più veloci circa 14 miliardi di anni, cioè l’intera età dell’Universo. Per contestualizzare, 10 settilioni di anni, cioè migliaia di volte l’intera vita dell’Universo.
    I computer quantistici non sono più grandi o più potenti dei supercomputer esistenti, sono fondamentalmente diversi. Invece di sequenze di 0 e 1, i computer quantistici utilizzano qubit, un’unità quantistica che può rappresentare sia un 1 che uno 0 contemporaneamente. La potenza di calcolo cresce esponenzialmente con il numero di qubit, il che teoricamente consente ai computer quantistici di risolvere problemi di complessità finora impensabili.

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