“Affrontare percorsi di Educazione allo Sviluppo sostenibile comporta come finalità l’accompagnare gli studenti a comprendere che si definisce sviluppo sostenibile solo quello che soddisfi i bisogni del presente, salvaguardando i sistemi di supporto della vita sulla Terra, dai quali dipende il benessere delle odierne e delle future generazioni”1. Alla luce di questa definizione basilare, le attività didattiche debbono costruire competenze adatte a promuovere comportamenti che abbiano come fondamento il risparmio delle risorse naturali e l’equità sociale e possono farlo solo se superano la tradizionale dimensione della trasmissione del sapere, giungendo a mobilitare anche le risorse emotive degli studenti2.
Numerose esperienze dimostrano che anche le strategie più complesse usate in un percorso di apprendimento trasformativo, quale dev’essere quello derivante da percorsi di ESS, non risultano completamente efficaci3. Secondo alcuni autori4, infatti, affrontare questioni relative allo sviluppo sostenibile in classe richiede di combinare l’approccio scelto con azioni adatte a far emergere anche gli aspetti emozionali suscitati dal contesto di studio preso in considerazione, poiché è noto come le emozioni siano inerenti e influenzino un processo deliberativo.
Nel contesto di ESS, le reazioni emotive, o reazioni morali, sono comuni nelle decisioni su questioni di sostenibilità in aula5 e dunque non possono essere ignorate. Inoltre alcuni ricercatori e teorici hanno mostrato come le emozioni siano strettamente legate ai valori e come alcune di esse siano in realtàle forze che primariamente spingono a prendere parte a processi deliberativi6. Dunque, fare emergere negli studenti le emozioni ci permette di portare alla luce, in una certa misura, le credenze e le valutazioni che sostengono le loro convinzioni, e ci consente di meglio identificare la loro posizione rispetto a questioni di sostenibilità. Alcuni autori sostengono inoltre che le attività di esprimere e di discutere un’emozione andrebbero seguite da una terza fase, nella quale la prospettiva emotiva continua a essere presente, e in cui gli studenti sono avviati a misurarsi con feedback emotivi che permettono al docente di indagare ulteriormente il processo deliberativo emerso nelle fasi precedenti, e dunque meglio definire gli esiti del lavoro7.
A questo proposito, il contributo qui presentato illustrerà, i vantaggi dell’utilizzo di un’attività di visual storytelling, tecnica di insegnamento che offre l’opportunità di introdurre l’aspetto emozionale all’interno di attività di insegnamento/apprendimento, ma che può anche costituire strumento per meglio valutare gli effetti di un percorso didattico.
La letteratura sui percorsi di ESS non suggerisce solo simulazioni, discussioni in classe o analisi di problemi, problem posing and solving, ma anche lo storytelling, uno strumento agile e multidisciplinare che suscita un coinvolgimento in grado di motivare l’interesse e l’azione verso il rinnovamento delle proprie condotte. Gli studenti possono realizzare le narrazioni non solo attraverso le tecniche consuete, ma anche attingendo alle arti che usano dramma, gioco, musica, disegno, fotografia, realizzando con l’appoggio dei loro docenti racconti, ma anche prodotti di visual storytelling (o di digital storytelling). Tali attività possono stimolare la creatività, allargare la sfera empatica e coltivare la passione nell’immaginare futuri alternativi8.
Raccontare storie per discutere e ragionare sulle idee di sostenibilità è effettivamente una forma accattivante nel processo dello scambio insegnamento/apprendimento. Le storie possono essere ispirate a eventi di attualità, ad accadimenti storici, a tradizioni orali delle società locali e dall’arte popolare, a programmi televisivi, a libri, ad altre produzioni artistiche e all’esperienza personale, non ultima quella scolastica9. Alcuni contributi rilevano che, a scuola, richiedere a uno studente la composizione di una poesia possa migliorare la sua comprensione di un tema /argomento, far emergere le sensibilità affettive legate allo stesso10 e, contemporaneamente, evidenziano che la narrazione consente agli studenti di meglio esprimere il personale cambiamento dopo un percorso didattico11.
Informazioni di significato analogo possono emergere dall’impiego di fotografie, scelte o scattate dagli studenti di qualunque livello scolastico12 per rappresentare quelle che per loro sono le dimensioni concrete dello sviluppo sostenibile, e che rimandano a concetti come la trasformazione dei comportamenti o la prospettiva di pensiero che privilegia le relazioni tra gli oggetti di un contesto13.
Si possono evidenziare alcuni fattori significativi che offre il raccontare o il ricevere le “storie”:
Inoltre, più attori possono essere coinvolti nel lavoro, come per esempio i colleghi dello stesso Consiglio di classe o gli eventuali esperti con i quali si interagisce durante il percorso.
Nella scuola l’approccio narrativo ha valore se produce una reificazione, ovvero un prodotto quale risultato concreto del processo di apprendimento15. Una storia digitale può essere una reificazione molto efficiente, sia individualmente sia per un gruppo, ma può esserlo anche una storia semplicemente visuale, la cui realizzazione è praticabile da tutti a tutti i livelli scolastici e il cui peso è comunque apprezzabile, soprattutto quando viene condivisa col pubblico esterno alla scuola. Un visual storytelling è una storia “detta” anche per mezzo di immagini, che risultano essere veicoli efficaci di comunicazione per evocare emozioni e portare le persone ad agire16.
Valutare un prodotto di visual storytelling, ma anche di digital storytelling, prevede diversi step che vanno dal monitoraggio delle fasi di processo, all’individuazione delle competenze tecniche e dei contenuti17.
Per far sì che il processo avvenga in modo corretto ed efficace, i docenti potranno:
Indicatori compresi nelle competenze tecniche potrebbero essere:
Indicatori compresi nei contenuti potrebbero essere:
Sono auspicabili successivi confronti in aula tra studenti e studenti e tra docenti e studenti sui prodotti di storytelling: infatti è importante distinguere nelle storie che vengono scritte dai ragazzi le emozioni morali o pro-sociali dalle emozioni meno costruttive e dagli stati d’animo e ciò può realizzarsi attraverso una discussione in aula, adatta a rivelare l’effettiva consapevolezza del problema esaminato19.
Attività di visual storytelling sostengono efficacemente percorsi educativi mirati al cambiamento dei comportamenti e possono fondare fruttuose alleanze educative fra i componenti della comunità di pratica scolastica. Come tali costituiscono uno strumento prezioso nella prassi educativa.
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