Il Novecento che ci siamo lasciati alle spalle e in cui buona parte di noi docenti è nata e si è formata è cronologicamente ancora vicino, eppure le sue caratteristiche, il modo in cui leggeva e decodificava la realtà sembrano distanti anni luce. Se a questo sommiamo che quando si parla di letteratura italiana del Novecento tendiamo a farla corrispondere con le opere uscite fino agli anni Sessanta-Settanta, nelle quali la componente storica e sociale è un elemento ineludibile e in cui lessico e sintassi sono molto diversi da quelli che usiamo abitualmente, ecco spiegata parte dell’osticità di quei testi per i nostri studenti. Apparentemente, preadolescenza e Novecento appaiono lontanissimi: tanto la letteratura del Novecento frammenta il mondo in una molteplicità di punti di vista, è introspettiva e piena di personaggi che riflettono più che agire, quanto i ragazzi di questa età prediligono l’azione, la narrazione e l’unità. Li ho visti non essere mai stanchi del viaggio di Dante, ridere di gusto con Boccaccio e pendere dalle mie labbra con le avventure di Orlando o di Renzo; tutto questo con il Novecento si fa più difficile perché sono più rare le componenti di stupore e meraviglia, la possibilità di immedesimarsi e le storie raccontate ordinatamente con un antefatto, un fatto e una conclusione. La letteratura italiana del Novecento, inoltre, prevede la conoscenza di fatti storici che i ragazzi non possiedono più attraverso i racconti di parenti che hanno combattuto, che sono stati testimoni diretti di eccidi di guerra, che hanno vissuto o conosciuto la Resistenza; quindi il docente deve aiutarli a ricostruire e comprendere categorie complesse come fascismo e nazismo, Resistenza, comunismo e capitalismo.
Ciò premesso, tuttavia, utilizzando gli opportuni accorgimenti, le opere del Novecento possono diventare una miniera d’oro per l’educazione linguistica e letteraria, per affrontare temi complessi e per aiutare i ragazzi e le ragazze a immergersi in un mondo altro, diverso e carico di complessità.
Con gli studenti della secondaria di I grado possiamo permetterci il lusso del “partiamo da un testo e proviamo a vedere che cosa ha da dirci”; in seguito, quando saranno più grandi, quando si saranno fatti le ossa, per qualcuno sarà il tempo di introdurre una nuova categoria, quella di storia della letteratura. Poco importa se alla fine non sapranno definire il neorealismo, ciò che ci interessa è che leggano, sappiano comprendere un testo, raccontarlo, esprimere un loro parere e ragionare sulle tecniche narrative.
Dunque perché affrontare testi della letteratura italiana del Novecento? Certamente non per compilare la casellina di un ipotetico percorso di storia della letteratura italiana, ma per mettere gli studenti e le studentesse alla prova con testi sfidanti e polisemici, per discutere, immedesimarsi, stupirsi dello stile, del lessico, di un periodare diverso. E per cominciare a ragionare con loro della complessità del mondo e dei molteplici punti di vista con cui possiamo scegliere di guardarlo.
L’avventura più grande dà ampio spazio alla letteratura italiana del Novecento sia in termini di immersione in alcuni autori nel volume di letteratura (Ungaretti, Pirandello, i racconti di tematiche sociali e civili del percorso Femminile plurale), sia nel volume antologico del terzo anno, in cui i testi sono inseriti soprattutto nelle sezioni dedicate al racconto realistico e al racconto psicologico e nell’Unità dedicata alla poesia autobiografica e civile.
Alla fine di questo articolo ti proponiamo alcune piste di lavoro che si possono sovrapporre ai percorsi inseriti nel volume.
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