Le Linee guida per l’orientamento, emanate con Decreto del Ministro dell’Istruzione e del merito 22 dicembre 2022, n. 328 hanno lo scopo di attuare la riforma dell’orientamento prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Tale riforma ha la finalità di rafforzare il raccordo tra il primo ciclo di istruzione e il secondo ciclo di istruzione e formazione.
Per comprendere meglio i nodi che caratterizzano la riforma occorre soffermarsi sul concetto di orientamento e sulle sue implicazioni. Tra le tante definizioni date ricordiamo quella suggerita nel 2012 da Governo, Regioni ed enti locali, che individua nell’orientamento «un processo volto a facilitare la conoscenza di sé, del contesto formativo, occupazionale, sociale culturale ed economico di riferimento, delle strategie messe in atto per relazionarsi ed interagire in tali realtà, al fine di favorire la maturazione e lo sviluppo delle competenze necessarie per poter definire o ridefinire autonomamente obiettivi personali e professionali aderenti al contesto, elaborare o rielaborare un progetto di vita e sostenere le scelte relative».
Rivedere la normativa esistente e promuovere interventi idonei a portare l’orientamento a un ruolo centrale nell’ambito del processo di istruzione e formazione è un’esigenza sentita non solo a livello nazionale, ma anche e in primo luogo a livello europeo.
La Commissione europea, infatti, individua alcuni obiettivi che gli Stati membri devono perseguire attivando un orientamento efficace e che sono:
Questi obiettivi europei sono alla base di molte delle innovazioni previste sul tema dal PNRR, che si concretizzano in azioni di diverso tipo (alcune già in fase di attuazione, altre in fase di avvio), quali:
Le Linee Guida per l’orientamento riportano l’attenzione su un problema molto più vasto: l’orizzonte di vita e di sviluppo delle giovani generazioni, che non può più essere oggetto di interesse soltanto per azioni sporadiche e non inserite in un quadro sistemico che coinvolga tutto il processo di istruzione e formazione della popolazione scolastica.
L’orientamento assume così un valore educativo e coinvolge esperienze di natura sia scolastica che extrascolastica; si collega all’Università, agli enti del Terzo settore, alla formazione terziaria realizzata attraverso gli ITS Academy, e più in generale a tutte le esperienze collegate al mondo del lavoro.
In tale ottica anche l’attività didattica assume una dimensione orientativa e pone al centro del processo gli studenti, le loro esperienze e la loro autonomia. Soltanto riconoscendo il ruolo centrale dello studente lo si può aiutare a superare le difficoltà legate all’apprendimento e a sviluppare le proprie attitudini e i propri talenti.
L’orientamento deve iniziare già durante la scuola dell’infanzia e durante quella primaria; nel corso della scuola secondaria di primo grado si potranno attivare iniziative in campo culturale, sportivo, del volontariato ecc., per fare in modo che gli studenti prendano coscienza di sé, delle proprie attitudini e delle proprie capacità e possano indirizzarsi verso scelte consapevoli dei futuri percorsi di istruzione e formazione.
A poco a poco, attraverso il proprio operare, gli allievi svilupperanno delle competenze chiave, utili ad affrontare la vita e punto di partenza per acquisire ulteriori competenze in ambito lavorativo o di studio.
Anche il Consiglio europeo sottolinea il grande valore dello sviluppo di competenze, che devono essere certificate al termine dei tre momenti fondamentali del percorso di studi di uno studente: al termine della scuola primaria, alla fine del primo ciclo di istruzione e alla conclusione dell’obbligo formativo.
Inoltre, dal 2017 il Diploma rilasciato al superamento dell’Esame di Stato è accompagnato dal curriculum dello studente, che dettaglia le competenze acquisite al termine della scuola secondaria di secondo grado.
Le scuole secondarie di secondo grado, a partire dall’anno scolastico 2023-2024, dovranno attivare:
Tali moduli nel triennio sono integrati con i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), con le attività di orientamento promosse dal sistema della formazione superiore e con le azioni orientative realizzate dagli ITS Academy.
Le ore possono essere gestite in modo flessibile nel rispetto dell’autonomia scolastica e non devono essere necessariamente ripartite in un quadro settimanale prestabilito, ma saranno distribuite durante l’anno, secondo un calendario progettato e condiviso tra studenti e docenti.
L’orientamento formativo non dà vita a una nuova disciplina ma diventa uno strumento per guidare gli studenti a operare una sintesi della loro esperienza scolastica e formativa, in vista della costruzione del proprio personale progetto di vita culturale e professionale. All’interno dei moduli formativi potranno rientrare le visite aziendali e i progetti realizzati con enti presenti sul territorio, quali Università, aziende, enti di alta formazione, ITS Academy, centri per l’impiego, agenzie formative, enti che si occupano di istruzione e formazione professionale.
Si rende quindi necessario predisporre un progetto di istituto, che declini per ciascun anno gli obiettivi da perseguire e le attività da proporre; tale progetto, disegnato sulle caratteristiche della singola scuola e nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica, entrerà a far parte del PTOF.
Le attività realizzate dalle scuole saranno seguite e monitorate dal Ministero dell’Istruzione e documentate dall’E-portfolio, predisposto da ciascun allievo e modificabile in formato digitale accedendo a una piattaforma che al momento è ancora in fase di attivazione; questo documento delinea il percorso dello studente e lo integra anno dopo anno con le competenze maturate e le esperienze vissute nel periodo. È anche uno strumento:
La compilazione dell’E-portfolio avviene con l’aiuto del docente tutor, una figura individuata dalla scuola con il compito di seguire un gruppo di studenti, da un minimo di 30 a un massimo di 50, nelle fasi di scelta, realizzazione delle attività e compilazione del portfolio.
Ciascun tutor si confronterà con gli altri colleghi che svolgono analoga funzione, con i docenti dei Consigli di classe in cui sono presenti gli allievi affidati e con le famiglie degli alunni.
Per sostenere e coordinare l’insieme delle attività di orientamento, ciascuna scuola sceglie, al suo interno, un docente orientatore, che si raccorda con le istituzioni presenti sul territorio, ne acquisisce dati e informazioni, integra tali dati e informazioni con quelli normativi e provenienti dal Ministero e li rende disponibili ai docenti tutor, agli studenti e alle loro famiglie, affinché possano operare scelte consapevoli.
A queste nuove figure di sistema è richiesta una formazione iniziale di 20 ore, attivata sulla piattaforma ministeriale nell’estate 2023; questa formazione non è episodica, ma avrà carattere sistemico e si svilupperà con modalità e tempi stabiliti di volta in volta dal Ministero dell’Istruzione e del merito, che ne darà diffusione attraverso gli Uffici scolastici regionali; la formazione sarà attivata a livello territoriale.
Il PNRR fornisce molti spunti per l’attuazione dell’orientamento, nell’ambito di diverse iniziative di investimento che fanno capo al Ministero dell’Istruzione e del merito. Ne sono un esempio:
Fin dall’inizio di questo articolo si è affermato che il processo di orientamento è finalizzato a promuovere negli studenti lo sviluppo di competenze per lo studio, il lavoro e la vita. Si propone in conclusione una sintesi di quali sono e come si classificano le competenze.
Le competenze per l’orientamento si suddividono in due tipologie: le competenze generali e quelle specifiche.
Le competenze orientative generali si possono ricondurre alle competenze chiave di cittadinanza.
L’allegato 2 del D.M. 22 agosto 2007 n. 139 le declina in:
Le competenze generali sono propedeutiche allo sviluppo di competenze specifiche; si acquisiscono durante l’età evolutiva, anche attraverso esperienze spontanee, spesso informalmente; oppure sono promosse attraverso azioni specifiche, finalizzate a sviluppare una mentalità o un metodo orientativo.
Alcuni esempi di competenze generali sono:
Le competenze orientative specifiche:
Le competenze specifiche consistono nella capacità di fare un bilancio delle proprie esperienze formative, lavorative ed esistenziali e nella capacità di tenere sotto controllo l’andamento della situazione personale per prevenire disagi e insuccessi e di sapersi orientare autonomamente nella continuità.
Possedere tali competenze implica quindi saper progettare la propria evoluzione, operando scelte consapevoli e ragionate. Sono esempi di competenze specifiche:
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