Non so dire se io ho incontrato il MOF oppure il MOF ha trovato me...
Il fatto è che già in veste di docente – con oltre trent’anni di esperienza in vari gradi di scuola – mi ero interrogata se fosse possibile continuare a ignorare il disagio, la noia, il malessere dei nostri studenti nei confronti della scuola o se fosse ormai improcrastinabile tentare di cambiare.
Questa riflessione è diventata poi un imperativo categorico una volta nominata Dirigente scolastica.
Come qualificare il nostro Istituto? Come connotare la comunità professionale? Quale vision prefigurare?
La ricerca di una risposta a queste domande mi ha portato a Urbania, e all’incontro con Antonella Accili e il MOF. L’impianto scientifico del MOF, la lucida evidenza dei suoi effetti sulla pratica didattica e, allo stesso tempo, la sua naturale applicabilità a qualsiasi grado scolastico mi hanno fatto comprendere che tutto ciò poteva fare la differenza in un territorio come quello forlivese un po’ assopito in termini di stimoli e di spirito di innovazione.
Ed ecco profilarsi la prima sfida: se per me era tutto chiaro e concretizzabile, non altrettanto poteva dirsi del Collegio dei Docenti. Alla presentazione della prof.ssa Accili, il Collegio si schierò infatti come un esercito di opliti in assetto da combattimento: dal risentito «ma noi facciamo già queste cose» al «ma che sciocchezze, sembra che scopriamo l’acqua calda», solo per citare alcuni dei commenti sprezzanti riferiti all’intervento della Dirigente.
Ma almeno tutto quel fermento aveva generato la discussione e, allo stesso tempo, la riflessione.
Vidi in mezzo al Collegio alcuni sguardi accendersi... e da questo sono partita. Constatato un germoglio di interesse e la volontà di innovare la propria scuola, ho agito su chi avrebbe potuto costituire una leva strategica per il cambiamento, creando un gruppo di lavoro ad adesione libera.
Il nostro primo step di lavoro è stato il visiting presso l’Istituto Onnicomprensivo “Giuliano della Rovere” di Urbania, esperienza unica e indimenticabile, cui ha fatto seguito la formazione specifica.
Grazie a questa esposizione a buone pratiche, il gruppo ha cominciato a sperimentare molte delle proposte del MOF, a partire dalla Scuola primaria: sono nati gli angoli e gli spazi relax nel corridoio, l’aggregazione attraverso il canto corale nei primi dieci minuti del mattino, l’idea di condividere un clima piacevole e di “benessere”, e il coinvolgimento delle famiglie in questa nuova esperienza in momenti loro dedicati durante l’anno scolastico.
Di seguito, sono poi venuti la compattazione oraria, la laboratorialità, il lavoro di gruppo, la disposizione dei banchi a “isole”, la valorizzazione dei talenti, la programmazione per UDA a partire da un curricolo verticale, che ne costituisce l’asse portante.
È ciò che ci connota agli occhi dell’utenza: nei nostri Open Day spieghiamo che la nostra adesione alla Rete MOF è dettata dalla convinzione che la centralità dell’alunno nel processo educativo ci costringe a organizzare tempi e spazi secondo le esigenze di ciascuno dei bambini e degli studenti che ci vengono affidati.
Sottolineiamo che il nostro compito, definito costituzionalmente, impone che talenti e potenzialità non vadano dispersi, ma siano adeguatamente canalizzati per trovare, come direbbe Gardner, quale forma mentis consente il miglior approccio all’apprendimento di ciascuno.
E devo ammettere che i risultati sono oggi tangibili, soprattutto per quel che riguarda l’incremento delle iscrizioni alla Primaria.
Significativamente, la progettualità dell’Istituto ha assunto carattere sempre più strategico indirizzando le scelte verso attività che privilegino lo sviluppo di competenze autentiche e, in quanto tali, esercitabili in ogni contesto esperienziale. La frammentarietà del sapere viene così superata, grazie a un progetto comune condiviso e concordato, che riguarda anche la valutazione.
Tutto ciò ha richiesto una revisione dell'organizzazione e della gestione degli impegni collegiali, soprattutto nella Scuola secondaria di I grado. L’attenzione, in questo caso, si è focalizzata sugli incontri per Dipartimenti disciplinari, contesto privilegiato per favorire la costruzione di UDA con il contributo di tutti.
Sicuramente il nostro è un work in progress. Le difficoltà della Scuola secondaria di I grado, soprattutto, richiedono docenti giovani che vogliano misurarsi con le sfide educative che i nostri giovani studenti ci pongono davanti ogni giorno.
Ma questo non mi scoraggia: ritengo anzi che il MOF possa essere la valida risposta a tante di queste esigenze!
Referenze iconografiche: Drazen Zigic/Shutterstock