Ci sono dirigenti che preferiscono limitare allo stretto indispensabile i rapporti con le famiglie. Spesso un genitore che chiede un appuntamento col dirigente, o peggio ancora pretende di essere ricevuto subito, è sinonimo di problemi da gestire. Alcuni dirigenti temporeggiano e rinviano l’appuntamento, sperando che intanto il problema si risolva da sé o che il genitore rinunci a venire o se ne dimentichi. Ma se c’è davvero un problema, con questa strategia può accadere esattamente il contrario: il problema resta o addirittura si ingigantisce perché il genitore ne parla con altri e viene gettata benzina sul fuoco. Proviamo invece a prevenire. Prevenire è meglio che curare.
Appena arrivati nella nuova scuola, fate un incontro a cui invitate i genitori per presentarvi. Sarà molto apprezzato. Inoltre, concludendo l’incontro, dite loro che la vostra porta sarà sempre aperta, che sull’uscio e sul sito non c’è un orario di ricevimento del dirigente, che vi troveranno praticamente sempre. I primi tempi ci sarà una vera e propria processione verso il vostro ufficio: chi verrà semplicemente per salutarvi e darvi il benvenuto, chi verrà per dirvi cosa si aspetta da voi, chi troverà una scusa banale solo per soddisfare la sua curiosità. Ma la maggior parte dei genitori verrà a raccontare il vissuto a scuola dei propri figli, le esperienze positive e negative, la loro percezione della scuola, che cosa funziona e soprattutto cosa non funziona. Ascoltate tutti con calma e disponibilità: i genitori sono un termometro significativo per capire come viene vista la scuola al di fuori delle sue mura. Non promettete rivoluzioni o drastici interventi: ringraziate del colloquio e dite loro che prendete atto di quello che hanno portato alla vostra attenzione. Per i genitori è importante essere ascoltati: vi daranno in questo modo la loro fiducia, si ricorderanno della vostra disponibilità al momento del bisogno, vi crederanno, collaboreranno con voi.
Allo stesso modo, fate riunioni con i genitori ogni volta che dovrete introdurre un cambiamento o trovare le adesioni per un progetto o una attività promossi dalla scuola: non è tempo sprecato, anche se dovrete sfruttare le ore serali o il sabato mattina per permettere loro di essere presenti. I genitori danno fiducia alla scuola solo quando capiscono cosa si fa a scuola, quando si sentono attori e non spettatori passivi. Il mondo è cambiato e non ci sono più le quattro autorità indiscusse del paese, ovvero il sindaco, il farmacista, il maresciallo e il direttore didattico (o in sua assenza il maestro).
Anche quando dovrete convincere un genitore a procedere a una valutazione specialistica del proprio figlio, per DSA o altro, non fatelo sentire di fronte a un aut-aut: o lo facciamo valutare e vediamo se è vero o no che ha un problema, oppure continuerà ad avere esiti negativi sul piano dell’apprendimento con conseguente perdita di autostima ed eventuali ripetenze: questa è la strategia perdente, perché il genitore si sente ricattato e minacciato. Fate invece sentire a questo genitore che siete dalla sua parte, che lo capite e condividete il problema, che la scuola sarà sempre accanto a lui e a suo figlio: dimostrate la vostra umanità anche a costo di parlare di situazioni personali o comunque nella vostra esperienza. Nella maggior parte dei casi avrete la collaborazione e la disponibilità. Il tutto sempre nell’interesse dei bambini e dei ragazzi.
Se vi accorgete che ci sono situazioni preoccupanti, dove bambini o ragazzi sono abbandonati a se stessi o anche peggio, una volta raccolte più informazioni possibili sulla famiglia, inoltrate una segnalazione a chi di dovere: servizi sociali, autorità locali e, se necessario, anche ai Carabinieri. Mettersi i paraocchi e i paraorecchie per non vedere e non sentire, pensando di evitare i problemi, non ci esime dalle nostre responsabilità qualora dovesse succedere qualcosa. Eluderemmo il nostro compito di educatori, di responsabili di minori. E neppure saremmo a posto con la nostra coscienza. Agite con prudenza e discernimento, sulla base di informazioni verificate, ricordando che il vostro tempestivo intervento potrebbe evitare problemi più seri a una famiglia o a uno studente.
Purtroppo succede sempre più spesso che dei docenti o dei genitori, ai quali il dirigente scolastico non dà ragione in seguito a una loro contestazione o non dà soddisfazione in merito a qualche loro richiesta particolare, facciano una telefonata o inviino una lettera all’USP. E per un dirigente è alquanto imbarazzante, se non addirittura spiacevole, ricevere una chiamata o una mail dal Direttore generale dell’USP che chiede delucidazioni in merito.
Come abbiamo detto, prevenire è meglio che curare. Perciò consiglio che, ogni qualvolta sorgano problemi di una certa entità (che siano tali o che possano essere presentati come tali dai querelanti) con genitori o docenti, sia il dirigente scolastico a informare per primo il Direttore generale dell’USP o almeno il responsabile dell’ufficio dell’USP che sia di riferimento per il problema da gestire. In questo modo dimostrerete di essere trasparenti e aperti alla collaborazione. Non fate mai la parte dei dirigenti che comunicano solo le cose che vanno bene: sembrerebbe che si voglia far vedere solo il positivo e si vogliano tacere i problemi.
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