Chi lavora nelle scuole italiane lo sa: essere docenti oggi significa insegnare in classi estremamente eterogenee, in contesti multiculturali, talvolta di frontiera, dove sono presenti in numero crescente studenti con diverse difficoltà di apprendimento. Per questo, realizzare un ambiente inclusivo, in cui tutti possano imparare nella modalità più congeniale ed esprimersi secondo le proprie possibilità, è oramai una sfida urgente e attuale della nostra professione di insegnanti. Non è però sempre facile agire come capitani coraggiosi, e traghettare il gruppo classe con entusiasmo verso il pieno raggiungimento del successo scolastico, compresi gli alunni con bisogni educativi speciali.
E se fosse possibile fare di questa sfida educativa il cuore della nostra azione didattica?
L’avventura più grande, l’antologia basata sul Writing and Reading Workshop (WRW), si offre come un prezioso strumento per innovare l’insegnamento in aula.
Uno degli aspetti più interessanti dell’approccio WRW riguarda proprio l’approccio con cui il docente imposta l’insegnamento della lettura e della scrittura: è il processo e non il prodotto ad avere valore didattico. La classe diventa quindi un laboratorio e l’esperienza la chiave per acquisire nuove competenze. In questo senso, chiunque può essere un lettore e uno scrittore appassionato e, secondo le proprie capacità, competente. Tutto questo è possibile grazie a numerosi ingredienti, ma forse il più immediato da cogliere, per un individuo che entri in una classe impegnata nel laboratorio, è che si diventa lettori e scrittori capaci perché lo si fa insieme. Nei primi anni della mia professione di insegnante di sostegno, da neofita curiosa del WRW, ho sperimentato la ricchezza dell’essere parte di una classe guidata da un docente che metteva in pratica tale approccio. Nell’accompagnare gli alunni in questo percorso, ho riscoperto infatti il valore di un gruppo che si confronta costantemente su quanto letto e scritto, che comprende, scrive, interpreta e costruisce insieme significati. Ma c’è di più. Il WRW mira a costruire una comunità di lettori e di scrittori in cui ogni studente è valorizzato e le storie di ciascuno sono considerate una risorsa. Questo approccio aiuta a superare il conformismo pedagogico e a riconoscere la diversità all’interno della classe, facendo fiorire una vera inclusione che rispetta e valorizza ogni individuo. In questo scenario, il contributo di tutti è considerato importante perché ciascuno ha vissuto esperienze diverse e ha quindi sviluppato sensibilità, interpretazioni e opinioni differenti.
Inoltre la comunità di lettori e scrittori esercita alcune pratiche, anch’esse inclusive, tra cui la lettura ad alta voce dei brani dell’antologia, fatta da parte del docente. La mediazione del testo compiuta dall’insegnante contribuisce a rendere il contenuto più accessibile tramite semplici espedienti, come per esempio la riformulazione dei passaggi più complessi utilizzando un lessico comprensibile anche agli alunni stranieri o con un vocabolario più povero. In questo modo tutti possono prendere parte all’esperienza vissuta dalla classe, partecipando in base alle proprie possibilità, sentendosi parte del gruppo e contribuendo a una preziosa pluralità di punti di vista.
Per favorire il successo scolastico degli alunni e delle alunne, nella nostra pratica didattica capita spesso di dover personalizzare i contenuti disciplinari per gli studenti con DSA o BES, per permettere loro di accedere al testo o svolgere compiti in linea con il loro stile di apprendimento. In altri casi, in presenza di alunni con disabilità, lo sforzo è teso alla ricerca continua di punti di contatto con la programmazione curricolare e le attività svolte in classe. Tutto questo si traduce, in concreto, nella produzione di materiali differenti o nella richiesta di esercizi diversi da eseguire, con un impatto negativo sull’autostima e sulla motivazione ad apprendere. Nel nostro tentativo di rendere fruibile un contenuto per alcuni studenti, quindi, corriamo il rischio di sottolineare le loro differenze e fragilità, quando invece potremmo modellare il nostro modo di insegnare sulle loro necessità, offrendo alla classe una didattica adeguata a tutti. Anche in questo caso, l’approccio WRW ci fornisce gli strumenti per realizzare questa alternativa, promuovendo così una forma di inclusione “invisibile” ma sostanziale. Le strategie didattiche proposte all’interno dell’antologia, infatti, sono progettate per essere utilizzabili da tutti gli studenti, a seconda delle loro necessità specifiche. Questo consente a tutti di sentirsi parte della comunità di lettori e scrittori, di apportare il proprio contributo e punto di vista, partecipando con la propria sensibilità e prendendo parte al processo di apprendimento del gruppo classe senza sentirsi esclusi o etichettati.
Gli organizzatori grafici rappresentano il “come” dell’azione inclusiva promossa dall’Avventura più grande, in quanto rendono il processo di apprendimento accessibile a tutti gli studenti e a tutte le studentesse, indipendentemente dalle loro abilità o difficoltà. Questi strumenti visivi si servono allo stesso tempo del canale linguistico e di quello non verbale e sono pensati infatti per facilitare la comprensione, la scrittura e la metacognizione, concorrendo al miglioramento delle capacità espressive degli studenti. La grafica semplice con cui sono realizzati ne facilita la fruizione da parte di tutti, perché pensati per gli alunni con difficoltà di lettura o organizzazione spazio-temporale. Risultano al contempo esteticamente accattivanti, coinvolgono chi è chiamato a utilizzarli, sebbene nessuna scelta sia lasciata al caso o risulti puramente decorativa. Al contrario, ognuno di questi elementi contribuisce e favorisce un’analisi e una comprensione più profonda.
Prendiamo per esempio l’organizzatore grafico Visualizza! (L’avventura più grande 1, pp. 47, 165, 364), che lavora sul primissimo livello di comprensione di un testo per permettere a tutti gli studenti di avvicinarsi alla lettura di un brano. Dopo la lettura ad alta voce da parte dell’insegnante, la richiesta di disegnare quanto visualizzato nella propria mente può senza dubbio essere rivolta a tutto il gruppo classe. Proprio l’utilizzo del disegno permette solitamente agli studenti con BES di esprimersi al meglio, integrando il canale linguistico con quello non verbale. L’approccio multisensoriale risulta, infatti, particolarmente efficace nel sostenere studenti con diversi stili di apprendimento o con bisogni educativi speciali, rendendo il processo di apprendimento più inclusivo e adattabile alle esigenze individuali. Questo strumento visivo offre inoltre supporto concreto durante l’interazione con il testo e aiuta a strutturare il pensiero in modo chiaro e visibile. Questa funzione di sostegno alla comprensione e alla scrittura è fondamentale per gli alunni con difficoltà di lettura o problemi di organizzazione spaziale e temporale, come gli studenti con BES o DSA, poiché questi strumenti aiutano a semplificare e visualizzare le informazioni chiave.
Cuore, mano e cervello (L’avventura più grande 1, p. 290, L’avventura più grande 2, p. 77) è un altro organizzatore grafico utilizzato con profitto da parte di un ventaglio eterogeneo di studenti nella mia pratica didattica. Questo strumento guida gli alunni nell’analisi di un personaggio, rintracciando nel testo le informazioni esplicite che lo riguardano. Tale sintesi visiva conduce a organizzare quanto sappiamo e a classificarlo in sentimenti ed emozioni (cuore), azioni compiute (mano) e pensieri e desideri espressi o che si possono dedurre da quanto letto (cervello). Cuore, mano e cervello è un’attività che può essere proposta con successo a tutto il gruppo classe, ma che viene utilizzata da ciascuno con diversi livelli di complessità in base alle caratteristiche individuali e ai bisogni di ciascuno. Se per gli alunni che incontrano maggiori difficoltà di comprensione tale supporto visivo funge da guida per rielaborare le idee e l’analisi compiuta costituisce già un punto di arrivo, per i lettori più esperti è uno strumento per perfezionare scrittura e comprensione, rappresentando il punto di partenza per sviluppare un’interpretazione più profonda. Inoltre gli studenti con BES beneficiano anche della ripetizione nell’antologia dell’organizzatore grafico e della sua applicazione in vari contesti, che risponde alla necessità di apprendere delle routine di pensiero legate alle strategie di comprensione del testo, di scrittura e di metacognizione. Gli alunni imparano così a conoscere lo strumento, si abituano a utilizzarlo in maniera ricorrente, interiorizzando la strategia che l’organizzatore grafico cela e migliorando progressivamente le loro competenze.
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