Per i nostri studenti stranieri questa procedura si rivela ben più complicata: sia che non dispongano del lessico necessario ad associare le sequenze di segni ai significati, sia che manchi loro un’adeguata conoscenza della struttura della lingua italiana, gli operatori del loro cervello fanno molta più fatica ad attivarsi e, soprattutto, si mettono in moto nel modo più dispendioso, vale a dire volontariamente. Questo spesso li porta a vivere la lettura come un’attività lenta, difficile e frustrante, da cui hanno difficoltà a trarre i risultati che noi pretendiamo da loro.
«I miei studenti stranieri leggono, ma non capiscono».
Questa frase nasconde diverse insidie. Intanto perché riduce la comprensione a un’attività binaria, come accendere o spegnere un interruttore. In realtà non è così: messo di fronte a un testo, ciascuno di noi ne comprende una porzione, grande o piccola che sia, ma è frequente che alcune informazioni in esso contenute ci sfuggano, o vengano equivocate, o vengano trascurate in favore di altre. La prima cosa che possiamo fare per i nostri studenti, quindi, è smettere di chiederci se hanno capito e provare a domandare loro (e a noi stessi) quanto hanno capito di ciò che proponiamo loro: abolendo la visione binaria capisco/non capisco, diamo ai nostri ragazzi la possibilità di essere consapevoli dei propri successi, anche quando sono minimi, e soprattutto permettiamo loro di darsi degli obiettivi sulla propria abilità di lettura.
In secondo luogo, si tratta di prestare la giusta attenzione alle condizioni che facilitano la comprensione. Comprendiamo le informazioni presenti in un testo quando, partendo dalle nostre conoscenze pregresse, da esso riusciamo a ricavare informazioni che andranno a loro volta ad arricchire il nostro bagaglio di nozioni, o enciclopedia. Ora, quello che noi sappiamo del mondo, della vita, della realtà, può dipendere molto dal luogo in cui ciascuno di noi è nato o è cresciuto, dalle esperienze che ha fatto, da tutto ciò che ci connota come individui. Ne segue che l’enciclopedia di un ragazzo nato e cresciuto in Italia possa differire anche in maniera consistente da quella del suo compagno nato e cresciuto in Cina, in Turchia o in Colombia: pensiamo solo alle differenze che possono esserci tra una cultura e l’altra nei concetti legati alla famiglia, alla religione, ma anche ad aspetti molto più basilari come l’orientamento nello spazio. L’insegnante dovrà quindi fare particolare attenzione a tutti gli ostacoli di tipo culturale che potrebbero rendere difficile la comprensione e quindi l’apprendimento.
Fornire agli studenti stranieri un testo adeguato è dunque necessario. Questo può significare adattare per riscrittura un testo esistente oppure creare o procurare un testo direttamente pensato per un pubblico di apprendenti L2. Cerchiamo in ogni caso di evitare soluzioni di ripiego: dare a un ragazzo di scuola secondaria di secondo grado un testo in uso nelle scuole primarie («perché è più facile») non lo aiuta; oltretutto, per un ragazzo di sedici anni studiare su un libro da bambini è umiliante e poco motivante.
Chiariamo innanzitutto che la riscrittura non è una parafrasi: non dovremo limitarci soltanto a scegliere parole semplici, ma piuttosto dovremo rielaborare i contenuti che vogliamo trasmettere tenendo conto del profilo dei nostri destinatari: età, classe, livello linguistico, preconoscenze, capacità di svolgere i compiti. Il testo semplificato, quindi, potrà differire dall'originale sia nell'ordine con cui vengono fornite le informazioni, sia nei contenuti stessi: a discrezione del docente potrà essere infatti integrato con elementi culturali che ne facilitino la comprensione. L’insegnante, inoltre, dovrà esplicitare con chiarezza gli obiettivi dell’attività e i compiti che lo studente dovrà svolgere.
Il testo semplificato, infine, dovrà essere ad altissima leggibilità, dovrà cioè rispettare le seguenti caratteristiche:
Il testo che vi proponiamo (e che trovate per intero, nella forma originale e in quella da noi semplificata, in formato pdf al link in fondo all'articolo) è stato utilizzato in classe con studenti di livello B1.
Referenze iconografiche: Drazen Zigic/Shutterstock