blog

Roberto Gazzaniga, A viso coperto | Folio.net di Sanoma Italia

Scritto da Linda Cavadini | mag 14, 2017

Questo romanzo di Gazzaniga, vincitore del premio Calvino del 2012, è particolarmente adatto agli studenti della scuola secondaria di secondo grado sia per il tema, il mondo ultras e i legami di amicizia, sia per lo stile, paratattico e incalzante. Apparentemente può sembrare un romanzo solo per i ragazzi, incentrato com'è sul mondo del calcio, ma questo è solo il pretesto per parlare del tema vero: la violenza e le relazioni all'interno dei gruppi. La narrazione fila via veloce, nonostante le 500 pagine, e alla storia che regge il libro si intrecciano decine di sottotrame, tutte importanti e funzionali.
Si tratta di un libro onesto e sincero, di facile lettura.

La trama e lo stile

"La partita è finita da dieci minuti e gli ospiti stanno per lasciare il piccolo impianto. Non li hanno fatti aspettare molto, perché il pubblico non superava le cinquecento persone. E poi in questura non hanno preoccupazioni: che deve succedere in una partita del campionato nazionale dilettanti?"
Sono le righe con cui si apre il romanzo: la partita, Sestrese – la Spezia, è finita uno a uno. Il momento di massima tensione è stato un insulto rivolto all'arbitro: ora i tifosi mangiano panini e salamelle e bevono birra. Sopra, il cielo inizia a scurire, presagio del dramma che sta per consumarsi.
"I genoani escono in silenzio, si muovono veloci. Anfibi che mangiano l'asfalto, un piccolo plotone armato di cinghie, aste di ferro da ombrellone, tubi di gomma rigida da cantiere edile."

È la domenica in cui si celebra una vendetta: un manipolo di ultras del Genoa decide di caricare i loro eterni nemici dello Spezia, poco importa se lo Spezia è stato retrocesso nel campionato di serie C e le loro due squadre non si affronteranno mai sul campo. Sono nemici e i nemici vanno affrontati sul campo, che è la strada vicino allo stadio.
Il piccolo esercito di ultras del Genoa arriva e si ferma, così Lollo, uno dei protagonisti, si blocca pure lui, alza le mani e le batte, urlando "dove sono gli ultras": inizia la carica. Gli spezzini sono sorpresi, non si aspettavano i genoani lì, a vendicare antichi torti, a dimostrare di essere i più forti, a inebriarsi di adrenalina.

È una mattanza: i cinquecento ultras dello Spezia sono stretti tra i pullman parcheggiati male e i genoani; volano bestemmie, cinghiate, calci e mazzate. I poliziotti si fermano: sanno di essere troppo pochi e non vogliono finire male.
Improvvisamente i genoani se ne vanno, senza voltare le spalle: è una scelta, non una resa.
L'inizio folgorante della narrazione trascina il lettore all'interno di vicende che si svilupperanno nel giro di due settimane: la nascita di un nuovo gruppo di ultras "facce coperte", il tentativo di portare uno striscione all'interno dello stadio, il ferimento di uno di loro, la vendetta, il tradimento e la guerriglia. Sullo sfondo Genova, lo stadio, il G8 e la vita di ciascuno dei protagonisti. A fare da collante è il codice di comportamento non scritto della curva ultras, basato sul suo personale concetto di onore, vissuto in modo assoluto e integralista: l'appuntamento per gli scontri, l'odio verso la polizia, il Nemico per antonomasia, la strenua difesa di uno striscione, anche a costo della vita e soprattutto la violenza elevata a forma di realizzazione di sé.
Gazzaniga è un poliziotto che conosce molto bene la realtà di cui parla, racconta con uno stile piano e semplice, veloce e incalzante che ha il ritmo di un film.

I personaggi e il punto di vista

Ciò che colpisce in questo romanzo è il prevalere del grigio: il suo equilibrio, il non prendere alcuna posizione, la sostanziale assenza di pregiudizio. Non appena il lettore comincia a sentirsi vicino ad Ale, ultras e dipendente pubblico con una moglie, un figlio in arrivo e un mutuo da pagare, ecco che cambia il punto di vista e si ritrova a pensarla come il dirigente della Digos Giuseppe Nicotra. Il narratore non fa sconti al lettore, se ne sta lì all'esterno e presenta fatti e personaggi: spetta ai lettori giudicare, prendere o meno posizione. Persino l'analisi sociologica, proposta tra un capitolo e l'altro e costituita dalle pagine del saggio Libro Ultrà che sta scrivendo il poliziotto Nicola, più che dare risposte istilla dubbi e sensi di colpa.

Da una parte ci sono le sciarpe, dall'altra le divise, ma in realtà ciascuno ha una storia a sé: Lupo, un tipo violento, dipendente dalla cocaina, che non si fa domande ma agisce soltanto in nome del codice; Lollo, infermiere di sinistra che ha una visione quasi etica della violenza come liberazione di classe; Ale che vorrebbe stare lontano dal gruppo, ma ne è irrimediabilmente attratto, perché è il solo luogo in cui si sente vivo e utile; e poi Lisca il giovane, che si butterebbe nel fuoco per essere parte degli ultras, e i due ragazzini Enrico e Robi, alla ricerca di emozioni forti e di adulti capaci di guidarli.

Dall'altra parte della barricata ci sono i poliziotti, quelli che agiscono secondo la legge e quelli che usano la legge per commettere soprusi, per avere l'alibi per azioni violente: Fabio ha un figlio autistico e una moglie divorata dai sensi di colpa, la sua casa è una prigione da cui cerca di evadere; a lui fa da contraltare Ferro con la maglietta attillata, il fisico asciutto e mille sport praticati, i nervi tesi e il manganello facile.

Proprio di Ferro è la responsabilità dello scontro campale con la polizia nato a seguito del ferimento del Lisca, il ragazzo che avrebbe dovuto portare allo stadio lo striscione "Facce coperte", perché l'etica dello stadio impone che l'affronto e il ferimento del compagno si paghino con la violenza: violenza chiama violenza. Le tifoserie di mezza Italia (Napoli, Genoa, Samp, Milan e delle squadre minori), fino a poco prima nemiche, si uniscono contro la polizia e scatta la guerriglia urbana: "bottiglia uguale battaglia", pensa Marione, capo della polizia, prima che "la pioggia di oggetti diventi un'alluvione". Sarà una guerra con tanto di bombe, che lascerà morti e cicatrici e dopo la quale nulla sarà più come prima per i protagonisti.

Attività: raccontare, scrivere e informarsi

Leggere è la migliore attività per l'estate, ma si potrebbe pensare di usare questo libro come lancio per un percorso sul tifo organizzato. Sarebbe quindi opportuno dedicare una lezione a settembre al booktalk, cioè al racconto del libro da parte dei ragazzi, prima di affrontare il tema (queste attività di presentazione del libro letto possono essere utilizzate per ciascuno dei testi consigliati in lettura per l'estate).
Solitamente viene chiesta loro la scheda libro o, al massimo, di relazionare al docente quanto letto; la sfida è presentare in pubblico il romanzo, coniugando il rigore della presentazione con la creatività. In questo modo i ragazzi si relazionano con i loro pari, non solo con il docente, e si abituano a discutere sui libri, in modo personale e autonomo.

Le tecniche che i ragazzi potranno scegliere saranno molte, ne suggeriamo alcune:

  • Booktrailer: creazione di un breve filmato, come fosse un trailer cinematografico, che illustri il libro;
  • Lapbook: creazione di una cartelletta contenente minilibri, che illustrino il libro attraverso disegni, crazioni grafiche, pop-art;
  • La scatola: contiene oggetti simbolici che verranno estratti uno a uno per illustrare il libro;
  • Graphic novel: soprattutto in corsi di studio incentrati sulle arti visive, il romanzo costituisce un'ottima occasione per la trasposizione grafica attraverso fumetto, graphic novel o infografica.

Oltre a lavori di booktalk si possono proporre esercizi di ricalco a imitazione cioè dello stile dell'autore. La lingua usata da Gazzaniga è semplice, il ritmo è sempre tesissimo e veloce; il continuo spostamento del punto di vista genera un senso di straniamento, ma anche la sensazione di essere all'interno di una fiction americana. I ragazzi possono cimentarsi in lavori di produzione di testi che imitino lo stile di Gazzaniga e:

  • immaginare di essere il poliziotto Fabio e scrivere il suo diario durante la convalescenza;
  • scrivere il prequel del racconto: come si sono conosciuti gli ultras?
  • scrivere un capitolo in cui si raccontino gli ultimi giorni della sorella di Ale;
  • raccontare gli scontri con la polizia in prima persona, usando il punto di vista di Lupo;
  • scrivere la sceneggiatura dell'interrogatorio di Robi

Dopo aver ascoltato i booktalk e completato l'attività di scrittura, è opportuno proporre ai ragazzi documenti e materiali che li facciano riflettere sul tema del "tifo organizzato". Seguendo gli spunti di analisi forniti dal romanzo stesso, contenuti nel saggio sulla tifoseria che sta scrivendo il poliziotto Nicola, è possibile tratteggiare la storia del movimento ultras e le dinamiche sociali al suo interno.
Un'ottima panoramica è offerta dal materiale presente ai seguenti indirizzi:

Interessanti sull'argomento il film Estranei alla massa di Vincenzo Marra del 2001 in cui il regista segue sette ultrà del Napoli del gruppo Fedayn Eam e Hooligans del 2005 di Alexander, sui tifosi del West Ham United. E sul tifo in generale resta inarrivabile il libro Febbre a Novanta di Nick Hornby.
Alla fine di questo percorso di analisi, i ragazzi avranno tutti gli elementi per poter scrivere un saggio breve sull'argomento.

Referenze iconografiche:  ChiccoDodiFC/Shutterstock