Liberarsi del superfluo è impresa coraggiosa e foriera di soddisfazioni: nella vita e nella scrittura. A scuola, possiamo allenarci alla leggerezza insieme ai nostri alunni attraverso la pratica costante del riassunto. Un’attività cruciale, attraverso cui si sviluppano molteplici abilità: ascolto o lettura attenti e finalizzati, individuazione delle parole e dei concetti chiave, capacità di prendere appunti, riconoscimento del tipo di testo, delle sue partizioni, della sua intenzione comunicativa, capacità di riformulazione e rielaborazione rispettosa di indicazioni come lunghezza, scopo, destinatario del prodotto di arrivo.
Le stesse novità introdotte a partire dall'anno scolastico 2017/18 nell'Esame di Stato al termine del primo ciclo di istruzione, e in particolare le nuove indicazioni per la prova scritta di italiano che introducono come traccia di tipologia C la sintesi di un testo letterario, divulgativo o scientifico, hanno sollecitato l’attenzione dei docenti e degli alunni della Scuola secondaria sulla pratica del riassunto. Saper riassumere è un’operazione richiesta quotidianamente a chiunque e, se nella vita di tutti i giorni i nostri “riassunti” sono soprattutto orali, la familiarità con la sintesi scritta migliora la capacità di riportare in modo chiaro e preciso informazioni e concetti di ogni genere, acquisiti attraverso qualsiasi tipo di canale.
A scuola inoltre l’esercizio del riassunto ha ricadute formidabili sulla competenza trasversale dell’“imparare a imparare”: dovrebbe perciò essere praticato costantemente nel triennio delle medie, con una progressione di difficoltà che dipende dalla complessità e dall'estensione dei testi di partenza.
Possiamo dimostrare alle nostre classi che il riassunto non è un esercizio vecchiotto e noioso, ma un compito anche creativo.
Affrontando una forma di riscrittura complessa come il riassunto, il primo vantaggio da mettere in evidenza agli occhi degli alunni è che non dovranno “inventare” niente, perché le idee e le informazioni sono già tutte nel testo di partenza. Nello stesso tempo, è importante sottolineare che il riassunto è un prodotto autonomo e particolare rispetto al testo da cui si genera. Le qualità fondamentali del riassunto sono la chiarezza e la completezza, il suo scopo è quello di fornire anche al lettore che ignori il testo di partenza tutti gli elementi necessari a comprenderne e apprezzarne il contenuto. Scrivere (e leggere) un riassunto significa altresì accedere al primo livello di interpretazione di un testo: per questo, prima di incominciare a riassumere, è fondamentale accertarsi che gli alunni abbiano compreso ciò che hanno letto o ascoltato attraverso una breve griglia di domande, alle quali rispondere oralmente o sul quaderno di lavoro.
Elenchiamo le regole essenziali che governano la forma e i contenuti del riassunto (regole che rappresentano le più frequenti cause di errore, non solo per gli allievi principianti):
Per consolidare l’acquisizione della tecnica, sono consigliabili tutti quegli esercizi (reperibili anche su molti manuali di grammatica) che sollecitano gli alunni a lavorare su testi brevi e utili a focalizzare a mano a mano l’attenzione intorno a un problema specifico, con crescente livello di difficoltà.
In genere tendiamo a proporre alla classe vari metodi per riassumere, con una progressione che parte dalla riduzione meccanica del testo di partenza (eliminazione di parole e intere frasi non indispensabili alla comprensione) alla più complessa riformulazione, attraverso la sintesi degli elementi che costituiscono l’ossatura del testo e lo forniscono di senso. Qui però vorremmo suggerire di tenere sempre presenti contemporaneamente tutte le forme del riassunto e di utilizzarle in modo ciclico con i nostri alunni: applicare a testi via via più articolati metodi differenti permetterà di potenziare senza noia le abilità e le competenze che stiamo sollecitando.
Anche gli allievi più esperti nella tecnica del riassunto spesso incontrano difficoltà quando devono riformulare un testo narrativo o espositivo di una certa lunghezza e complessità, come un romanzo o un saggio, o se vogliono riferire la trama di un film. In questi casi è necessario sottolineare l’importanza delle operazioni preliminari alla sintesi, anche con l’aiuto di schede e tabelle che suggeriscano di raccogliere le informazioni cruciali. In particolare, suggeriremo di:
Per le esercitazioni in aula, è utile ricorrere a narrazioni ricche di personaggi e situazioni, ma la cui trama sia così nota da essere famigliare anche a chi non abbia letto direttamente o in modo completo l’opera di partenza. Inviteremo i ragazzi a scrivere il riassunto dei primi classici della letteratura che avranno incontrato, usando come guida una batteria di domande di questo tipo:
Un esercizio utile per allenare gli alunni a cogliere il significato essenziale dei testi che leggono è riassumere i riassunti, cioè ridurre all’osso un testo, fino a saperne riproporre il contenuto in pochissime parole, addirittura in una sola frase: le classi in genere amano le “sfide al risparmio”, in cui “vince” chi riesce a riformulare il maggior numero possibile di informazioni del testo di partenza con il minor numero di parole. Un’attività, questa, che si presta a variazioni divertenti: per esempio, si potrà realizzare in classe un ampio repertorio di riassunti-lampo tratti da letture condivise e utilizzarlo per mettersi alla prova nel riconoscimento dei testi originali. Oppure, utilizzare le sintesi brevissime come micro trame e “scalette” per inventare testi del tutto nuovi.
L’arte del riassunto si manifesta con i suoi prodotti “professionali” nelle quarte di copertina dei libri, nei titoli e nei sommari degli articoli giornalistici, negli abstract dei saggi o delle relazioni scientifiche... Incoraggiare gli alunni a leggere questi oggetti di scrittura e a produrne di simili è indispensabile perché la capacità di sintesi si trasformi gradualmente in competenza: il compito di realtà eventualmente proponibile al termine di un laboratorio di scrittura dedicato al riassunto potrà quindi vertere sulla produzione di un testo di questo genere. Ricordiamoci che non solo riassumere un libro, ma anche formulare in breve il contenuto di una relazione o di una ricerca su un argomento di studio, o su un’esperienza di apprendimento, è un ottimo compito di “scrittura situata”: in tutti i casi, evidenzieremo lo scopo del riassunto e il suo destinatario.
Dopo aver sperimentato tanti modi di riassumere, sarà infine utile attivare la metacognizione degli alunni, sollecitandoli ad applicare le tecniche che hanno imparato per riproporre con le loro parole l’argomento “scrivere un riassunto”. Li inviteremo, per esempio, a immaginare di dover spiegare come si fa un riassunto a un compagno che non ha seguito la spiegazione dell’insegnante e a preparare la loro lezione con una sintesi scritta, possibilmente corredata di materiali (esempi di testi da riassumere, schede per la raccolta delle informazioni, repertori di domande per la comprensione…).
Se per la valutazione degli aspetti formali di un riassunto scritto possiamo utilizzare le stesse rubriche in uso per gli altri generi testuali (attribuendo un peso maggiore al rispetto delle indicazioni di lunghezza del testo), per una considerazione il più possibile obiettiva del contenuto sarà utile stabilire in anticipo quante e quali sono le informazioni del testo di partenza attese in quello di arrivo. Con una ragionevole elasticità: specialmente se l’oggetto della sintesi è un testo lungo e articolato, l’individuazione degli elementi più importanti può tollerare sensibili difformità.
Proponendo, insieme al riassunto, una batteria di domande o una scheda-mappa in cui inserire gli elementi fondanti del testo, potremo distinguere, nella misurazione del risultato, la valutazione della comprensione e della effettiva capacità di rielaborazione. Al momento della restituzione del compito, questi prodotti ci aiuteranno inoltre a richiamare l’attenzione dell’alunno sugli eventuali errori: la comprensione del testo è stata completa o parziale? Le informazioni emerse tramite le domande o la scheda sono state riformulate in modo completo e corretto nella riscrittura definitiva?
Non dimentichiamoci, per concludere, che il peer tutoring nella pratica e nella valutazione del riassunto è particolarmente efficace: quando il docente legge o ascolta i riassunti dei suoi allievi tende più o meno inconsapevolmente a compensare le lacune della riformulazione attraverso la sua personale conoscenza dell’originale; le “mancanze” o i punti oscuri della sintesi saranno invece più facilmente rimarcati senza sconti dal compagno che ignora la scrittura di partenza o ne ha una notizia meno accorta e approfondita.
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