Il mondo è pieno di storie, circostanze e situazioni curiose che aspettano solo di essere raccontate
(Hannah Arendt)
In questo contributo proponiamo un progetto didattico incentrato sul racconto del territorio, utile per acquisire conoscenze di ambiti disciplinari diversi e per sviluppare competenze sia disciplinari sia trasversali e di cittadinanza. Prevede infatti il lavoro in gruppo, richiede di compiere ricerche e di affinare le competenze di scrittura e di comunicazione multimediale; consente inoltre di conoscere l’ambiente in cui si vive, di riflettere sulla propria identità, di riappropriarsi del passato così da non dimenticarlo, scoprendo che ogni territorio ha una propria storia e una tradizione letteraria, storico-artistica, etnografica e artigianale che vale la pena ritrovare e raccontare.
Il progetto – adatto alle classi di scuola secondaria sia di primo sia di secondo grado – si configura come un’esperienza didattica motivante, multidisciplinare e multimediale. L’obiettivo è che gli studenti scoprano il territorio in cui vivono e imparino a raccontarlo con modalità che si discostano da quelle della guida turistica tradizionale e che si avvicinano a quelle dello storytelling: si vuole infatti suggerire un percorso di scoperta piuttosto che fornire informazioni standardizzate, proponendo storie capaci di emozionare chi legge.
In particolare agli studenti sarà chiesto di progettare e sviluppare itinerari che favoriscano la scoperta dell’identità locale, valorizzando le risorse storiche, culturali, artistiche, naturalistiche e le tradizioni artigianali, musicali, gastronomiche dell’area prescelta.
La classe viene suddivisa in piccoli gruppi di 4 o 5 studenti. L’attribuzione del lavoro ai singoli gruppi può seguire due diversi criteri:
Per raccontare è necessario innanzitutto conoscere. La prima tappa è quindi un lavoro di ricerca delle informazioni attraverso le fonti. Il lavoro sulle fonti può essere introdotto e impostato in aula da parte del docente di storia.
Le fonti possono essere verbali (in forma scritta oppure orale, per esempio il resoconto di un testimone, un canto, una fiaba, una narrazione folklorica…) e non verbali, quali le testimonianze monumentali – archeologiche o architettoniche –, paesaggistiche, iconiche (dipinti, mosaici, incisioni, disegni, sculture, fotografie ecc.), audiovisive, materiali (per esempio gli oggetti d’uso).
Tutte queste fonti possono poi essere dirette, cioè frutto di testimonianze immediate (in forma scritta, orale o materiale) e indirette, cioè ricostruzioni elaborate da un mediatore a partire da fonti dirette e/o altre fonti indirette.
Dove si possono reperire le fonti?
Si tratta non solo delle emergenze storico-artistiche-culturali esistenti e conosciute (che spesso trovano posto nelle guide turistiche locali) ma anche di quelle nascoste o sconosciute (che mai o raramente hanno trovato posto nelle guide turistiche). In particolare, le emergenze di interesse storico, artistico, architettonico e culturale sono tutti quei complessi che rappresentano la memoria e l’identità culturale e ambientale di un territorio. Per esempio:
Può rientrare in questo punto anche l’eventuale segnalazione di personaggi che hanno avuto nel territorio un ruolo importante (dal punto di vista della storia, della cultura – alta o popolare –, dell’arte ecc.).
All’interno di questa voce trovano posto anche le micro-produzioni artigianali e le vocazioni tradizionali artigianali, enogastronomiche, agricole, tecnologiche…
Il sopralluogo è fondamentale per verificare la correttezza delle informazioni reperite nella prima fase del lavoro e anche peridentificare eventuali testimoni, cioè persone in grado di raccontare leggende antiche, tradizioni o storie poco note, memoria di un passato che si sta perdendo. In occasione dei sopralluoghi è utile realizzare immagini fotografiche, riprese video, interviste.
In questa fase ogni elemento ritenuto significativo (monumento, ambiente naturale, personaggio, attività artigianale...) viene presentato in forma di racconto, scegliendo di volta in volta le modalità più efficaci per proporlo al pubblico in modo accattivante ed emozionale: testi, video, racconti per immagini...
Tutto quello che è stato raccolto e rielaborato nelle fasi precedenti viene organizzato creando uno o più percorsi (a seconda dell’estensione del territorio prescelto) di visita ed esplorazione.
Si tratta di individuare dei fili conduttori tra le diverse emergenze territoriali per collegarle in modo coerente sviluppando itinerari brevi (della durata di uno o due giorni) realmente effettuabili a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici, in un viaggio “lento” ed emozionale. La fattibilità degli itinerari dovrebbe poi essere testata.
Per organizzare e veicolare il racconto è utile individuare un contenitore unitario capace di ospitare tutto ciò che è stato prodotto: il suggerimento è quello di creare un vero e proprio sito web dedicato al territorio – ricorrendo a uno dei numerosi siti che consentono di creare pagine web in modo guidato (tra questi, Google Sites).
Referenze iconografiche: Heritage Image Partnership Ltd/Alamy Stock Photo