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Un libro, un ponte tra sé e gli altri | Folio.net di Sanoma Italia

Scritto da Orietta Pozzoli | mar 10, 2021

Tutti i libri di questa lista e le attività che li accompagnano vorrebbero aiutare le ragazze e i ragazzi a riconoscere nelle parole e nelle storie un formidabile strumento per creare e rafforzare legami, per tessere abitudini di condivisione e non dimenticare che, anche quando saremo finalmente usciti dal dramma della pandemia, avremo più che mai bisogno di essere aperti alla complessità del mondo, coraggiosi, capaci di inscrivere la nostra vicenda personale e i nostri bisogni individuali in un quadro di senso più ampio.
I temi dei romanzi e dei saggi qui proposti sono diversi – l’adolescenza e il corpo offeso, la discriminazione, la differenza culturale e di genere, il furore identitario, la malattia dell’anima – ma tutti possono in qualche forma contribuire a radicare nei nostri studenti la convinzione che la capacità di collegare e collegarsi è l’unica nostra salvezza. Ciascuno di essi può essere un ponte non solo verso l’altro, ma anche verso un’altra disciplina che è in qualche modo connessa alla storia e ai temi trattati.
Per ogni libro si indicheranno i temi, le discipline coinvolte e si proporranno attività che possono essere svolte sia in presenza che a distanza.

Proposte per la Scuola secondaria di primo grado

Erin Stewart, Io sono Ava, Garzanti, Milano 2020

Temi: adolescenza e identità, inclusione, sofferenza e guarigione, amicizia, scuola.
Discipline: italiano, scienze.

Ava è una ragazza di sedici anni, ama cantare e stare con gli amici. Un giorno un terribile incendio divora la sua famiglia e la sua casa. Unica superstite, dopo un lungo periodo trascorso in ospedale e numerosi interventi chirurgici, è accolta con amore dagli zii e si prepara a rientrare a scuola. Vinta la lotta per la sopravvivenza fisica, la ragazzina deve combattere contro la paura dello sguardo degli altri sulle cicatrici che le hanno sfigurato viso e corpo, e imparare a convivere con la sua nuova identità. Chi vorrà fare amicizia con un “mostro”? Quali modi di prenderla in giro si inventeranno i suoi compagni? Per fortuna sulla sua strada incontra Asad e Piper, due ragazzi che come lei si sentono soli e incompresi e, perciò, hanno il coraggio di guardarla al di là delle sue cicatrici. Attraverso la loro amicizia, Ava riuscirà a riconoscere a sé stessa il diritto di esistere e volersi di nuovo bene.

Attività

  1. Il corpo segnato, un corpo speciale: un viaggio nella letteratura del monstrum
    La cicatrice e la deformità fisica sono elementi che nella letteratura e nel cinema spesso appartengono a personaggi inquietanti o malvagi, come se l’apparenza ripugnante fosse una denuncia della perversione morale: orchi e streghe del folklore e delle fiabe incutono paura prima per il loro aspetto che per la loro crudeltà, la gamba di legno del pirata suscita un rispetto timoroso, la gente fugge davanti alla creatura del dottor Frankestein, mentre la deformità del signor Hyde è difficile persino da definire. D’altra parte, le mani-cesoie di Edward Mani di Forbice, come la cicatrice a forma di fulmine sulla fronte di Harry Potter sono i segni della loro doppia natura di maledetti e prescelti. Da questi e altri personaggi potrà prendere le mosse un itinerario di ricerca sul corpo “segnato”, nella realtà delle sue cause e manifestazioni in scienze e nella fantasia letteraria e cinematografica, fino alle cicatrici di Ava e al volto sfigurato di Auggie, il piccolo protagonista di Wonder di R. J. Palacio.
  2. L’amicizia come cura: un poster, una brochure
    Che cosa si può fare a dodici, tredici anni per aiutare un amico che sta attraversando un periodo di difficoltà grave simile a quello della protagonista del romanzo? E se l’amico non chiede esplicitamente aiuto ma nasconde la sua sofferenza, come si fa a riconoscere il suo bisogno e a medicargli con delicatezza la ferita?
    La classe sarà invitata a discutere su questo tema e a trovare soluzioni pratiche, comportamenti, iniziative da mettere in atto: lavorando in piccoli gruppi, si potrà infine produrre, con l’aiuto del docente di arte e immagine, un poster o una brochure che contenga i suggerimenti ritenuti più fantasiosi ed efficaci per curare e curarsi attraverso il balsamo dell’amicizia.

Liliana Segre, Daniela Palumbo, Fino a quando la mia stella brillerà, Piemme, Milano 2015

Temi: infanzia, famiglia, scuola, discriminazione, antisemitismo, Giusti delle Nazioni, resilienza, senso di colpa, empatia.
Discipline: italiano, storia.

I primi otto anni di vita di Liliana sono quelli di una bambina che ha perso la madre troppo presto, ma cresce circondata dall’amore di un padre meraviglioso, in un’elegante casa milanese dove vivono anche i nonni paterni e materni: una famiglia allargata che si prende cura di lei con affetto e la educa con saggezza. Daniela Palumbo, raccogliendo la testimonianza della sopravvissuta di Auschwitz e senatrice a vita Liliana Segre, racconta la storia di un’infanzia serena, nella quale stanno prendendo forma il carattere e le passioni di una ragazzina qualsiasi. Ma la vita normale della famiglia Segre è interrotta dallo sfregio delle leggi razziali: Liliana da un giorno all’altro vede il suo mondo crollare, è costretta a lasciare la sua scuola e la sua città, si scontra con l’indifferenza inspiegabile della maestra e delle sue compagne di classe. Poi la fuga a Inverigo, in Brianza, i Giusti che cercano di proteggere la famigliola, il tentativo di lasciare l’Italia, l’arresto e la deportazione, l’orrore di Auschwitz. Separata subito dal padre Alberto, che non tornerà, Liliana resiste per un anno con un amore di sé e della vita che è l’unica ancora si salvezza nel cuore dell’inferno. Dopo la liberazione del campo, il ritorno alla “normalità” è impossibile, perché niente sarà più come prima, fino a quando l’urgenza di far sapere al mondo l’ignobile ingiustizia subita sarà più forte del dolore di ricordare.

Attività

  1. Vivere per testimoniare: una mostra per una donna d’eccezione
    Liliana Segre è un personaggio molto noto anche tra i giovanissimi, per l’intensa attività di testimonianza cui si è dedicata nella seconda parte della vita, fino all’ultimo intervento pubblico avvenuto pochi mesi fa. Lavorando in piccoli gruppi, gli alunni potranno organizzare una mostra scolastica su di lei, da proporre ai compagni delle altre classi: raccoglieranno immagini e filmati, compileranno un dossier con la presentazione delle numerose pubblicazioni che la riguardano, sceglieranno i passi più significativi dei suoi discorsi per riprodurli su dei pannelli espositivi.
  2. Un gioco per allenarsi all’empatia
    La classe si divide in piccoli gruppi. Ogni gruppo ha il compito di scrivere una lettera in cui immagina che un coetaneo chieda aiuto a un amico, esponendogli una situazione di difficoltà in cui si trova: il trasferimento in un’altra città, la separazione dei genitori, un lutto, una malattia… Le lettere saranno scambiate tra i gruppi e ciascun gruppo scriverà una lettera di risposta alla domanda di aiuto che ha ricevuto. L’insegnante dovrà spiegare che la risposta non può essere costituita soltanto da generiche parole di consolazione o da un’attestazione di amicizia, bensì dovrà contenere suggerimenti perché il destinatario analizzi con lucidità il suo problema, lo scomponga in parti, individui i punti più critici della sua situazione, scopra quali sono le risorse interne ed esterne per affrontarla.

Marco Aime, Una bella differenza, Einaudi, Torino 2016

Temi: intercultura, differenza, antropologia.
Discipline: italiano, scienze.

L’antropologo Marco Aime, dialogando con le sue nipotine, scrive un piccolo prezioso saggio di antropologia culturale destinato espressamente ai ragazzi. L’obiettivo è suggerire ai giovani lettori di guardare il mondo e l’umanità con altri occhi, dopo aver appreso che le “differenze” (da quelle esteriori, che investono il modo di abbigliarsi, pettinarsi, truccarsi a quelle che riguardano le credenze religiose, l’economia, l’educazione, la famiglia) hanno profonde radici storiche e sono il frutto di un lungo percorso di adattamento dei gruppi umani ai diversi habitat in cui si sono trovati a vivere.

Attività

  1. Professione antropologo
    L’autore, raccontando dei suoi viaggi di ricerca nei luoghi più remoti della terra, rievoca incontri immaginari con colleghi celebri come Claude Lévi-Strauss o Bronislaw Malinowski, nel libro citati solo per nome. Gli alunni, cercando informazioni su questi autorevoli rappresentanti dell’antropologia, con l’aiuto del docente di scienze, scopriranno qual è l’oggetto di studio di questa interessante scienza, come ci si prepara per diventare antropologi, che cosa fa un antropologo e dove lavora.
  2. Illustrare la differenza
    Ogni capitolo del libro, a partire dagli spunti iconografici presenti nel volume stesso, può essere lo stimolo a raccogliere in una presentazione immagini che illustrino in modo ampio tutti i volti che la “differenza” assume tra i popoli della terra: dal corpo, alle abitazioni, al cibo, ai luoghi della preghiera, fino al confronto tra gli alfabeti in cui sono scritte le lingue del mondo. Lo scopo del lavoro è creare un’espansione multimediale del saggio di Aime.

Proposte per la Scuola secondaria di secondo grado – Primo biennio

Mark Twain, Il diario di Eva, Feltrinelli, Milano 2013

Temi: letteratura umoristica, diario, differenze di genere, amore.
Discipline: italiano, religione o alternativa.

Nella forma della letteratura umoristica, Mark Twain tra il 1904 e il 1905 scrisse due racconti lunghi che narrano i giorni della Creazione e i primi passi sulla Terra dei nostri progenitori Adamo ed Eva. Il diario di Eva incomincia con la nascita della prima donna e si conclude con la sua morte e la sepoltura da parte di Adamo. In mezzo c’è la scoperta del mondo, degli animali, del cielo, di tutte le cose per le quali Eva trova con spontaneità un nome, come se le parole sgorgassero prodigiosamente dalla sua innata capacità di lettura e ordinamento del cosmo. C’è la scoperta dell’amore per Adamo, l’altro “esperimento”, come lo chiama la nostra antenata, sentendosi attratta da lui senza poterne spiegare la ragione, costretta da un’emozione inspiegabile a pedinarlo, fiutarne le tracce, fare in modo che la tenga per sempre con sé.

Attività

  1. Discutere sui temi del racconto
    • Quale immagine della donna e dell’uomo emerge dalle pagine di Twain?
    • In che cosa è diverso il loro sguardo sul mondo?
    • Qual è l’idea dell’autore sull’amore?
    • Quali elementi della storia possono dare un contributo alla discussione contemporanea sulle differenze di genere?
    Dopo aver scritto su un foglio queste e altre domande provocate dalla lettura, si potrà organizzare una discussione divisi in gruppi sui temi del racconto: ogni gruppo attribuirà a un componente l’incarico di verbalizzare i vari interventi. In riunione plenaria si leggeranno tutte le osservazioni raccolte.
  2. Scrivere il diario di Adamo
    Dopo aver condiviso con gli studenti, con la collaborazione del docente di religione o di alternativa, il racconto biblico della creazione, affidiamo agli studenti il compito di scrivere il “diario di Adamo”, che Twain stesso compose subito prima di quello di Eva. Come reagisce il primo uomo davanti alla smania nomenclatrice della sua compagna? Come risponde alla sua nativa e torrenziale eloquenza? Quali emozioni suscita in lui la generosa ostinazione con cui si sente amato?
     

Alberto Pellai, Barbara Tamborini, La bussola delle emozioni. Dalla rabbia alla felicità, le emozioni raccontate ai ragazzi, Mondadori, Milano 2019

Temi: adolescenza, emozioni, relazioni.
Discipline: italiano, scienze, psicologia.

Il medico e psicoterapeuta Alberto Pellai e sua moglie, la psicopedagogista e scrittrice Barbara Tamborini, scrivono un utile e godibilissimo manuale destinato agli adolescenti, per aiutarli a orientarsi nel complesso territorio delle emozioni primarie: la tristezza, la paura, il disgusto, la rabbia, la sorpresa e la gioia. Una vera e propria “bussola” che per ogni emozione offre al lettore: un test per valutare il proprio rapporto con l’emozione considerata, un racconto di vita personale con cui confrontarsi e riflettere, una spiegazione di come funziona il nostro cervello, consigli pratici su come gestire al meglio ogni situazione. Infine, un’ampia filmografia per rivivere ciascuna emozione attraverso storie appassionanti.

Attività

  1. Scrivere di sé e della propria temperatura emotiva
    Ogni studente sarà invitato a scegliere l’emozione che meglio caratterizza la sua temperatura emotiva in quel momento e a trovare un modo creativo per raccontarla: attraverso una pagina di diario, un racconto realistico in terza persona, un racconto fantastico giocato sulla personificazione dell’emozione, un testo poetico, una canzone.
  2. Produrre brevi video per raccontare le emozioni
    Lavorando in gruppo, uno per ogni emozione, i ragazzi scriveranno lo storyboard di un cortometraggio da girare a scuola per raccontare attraverso una situazione tipica come si manifestano in un adolescente le emozioni primarie, che cosa le provoca, quali effetti positivi e negativi possono determinare nella vita quotidiana e nelle relazioni con gli altri. I corti potranno essere condivisi con i compagni delle altre classi organizzando un “Festival delle emozioni”, con una giuria che sceglierà l’opera in cui il tema è stato trattato nel modo più originale ed efficace.

Proposte per la Scuola secondaria di secondo grado – Secondo biennio e quinto anno

Maurizio Bettini, Hai sbagliato foresta, Il Mulino, Bologna 2020

Temi: identità, inclusione, intercultura, migrazioni, pregiudizio.
Discipline: italiano, storia.

Non sei della tribù. Hai sbagliato foresta
: sono due icastici versi di Giorgio Caproni (da Cabaletta dello stregone benevolo), che il classicista Maurizio Bettini assume come punto di partenza per scandagliare i rischi dell’ossessione identitaria che sembra determinare tanta parte del dibattito culturale e politico dei nostri giorni. Riempiendo i nostri discorsi di affermazioni superficiali sull’identità culturale, nazionale, regionale, gastronomica, secondo l’autore «sembriamo ormai solo preoccupati di stabilire chi appartiene alla tribù e chi no, sempre ansiosi di dire a qualcun altro “che ha sbagliato foresta”, con il logico corollario che deve smetterla di accampare pretese su un territorio – il “nostro” – che non gli appartiene».
Il libro, con puntuali riferimenti all’antropologia, alla storia delle parole, a casi di stringente attualità, passa al setaccio le conseguenze nefaste del furore identitario: dall’atteggiamento verso i migranti, all’ossessione per la purezza, alla moda dei tatuaggi.

Attività

  1. Mi si è ristretto il mondo? Scrivere un articolo di giornale
    La pandemia da Covid-19 da un lato ci ha fatto avvertire in modo drammatico il senso della nostra comune appartenenza all’umanità e ci ha messo di fronte alle conseguenze della dissennata arroganza che da troppo tempo contrassegna il rapporto dell’uomo con la natura, dall’altro però ha prodotto un sorprendente e improvviso restringersi del mondo: quello che succede fuori dall’Italia, dalla nostra Regione, dalla nostra città in un batter d’occhio è diventato un sommesso rumore di fondo sul quale prevalgono i dati quotidiani e locali del contagio, le regole per fronteggiare l’emergenza, le immagini dei nostri ospedali, dei nostri centri storici deserti o troppo affollati, e poi fiumi di interviste, opinioni, beghe politiche, critiche affastellate intorno alla notizia unica di un virus maligno che ha messo impietosamente a nudo la nostra fragilità.
    Ma dove sono in questo momento i migranti, gli ultimi arrivati sulle nostre spiagge? E come si fronteggia la pandemia fuori dal nostro Paese e dall’Europa? In che modo una tragedia globale come questa trasforma il nostro concetto di identità? Partendo dal saggio di Bettini, pubblicato appena prima dello scoppio della crisi sanitaria, e da queste riflessioni, approfondendo le proprie conoscenze insieme al docente di storia, gli studenti scriveranno un articolo di giornale.
  2. Il lessico della tribù. Costruire un glossario ragionato
    Con l’acribia del filologo classico, Bettini sostanzia il suo discorso con molti riferimenti alla storia delle parole: identità, naturalmente, ma anche alterità e alterazione, purezza e sacralità, sporcizia e pulizia. A questi termini gli studenti potranno aggiungerne altri, quali umanità, radici, memoria, tradizione… Individualmente o in piccoli gruppi lavoreranno per comporre un glossario ragionato in cui metteranno soprattutto in evidenza la potenzialità propria di queste parole nel rendere il mondo accogliente per ogni uomo, favorendo la crescita di una civiltà realmente democratica, e nello stesso tempo il rischio implicito del loro cattivo uso, che contribuisce alla costruzione lessicale di muri e confini.

Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza, Mondadori, Milano 2020

Temi: follia, autobiografia, resilienza, solidarietà.
Discipline: italiano, PCTO.

In questo struggente memoir, vincitore del Premio Strega Giovani l’anno scorso, Daniele Mencarelli racconta la sua discesa agli inferi avvenuta a vent’anni, nell’estate del 1994, quando è sottoposto a un Trattamento Sanitario Obbligatorio, in seguito a una violenta esplosione di rabbia in famiglia, estrema manifestazione di un male dell’anima che non gli dà pace. Con lui nel reparto psichiatrico di un ospedale romano ci sono cinque uomini ai margini del mondo: personaggi inquietanti, accomunati non solo dall’internamento coatto, ma soprattutto da una sensibilità esagerata, da una mancanza di misura nelle emozioni e nei sentimenti, tanto feroci nel fastidio di sé quanto ostinati nel cercare la vita e nell’attribuirle un significato. Maneggiati da infermieri spaventati dalla loro follia, interrogati dai medici, visitati da parenti che non capiscono, di giorno in giorno Daniele e gli altri scoprono la salvezza nel senso di solidarietà e di fratellanza che sentono nascere dentro di sé, più forte della malattia che vorrebbe ciascuno tristemente inchiodato alla sua pena.

Attività

  1. Guardare nell’abisso: la follia nella letteratura contemporanea
    Da Dostoevskij a Pirandello, da Patrick McGrath a Paolo Volponi, da Dino Campana ad Alda Merini, si inviteranno gli studenti a ricercare gli autori dall’Ottocento ai giorni nostri in cui la follia non è soltanto la dolorosa condizione esistenziale dello scrittore o dei suoi personaggi, ma una lente impietosa attraverso cui osservare le contraddizioni e le storture del mondo.
    Lo scopo è produrre un percorso tematico, con l’individuazione di brani, in prosa e in poesia tratti dai libri individuati, che saranno brevemente introdotti (con notizie sull’autore e l’opera) e commentati in relazione al contributo che ciascuno di essi offre all’indagine sul tema. Immaginando di proporre l’approfondimento a studenti della loro età, gli autori del percorso lo concluderanno con la formulazione di un test di verifica online (potranno usare applicazioni come Moduli Google, Kahoot o altre).
  2. La classe come un’agenzia di comunicazione
    L’emergenza sanitaria ha rapidamente trasformato le campagne promozionali delle case editrici, trasferendole quasi interamente sul web: gli scrittori entrano nelle case dei lettori attraverso i social; le presentazioni, le letture, i dibattiti, tutto quello che prima aveva la dimensione della performance dal vivo e il sapore della teatralità adesso cresce in un’atmosfera nel contempo più domestica e più asettica.
    Dopo la lettura, potrebbe essere interessante per la classe elaborare una campagna pubblicitaria per Tutto chiede salvezza, individuando i canali, la forma, gli strumenti attraverso i quali promuovere a distanza la conoscenza del romanzo: i ragazzi potranno realizzare un booktrailer, immaginare di scrivere all’autore per invitarlo a una presentazione online per la loro classe o l’intera scuola, organizzare gruppi di lettura. Con la debita organizzazione, l’attività potrebbe concretizzarsi in un’esperienza di PCTO.

Referenze iconografiche: BRAIN2HANDS / Shutterstock