All’interno del PTOF della Scuola secondaria di primo grado in cui insegno, esiste una programmazione annuale comune che prevede obiettivi di apprendimento specifici in relazione ai nuclei fondanti della disciplina. Per me che lavoro da alcuni anni col metodo WRW, la programmazione è l’occasione per scegliere contenuti che servono a raggiungere gli obiettivi previsti dal Curricolo d’Istituto.
Il racconto, in quanto testo compiuto in sé, è più adatto a essere affrontato col metodo WRW rispetto a un brano antologizzato da un testo più ampio; pertanto, per la classe terza ho scelto racconti di tre tipologie: fantastici, fantascientifici e realistici.
Racconti fantastici (i primi due inseriti anche nel percorso di orientamento):
Racconti fantascientifici:
Racconti realistici:
Oltre al genere, altri parametri mi hanno indotto a scegliere questi testi, primo fra tutti: la bellezza del racconto.
L’obiettivo di apprendimento principale è ricavato dalle Indicazioni Nazionali del 2012:
«Leggere testi letterari di vario tipo e forma (racconti, novelle, romanzi, poesie, commedie) individuando tema principale e intenzioni comunicative dell’autore; personaggi, loro caratteristiche, ruoli, relazioni e motivazione delle loro azioni; ambientazione spaziale e temporale; genere di appartenenza. Formulare in collaborazione con i compagni ipotesi interpretative fondate sul testo.»
Naturalmente su questo obiettivo si lavora gradualmente fin dalla scuola primaria e di anno in anno si scelgono testi più complessi, con personaggi più definiti, con trame più intricate e tematiche più difficili.
La metodologia del WRW è funzionale a per sostenere la collaborazione con i compagni e con gli insegnanti, che consente di formulare ipotesi interpretative fondate sul testo: fin dalla classe prima si possono proporre minilesson che aiutino a individuare trama, personaggi e temi.
Abbiamo letto ad alta voce tutti i testi in classe, poi li abbiamo discussi e commentati anche con strategie di lettura del metodo WRW (Writing & Reading Workshop) o routine di pensiero del metodo MLTV (Making Learning and Thinking Visible). Di seguito riporto le attività svolte a partire da ciascun libro.
Per l’analisi del racconto Il colombre ho proposto la strategia "Salta dentro, salta fuori", una delle prime strategie che ho incontrato nel WRW e che viene spiegata da Loretta De Martin sul suo blog.
Per affrontare insieme il testo I giorni perduti ho proposto di ascoltare il racconto letto su YouTube e, in seguito, ho somministrato lo schema a Y (ben spiegato da Agnese Pianigiani nel blog WRW Italia) e alcune domande per una condivisione in classe: trovi qualche legame con il racconto del Colombre? Quali secondo te? Ci sono connessioni con la tua vita, con altri testi? Se sì, cosa? quali? Che cosa sono secondo te i giorni perduti? cosa significa vivere bene la propria vita? Che cosa ti aspetti per te? Come immagini i tuoi giorni futuri? Che persona vorresti diventare? Quale è il tuo orizzonte? Qual è puntino che vuoi raggiungere e che ti farà sentire soddisfatto/a?
Infine, ho proposto un confronto tra il racconto Il colombre e I giorni perduti. Sul quaderno di lettura hanno disegnato un diagramma di Venn e inserito le proprie impressioni sui due testi, con la parte comune al centro.
Per affrontare in classe questo testo sfidante per complessità, linguaggio e impliciti ho proposto inizialmente una lettura dell’albo in cerchio e poi l’ho proiettato alla LIM. In seguito, ho invitato la classe a svolgere le seguenti attività.
Attività 1 – Thinking Routine – Cosa vedo, cosa penso, cosa mi domando
La prima attività è stata la routine “See, think, wonder: Cosa vedo, cosa penso, cosa mi domando”.
Attività 2. Minilesson “Capire cosa pensano i personaggi”
Dopo questo primo approccio ho proposto una minilesson dal titolo “Capire cosa pensano i personaggi”. Dal momento che il racconto è davvero difficile, ho chiesto di individuare nel testo e nelle immagini indizi che permettano di comprendere cosa i due personaggi pensano l’uno dell’altro e di completare una tabella riportando le parti di testo o la descrizione di immagini che ti aiutano a capire “come lo sai”.
Attività 3. Mentimeter
Come ultima attività, ho proposto di utilizzare l’applicazione Mentimeter, chiedendo a ogni studente e studentessa di scrivere:
Commentando insieme le nuvole di parole, abbiamo potuto renderci conto del livello di comprensione collettivo e approfondire o chiarire misconcezioni emerse tramite il contributo di tutti.
Attività 4. Mappa
A conclusione del percorso sul genere del racconto fantastico, ho proposto la creazione di una mappa sulle caratteristiche del genere realizzata insieme.
Durante la lettura di Sentinella di F. Brown, interrompendomi al punto «Prese la mira e fece fuoco», ho proposto a studenti e studentesse, assegnandola in Classroom, la domanda: “come finirà la storia?”, in modo da stimolare da parte loro delle previsioni. Grande è stato lo stupore quando hanno scoperto che il nemico era l’uomo, mentre il protagonista era l’alieno. Questo ha dato modo da riflettere sui pregiudizi, sul punto di vista, anche grazie alla forte empatia che il brano crea in chi legge.
Un’altra strategia utilizzata è stata quella di riflettere sull’importanza dell’ambientazione. Ho invitato la classe a individuare nel testo tutti gli elementi che permettono di definire il tipo di ambiente in cui ci si trova e ho chiesto loro se fossero importanti per visualizzare la vicenda e se avessero un ruolo anche in relazione al colpo di scena finale.
Il plot twist (“colpo di scena”) è stato poi osservato anche nel racconto Questione di scala di F. Brown. In Razza di deficienti di I. Asimov abbiamo infine individuato i temi grazie a una nuvola di parole.
Da ciò che è emerso nel confronto, studentesse e studenti hanno costruito una mappa del racconto fantascientifico; solo in seguito abbiamo letto insieme un testo informativo sul genere.
Il primo racconto realistico che abbiamo letto è stato Il ladro Luca di M. Bontempelli.
Anche con Il suo primo ballo di K. Mansfield il percorso di analisi è stato simile:
In questo caso avevo chiesto alla classe di partire da questo spunto: “Un'emozione che una volta mi ha fatto capire che…”
Con l’ultimo racconto, La ragazzina delle 6.30 di O. Della Libera, ci siamo avvicinati all’attualità e ai fatti di cronaca intorno alla violenza di genere, che ci avevano sconvolto in quei mesi. Ad esso abbiamo applicato la routine See, think, wonder che ha generato un’ampia conversazione, soprattutto per quanto riguarda le domande emerse.
Studentesse e studenti hanno ricevuto continuamente feedback, sia dall’insegnante sia dai compagni e dalle compagne durante la discussione in classe.
Concluso il percorso, ai fini della valutazione sommativa, ho chiesto a ciascuno di scrivere il riassunto del proprio racconto preferito. Ho poi valutato in riassunti con un’apposita rubrica che tenesse conto di:
Referenze iconografiche: Cristina Conti/Shutterstock